Dopo la transavanguardia che riprende liberamente e maldestramente soggetti e temi delle avanguardia storiche, pare che non vi sia più alcuna meta. Dopo la caduta del muro di Berlino tutte le avanguardie hanno cessato il loro impegno politico contro il capitalismo. Sono diventate oggetto di mercato, il più pagato e richiesto. Questo segna la sua fine, l’inutilità della sua esistenza. Solo le grandi fondazioni americane pensano di colmare un vuoto di millenni con il riempimento di nefandezze d’ogni tipo. Ebbene c’è ancora una possibilità per l’avanguardia e cioè il “RITORNO ALL’UMANO”. Dopo la transavanguardia, abbiamo la sperimentazione umana delle macchie di colore della tavolozza, riunite e combinate nel senso estetico naturale. Andrea Vaccaro ne è l’iniziatore ma la sua meta è quella di ricondurre tutta l’arte all’apprezzamento di tuta l’umanità: in arte per l’uomo e non contro questo o quel nemico! Ora il male assoluto, da cancellare per sempre è la transavanguardia. Achille Bonito Oliva, il teorico, si può considerare un imbonitore che fa credere a ingenui acquirenti che certe nefandezze, ad imitazione di qualche cosa eseguita in precedenza da qualche artista, siano arte e debbano essere pagate molto. Naturalmente la truffa è organizzata con l’ausilio di molti giornalisti e galleristi che dalla truffa traggono guadagno.
ARTE: I VIGLIACCHI IMBROGLIONI
Mercanti interessati, critici di parte, venduti agli interesse di mercato, hanno convinto il pubblico beota con i portafogli gonfi che esistono due tipi di “arte”. Una quella che conta è l’arte di protesta politica: non presentata come tale (nata contro il capitalismo e di cui i capitalisti si sono nutriti) tele bianche, tele tagliate e bucate, scatole di “merda d’artista”, animali morti decomposti pieni di mosche, monumenti impacchettati. Queste nefandezze sono considerate opere d’arte. Per capire conviene interpretare Giulio Carlo Argan. Poi esistono, secondo i malfattori, quadri di arredo che una volta si chiamavano quadri commerciali ed ora il termine si riferisce a tutto ciò che non appartiene alla nefandezza politica. Sono dunque truffatori e sarebbe saggio ed utile istituire il carcere a vita in Siberia per i sostenitori e venditori di tali obbrobri. Ciò vale soprattutto per le vendite attraverso la televisione. Questi operatori di mercato sono autentici stupratori di anime semplici motivate solo dal lucro ed effettuano ingiusti guadagni smerciando escrementi. Coloro che detengono il potere dell’arte contano sulla totale ignoranza dello stato e dei cittadini. Tutta la loro malvagità si nutre dell’odio contro i ricchi ed i conservatori. A costoro, che sono i principali acquirenti dell’arte, deve andare il rifiuto anale in segno di disprezzo. E’ facile trovare costoro tra curatori, consulenti ed assessori alla cultura. Il problema è quello di smascherare tutti coloro che si vantano di un titolo spesso gratuito di “esperti d’arte”. Costoro agiscono in sicurezza perché esiste una completa, totale disinformazione che io chiamo “mafia bianca”. Riferisco di “certe famiglie cittadine”, il cui compito è la corruzione! Visto che il sistema ARTE è estremamente corrotto è basato su altissimi guadagni di tipo mafioso converrebbe allo stato italiano sospendere per alcuni anni il “mercato dell’arte”. In questo modo tutto potrebbe rientrare nella normalità al di fuori degli interessi economici. Chiaramente si opporranno sia gli operatori televisivi che traggono fonte di guadagno che gli operatori del mercato. Se ci fate caso, questi curatori di mostre “importantissime” sono simili alle descrizioni di Paolo Villaggio a proposito di certi personaggi che sfruttando il denaro pubblico prendono a predicare come l’arcangelo Gabriele che scende in terra per comunicare agli ignoranti pezzenti, che lo stanno ad ascoltare, verità divine assolute, di cui solo l’intervento divino il povero cristo può essere messo al corrente di una grande verità. Sarà un caso ma ho notato che molti di questi curatori di importantissime mostre sono signore sui cinquant’anni piuttosto in carne e sicuramente mogli o figlie di grandi ladroni! L’atteggiamento è quello di un Dio che ti scruta dall’alto in basso. Le parole escono lentamente, ricercate, anche perché si perdono per strada i concetti del niente. Se uno deve parlare del niente, assume l’aria del grave saccente che centellina le parole, preziose come diamanti per cui l’ascoltatore deve tendere l’orecchio per non perdersi nel labirinto di un cervello privo di idee e concetti. Questi sono i curatori di mostre! Tuttavia vale l’affermazione che le leggi non devono tutelare i furbi, per cui tutte le forme di protesta hanno da tempo esaurito il loro compito. Sono dinosauri estinti e non può essere che si indichino come l’unica forma di arte superiore. Bonito Oliva ha usato parole capaci di illudere e dare una sana svolta nell’arte. In realtà io stesso ho riprodotto parte della sua teoria in un mio catalogo in maniera chiara. Lo pubblicherò in seguito. Tuttavia i protagonisti ufficiali non solo non hanno applicato la teoria ma hanno fatto esattamente il contrario.
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