sabato 21 aprile 2007

Biografia


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ANDREA VACCARO nasce a Pallanza nel 1939.

La sua prima mostra pubblica è stata organizzata a Legnano, dal preside del liceo scientifico Prof. Arnaldo Povoli. Allora Andrea Vaccaro aveva quindici anni. Seguono centinaia di mostre personali anche all’estero. Tra queste ultime in particolare spiccano quelle tenutesi negli anni Ottanta presso gli ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA di Zagabria, Spalato, Belgrado, Bucarest, Praga, Amsterdam, Stoccolma.
Vaccaro si sente libero di spaziare dalla figurazione all’astrazione e sperimenta di volta in volta tecniche nuove, come ad esempio legno su legno, di sapore concettuale, per cui la luce segna il trascorrere del tempo. Creazioni di sapore astratto, ma con numerose connotazioni figurative, fatte di legno chiaro a guisa di bassorilievi in modo che la luce giochi liberamente tra le pieghe incise dalla mano dell’artista per creare giochi d’ombra e percorsi visivi molto suggestivi, opere indicate come “planosculture” o “clessidre”.

Notevole successo ottiene con mostre a livello museale con i suoi disegni del periodo compreso tra gli anni '40 e '50, (disegni realizzati dai sette ai dodici anni di età).
Su di lui esistono importanti pubblicazioni, come quella realizzata dal MUSEO DEL PAESAGGIO DI VERBANIA sulle sue opere d'infanzia.
Artista versatile e poliedrico, Vaccaro si è sempre distinto per la sua capacità di passare con maestria attraverso diverse esperienze pittoriche. Vaccaro é un fantasioso astrattista ma anche un esperto ritrattista; un cultore della neofigurazione ed un convinto assertore delle esperienze cubiste ed informali.
Recentemente le sue opere sono state esposte presso l’OSPEDALE CIVILE DI LEGNANO con il patrocinio della Regione Lombardia
con tre importanti mostre: “RITORNO ALL’UMANO”, “DISEGNI DELL’INFANZIA” e “PLANOSCULTURE”.

Tra i diversi quotidiani che si sono interessati a lui e che hanno documentato la sua opera possiamo citare: IL CORRIERE DELLA SERA - IL GIORNALE- L'OSSERVATORE ROMANO - IL GIORNO - LA PREALPINA- LOMBARIA OGGI - TUBANTIA - IL BORGHESE - LA VOCE DEL POPOLO DI ZAGABRIA - SLOBODNA DALMACIJA - VJESNIK ZAGABRIA - VOCE DEL POPOLO DI FIUME - SVENSKA DAGBLADET - KOMUNIST BELGRADO - POLITIKA BELGRADO - TELEVIZETAIJA BELGRADO - KULTURA ZARA - ROMANIA LITERARA - LUMEA - ECO DEL VERBANO – ECO DI BERGAMO – IL GIORNALE DI BERGAMO – LIBERTA’ – IL GAZZETTINO – CORRIERE MERCANTILE – IL SECOLO D’ITALIA – IL TEMPO – IL SECOLO XIX – IL RESTO DEL CARLINO – AVVENIRE – LA PROVINCIA PAVESE – CORRIERE DI NOVARA – CORRIERE DI TORINO – IL CANAVESE e molti altre riviste ed interviste radiofoniche e televisive.

Indirizzo e-mail

Per chiunque voglia scrivermi, il mio indirizzo e-mail é: artistavaccaroandrea@libero.it

ARTISTI SI NASCE?

ARTICOLO TRATTO DA: IL VENERDI DI “LA REPUBBLICA” N° 999 DEL 11 MAGGIO 2007 PAGINE 110 111 113 A CURA DI LIA DAMASCELLI – MUSICISTI SI NASCE?




















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girotondo - cm. 20x30








FATICA, LAVORO E GENETICA


MICHELANGELO BUONARROTI, nato nel 1475 rimase orfano a sei mesi della madre, veniva picchiato dal padre che non tollerava i suoi disegni, i quali finivano inesorabilmente bruciati nel camino. Ultimo di cinque fratelli, ebbe una infanzia difficile ed infelice, finché non gli fu permesso di entrare nella bottega del Ghirlandaio come umile apprendista. Il padre vantava una presunta origine nobile dai canossiani e disprezzava gli artisti, considerati plebei, di classe inferiore. A bottega, Michelangelo non accettava gli insegnamenti del maestro ed affermava che solo il vero – sia esso pesce o cavallo - può insegnare qualcosa. Michelangelo affermava inoltre che l’arte discende da Dio e che lui era diventato artista per volontà di Dio.

UNA RISPOSTA DELLA SCIENZA ALLA MIA DOMANDA:
ARTISTI FIN DALL’INFANZIA?

ELKHONON GOLDBERG
Direttore dell’Institute of Nneuropsychology and Cognitive Performance della New York University School of Medicine.
Intervista a cura di Massimo Murianni – rivista NEWTON – settembre 2005.

Extrapolazioni sintetiche

Non c’è speranza: geni si nasce, non si diventa!.
Se Einstein fosse vissuto in qualche tribù primitiva, sarebbe diventato un grande sciamano.
Il talento è dovuto all’organizzazione delle reti di neuroni dell’emisfero destro. E’ solo la particolare struttura del cervello che può darci un vantaggio biologico, proprio come avere le gambe lunghe facilita nel salto in lungo. L’emisfero destro è equipaggiato meglio per affrontare le nuove sfide, cioè l’essenza del talento e della creatività.
Anche l’intuito, il talento, l’esperienza ora si possono descrivere scientificamente? In un certo senso si.
L’intuito per esempio, è la capacità di prendere una decisione sulla base di esperienze passate e su previsioni, senza avere certezze. Una capacità che ha una sede ben precisa nei lobi frontali, la sezione del cervello che conserva i nostri tratti più umani, quelli che ci distinguono dagli altri esseri viventi, come il giudizio, la morale, l’introspezione. Sono tutte qualità che hanno finalmente lasciato il “compartimento dell’anima” per entrare in quello del cervello.
Ciascuno di noi ha una dotazione biologica di base di capacità cerebrali innate che cambiano da individuo a individuo.
Quindi non basta imparare a suonare uno strumento per diventare il nuovo Mozart? E Mozart, privato della musica, sarebbe potuto diventare un genio in qualche altro campo…….?
La prima stagione inizia durante la gestazione, con la formazione fisica del cervello con la nascita dei neuroni, la loro collocazione nella struttura cerebrale e la formazione della rete di collegamenti tra neuroni. La produzione di neuroni continua per tutta la vita, anche se con meno vigore. Nei primi anni di vita e nell’adolescenza il lato destro del cervello, meglio equipaggiato per affrontare le nuove sfide, è più sollecitato. Il sinistro invece inizia la costruzione della sua “libreria” di schemi di pensiero e di esperienze.
La convenzione di assegnare la maggiore età ai 18 anni può avere una controparte biologica proprio nel fatto che intorno a questa età si completa lo sviluppo del cervello.
Per ogni decennio di vita adulta il cervello perde il due per cento in peso e volume: inevitabilmente invecchia.
Vengono in mente grandi artisti che iniziarono giovanissimi:
Michelangelo Buonarroti: a vent’anni esegue il Bacco e a ventuno la Pietà, a ventisei anni il Davide. Raffaello Sanzio: esegue lo Sposalizio della Vergine a 17 anni. Leonardo da Vinci: poco più che ventenne l’Annunciazione, la Vergine delle rocce. Giacomo Leopardi: a ventisei anni aveva già scritto 240 opere. Pablo Picasso: realizzò opere importanti già a quindici-sedici anni. Gian Lorenzo Bernini: prima opera importante realizzata a ventitre anni: il David. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio: prime opere importanti realizzate a quindici-sedici anni.
Giotto di Bondone: famoso per la “O” disegnata da pastorello.
Tiziano Vecellio: a vent’anni prima opera importante il Fondaco dei Tedeschi. Masaccio Tommaso: cappella Brancacci poco più che ventenne. Wolfang Amadeus Mozart: a 11 anni mette in musica la sua prima opera lirica. Si presume che tutti i grandi abbiano evidenziato il loro genio fin da bambini.
Con gli psicologi moderni pare che solo il costante affetto della mamma e tutte le più amorevoli cure parentali possano far evolvere bene la maturazione del cervello.
A mio parere, questi operatori dell’infanzia non si sono mai interessati realmente di chi non ha avuto famiglie benestanti.
In sostanza, se i genitori che devono allontanarsi da loro per lavorare ed altre circostanze, pare di capire che i bambini crescano autistici, complessati e disadattati.
Pare che gli psicologi nemmeno abbiano studiato “bambini artisti”, limitandosi alla massa di bambini privi di talento.
Gli studiosi di maggiore importanza hanno fatto i loro studi su topi, cani, vermi, cefalopodi, molluschi individui cioè molto semplici neurologicamente e, sui più evoluti, gli scimpanzé, scimmie in genere.
Degli artisti l’esperienza è più nel campo della psichiatria, si sono occupati per la maggior parte di Vincent Van Gogh notoriamente “schizofrenico” e gravato da sifilide ed epilessia.
Mai di ottimi, geniali artisti come ad esempio Rubens.
Poiché la scienza è ancora ai primi passi, hanno prevalso teorie fantasiose sull’inconscio e sui sogni da interpretare. Per cui quasi tutti gli psicoanalisti si rifanno a Freud, oppure ad un loro particolare buon senso basato su una clientela difficilmente geniale ma complessata.
In realtà è da pochi anni che si studia la genetica, fondamentale nel bene e nel male. L’educazione ad un pensiero ottimale è certamente buona cosa ma è necessario fare profilassi tra i genitori e limitare loro l’autorità assoluta.
La parte sinistra serve ad imparare ma senza la destra non ci sarà il “genio”.

Da “I problemi della psicologia” di George A.Miller – edizioni scientifiche e tecniche Mondatori.

William James, filosofo
L’educazione nel 1800
….Le scuole che Dewey aveva frequentato da ragazzo erano tenute da persone prive di preparazione, favorite dai politicanti del luogo. La disciplina era mantenuta con la forza. Gli scolari sedevano in silenzio con le mani sul banco e seguivano le lezioni del maestro. Saltuariamente essi erano chiamati a ripetere la lezione a memoria, ma non potevano fare domande…..
Dopo la pubblicazione nel 1890 delle 1400 pagine dei Principii, egli sentì che aveva detto tutto quanto sapeva sulla psicologia e si sarebbe dedicato alla filosofia. Egli desiderava che qualcun altro assumesse l’incarico di psicologia a Harvard e, poiché proprio in quel periodo Wundt criticava duramente un giovane psicologo di nome Hugo Munsterberg, agli occhi di James non poteva esservi una raccomandazione migliore. Harvard chiamò Munsterberg alla cattedra di psicologia e lasciò libero James di dedicarsi alla filosofia.
Ma in seguito, nel 1902, egli pubblicò Le varie forme dell’esperienza religiosa. Era un magnifico rientro nell’arena psicologica, in un settore che più tardi gli psicologi avrebbero chiamato psicologia clinica……
Era convinto che il vero sostegno della vita religiosa nel mondo non fossero i ben studiati sistemi teologici, ma una massa di esperienze concrete; voci, visioni, risposte a preghiere, conversazioni con l’ignoto, mutamenti sentimentali, liberazione dalla paura. Era convinto che la religione fosse qualcosa che gli intellettuali potevano omettere nelle loro teorie psicologiche solo travisando il loro concetto sulla natura umana…….
Fiducia nel medico e nelle medicine…..ho visto pazienti guariti dai placebo, pillole di zucchero i cui unici poteri curativi derivano dalla fiducia del paziente nel medico e nella scienza che egli rappresenta. Tali guarigioni di solito attribuite a suggestione, cioè si sostiene che il paziente o non era in realtà ammalato o non è in pratica guarito. Oppure se era malato e, ora, è guarito deve essere avvenuto qualche imbroglio.
…..Alcuni psicologi hanno cercato di penetrare il mondo del bambino attraverso i suoi disegni. A chi obietta che il bambino è un disegnatore troppo modesto per mostrarci ciò che egli realmente vede, essi rispondono che non è la mancanza di abilità che rende i disegni del bambino quali noi li vediamo. Un adulto che disegna con la mano sinistra può fare disegni imprecisi, tuttavia completamente diversi da quelli di un bambino. Nel disegno del bambino c’è una mancanza di differenziazione che non può essere spiegata come una semplice goffaggine. Il bambino sembra abbia veramente qualcosa di diverso nella mente. Rudolf Arnheim ha riassunto lo sviluppo dei disegni come una successione di stadi. In un primo tempo il bambino gesticola scarabocchiando con dei movimenti che rendono i suoi sentimenti visibili. Quindi, dice Arnheim, egli scpre il cerchio, con contorno chiuso che isola lo spazio interno da quello esterno. Questi scarabocchi circolari hanno il carattere di oggetti e un bambino li userà per rappresentare tutti gli oggetti indiscriminatamente. A questo stadio, per esempio, un cerchio può rappresentare sia la testa sia il corpo, come se le due cose non fossero ancora ben differenziate nella mente del bambino.
E’ impossibile credere che tali disegni rappresentino fedelmente ciò che il bambino percepisce; infatti, molti bambini sono spontaneamente delusi che i loro disegni appaiano così strani.
Le nozioni dell’adulto sulla prospettiva, sulla luce e l’ombra, sullo scorcio, sulla interposizione di un oggetto vicino davanti a uno distante, tutte parti di una tecnica di un disegnatore adulto, sono completamente assenti dal disegno infantile. Con questi disegni però, sembra che noi siamo andati oltre il regno della percezione spaziale, oltre i taciti ed immediati processi che ci guidano attraverso le tre dimensioni, regno dello spazio puramente concettuale, un regno sintetico pieno di oggetti isolati, uguagliati, stereotipi, quasi platonici (come il mondo delle idee di Platone che vivono di per se stesse).

La mia opinione è: “poiché la psicologia è tutto tranne che una scienza esatta, si può intuire che nella spiegazione degli scarabocchi (Freud) infantili, molti psicologi fantastichino e pretendano di imporre le loro “idee”.
Và ricordata la grande influenza del fisiologo russo Ivan Petrovich Pavlov (a cavallo tra 800-900) che afferma in base alle sue esperienze sui cani la possibilità di applicare il metodo di condizionamento anche sull’uomo.
“Ove l’eccitazione e l’inibizione fossero state meno metaforiche, in tal caso si sarebbe potuto con maggiore facilità dimostrare direttamente le teoria di Pavlov. Questa, per altro, non è affatto teoria fisiologica; essa è una teoria psicologica presentata in termini fisiologici.”
Tutt’ora gli psicologi applicano il condizionamento di Ivan Petrovich Pavlov dimostrando che considerano l’umanità alla stregua dei cani. L’errore sta proprio nell’ignorare che l’uomo è diverso. Esistono individui le cui motivazioni vanno oltre allo zuccherino ed alla briglia. Vedi Michelangelo Buonarroti e Leonardo da Vinci.
Rivista “Il Cenacolo” ottobre 2006 a cura di Bruno Silini.
Argomento: “talento e sudore”.
Nella vasta polemica sorta negli ultimi decenni sulla genetica e sulle qualità intellettuali o sportive portate alla massima espressione, si scontrano pensiero scientifico di varie università.
Ormai risulta chiaro che non basta la buona volontà ed il desiderio di arrivare ad essere un artista, un matematico, uno scienziato od uno sportivo. Necessita una dote genetica di notevole entità e tanto, tanto lavoro. Tutto ciò con buona pace di chi si illude di poter raggiungere vette proibite con la semplice volontà. A complemento del precedente scritto, basta aggiungere tale e quale lo scritto estrapolato sull’argomento: …………..
L’Università di Cambridge ha realizzato uno studio scientifico sull’argomento, dando un verdetto risolutore che è stato pubblicato di recente nel libro, The Cambridge Handbook of Expertise and Expert Performance.
Parrebbe giusto affermare che senza doti né duro lavoro non si può arrivare a certe mete a meno che la società non si lasci plagiare per consentire tutto ed il contrario di tutto.



Per qualsiasi opera d’arte sia di pittura che di disegno la soluzione che risulta un giusto e saggio compromesso fra le esigenze divulgative dell’artista e quelle dello psicoanalista sta in questi punti:
1° - collaborazione tra lo studio di psicoanalisi del dott...... e l’opera del pittore Andrea Vaccaro.

2° - riferimento esplicito alle conclusioni genetiche relative a famose università americane delle quali esistono pubblicazioni ufficiali a livello internazionale e relative interviste divulgate a mezzo stampa.
3° - conferma da parte dello psicologo che l’educazione al giusto pensiero inserito in un ambiente opportuno possa migliorare il tutto.