giovedì 27 agosto 2009

ARTE

Vista la mentalità comune, solo chi appare in TV o in manifestazioni definite importanti come la Biennale di Venezia può essere considerato degno di valore ed acquistato. Nelle aste, per lo più alterate, si formano i valori economici. Gli imbonitori televisivi spacciano per arte qualsiasi porcheria disprezzando tutti coloro che non appartengono al loro giro. Costoro vengono indicati come “pittorelli” che per pietà espongono solo in luoghi non consacrati all’arte. Oggi si considera arte ciò che ha mercato, ma l’arte non è mercato. Che diritto hanno “questi signori” a parlare o a sparlare di questo o di quello, chi li ha autorizzati? Siamo in regime di libertà, perciò se determinati artisti sono liberi di esprimersi con la “merde d’artista”, altri devono essere liberi di esprimersi con disegno, colori e pennelli.

POLITICA: IGNAZIO MARINO

Ignazio Marino candidato a segretario del PD afferma che al sud si devono aumentare gli stipendi perché c’è la mafia! Invece di pensare a combatterla, l’accetta e ne fa strumento contro il buon senso. Di certo la sinistra italiana è finita in sterco. Con Franceschini e Marino avremo una certezza in più della guerra civile in Italia. Opinione ribadita anche dallo scrittore Giampaolo Pansa e da Miriam Mafai in una recente trasmissione televisiva. E’ questo che vuole il PD?

lunedì 24 agosto 2009

BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA 2009

Il curatore della Biennale di Venezia 2009 per l’Italia afferma: “Dopo l’avvento della transavanguardia, diventa arte l’uso misto di foto, disegno e pittura. Cioè è tutto arte purchè sia opera di un artista. Questo supera tutte le convinzioni passatiste consegnate oramai come cose superate alla storia di ciò che è stato. Ora l’attività artistica è dinamica, nomade e si serve di tutto quello che è a disposizione in piena libertà! Si fa il verso ora a questo ora a quell’altro artista passatista”. Se il curatore della Biennale di Venezia per l’Italia, sancisce ufficialmente cosa è l’arte, tutto ciò che viene usato singolarmente o come mezzo per ottenere uno scopo, è tutto valido ed accettato. Cosa da fare arricciare il naso ai puristi! Oggi ogni tecnica è valida!
Visto che la natura mi ha dotato del disegno non intendo rinunciare alle mie doti naturali. Rinunciare al disegno significa seppellire definitivamente il concetto di arte.
Per questo motivo la BNL gruppo BNP PARIBAS di LEGNANO ha deciso di esporre presso la sede della banca un cospicuo numero di disegni realizzati nella mia infanzia, oltre trecento. I disegni sono in esposizione dal mese di febbraio 2009.

STUDI SCIENTIFICI FRANCESI E LA MOSTRA ALLA BNL GRUPPO BNP PARIBAS DI LEGNANO

Dalla televisione della Svizzera italiana in questi giorni si apprende che studi scientifici molto seri, effettuati in terra di Francia, dichiarano che tutte le idee sulle capacità dei neonati ritenute valide fin’ora, devono essere riviste molto positivamente. Cioè il neonato già dal secondo giorno di vita vede e riconosce volti ed oggetti ed il suo cervello sa perfettamente localizzare nello spazio. Questo per i bambini normali. Può succedere che alcuni non siano così precoci. Risulta superata definitivamente la teoria per cui i bambini abbiano bisogno di molto tempo per ambientarsi. Si può così facilmente immaginare che alcuni di essi siano già dei prodigi. Per chiarire il gioco della genetica farò il mio caso personale: d’istinto ho da sempre osservato il mondo che mi circondava. Da sempre ho provato il piacere di riprodurlo su carta. Nessuno mi ha insegnato niente e tutto è avvenuto per natura. Per altre persone, anche molto intelligenti, nonostante consigli ed insegnamenti non è stato così! Sempre secondo studi universitari francesi, taluni individui sono già in grado di disegnare a due anni.
Colgo l’occasione di questo argomento per ricordare che alla BNL gruppo BNP PARIBAS di Legnano, è in corso una mia mostra di disegni che ho realizzato nella mia infanzia, che raccontano di momenti di vita di almeno sessant’anni fa. Sempre di questi disegni è stata fatta una mostra al MUSEO DEL PAESAGGIO DI VERBANIA ed all’OSPEDALE CIVILE DI LEGNANO.

giovedì 20 agosto 2009

CENTOCINQUANT’ANNI DI ITALIA UNITA!

La trasmissione televisiva “Storia” diretta dal giornalista Minoli, ha testimoniato qualche tempo fa come i siciliani abbiano accolto in festa gli invasori americani invece di difendere il territorio. Recentemente la televisione ha trasmesso un famoso film sul bandito Giuliano illustrando la volontà della Sicilia di staccarsi dall’Italia. Mio padre stesso esaltava il simbolo della Trinacria rappresentato da tre gambe unite a stella. L’esperienza diretta mia con la Sicilia ed i meridionali mi porta ad affermare che il sud d’Italia è unito al nord solo per convenienza. Il nord deve pagare per l’unione all’Italia voluta dal Piemonte e da Giuseppe Garibaldi. La richiesta di grandi festeggiamenti per l’unione da centocinquant’anni con il resto d’Italia mi risulta una provocazione negativa. Il Capo dello Stato vuole creare imbarazzo all’attuale governo, del quale fa parte anche la Lega Nord. Io sono cresciuto al nord pur essendo di origine siciliana. Conosco bene la situazione di stress del nord e giustifico in buona misura il Bossi. Il sud ha sempre preteso e pretende aiuti dal nord che ritiene ricco. Certi libri di testo delle scuole elementari scrivevano che bastava mettere piede in Lombardia per diventare ricchi. Non è così. Quassù la stragrande maggioranza delle persone lavorano solo per sopravvivere con una certa dignità e proprio in questi giorni RAI TRE conferma che proprio gli abitanti del nord hanno difficoltà a pagare i debiti. Sarebbe meglio dare ascolto almeno una volta a Bossi. Ricordare magari questo anniversario ma solo a parole e senza spreco di denaro pubblico. I ricchi non appartengono solo al nord: essi esistono dovunque e sono sempre una minoranza.

sabato 15 agosto 2009

ARTE E CRISI ECONOMICA, RICETTA: RITORNO ALL’UMANO

La crisi economica va mano nella mano con la crisi dell’arte. Ora il fallimento è dato dalla preponderanza della finanza sull’opera del lavoro umano. Chi ha a disposizione tutti i mezzi può vincere e schiacciare tutti gli altri. Non importa la qualità del lavoro ma la quantità del potere. Il trionfo è per poche categorie di privilegiati. Tutti gli altri, anche i migliori, i più validi e volenterosi sono ghettizzati nell’impossibilità di esprimersi e magari vincere. Chi comanda se ne frega della morale. Dice il filosofo Galimberti che la morale fa il solletico ai potenti! Urge il ritorno alla valorizzazione dell’opera umana, del lavoro inteso nel senso letterario, nel valore consistente e reale: NO alle imposizioni del mercato. Il mercato e la politica liberale sono Satana. Causa prima dell’attuale fallimento è l’ottusa volontà di guadagno assoluto con la minore spesa: “economia globale = trionfo della finanza”.
Per esempio vendere artisti super reclamizzati porta maggiori introiti e con più facilità di quanto si guadagnerebbe promuovendo la vendita di artisti più validi ma meno noti.
In seguito riporterò una relazione degli anni sessanta sulla crisi futura dell’economia grazie alle concentrazioni economiche tipo grande distribuzione o mercato globale.

giovedì 13 agosto 2009

INGANNO DEL TERMINE “LIBERTA!”

Un importante sindacalista ha affermato che gli stipendi devono essere “liberamente contrattati tra aziende e lavoratori!”. Entra in gioco uno sconcio morale assoluto, causato dall’ignoranza e dall’ottusità del sistema basato sul “Popolo della libertà” e su “Alleanza Nazionale”. Infatti il termine “libertà” inganna le elettrici e gli elettori perché fa credere loro ciò che desiderano ma in realtà viene loro negato proprio il bene superiore. Con il termine “contrattazione aziendale” abbiamo due parti opposte. La prima, quella aziendale che è la più forte mentre l’altra è soggetta al bisogno e deve cedere su tutta la linea secondo gli interessi del padrone. L’attuale compagine di burocrati inutili che dovrebbero difendere i più deboli sono invece a mio avviso i complici dei maggiori disastri per i lavoratori. Con il “Popolo delle libertà” si ritorna al mal governo che ha portato l’economia mondiale al disastro. Il “Popolo della libertà” vuole l’assoluta libertà di far soldi sulle spalle dei cittadini. E’ la dittatura del più forte contro il più debole. E’ contro tutte le leggi morali, ancora valide per la “shaaria” degli arabi. Un dirigente guadagna in media quasi quattrocento volte lo stipendio di un dipendente e gode di una liquidazione adeguata. I sorrisi dei capi del “Popolo della libertà” sono falsi. La “Libertà” comporta la fuoriuscita dall’Italia della tecnologia per impiantarla dove gli stipendi sono più bassi e quindi i guadagni più alti. Italiani, europei, cercate la sinistra che non esiste più. Quello che viene detto “sinistra” è un altro sistema negativo chiamato democrazia dell’alternanza, nella quale tutto rimane come prima salvo portare all’odio tra il nord ed il sud. Il “Popolo della libertà” ha costretto Bossi ad allearsi con Satana. Il “Popolo della libertà” più il “Partito democratico” (ex sinistra) porteranno inevitabilmente alla situazione del 40% di povertà ed il 5% di mega ricchezza.
Dopo Napoli tutto il sud vorrà che Milano paghi le malefatte autorizzate da Satana ed il suo governo. Popolo del nord ribellati e chiedi l’aiuto di Germania, Francia, ed Inghilterra. E’ inevitabile la guerra contro la mafia!

ALLA BNL GRUPPO BNP PARIBAS DI LEGNANO CONTINUA L’ECCEZIONALE MOSTRA DEI DISEGNI DELL’INFANZIA DI ANDREA VACCARO

Considerazioni a cura di CARLO MARIA LOMARTIRE – Assessore alla Cultura del Comune di Legnano in occasione dell’edizione della monografia “ARTISTI SI NASCE?” in data 14 gennaio 2002.

Artisti si nasce o si diventa?
Non si tratta di un mero quesito retorico ma di una legittima e dolorosa curiosità, stimolata da una pur rapida scorsa alla messe di disegni del piccolo Pier Andrea. “Quasi prima ancora di parlare”, essi costituivano il germe di un linguaggio, una sorta di impressione che l’impatto con il reale imprime nella tenera cera di una personalità gettata nell’agone dell’esistenza.
Colpisce nei disegni la precocità tecnica, la sintesi del gesto, la capacità del racconto, quel collocarsi naturalmente, per dono d’istinto, nell’alveo di quella grande lezione di stampo realista che proprio dalla Sicilia, terra d’origine del padre, ha tratto alcune delle sue pagine più significative per l’intera cultura italiana.
Ancora di più colpisce l’emergere da molti disegni della testimonianza di un’infanzia alla quale sia stata precocemente sottratta la percezione della positività dell’essere, di una personalità che trova come unica strada di affermazione di sé quella separatezza, della contraddizione, di una autocoscienza guadagnata per la via di progressive negazioni (“mia madre ha sempre disprezzato la mia attività, eppure eccomi qua”) e per la quale il disegno sembra costituire un processo di oggettivazione, capace di introdurre nel caos dell’esperienza qualche elemento di ordine, una possibilità se non di riconciliazione almeno di riappropriazione.
Allora artisti si nasce? “Credo sia solo un fatto di geni…….Uno nasce artista ed io sono nato artista, l’arte è nei miei cromosomi. Non è vero che artisti si diventa…….Non ho avuto nessuna guida, nessun insegnamento, però d’istinto ho tradotto le mie emozioni col gesso per terra. D’altra parte un’educazione costrittiva o coercitiva non può formare l’artista, essendo l’arte creativa e libera”.
Ma in questa professione di fede in un arte creativa e libera e, pur tuttavia interamente iscritta e determinata dal patrimonio genetico, si apre la fenditura della contraddizione: come può essere libero, cioè umano, ciò che è totalmente determinato dalla biologia?
Se fosse l’arte frutto meccanico e bizzarro della natura non potrebbe andare oltre ad essa, potrebbe, in altri termini, limitarsi a registrarla, a produrne un duplicato che, in quanto tale, sarebbe privo di una reale necessità.
La libertà consiste ultimamente nella soddisfazione di uno strutturale ed inesauribile desiderio nei confronti della realtà: ghermire i brandelli di essa che costituiscono l’esperienza oppure possederla abbracciandone il significato è il radicale discrimine che si offre ad ogni esistenza.
Il contributo dell’artista alla libertà di tutti è sempre e solo implicato in uno sguardo capace di leggere il dato dell’esperienza appunto come dato, come portatore cioè di una radicale irriducibilità al soggetto, come messaggero di una misteriosa alterità.
Artisti allora si diventa, nello spazio del tempo, divenendo, continuamente, uomini.

sabato 8 agosto 2009

ITALIANI, EUROPEI, POPOLO DEL MONDO ATTENTI ALL’INGANNO! IL POPOLO DELLA LIBERTA’ SIGNIFICA SOLO VIOLENZA, LA LIBERTA’ DI DIFENDERE SOLO I RICCHI ED

La borghesia ha avuto nella storia una funzione sommamente rivoluzionaria. Dove è giunta al potere, essa, ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvicinavano l’uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato “pagamento in contanti”. Essa ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell’esaltazione religiosa, dell’entusiasmo cavalleresco, della sentimentalità filistea. Ha fatto della dignità personale un semplice valore di scambio; e in luogo delle innumerevoli libertà faticosamente acquisite e patentate, ha posto la sola libertà di commercio senza scrupoli. In una parola, al posto dello sfruttamento velato da illusioni religiose e politiche, ha messo lo sfruttamento aperto, senza pudori, diretto e arido. La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte quelle attività che fino ad allora erano considerate degne di venerazione e rispetto. Ha trasformato il medico, il giurista, il prete, il poeta, lo scienziato in salariati al suo stipendio. La borghesia ha strappato il velo di tenero sentimento che avvolgeva i rapporti di famiglia, e li ha ridotti a un semplice rapporto di denaro.

Tratto da “manifesto del partito comunista, in Marx Engels Opere complete, vol. VI, Editori Riuniti, Roma 1973, pp.488-489

Staremo a vedere gli sviluppi e che il tutto non si trasformi in dittatura basata sulle divise. Spero sempre di sbagliarmi!