Dal 1850 la intelligenza internazionale, schierata contro regnanti ed imperatori, aveva realizzato una forma di lotta ambigua, mascherata, che aveva lo scopo di rovesciare l’ordine sociale e politico delle nazioni. Il mezzo a disposizione era quello di sempre: punire con l’esposizione e l’esaltazione critica tutte le forme di arte che non fossero riferite al classico. Non più bellezza ed armonia, non più ciò che potesse accarezzare la vista e l’anima ma tutto ciò che facesse pensare al brutto sociale. Pensate alla situazione di gente sfruttata e gettata nell’immondizia e nell’indigenza. Tuttavia artisti come Dickens, che sapevano tradurre in opere letterarie la povertà e l’oppressione del popolo, ce ne erano pochi. Gli intellettuali pensarono di promuovere forme di “arte degenerata” che da sole dessero il senso del disagio, della lordura e della bruttezza. Deformazioni, alterazioni cromatiche e feroci caricature della società borghese non bastarono a sconvolgere l’umanità. Bisogna attendere il secolo XX° perché l’umanità venisse allietata da oggetti di uso comune e volgare innalzati ad arte. Da Picasso a Piero Manzoni per la corsa al peggior espressionismo che sembrava avere raggiunto il massimo con la “merde d’artista”! La società bene ha premiato e continua a premiare la costante ricerca di sozzure e schifezze indicandole come la rinascita dell’arte. Tutto era ed è immondizia, Non si è salvato nulla dalla furia iconoclastica dei critici d’arte e dei loro idoli artistici. I nomi sono altisonanti ma ne basta uno: Giulio Carlo Argan innalzato a guida della città di Roma nel secolo scorso. Proprio dalla Svizzera ho avuto la certezza che non si salva niente. Puccini e la sua straordinaria musica viene inscenato nella volgarità di un moderno centro commerciale con tanto di bevute e cibi ingoiati nella maniera più volgare. L’opera è ambientata tra scaricatori di porto, carrettieri e volgari distributori di cibo. Nella foga espressionista di trangugiare cibo, tipo plebe, brillano gli occhi dei falsi modernisti, soddisfatti di avere trasformato in cloaca (come ambiente) una delle più belle opere di Puccini. Il plauso folle degli intellettuali fa pensare a una vera e propria malattia mentale. La critica, rappresentata da un medico, che ho personalmente conosciuto, ne è entusiasta. Non ci sarà mai più un limite al disagio. Personalmente io chiamo la mia arte “ritorno all’umano” in quanto intendo servirmi di quelle doti di genetica che mi portano ad amare il bello e quindi a portare una parola, un colore di aiuto all’intera umanità. Intendo aiutare il prossimo anche se l’ufficialità dell’arte va in direzione contraria!
Nò al brutto, al volgare! Basta soldi ai bastardi dell’arte! Questa è la mia opinione.
Dedicate qualche minuto del vostro prezioso tempo per visitare la mostra dei miei disegni dell’infanzia presso la BNL gruppo BNP PARIBAS di LEGNANO in Piazza Don Sturzo 1.
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