lunedì 17 febbraio 2014

RICORDI DELLA MIA INFANZIA A LEGNANO

LA CHIESA DEI FRATI Provenendo dal Sempione e diretti alla Saronnese, sulla destra sorge imponente la chiesa comunemente chiamata dei frati. Un vanto di questo complesso religioso era il coro con delle splendide voci ed un fantastico suono d’organo. C’era uno splendido apparato di voci bianche che mi entusiasmava e mi pareva d’essere gia’ in Paradiso. Solo in Francia a Parigi la Basilica del Sacro Cuore, almeno per l’organo mi ha ridato la stessa emozione. In omaggio a tanta bellezza, mai piu’ ripetuta ho disegnato un coro di voci bianche! LE MILLE FARFALLE DAI FANTASTICI COLORI. Alle case popolari di via Carlo Porta 56 , i costruttori avevano lasciato ai fianchi di esse una lunga e larga striscia di rifiuti che con l’andare del tempo erano stati coperti dalla terra e dalla vegetazione. A nord delle montagnette si profilavano fin oltre il campo del Bernocchi fino all’autostrada per me piccolo, immense stesure di prati verdi. Come la scienza moderna ha dimostrato, crescevano una infinita’ di erbe ed arbusti selvatici secondo natura e lo spettacolo era magnifico. Non sono all’altezza di elencare la miriade di pianticelle selvatiche e di fiori spontanei, confermo solo che lo spettacolo era variegato e coloratissimo. Sara’ forse perche’ sono portato dalla natura al colore, io ero affascinato da quel paradiso di piccole forme e colori. Le farfalle poi completavano la scena idilliaca: erano centinaia di specie diverse, anzi forse migliaia e chi ha fantasia può immaginare quello splendido spettacolo. L’equilibrio della natura era garantito dalla presenza di un numero grande di uccelli che si nutrivano di parassiti per cui mi pareva di essere nel giardino dell’Eden. Un amico ha scritto recentemente che dove vive lui ci sono ancora le pecore che danno luogo a infestazioni di insetti noiosi, tanto da desiderare che le pecore andassero altrove. La scienza moderna riversa la colpa sull’uomo e precisamente su cacciatori che hanno sterminato o quasi gli utilissimi uccelli e l’estirpazione di gran parte di erbe selvatiche che nutrivano insetti e nemici degli insetti per cui e’ venuto a mancare l’equilibrio naturale compensativo. Meno erbe e fiori selvatici e quasi la totale scomparsa degli uccelli ha permesso lo sviluppo di insetti infestanti, lontani dalle famose griselle o maggiolini che noi bambini di una volta cacciavamo a mani aperte e ci divertiva il solletico che le loro zampette facevano sulle palme delle nostre piccole mani. Se allora fossi stato capace come ora di colorare i miei disegni come lo sono ora, avrei potuto mostrarvi il fantastico volo di mille colori delle farfalle di allora. Forse la solitudine e la mancanza di giocattoli mi portavano a pensare dentro di me su tutto quello che vedevo ed amavo tutti gli animali a tal punto da parlare con i cavalloni aggiogati ai carri che si fermavano in attesa d’ordine di trascinare i pesanti carichi con le famose parole :”VA LA’ UH!!” IL GIOCO DEL CERCHIO Per i bambini ricchi i cerchi in legno leggero e stretti di spessore erano gia’ pronti nei negozi di giocattoli. Per i figli di operai andavano bene i cerchioni delle ruote di bicicletta. Per chi non aveva niente come me stava a guardare. Il gioco consisteva nel far correre il cerchio su’ e giu’ per le strade. CIRCO EQUESTRE A LEGNANO FINE ANNI ‘40 Come gia’ detto il circo equestre era il massimo dei divertimenti per noi bambini di tutte le classi sociali. Mi affascinavano i cavalli e in particolare l’abilita’ di alcuni coraggiosi che facevano acrobazie sdraiati lungo il fianco dell’animale al galoppo ed agganciati ad esso solo per le staffe. Sul dorso dei cavalli si esibivano gentili fanciulle che accennavano a qualche passo di danza mentre il cavallo percorreva la pista a lui riservata. Subito a casa tentavo di disegnare la ballerinetta che danzava con l’ombrellino in mano sulla groppa del cavallo. LA PECORA Sul prato dinanzi a casa mia stazionavano per qualche giorno numerose pecore ed ero incuriosito dal taglio della loro lana. I bambini si sa sono curiosi ed anch’io ho voluto provare a tagliare la lana di una pecora con l’aiuto del pastore.

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