sabato 13 ottobre 2007

MALLEUS MALEFICIARUM

RITORNA IL MALLEUS MALEFICARUM

In questi giorni si tengono elezioni primarie per il nuovo Partito Democratico. La gran massa degli italiani non pensa a nulla e i preti tacciono. E’ un silenzio che urla nelle orecchie di chi sa pensare: stanno cercando di tornare subdolamente al potere i demoni del Vaticano; il vecchio partito della D.C. dove “cristiano” stava come un insulto a Cristo. Nell’era di Bush scatenato i preti meditano di ritornare ai roghi, magari simbolici, ma sicuramente contro le classi più deboli. I traditori del popolo si sprecano e i piani di conquista del mondo dei sionisti stanno realizzandosi con l’aiuto della Santa Sede di Roma. Chi è a favore del nuovo partito appartiene alle organizzazioni ebraiche, siano esse politici di sinistra di centro o di destra. C’è un mutuo accordo silenzioso per ingannare il popolo ed arrivare al potere. La maggioranza delle donne voteranno per i preti e questi appagheranno i sionisti. In Italia tutto è controllato e guidato da loro. Ratzinger è come Innocenzo VIII che il 5 dicembre 1484 firmò la bolla Summis desiderantes affectibrio che ebbe come conseguenza l’illuminazione notturna per secoli con i roghi a fuoco lento.

DA STORIA DELLA FILOSOFIA OCCIDENTALE DI BERTRAND RUSSEL EDIZIONI LONGANESI - 1983

…………Il Rinascimento non fu un movimento popolare; fu un movimento di un piccolo numero di studiosi e d’artisti, incoraggiato da protettori liberali, specie i Medici e i papi umanisti. Se non fosse stato per questi protettori, esso avrebbe avuto un successo molto minore, Petrarca e Boccaccio, nel XIV secolo, appartennero idealmente al Rinascimento, ma, a causa delle differenti condizioni politiche del tempo, il loro influsso immediato fu inferiore a quello degli umanisti del XV secolo. E’ difficile precisare in poche parole l’atteggiamento degli studiosi rinascimentali verso la Chiesa. Alcuni erano notoriamente liberi pensatori, eppure anche loro ricevevano di solito l’estrema unzione, e si rappacificavano con la Chiesa allorché sentivano avvicinarsi la morte. Molti di loro erano colpiti dalla perversità dei papi del tempo, e non di meno erano lieti di essere al loro servizio. Lo storico Guicciardini ebbe a scrivere nel 1529; “Io non so a chi dispiaccia più che a me l’ambizione, la avarizia e le mollezze dei preti, si perché ognuno di questi vizi in sé è odioso, si perché ciascuno e tutti insieme si convengon poco a chi fa professione di vita dipendente da Dio; e ancora perché sono vizi sì contrari, che non possono stare insieme se non in un subbietto molto strano. Non di meno il grado che ho avuto con più Pontefici, m’ha necessitato a amare per il particolare mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, avrei amato Martin Lutero quando me medesimo, non per liberarmi dalle leggi indotte dalla religione cristiana nel modo che è interpretata e intesa comunemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scellerati à termini debiti, cioè a restare senza vizii o senza autorità”.
Tutto ciò è piacevolmente sincero, mostra chiaramente perché gli umanisti non potessero dare inizio a una riforma. Per di più, la maggior parte di essi non vedeva vie di mezzo tra l’ortodossia e il libero pensiero; una posizione come quella di Lutero era impossibile per loro, perché non possedevano più la sensibilità medioevale per le sottigliezze della teologia. Masuccio, dopo aver descritto la perversità dei monaci, delle monache e dei frati, dice: “loro degno ed eterno gastigamento che si altro da dire, che se non Iddio possa presto distruggere il Purgatorio, a tale che non potendo di elemosina vivere, andassero alla zappa, onde la maggior parte di loro hanno già contratta la origine”.
Ma non gli viene in mente, come a Lutero, di negare senz’altro il purgatorio, pur conservando la maggior parte dei dogmi cattolici.
La ricchezza di Roma dipendeva solo in piccola parte dalle entrate proveniente dai dominii papali; per lo più si trattava di un tributo, ricavato dall’intero mondo cattolico, tramite un sistema teologico, che metteva nelle mani del papa le chiavi del paradiso. Un italiano che avesse realmente posto in discussione questo sistema avrebbe rischiato di impoverire l’Italia, e di far perdere la sua posizione nel mondo occidentale. Di conseguenza l’eterodossia italiana, nel Rinascimento, fu puramente intellettuale, e non portò a scismi né ad alcun tentativo di creare un movimento popolare al di fuori della Chiesa. Sola eccezione, e anch’essa assai parziale, fu Savonarola, il quale apparteneva spiritualmente al Medioevo.
La maggior parte degli umanisti conservava le credenze superstiziose che avevano trovato credito nell’antichità. Magia e stregoneria potevano essere condannabili, ma non si pensava che fossero impossibili.Innocenzo VIII, nel 1484, emise una bolla contro la stregoneria, che dette luogo ad una terrificante persecuzione di streghe, in Germania ed altrove. L’astrologia era particolarmente apprezzata dai liberi pensatori; acquistò anzi un impulso che non aveva più avuto fin dai tempi antichi. Il primo effetto dell’emancipazione delle Chiesa non fu quello di far pensare agli uomini razionalmente, bensì di aprire le loro menti a tutte le antiche assurdità.

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