Il messaggio amaro che traggo dall'esistenza della mia famiglia è questo: non c'è speranza per gli onesti. Non vale il sacrificio ed il comportarsi bene secondo una morale insegnata per tenere le masse tranquille segregate nel terrore della punizione dopo la morte. I furbi, i vincitori sono i disonesti, quelli che si servono delle leggi morali per controllare gli altri, mentre loro rubano, con eleganza, secondo le leggi. Il vero Dio del mondo è il denaro e le banche sono le vere chiese! Se tuo padre è importante e può aiutare anche gli altri, allora tutte le porte ti si aprono e tu puoi sperare in un futuro. Altrimenti sei rifiutato: non c'e merito che tenga; quello che conta è il conto in banca. I poveracci a volte per non scomparire, diventano pedine dei più potenti, magari servitori delle mafie. Anche nel campo dell'arte vale la stessa regola. Se puoi far guadagnare molto gli altri, vai bene, altrimenti sei zero. Tuttavia Shakespeare ci dà la speranza che a volte il valore e il coraggio possono vincere.ENRICO V° D’INGHILTERRA ormai perduto, senza più esercito, né forza, viene oltraggiato dall’araldo francese che gli porta l’annuncio della sconfitta e proposta per il suo riscatto. Egli deve subire la tracotanza dei principi nemici, freschi, ben armati e protetti in corazze scintillanti, con destrieri di fuoco e soldati numerosi e sicuri della vittoria. Ebbene è proprio la disperazione di ENRICO V°, che dal basso della sua inferiorità, slancia gli animi dei superstiti alla vittoria, alla quale nemmeno crede. Dopo la battaglia, l'araldo francese si fa umile ed implora di seppellire i cadaveri dei suoi soldati sommersi nel fango e nella vergogna, Enrico V° prende coscienza della insperata vittoria. Così anche il povero ed isolato pittore schiacciato sotto il tallone del potentissimo esercito dei nemici, ebbene riesce a sconvolgere l’avversario troppo sicuro del proprio trionfo. Non già la forza delle armi e del denaro, ma la forza delle idee avrà la vittoria.
martedì 10 giugno 2008
DA SHAKESPEARE, SI TROVA UN INVITO A SPERARE
PALCOSCENICO-cm.60x80-2008-acrilico su tela
Il messaggio amaro che traggo dall'esistenza della mia famiglia è questo: non c'è speranza per gli onesti. Non vale il sacrificio ed il comportarsi bene secondo una morale insegnata per tenere le masse tranquille segregate nel terrore della punizione dopo la morte. I furbi, i vincitori sono i disonesti, quelli che si servono delle leggi morali per controllare gli altri, mentre loro rubano, con eleganza, secondo le leggi. Il vero Dio del mondo è il denaro e le banche sono le vere chiese! Se tuo padre è importante e può aiutare anche gli altri, allora tutte le porte ti si aprono e tu puoi sperare in un futuro. Altrimenti sei rifiutato: non c'e merito che tenga; quello che conta è il conto in banca. I poveracci a volte per non scomparire, diventano pedine dei più potenti, magari servitori delle mafie. Anche nel campo dell'arte vale la stessa regola. Se puoi far guadagnare molto gli altri, vai bene, altrimenti sei zero. Tuttavia Shakespeare ci dà la speranza che a volte il valore e il coraggio possono vincere.ENRICO V° D’INGHILTERRA ormai perduto, senza più esercito, né forza, viene oltraggiato dall’araldo francese che gli porta l’annuncio della sconfitta e proposta per il suo riscatto. Egli deve subire la tracotanza dei principi nemici, freschi, ben armati e protetti in corazze scintillanti, con destrieri di fuoco e soldati numerosi e sicuri della vittoria. Ebbene è proprio la disperazione di ENRICO V°, che dal basso della sua inferiorità, slancia gli animi dei superstiti alla vittoria, alla quale nemmeno crede. Dopo la battaglia, l'araldo francese si fa umile ed implora di seppellire i cadaveri dei suoi soldati sommersi nel fango e nella vergogna, Enrico V° prende coscienza della insperata vittoria. Così anche il povero ed isolato pittore schiacciato sotto il tallone del potentissimo esercito dei nemici, ebbene riesce a sconvolgere l’avversario troppo sicuro del proprio trionfo. Non già la forza delle armi e del denaro, ma la forza delle idee avrà la vittoria.
Il messaggio amaro che traggo dall'esistenza della mia famiglia è questo: non c'è speranza per gli onesti. Non vale il sacrificio ed il comportarsi bene secondo una morale insegnata per tenere le masse tranquille segregate nel terrore della punizione dopo la morte. I furbi, i vincitori sono i disonesti, quelli che si servono delle leggi morali per controllare gli altri, mentre loro rubano, con eleganza, secondo le leggi. Il vero Dio del mondo è il denaro e le banche sono le vere chiese! Se tuo padre è importante e può aiutare anche gli altri, allora tutte le porte ti si aprono e tu puoi sperare in un futuro. Altrimenti sei rifiutato: non c'e merito che tenga; quello che conta è il conto in banca. I poveracci a volte per non scomparire, diventano pedine dei più potenti, magari servitori delle mafie. Anche nel campo dell'arte vale la stessa regola. Se puoi far guadagnare molto gli altri, vai bene, altrimenti sei zero. Tuttavia Shakespeare ci dà la speranza che a volte il valore e il coraggio possono vincere.ENRICO V° D’INGHILTERRA ormai perduto, senza più esercito, né forza, viene oltraggiato dall’araldo francese che gli porta l’annuncio della sconfitta e proposta per il suo riscatto. Egli deve subire la tracotanza dei principi nemici, freschi, ben armati e protetti in corazze scintillanti, con destrieri di fuoco e soldati numerosi e sicuri della vittoria. Ebbene è proprio la disperazione di ENRICO V°, che dal basso della sua inferiorità, slancia gli animi dei superstiti alla vittoria, alla quale nemmeno crede. Dopo la battaglia, l'araldo francese si fa umile ed implora di seppellire i cadaveri dei suoi soldati sommersi nel fango e nella vergogna, Enrico V° prende coscienza della insperata vittoria. Così anche il povero ed isolato pittore schiacciato sotto il tallone del potentissimo esercito dei nemici, ebbene riesce a sconvolgere l’avversario troppo sicuro del proprio trionfo. Non già la forza delle armi e del denaro, ma la forza delle idee avrà la vittoria.
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