Volto bianco, tipo cadavere, bocca aperta con labbro tremulo. Flatulenze in libertà e tremito alle gambe e alle mani. Parole stentate: “mai più, mai più!”: era il ritornello! Cosa era successo?
Negli anni quaranta e cinquanta, circolavano voci misteriose su fiammelle fatue che di notte fuoriuscivano dalle tombe ed inseguivano i passanti, nelle vicinanze del cimitero monumentale!. Molte le avventure raccontate e pochi coraggiosi avevano tanto fegato da passare a piedi o in bicicletta davanti al cancello chiuso del cimitero. I soliti coraggiosi della via Carlo Porta si sfidavano a chi fosse il più intrepido e avesse il coraggio di entrare al camposanto e rimanervi per tutta la notte. Si facevano scommesse e naturalmente veniva considerato vigliacco chi non accettava di farsi rinchiudere lì dentro. Io ero troppo piccolo e molto vigliacco e quindi mi astenni sempre da simili atti eroici ma ragazzi di età maggiore e di maggiore libertà familiare, tentarono più volte l’avventura. I racconti successivi furono spaventosi ed i protagonisti risultavano possedere capelli irti, irrimediabilmente incanutiti e parevano colpiti dal “ballo di San Vito!”. Con gli occhi sbarrati, a fatica tentavano di rappresentare il terrificante spettacolo notturno!. Dieci e più coraggiosi avevano saltato il muro di cinta e baldanzosi camminavano nei vialetti bui, illuminati solo da candele accese, ridotte a moccoli. Si tenevano uniti e giravano lo sguardo per controllare eventuali fantasmi. Proprio sopra il tetto della camera mortuaria, bianchi teschi troneggiavano inquietanti. Erano stati messi lì a seccare ma con il loro biancore sembrava ridessero e le vuote occhiaie nere parevano minacciare una spaventosa aggressione. Man mano che i coraggiosi si inoltravano nei vialetti ghiaiosi, ecco spuntare dalle tombe fiammelle azzurrognole come quelle della cucina a gas. La proprietà di queste fiamme piccole e tremolanti era quella di correre loro dietro. Anzi, più fiammelle lambivano il retro dei pantaloni e più il gruppo pensava che le anime dei morti volessero ghermirlo e trascinarlo nella loro fossa. Qualche coraggioso se la fece addosso e la puzza, oppure odore che dir si voglia, sembrò attirare ancora di più le fiammelle!. Urli a squarciagola per tutti e fuga furibonda verso i muri di recinzione da scavalcare. Qualcuno si arrampicò sulle lance del cancello di ferro e sembrò aver terminato la corsa in maniera poco nobile. Il frastuono svegliò il custode che in camicia da notte e candela in mano sembrava un vero fantasma, ancora più spaventato dei coraggiosi volontari a caccia di spettri. Sarà stato per i fagioli e le cotiche, allora cibo normale per quei tempi, si udirono tuoni e puzze da competizione e le fiammelle si aggrovigliarono ai malcapitati facendo luminarie al gas metano!. Da allora, si passò velocemente di notte sia in bicicletta che in auto, guardandosi bene dal fermarsi o di rallentare!. Anzi, non si guardava nemmeno il cancello del cimitero, salvo controllare se qualche fiammella seguisse il malcapitato!. Solo ora si sa che materiale organico in decomposizione forma gas metano, facile a bruciare!. Tutto naturale, quindi e nessun fantasma!.
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