sabato 15 agosto 2009

ARTE E CRISI ECONOMICA, RICETTA: RITORNO ALL’UMANO

La crisi economica va mano nella mano con la crisi dell’arte. Ora il fallimento è dato dalla preponderanza della finanza sull’opera del lavoro umano. Chi ha a disposizione tutti i mezzi può vincere e schiacciare tutti gli altri. Non importa la qualità del lavoro ma la quantità del potere. Il trionfo è per poche categorie di privilegiati. Tutti gli altri, anche i migliori, i più validi e volenterosi sono ghettizzati nell’impossibilità di esprimersi e magari vincere. Chi comanda se ne frega della morale. Dice il filosofo Galimberti che la morale fa il solletico ai potenti! Urge il ritorno alla valorizzazione dell’opera umana, del lavoro inteso nel senso letterario, nel valore consistente e reale: NO alle imposizioni del mercato. Il mercato e la politica liberale sono Satana. Causa prima dell’attuale fallimento è l’ottusa volontà di guadagno assoluto con la minore spesa: “economia globale = trionfo della finanza”.
Per esempio vendere artisti super reclamizzati porta maggiori introiti e con più facilità di quanto si guadagnerebbe promuovendo la vendita di artisti più validi ma meno noti.
In seguito riporterò una relazione degli anni sessanta sulla crisi futura dell’economia grazie alle concentrazioni economiche tipo grande distribuzione o mercato globale.

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