lunedì 2 marzo 2009

INCONTRO CON ANDREA VACCARO a cura della dott.ssa ADA RE Medico neuropsichiatra infantile dell'Azienda Ospedaliera di Legnano













Ho conosciuto il pittore Andrea Vaccaro attraverso le sue opere giovanili esposte nell’ottobre 2005 presso l’ospedale di Legnano e sono rimasta immediatamente colpita e affascinata da quei particolarissimi “disegni dell’infanzia”. In quanto neuropsichiatra dell’età evolutiva sono abituata ad osservare e valutare le creazioni dei bambini, ma queste mi apparvero subito di stampo diverso. Nei suoi disegni e nelle parole che li accompagnano traspare un bambino dall’intelligenza vivace, dotato di grande sensibilità, curiosità e capace di cogliere sia l’essenziale che i particolari di una data situazione o persona. Il tratto grafico è preciso, deciso, fluido come se disegnare per Andrea fosse facile e spontaneo come il parlare e il camminare. A volte mi ritrovo a leggere l’anno in cui il disegno è stato eseguito, quasi incredula che da un bambino di sei anni o un ragazzino di undici possano nascere immagini così incisive, particolari, di una bellezza profonda. Anche le opere dell’attuale mostra denotano un’arguta capacità di osservazione della realtà, una rara attitudine nel captare gli stati d’animo dei personaggi e di saperli tradurre nel disegno, una innata intelligenza artistica, una freschezza poetica e un profondo amore per gli animali, la natura, l’uomo e l’umanità. Questi disegni ci ricordano mestieri e personaggi che oggi non esistono più, che magari ci fanno sorridere, ma è giusto e utile ricordare perché fanno parte della nostra storia della nostra città. E’ un affiorare di ricordi che credevi dimenticati, vivi solo nei racconti di mamme e nonne; ricordi che si riaffacciano alla mente e ti riempiono di nostalgia per un tempo ormai passato ma che ti riappare davanti vivo e presente, come se fosse trascorso solo un attimo. Un grazie al pittore Vaccaro per avere espresso e per continuare ad esprimere nei suoi disegni e nella sua pittura con vivacità e spontaneità ciò che sente, che vede, che vive, che lo incuriosisce, in una parola, ciò che è: un uomo, un artista che nelle proprie opere ci trasmette l’amore per la vita, per il passato e il presente, per le cose che pur avendolo fatto soffrire lo hanno reso forte e testimone di un arte personalissima e molto comunicativa. Questo testo è stato pubblicato nel catalogo della mostra effettuata nel 2006 – “C’era una volta…………un bambino che disegnava quando le sedie avevano le mutande……”

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