venerdì 10 dicembre 2010

RITORNO ALL'UMANO

Il Movimento del Ritorno all’umano, di cui Vaccaro è promotore, vuole restituire agli artisti la libertà di espressione del proprio talento e della propria abilità in favore dell’umanità intera.
Ritorno all’umano significa agire in ambito artistico per creare bellezza; aiutare l’umanità a riscattarsi dalla propria condizione, pur denunciandone gli errori e le debolezze.
Per il Ritorno all’umano il primo impegno è la creatività e la costante ricerca, la poesia come espressione di sentimento. E’ un’arte romantica che cerca di fissare momenti di vita da tramandare, perché tutto è in evoluzione.
Con questa corrente riprende importanza il denominatore comune dell’uomo e l’idea che l’uomo possa ancora fare qualcosa di positivo.
Ritorno all’umano non significa ritorno al passato, come osserva Lino Lazzari, sull’Eco di Bergamo: “…una scultura concettuale, questa di Andrea Vaccaro, finalizzata, a nostro personale giudizio, alla contemporaneità (…); una scultura dalle perfette caratteristiche di quel dinamismo che si rende assolutamente necessario in qualsivoglia opera visiva”.
Particolarmente apprezzato l’inserimento della figurazione nell’elemento astratto, già individuato negli anni ‘60 come una espressione particolare di Neofigurazione, pur riservandosi l’assoluta libertà di esprimersi in ogni altra forma dando sfogo ad una creatività totale.
Il Ritorno all’umano si propone di recuperare i valori antichi del disegno, della pittura e della scultura, proiettandoli verso l’attualità e il futuro. Si auspica la fine delle tematiche a sfondo politico e il ritorno all’Arte per l’Arte.
Gli artisti d’avanguardia peccano di presunzione in quanto ritengono che valga solo il loro gesto creativo senza che questo lasci traccia. “Artisti” si definiscono loro stessi oppure qualche intellettuale attribuisce loro questa qualità. Vaccaro ritiene in tutta sincerità che l’unico vero grande artista sia Dio e che le sue opere siano ineguagliabili. La vita per esempio. Ritiene giusto che la sua arte ritorni a prostrarsi al gesto divino per conservare in lui e per gli altri quel capolavoro immenso della creazione. I suoi occhi ed il suo cervello vogliono essere strumento di adorazione dell’artista sommo che è Dio! Di conseguenza si lascia ispirare dall’opera somma creata da Dio ed umilmente “ritorna all’umano” che si stupisce di fronte alla grandezza e alla bellezza del creato.


Ritorno all’umano in sintesi:

1° - ritorno alle doti native
2° - sensibilità, capacità disegnativa, senso della composizione: disegnare è un dono per pochi.
3° - capacità tecnica
4° – amore per il bello
5° - esprimere anche tutti i drammi sociali
6° - espressionismo pacato e gradevole
7° - nomadismo – termine usato nella corrente “transavanguardia” e cioè ispirarsi agli autori del passato allargando così la sfera di interpretazioni dell’arte.
Conclusione: nulla equivale la forza comunicativa del disegno. Il disegno sarà il mezzo sempre valido per la comunicazione.

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