mercoledì 30 ottobre 2013

QUANDO LE DONNE SBAGLIANO

1° – Si innamorano di un uomo magari attraente ma incapace di provvedere alla famiglia. Farò citazioni tratte dalla mia famiglia, senza voler offendere i genitori, ai quali bisogna sempre portare rispetto. 2° - Mia madre (non bella) si era invaghita di un siciliano, autoritario e convinto che “capo famiglia” significasse che lui voleva, pretendeva ma non era economicamente valido né aveva capacità di lavoro di tipo manuale. 3°- Sia mia madre che mio padre erano ambiziosi e volevano, fortissimamente, che i figli studiassero ma rendessero anche soldi (borse di studio). In questa famiglia esisteva un solo imperativo rivolto ai figli: “dovete essere i primi della classe e dovete prendere borse di studio!” Entrambi i genitori non conoscevano le difficoltà dello studio: erano (scusatemi!) molto ignoranti. L’unica professione o mestiere che attirava mio padre era quello di comandare. Tuttavia come vigile urbano guadagnava poco per cui mia madre ha dovuto lavorare anche lei! Quando la mamma era stressata, diceva, magari di notte, a mio padre: “sono preoccupata per i figli a causa dei soldi!” La risposta di mio padre era gelida e deprimente. “Se ci sono soldi i figli mangeranno e vestiranno; altrimenti andranno nudi e scalzi a cercare la carità!” Mia madre era sempre più stressata ma mio padre non si schiodava dalla sua convinzione tipica di molti suoi contemporanei di allora: “io voglio, posso e comando!” Tutte le mie ambizioni erano annullate: dovevo fare solo quello che volevano loro e rinnegare la mia natura. Io ero portato per l’arte, la pittura ma ero costretto a studi scientifici. La vita in famiglia era terribile! Il loro convincimento era quello di farmi internare in manicomio. L’errore di madre è tipico di molte donne: si era invaghita di un siciliano nulla tenente e senza capacità lavorativa. L’aveva praticamente comperato, vestito e sposato. Non si era mai posta il problema della vita quotidiana che è fatta anche di soldi e non riusciva a distaccarsi da suo marito, oltretutto depresso. Nei miei confronti ogni giorno minacce di morte: “io ti ho messo al mondo e io ti ci posso levare” Credo che tutte le offese verbali me le abbia riservate! Non era cattivo ma era l’ambiente siciliano da cui proveniva. Quando io avevo sei mesi di vita, mio padre fece trasferire la famiglia da Pallanza (lago Maggiore) a Legnano e poi abbandonò la moglie per andarsene volontario milite fascista. Mia madre si è trovata con due figli piccoli, senza lavoro e lontano dai suoi. Ciò nonostante al ritorno dopo la guerra aveva fatto di tutto per riaverlo, riabilitarlo e farlo lavorare come vigile! L’errore è stato nel volerlo riavere. L’errore è subire la violenza del marito e non avere il coraggio di lasciarlo. Forse ora le cose cambieranno? Non credo le donne continueranno a subire ed anche a farsi uccidere. Secondo me, responsabili delle violenze alle donne sono le religioni!

Nessun commento: