sabato 28 giugno 2008
NAPOLI PER RIFIUTI - TRADIMENTO
Il Governo ha tradito il voto del nord. Nel periodo delle vacanze si rivela la grande ipocrisia di coloro che hanno illuso il nord di essere da loro difeso. Già nel mese di maggio avevo dato la notizia: “PESCE D’APRILE!”: i rifiuti di Napoli bruciati a Milano. Ma il popolo del nord è così ingenuo da non accorgersi di essere preso in giro. Lo sa che da una infinità di tempo è sfruttato e deriso? Vincono i “barbari, violenti e distruttori”, ancora e sempre vandali. Che Dio punisca in eterno questo governo! La maledizione per gli spergiuri e tutti i loro protetti!. Dal governo a tutti i responsabili la maledizione colpisca in modo chiaro e visibile.
lunedì 23 giugno 2008
ARTE CONTEMPORANEA COME ARTE DEGENERATA
LETTERA-TRATTATO SULLA COMPLETA DEGENERAZIONE DELL'ARTE CONTEMPORANEA, INVIATA NEL MESE DI GENNAIO 1996 A TUTTI I CAPI DI STATO, COMPRESO L'ALLORA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA OSCAR LUIGI SCALFARO.
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Legnano, 6 gennaio 1996
Ill.mo Sig.
Presidente della Repubblica
Onorevole Oscar Luigi Scalfaro
Palazzo del Quirinale
Roma
“Il peggior crimine che l’umanità possa compiere, è la negazione della verità.
Perchè dalla verità discende la libertà”
Oscar Luigi Scalfaro
Nel chiederLe umilmente scusa per il disturbo che Le arreco con la presente, intendo pregarLa di leggere quanto da me scritto di seguito sull’argomento “RAPPORTO TRA EVERSIONE POLITICA COMUNISTA E CULTURA UFFICIALE DI STATO”.
Mi rivolgo a Lei perchè la Sua alta figura di statista si renda conto di come intellettuali organici comunisti sappiano approfittare delle democrazie per giungere legalmente al controllo del potere.
Spero in Lei Sig. Presidente.
Spero che Ella abbia la bontà di sacrificare qualche minuto del suo impegnatissimo tempo, per leggere quanto esposto.
Trattasi solo di una sintesi, per non annoiarLa.
Se Ella vorrà avere la bontà di interessarsi, io sono a Sua completa disposizione per tutti i chiarimenti del caso.
Nel frattempo sto cercando di sistemare in maniera più organica l’argomento in un piccolo dossier ove tenterò di essere il più chiaro possibile.
Nell’accostarsi all’argomento può essere d’ausilio ricordarsi la famosa favola del “Re nudo”: tutti vedevano la verità, ma nessuno aveva il coraggio di dirla. È il grave pericolo del conformismo.
Se Ella vorrà avere il dossier in questione provvederò a spedirglielo non appena me ne farà richiesta. Nel formulare i miei migliori auguri Le porgo i sensi della mia profonda stima e deferenza.
Pittore ANDREA VACCARO
VIA ALBERTO DA GIUSSANO, 19
20025 LEGNANO
Arte d’avanguardia, imposta arbitrariamente a scopo di sovversione comunista, da una setta internazionale di “intellettuali organici”.
Non è l’ideale politico che ha attratto la mia attenzione ma la strategia politica subdola usata per realizzarlo.
Se esiste un reato per l’eversione, si proceda a perseguirla.
Dopo l’idealismo, l’avanguardia è passata all’affarismo, poi è divenuta moda, e infine mafia.
PREMESSA
Negare la genetica dell’artista, personalità singola e distinta dalla massa, significa per i moderni satrapi della cultura negare anche la tendenza a delinquere, addossando tutte le colpe alla società. Affermando che non esiste e non può esistere il genio singolo, quali Michelangelo, Raffaello o Leonardo, intendono affermare che tutti possono essere artisti, perché deve esistere un’arte comandata, e quindi non devono esistere artisti privilegiati dalle doti di natura. Ed ecco di conseguenza nascere la “società di massa” e “l’arte di massa”, dove le masse devono ubbidire all’ordine e dimostrare con il loro operare che una società capitalista non può produrre arte. Anche se poi si contraddicono vistosamente criticando l’arte di quei paesi dove il comunismo si era affermato.
Attraverso la cultura di massa, opportunamente insegnata per i propri programmi di sovversione, intendono dimostrare il contrario di tutto quanto l’umanità ha sempre intuito ed accettato.
Oggi la genetica sta dimostrando che persino le malattie mentali sono genetiche, ma la cultura mondiale ufficiale si ostina a negare che si possa nascere Artisti, e cioè con quelle qualità artistiche e di sensibilità che l’arte da sempre ha richiesto.
Per attuare i loro programmi, hanno convenuto internazionalmente di far affermare chiunque non presentasse la minima qualità artistica. Con più l’artista era insoddisfacente per la cultura classica, maggiormente diventava ora protagonista. Attenzione quindi ai “titolati autorizzati”: possono essere persone senza autonomia di giudizio ed opportunamente addestrate.
Tutta la cultura moderna sforma e deforma. Vengono innalzati i trasgressori, i delinquenti, gli abietti, i degenerati ed i vigliacchi in nome di un’eguaglianza sostanziale di natura. Non esistono più differenze se non per colpa della società: l’individuo è assolto da tutti i peccati che vengono assunti invece dalla società, come un novello Cristo risorto. Punendo la società intera s’intende punire il capitale, ed è quindi facile passare inavvertitamente dalla posizione idealistica all’affarismo più sfrenato.
L’umanità così degenerata è preda di questi avvoltoi rossi che, paradossalmente, annoverano tra i loro sostenitori tutti i borghesi “in”, che credono nella propria superiorità adeguandosi invece al programma di eversione, ignorandone la vera sostanza.
Attenzione anche a certi uomini di potere attuali: c’è un ministero che è presieduto da tecnici decisamente molto accondiscendenti oppure da soli politici.
I borghesi comperano, sostengono, adorano e difendono tutto l’odio possibile espresso contro di loro, rappresentato in quelle opere d’arte progettate per deriderli e ridicolizzarli, in attesa di “tagliare loro la testa”.
Come mai oggi troviamo con estrema difficoltà opere di pittori contemporanei che diano l’evidente sensazione di bellezza, appagamento totale, originalità e bravura, maestria certa?
La risposta sta nel fatto che pittori, scultori, architetti e artisti in genere devono adattarsi ad imposizioni di “modernismo coatto”, pena la squalifica sia della notorietà che del guadagno. La descrizione di opere come sopra, fatte di buon gusto, maestria e piacevolezza sono proibite come il peggiore dei nemici da parte della critica ufficiale militante e cattedratica.
Abbiamo, invece, opere d’autore decisamente insoddisfacenti e quasi incomprensibili oppure una marea di sconcezze immonde, dipinte da dilettantacci dell’ultima ora, senza alcuna dignità e professionalità.
Abbiamo tre circuiti di gallerie:
• Il circuito museale importante e le super gallerie che trattano solo opere di alta approvazione critica
• Il circuito, blasfemo, orrendo dei dilettanti, illusi ed incapaci
• Il cosiddetto circuito commerciale, ove si opera esclusivamente da “artigiani” al livello più ripetitivo e vergognoso, pronto solo a soddisfare le esigenze della plebe incolta, poiché lo Stato trascura la diffusione anche minima dell’arte di buon gusto, dei giusti valori d’arte, rimanendo anche nella tradizione.
Lo Stato si occupa solo dell’Arte Ufficiale, talmente degenerata da creare una frattura paurosa ed incolmabile con il resto del pubblico, il quale rimane a livello di bestia brutale e volgare: nessuno lo aiuta ad evolversi.
Quanto descritto di seguito deve valere come ipotesi di lavoro. Su questo teorema dovrebbe essere incaricata a svolgere precise indagini, oltre che la Magistratura, anche la Polizia Segreta. Infatti non si tratta di un teorema limitato alla sola Italia. Se io ho visto giusto, si tratta di un affare internazionale nel quale sono le democrazie ad essere le più deboli a difendersi da un attacco così sottile e violento.
L’arte, la cultura, la musica, la poesia non sono “scienza”. Non esistono certezze, salvo quelle che si pretenda a ragione che gli artisti diano costante e precoce prova della naturale disposizione.
Ora si rovescia il buon senso e si afferma che l’arte la fanno tutti purché si faccia quello che dice il critico, il docente, il direttore di museo, il curatore di mostre.
Tutto ciò è bugia e malafede. È sovversione.
Qualsiasi sprovveduto, privo di ogni dote artistica e di cultura può essere eletto presidente di associazioni artistiche purché abbia una dialettica convincente.
Così dicasi per giornalisti, mercanti, direttori e fondazioni private.
Oltre vent’anni fa, scrissi sull’argomento una dettagliatissima critica sul modo di concepire l’arte e di diffonderlo nelle scuole. Il risultato fu che l’iniziativa presa venne sommersa dall’indifferenza se non dal rifiuto.
Questa volta ho pensato di porre la questione ad una mongolfiera famosa e molto anziana (critico d’arte). La risposta fu assolutamente disimpegnata e di questo genere: “PER CAPIRE L’ARTE MODERNA, COME QUELLA DEL PASSATO, BISOGNA CONOSCERE IL PERIODO STORICO ED È NECESSARIO AVERE STUDIATO FILOSOFIA”. È una risposta sbrigativa che praticamente svilisce il mio impegno di ricerca e studio ma che indirettamente conferma la mia ipotesi di base: adeguamento di strategia e tattica politica per ottenere la vittoria della rivoluzione comunista.
Conferma anche l’intrusione della moderna filosofia ed altre discipline. Cioè viene ad essere confermato che l’arte ubbidisce ancora all’impegno politico rivoluzionario. Dal momento che diversi intellettuali, interrogati sull’argomento, non hanno dato alcuna risposta, con atteggiamento oltraggioso, rieccomi a tentare di farmi ascoltare da una personalità ad alto livello istituzionale come Ella è.
Desidero mettere in guarda dalle versioni della cultura ufficiale e cattedratica. È meglio il buon senso di chi si dichiara non competente. Se la mia teoria è esatta è consigliabile diffidare dei tecnici e degli esperti.
Spero tanto che Ella voglia dedicare al mio studio, al mio teorema, alle mie intuizioni, qualche attenzione. Forse non sono così incolto e sprovveduto come la classe dominante della cultura ufficiale vorrebbe che io venissi considerato.
Pensi che dello scultore Messina recentemente scomparso, parlano come di un abile “artigiano” negandogli il ruolo di artista.
LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA
Mai sottovalutare l’intelligenza, l’astuzia e la determinazione degli eversori di sinistra. Intellettuali organici al potere della cultura dal 1864 ad oggi.
Pericoloso pensare che con la caduta del Muro di Berlino e del “Comunismo” ufficiale, si sia rinunciato alla conquista del potere internazionale.
Stiano molto attenti i democratici veri: la democrazia è la situazione politico-sociale ideale per l’infiltrazione degli intellettuali organici comunisti nei posti di controllo e di comando.
I comunisti “zoccolo duro” sono povere pecorelle ingannate dal partito per essere elemento continuo di protesta e carne da macello.
L’Inghilterra dimostra chi siano gli intellettuali comunisti organici: tutti coloro che concorrono attraverso la stampa e servizi televisivi allo svilimento della monarchia, riducendo in farsa i drammi personali dei regnanti. L’Inghilterra è una forte sostenitrice dell’arte d’avanguardia.
Contro gli intellettuali organici serve determinazione, durezza e capacità di azzerare tutti gli operatori della cultura: anche i collezionisti e gli addetti di Stato.
Questo è un preambolo, cui seguiranno considerazioni. Questo fascicolo è solo una brevissima sintesi di un argomento che merita una più sostanziosa documentazione.
ARTE DI STATO = AVANGUARDIA
I cultori dell’avanguardia non vivono nella dimensione della vita. Essi, complice lo Stato, le Regioni ed i Comuni che li finanziano, sono cultori della morte, probabili assassini e suicidi. Non vogliono creare a vantaggio dell’umanità, vogliono distruggere, immersi nel delirio degenerativo di cui parla Adler, senza toccare Nietzsche perché sarebbe conferire loro un’etichetta di nobiltà, che non meritano. In quanto, invece di sottrarre le loro opere al guadagno, al mercato, insomma alla mercificazione, come idealmente l’avanguardia si è sempre proposta, questi ipocriti, ingannevolmente, traggono i maggiori benefici economici e di gloria. Tanto è vero che lo Stato finanzia esclusivamente le loro manifestazioni, così come i privati ne celebrano il mercato in soldoni.
Per comprendere, sintetizziamo così:
dal 1860, in odio al potere costituito, gli intellettuali estremi, comunisti atei e marxisti elaborano una strategia molto fine per conquistare il potere. Intendono, attraverso la cultura e l’arte, occupare le posizioni più importanti negli stati per il controllo della formazione della classe dirigente e quindi controllare il potere stesso.
Basti pensare al semplice esame che lo studente deve superare per ottenere da un qualsiasi titolo di studio fino alle lauree più prestigiose: devono studiare su testi imposti e rispondere secondo la volontà dell’insegnante. Se il testo e l’insegnante sono di colore rosso, ne usciranno laureati e diplomati perlomeno rosati.
Quindi dal 1860, cambio di strategia:
la violenza di piazza viene controllata, mantenuta pronta ad esplodere al momento opportuno, mentre con il controllo della cultura si formano convinzioni ideali e radicalizzazioni di proteste che altrimenti non verrebbero evidenziate dal popolo, interessato solo al cibo, al divertimento ed alla consolazione della religione.
Ci si avvale per questo progetto rivoluzionario di tutte le filosofie moderne, le prime scoperte scientifiche; ci si serve della psicanalisi e dell’affiorante sociologia. Si inizia con l’esaltazione di una pittura cosidetta sociale, anche se imperfetta ed approssimata, ma con argomento la vita quotidiana, per identificare un modello di netta opposizione al classicismo che con la sua perfezione e bellezza ideale rappresenta “servitù del potere”. Specialmente verso la fine dell’Ottocento, la nascente borghesia stravede per le novità in arte e nel resto della cultura. Dall’esaltazione di questo genere di pittura nuova e di rottura con il passato, nascono carbonerie che sfruttano anche il successo economico, per rinforzare l’internazionale rivoluzionario. Se si fa mente locale, si nota a partire dal 1864/1870 il decollare delle correnti in rottura con la tradizione. Tra le più note, l’impressionismo, l’espressionismo, il divisionismo, il futurismo, il cubismo, l’astrattismo fino al concettuale e via via fino a giungere al moderno computerizzato, al cibernetico ed al virtuale.
Dal 1970, a Zagabria, si ha la dichiarazione ufficiale della morte dell’arte.
Tuttavia da anni, risulta minore l’idealismo, mentre, appare sempre più evidente l’affarismo con la complicità ufficiosa della mafia e si traduce tutto in “moda” per “snob”. È proprio per questo motivo che riteniamo molto pericolosa l’arte d’avanguardia nella sua capacità di strategia politica e mafiosa. Ora mi sembra che sia un fardello troppo pericoloso, travisante, continuato e tuttora atto a produrre sovversione. La riteniamo quindi da contenere e combattere.
Non ha alcuna importanza se direttori di musei, privati o di Stato, proprietari di gallerie e critici d’arte si dichiarino appartenenti a partiti politici non comunisti se non addirittura all’opposizione. Infatti, chiunque sostiene l’avanguardia o è un “incompetente” e non conoscere l’origine e le finalità dell’avanguardia, oppure è un “intellettuale organico”, il cui compito è di lacerare la società in cui opera e racimolare soldi per organizzare sovversione. Di certo la classe ricca internazionale non fa una bella figura nel collezionare l’avanguardia: senza il suo entusiastico contributo da almeno cento anni il partito comunista internazionale non avrebbe mai potuto affermarsi. D’accordo che i capitalisti sanno fare soldi anche con la merda (riferimento alla merda d’artista di Piero Manzoni), ma l’affarismo selvaggio porta diritto alla mafia e dà l’occasione per creare guai politici e sociali.
Si ritiene giusto che i “governi” del mondo si rendano conto del fenomeno in oggetto; non si fidino in alcun modo dei loro “esperti ufficiali” e non indulgano nel considerare una libera scelta il privilegiare l’avanguardia o “ricerca” contro l’arte tradizionale.
È ora che si sveglino! Anche perché si compiono reati anticostituzionali, penali e civili.
Le avanguardie sono il corrispondente di certa ferocia manifestata dalla religione cattolica a partire da almeno settecento anni, con le atroci torture, le impiccagioni, gli squartamenti, i roghi come spettacolo pubblico dove sfogare l’odio spontaneo nel popolo, appagato dalla sofferenza altrui. Il tutto con processi vergognosi, dove l’imputato non aveva alcuna possibilità di cavarsela: la sua fine era già decretata prima ancora dell’inizio del processo, condotto con ragionamenti capziosi, sofistici, atti alla condanna, qualunque cosa dicesse l’imputato. Basta documentarsi su qualche processo alle streghe.
Così le avanguardie sono l’espressione dell’odio di classe, dell’odio verso chi detiene il potere e l’assoluto disprezzo verso il popolo che viene automaticamente escluso dal conforto dell’arte tradizionale. È l’applicazione dei principi filosofici di Nietzsche. È l’opposizione e la rottura contro un’arte perfetta ed ideale che ha sempre consolato l’umanità, per l’esaltazione di un’arte degenerata e distruttiva che ammaliava e ammalia tuttora le classi ricche, le borghesie ricche rurali o industriali. Lo scopo è di far pagare a caro prezzo tanto alle classi dominanti quanto alle plebi, rese sempre più furiose sia delle ideologie pratiche d’insufficiente gratificazione economica, sia perché allontanate dalla fruizione di un’arte ideale, di una bellezza perfetta e comprensibile. Tutto il gioco degli intellettuali organici è quello di cospirare, aizzare, sovvertire, scontentare, preparare alla violenza fisica da utilizzare al momento opportuno. Non solo loro ma tutti quelli che si sentono alla moda.
Tutto ciò in prospettiva a partire dal 1864, in quanto è molto difficile possedere e controllare subito la volontà creatrice del vero artista, il quale può accettare il condizionamento come una sfida allo sviluppo di una tematica. A volte, molto raramente, nonostante il principio razionale degli intenti esasperatamente distruttivi, può condurre alla creazione di vere opere d’arte, validissime.
L’eccesso della radicalizzazione dei principi ha partorito anche "involontariamente" un Picasso, un Afro ed altri grandi artisti. Cioè la loro intenzione non era quella di fare opere valide, ma distruttive seguendo l'ordine rivoluzionario del partito. Non è quindi il risultato di alcuni grandi artisti che pongo in discussione, ma sono i principi ispiratori della critica militante, il suo odio e la sua malvagità, il suo “storicismo”, che non ammette ripensamenti e ritorni, la sua spinta alla continua novità, anche se priva di qualsiasi valore umano, la proclamazione della morte dell’arte e della superiorità dei mezzi tecnici nuovi ma senza progettualità; infatti sono effetti tecnici dati da mezzi tecnici. Solo il “fare” purché privo di senso.
Ovunque il “concettuale” che non è altro che un ermetismo causale o personale ragionamento, a volte sinceramente ovvio o assurdo, valido solo per l’autore, escludendo totalmente la partecipazione agli altri di un benché minimo concetto o ragionamento, nemmeno simbolico. Infatti la simbologia può essere anche intesa e quindi risulta comunicazione. Mentre non si vuole alcuna comunicazione di alcun genere e si è passati ad eliminare l’oggettività della rappresentazione, l’edonismo di una garbata disposizione di materia colorata. Si esclude non solo la comprensione ma anche l’estetica: si riduce tutto al solo “fare” che assume il nome greco di “poetica”, che non ha alcun rapporto con la poesia, ma è il solo fare.Il solo gesto inteso e sostenuto come manifestazione di rabbia, di odio, di devastazione. Per ora si uccide l’arte o si vieta di farne; domani si uccideranno gli oppositori.In ogni caso, già dal 1900 chiunque si opponga alla dittatura comunista dalla critica militante, viene declassato a “dilettante”.
Gli si toglie il carisma e il mercato: anzi si provvede a sostenere gli idioti come i “naifs”, i pazzi da manicomio, gli sprovveduti, intendendo punire l’artista valido che sfugge al loro dominio. Costui viene definito “pubblicitario”, illustratore obsoleto, retrogrado, incolto, di nullo o infimo valore o “pittore fascista”. E tutto ciò con la tolleranza o l’incompetenza dei governi.
Occorre ricordare che per la conquista del potere i comunisti sostengono realmente la democrazia, in quanto è proprio la democrazia che permette loro di strafare. Il grandissimo intellettuale Lenin, dopo aver lanciato la moda del dadaismo in occidente, al suo rientro e dopo la vittoria della rivoluzione in Russia, ha esplicitamente vietato la continuazione delle avanguardie. Infatti le avanguardie erano solo mezzo destabilizzante della società che le accetta, mentre Lenin voleva che il popolo fruisse di un’area tradizionale dal cui godimento era stato sempre escluso. Dopo la rivoluzione l’arte di conforto e di ammaestramento poteva divenire guida moralizzatrice della nuova società. Ora che è caduto il comunismo, ecco apparire anche in Russia le avanguardie, ecco umiliare la produzione artistica più autentica del popolo russo come prodotto di qualità scadente ad additare al ludibrio e al disprezzo dell’occidente. Sembra apparentemente illogico, ma non è così. L’avanguardia è ancora il validissimo strumento per conquistare l’occidente e, come insegna “Il Principe” di Machiavelli, tutto è sacrificabile alla meta da raggiungere. I sovversivi non si limitano alla cultura. Infatti qualsiasi protesta e rivendicazione, dagli omosessuali alle suffragette del femminismo, dalla chiusura dei manicomi a tutta la sociologia moderna, è derivata dalla capacità straordinaria dell’internazionale comunista, che opera nel mondo da circa 150 anni.
Certamente l’intelligenza dei comunisti è infinitamente superiore a quella dei capitalisti. Questi si beano nel considerarsi superiori ai poveracci perché pensano di “capire” quello che gli altri non sanno capire, perché “i ricchi sono più intelligenti”. In realtà sono degli involontari collaboratori “snob”, che rovinano il mondo con le loro mani e si meritano l’avvento della dittatura comunista. S’accorgerebbero allora di quanta superficialità hanno avuto e tengono nel cervello, altro che esseri superiori! I comunisti sono ancora all’opera e sempre con maggiori speranze di vittoria. Ciò perché è proprio l’occidente che li finanzia e li accarezza. Non ci si accorge nemmeno di certi avvertimenti dati da qualche critico d’arte che afferma che le opere moderne non devono essere restaurate perché concepite non già per durare nel tempo o costituire un pregio da salvare. Tutta l’avanguardia si può sintetizzare in una formula: le sei M di morte, merda, mafia, mercanti, moda, money.
Mercanti e critici sono un sodalizio interessato a delinquere dal momento che ciò che propongono viene ben comperato. Escludendo quindi dal giro ufficiale gli artisti sgraditi o meno fortunati, questi vengono lapidati e dilaniati dal volgo. Il loro mancato interesse per questi emarginati finisce sempre in frasi distruttive, quali ad esempio: “pittorello di provincia”, “un poveraccio che sopravvive perché qualche idiota gli compera ogni tanto qualcosa”, “un pittore da quattro soldi”. Le definizioni più ricorrenti sono, nel migliore dei casi: pubblicitario, cartellonista, “colori forti”. Siccome il pubblico non è assolutamente in grado di capire e distinguere, compie il massacro, come era stato previsto fin dai primi del Novecento da parte degli intellettuali rossi. Chi non era con loro doveva morire.
È quasi inesistente la figura del critico d’arte che rinuncia alla sua fetta di guadagno, illudendo anche i poveracci artisti che spendono in nero grossi capitali nella speranza che la firma ed il nome del critico promuova il loro mercato.
Non esiste la reale ed esaltata “libertà commerciale”, in quanto si vende il prodotto proposto acconciamente dal critico che prepara il lancio dei suoi beniamini, d’accordo con i mercanti. Si calcola che oltre ai guadagni illeciti e non denunciati, eludendo vistosamente le tasse, i mercanti possano trafficare in commerci illeciti ed assai remunerativi. Indagate su quelle fortune colossali sorte in qualche decennio! E tutto procede con la complicità di funzionari pubblici corrotti o non all’altezza della situazione.
Si sono dati un codice deontologico arbitrario, un’etica non sancita dalla legge né dalla Costituzione. Ed è qui che cadono nell’illegalità. Ed è qui che compiono illeciti penali e civili.
QUALE ARTE LIBERA?
Wassily Kandisky: “...la libertà dell’avanguardia è una delle maggiori privazioni di libertà ...l’unico imperativo categorico è la necessità interiore ...l’artista non è un beniamino della vita: non ha il diritto di vivere senza un compito. Non è libero nella vita ma ha un compito politico”.
Ma non è facile distruggere la creatività. Ogni limite ed imposizione diventa un tema d’ispirazione. Da qui la necessità di utilizzare i non artisti per la morte dell’arte.
“La durezza dello spirito assume in lui forme produttive” Paul Klee per Kandisky.
Assonanza colore - la musica non era sufficientemente distruttiva.
Anche Paul Klee è troppo artista per non creare splendide assonanze cromatiche.
L’avanguardia già rinuncia all’artista nato. Arte deve essere solo pensiero esclusivo personale ermetico - fine dalla comunicazione.
COS’È L’ARTE MARXISTA
A parte la considerazione pratica che Carlo Marx non aveva preso in considerazione il mondo dell’arte né aveva dedicato la sua attenzione a questo problema, normalmente si usa definire “realismo comunista” l’arte tradizionale imposta da Lenin dopo la vittoria della rivoluzione comunista in Russa e si definisce con orgoglio “avanguardia” l’arte di stato occidentale, simbolo della “libertà”, dato che da almeno cento anni le avanguardie si autoproclamano “arte libera” e pittori della libertà i suoi protagonisti.
In realtà l’argomento merita un poco di attenzione.
Il realismo socialista è stato la continuazione dell’arte nella sua vera sostanza. Che vi siano pittori scadenti o pittori di classe superiore dipende solo dalle qualità native. Il suo compito è stato quello di sempre: consolatorio e d’insegnamento. Se i russi avessero avuto tra i loro artisti un Michelangelo, un Raffaello, un Bernini avrebbero realizzato certamente opere d’arte di una straordinaria grandezza.
I comunisti ed i loro sovversivi intellettuali organici hanno invece esaltato l’arte degenerata ed assassina, per far crollare l’occidente nel marciume e nel ridicolo.
L’arte occidentale è estrema corruzione cadaverica, perché la classe capitalistica che comanda è costituita da morti viventi corrotti e marci moralmente.
Anzi il duplice significato dell’avanguardia occidentale è dato dalla distima nei capitalisti e le capacità di costoro di comperare ed adorare “immondizia” finanziando così l’internazionale comunista e la sua sovversione mondiale.
Questa si opera soprattutto con la cultura che manda avanti dirigenti squadrati e programmati per ogni evenienza e per fine la caduta del capitalismo. Attenzione a non pensare che questi subdoli operatori di destabilizzazione portino il distintivo di appartenenza al partito. Per la sovversione va bene qualunque intellettuale che operi come da copione, anche se veste l’abito talare.
Diffidate dall’appartenenza a questo o quel partito. Come dice il Vangelo, si deve giudicare dalle opere e non in base a chi grida “Signore, Signore”.
ARTE COME CRISI POLITICA
La rivoluzione marxista comunista continua da 150 anni. Si avvale sia della violenza fisica che della sovversione intellettuale. Produce tensioni in ogni campo dello scibile umano in modo che la classe dirigente abbia una formazione mentale tale da condizionare pesantemente tutta la società.
Da una parte i politici ufficiali, tramite rivendicazioni salariali mantengono sempre pronto il popolo per la lotta di classe, dall’altra “intellettuali organici” si infiltrano ovunque e si sostengono a vicenda in modo da corrompere sostanzialmente anche la sfera del pensiero e della morale.
L’operazione è semplicissima: si comincia a lodare ed imporre testi scolastici ove tra verità tradizionali si introducono bugie sostanziali. Si approva il diploma o la laurea di chi si è formato su questi testi ed ha risposto ad un professore già “organico” nella maniera e nei modi richiesti da costui. Man mano che passa il tempo e si schierano in campo gli intellettuali organici, apparentemente al di fuori della politica, si affina sempre più l’opera di sovversione. Così si è arrivati a promuovere personaggi che non conoscono per nulla la difficoltà dell’arte in ogni sua forma ed espressione, ma che hanno avuto la formazione distorta ed organicistica di una filosofia marxista.
All’arte si sostituisce il pensiero: non serve più avere doti d’artista per condurre l’arte al solo gesto “poetico” allontanando sempre più l’artista da quello che è naturalmente lo sviluppo delle sue qualità native per avviarlo a divenire un terrorista intellettuale. La critica di formazione filosofica e politico-sociale organicamente sovversiva completa la manovra sostenendo una corrente piuttosto che l’altra.
La vera arte viene dichiarata obsoleta e caricata di ogni nefandezza. Si stravolge ogni significato di reale valore e s’impone alla società un modo di pensare e di valutare sempre meno umano e sempre più alienante. Si punta sulle classi ricche sfruttando le loro debolezze caratteriali. Povertà d’intelligenza e di cultura, noia e desiderio di novità continua. Adler farebbe rientrare il fenomeno nella patologie degenerative causate da una vita facile e priva di difficoltà. Facendosi beffe di questa società da abbattere (qui sta la sottile ironia di cui parlano i critici impegnati d’avanguardia) offrono porcherie a prezzi elevatissimi, distraendo la loro attenzione dai valori concreti. Con i guadagni realizzati si provvede al potenziamento del partito comunista e tutta la sua organizzazione, dove la base non sa come agisce il sovversivo intellettuale, sia esso artista, scrittore, poeta, sociologo, filosofo, professore di lettere e persino pare anche medico.
Tutto il mondo è ormai impestato e stravolto dalla banda sovversiva degli intellettuali organici. Si consiglia di diffidare totalmente del giudizio degli specialisti dell’arte. Si consiglia di sospenderli ed allontanarli dal loro incarico fino alla chiarificazione della situazione.
ABUSO DELL’INGENUITÀ ED IGNORANZA ALTRUI
Questo reato è ravvisabile in tutti gli esegeti delle avanguardie, sostenitori e diffusori, in quanto non esiste una chiara e sostanziale evidenziazione del carattere politico a scopo di eversione sociale.
TRUFFA E RAGGIRO
Da sempre i sostenitori e gli spacciatori delle avanguardie a livello internazionale hanno giocato sull’equivoco della novità estetica.
Sostegno, esaltazione da parte di pubblici ufficiali, come devono essere considerati storici dell’arte investiti da carica pubblica come cattedratici, di falsità sostanziali, in netto contrasto con la verità sempre taciuta o presentata in maniera estremamente ambigua.
Estrema parzialità di giudizio ed arbitrarietà di azione, sono rese possibili grazie all’esistenza di un “circuito museale”, riservato a pochi e gestito da pochi. Truffa pubblica, sostenuta dallo Stato con i soldi della cittadinanza ignara e certamente contraria alla diffusione di una forma degenerata e del tutto svilita di arte, presentata come la vera arte, arte d’avanguardia.
FRODE IN COMMERCIO - MERCANTI D’ARTE
Essi vendono per vera arte solo ciò che, arbitrariamente, hanno convenuto di ritenere tale in accordo con i critici d’arte, oppure sulla base di una propria convinzione, da cui ne deriva anche una fattispecie di concorrenza sleale. Occorre ristabilire i valori fondamentali di onestà di giudizio e verità.
Imercanti d’arte compiono una frode basando il consiglio sull’acquisto in termini di valore economico garantito per il futuro. Rendono così del tutto nullo il valore stesso dell’opera come opera d’arte esaltando esclusivamente il valore commerciale d’investimento.
Quindi affermano che alcuni autori sono da acquistare ed altri sono da scartare, discriminano e fanno investire capitali (anche allo Stato e ad Enti Pubblici) solo sulla base di affermazioni partigiane, escludendo il libero arbitrio del compratore.
I mercanti si giustificano dicendo: “VENDIAMO QUESTI AUTORI PERCHÉ SONO I COLLEZIONISTI A RICHIEDERLI”. In realtà la domanda da parte dei compratori è suggerita dalla propaganda critico-museale e dai mass-media.
Il mercato rimane così gravemente monopolizzato. Quindi critici, mercanti, direttori di musei e giornalisti sono tutti colpevoli.
Urge che lo Stato ristabilisca d’autorità la libera concorrenza e dichiari esplicitamente che la verità non risiede solamente nei cervelli critici d’avanguardia.
Occorre in qualche modo ristabilire l’equilibrio ed il sostegno del mercato, occorre quindi intervenire sul concetto di diritto alla libera espressione ed azzerare d’autorità tutte le false convenzioni nell’insegnamento e nella propaganda artistica, o perlomeno mettere in guardia il mercato che “non è la verità ciò che dicono storici, critici, giornalisti e mercanti”. La verità è una sola ma viene presentata solo in un’ottica artefatta e progettuale per certi tipi d’interesse economico e politico.
Le televendite di quadri rappresentano insieme tutti questi tipi di reato possibili: offrono “porcherie” terrificanti come opere d’arte di grandi e famosi autori. Inoltre affermano essere opera di un autore anche la semplice riproduzione meccanica, come opera d’arte la semplice riproduzione fotolitografica.
Frode anche perché nel campo della grafica, gli editori fanno eseguire ad altri il lavoro che non viene successivamente nemmeno firmato dagli autori stessi. C’è anche il sospetto che questi (gli artisti) non sappiano minimamente ciò che viene fatto e venduto a loro insaputa. Poi c’è la frode delle stampe fotolitografiche, che non hanno alcun valore né artistico né di originalità.
Nel campo dei falsi è facile immaginare l’enorme falsificazione eseguita e venduta dai mercanti in accordo con gli esperti d’arte che in realtà sono dei “palloni gonfiati”, incapaci di capire assolutamente nulla, tronfi di boria e tuttavia così autorevoli da permettere allo Stato di essere imbrogliato. Tanto lo Stato quanto il privato.
Per fare solo un esempio: nel 1979 apparve una statistica sul numero dei quadri dipinti da Rosai. Ebbene un pittore come lui al massimo nel corso della sua vita, a mio parere, può aver dipinto novecento quadri ed anche meno. Allora, invece, venivano dati come autentici quattromila quadri. Una cosa pazzesca! Mentre si stima che ne siano in circolazione almeno trentamila. Su ogni Rosai autografo, sette sarebbero falsi. (Riferimento: Catalogo Nazionale “Bolaffi” d’Arte Moderna n.14 Ed.1979).
REATI CONTRO LO STATO E CONTRO LA PERSONA
Allo scopo di ottenere l’appoggio tattico e strategico della finanza pubblica e la protezione ufficiale dello Stato, questi devastatori della cultura hanno sempre ingannato l’autorità statale, dal momento che solo un capo di stato comunista o di estrema sinistra avrebbe potuto essere bene informato. Non pare che così sia per l’attuale capo di Stato Oscar Luigi Scalfaro.
Permettendo a bande di ignoranti presuntuosi di divenire presidenti e capi di associazioni pubbliche e private con lo scopo di denigrare gli oppositori a vantaggio delle avanguardie hanno perennemente danneggiato sia moralmente che economicamente gli oppositori.
Mancato controllo e valutazione da parte degli incaricati a dirigere gli Istituti Italiani di Cultura all’estero, che si macchiano di tutti i difetti e reati proposti dalla critica ufficiale interna, come pure i galoppini di una centrale internazionale di eversione e propaganda non autorizzata.
ABUSO DI POTERE
Possibile azione all’interno del Ministero degli Esteri di veri intellettuali organici che controllano l’ufficio riguardante la selezione degli artisti cui agevolare all’estero, tramite l’ambasciata, contatti di prestigio e di denaro.Esiste certamente una persona (di sesso maschile) che raccoglie tutte le raccomandazioni fatte dai vari “critici d’arte” e direttori di musei che segnalano un artista, magari una bella e giovane signora di cui si sono invaghiti. La propongono affinché possa fare una carriera di prestigio a spese dello Stato.
Non vale solo il criterio rigido della politica, ma anche preferenze personali e favoritismi.
CONTRABBANDO E TRAFFICI ILLECITI?
Attenzione ai frati ed alle suore (falsi?) che frequentano i mercanti d’arte o gli storici dell’arte!
Sono stato testimone di avvenimenti insoliti, taciuti alla magistratura perché il sottoscritto non poteva che contare sulla sola propria parola, mentre dall’altra parte c’era la potenza sociale ed economica. Qualsiasi cosa avessi detto, me l’avrebbero fatta pagare cara, fino a distruggermi con la mia famiglia.
L’appartenenza a quale confraternita mi è ignota, tuttavia, sotto la tonaca, strette e bendate al petto e lungo il corpo portavano mazzette di soldi (negli anni ’70 e parte degli anni ’80), oppure opere d’arte. Si suppone che anche i critici d’arte abbiano i loro religiosi (veri o presunti) che trafficano in opere d’arte.
SOCIETÀ SEGRETA A SCOPO SOVVERSIVO
Come tale è da considerarsi l’attività degli operatori nel settore: basterebbe fare indagini come un imbianchino possa essere divenuto miliardario in pochi anni e possa aver fondato un enorme museo del valore economico attuale veramente incalcolabile.
SOPRUSI E TERRORISMO DELL’ARTE DI STATO
Per arte si dovrebbe intendere una disposizione della natura a saper rendere con il disegno e i colori se si tratta di pittura oppure disposizione a sapersi esprimere con i mezzi idonei per altre forme di arte.
In realtà oggi s’intende per “arte di stato” l’insieme delle avanguardie o ricerca.Le avanguardie sono contro l’istinto naturale. Questo perché si dovrebbero insegnare solo le tecniche di approccio e di sviluppo delle innate capacità creative, senza condizione con teorie filosofiche e sociali mutuate dal pensiero strategico comunista.
È sopruso estremo nei confronti della dignità dei popoli assegnare cattedre ad elementi convenienti a certi partiti o ideali sovversivi.
È inammissibile che non vi siano organi di Stato che vigilino affinché la corruzione internazionale non prevarichi.
Bisogna esaminare con serenità d’animo tutto il mondo della cultura, anche con organi specificatamente selezionati a garantire il diritto di libertà di tutte le espressioni. Non è possibile che solo gli avanguardisti e i loro sostenitori detengano la verità. Non esistono diverse verità, ma diverse angolazioni di visione. L’arte deve ritornare alla sua vera natura di conforto. Gli storici dell’arte come sono attualmente devono essere sostituiti da reali artisti che abbiano dato fin dalla prima infanzia convincenti prove di bravura. Questo è molto difficile ma non impossibile.
DOMANDE A CARATTERE GENERALE
Qual è la legittimazione giuridica della critica d’arte? Ovvero in base a quali norme si è tenuti ad ascoltare le opinioni dei critici? Che rapporto ci può essere tra arte e politica per far si che l’arte possa restare libera?
Se per capire l’arte occorre essere laureati in filosofia e in storia dell’arte, come è possibile che i giornali, le riviste, affidino l’incarico di critico d’arte a ragionieri che lavorano in banca e non hanno la più pallida idea di cosa siano il disegno e la pittura? I danni che si provocano non meritano risarcimento? Quali mezzi la legge mette a disposizione dell’artista danneggiato? Se la Costituzione Italiana permette un’attività scritta od orale a persone che giudicano un’opera d’arte o l’attività intera di un pittore, sulla base esclusiva del gusto personale o in nome di una particolare scelta ideologica e quindi può innalzare o negare, quali mezzi legali ha l’artista emarginato per ottenere giustizia? Si sappia che per denigrare un artista basta ignorarlo.
Come mai nessuno vigila per impedire che si formino “cartelli” o congreghe anche a livello internazionale che operano in sintonia tra critica, giornalisti o pubblicisti, mercanti dell’arte e docenti universitari di storia dell’arte, che possono determinare la fortuna di un aspetto dell’arte e danneggiare un altro aspetto, in modo tale che alcune tendenze primeggino anche se contrarie all’interesse generale dei popoli? Come mai apparentemente non ci sono autorità statali di controllo con capacità di veto come per i monopoli industriali? Anche nell’arte ci vorrebbe una “par condicio” e anti-trust.
Quando si effettua una diffamazione continuata non scritta, né firmata, senza alcuna testimonianza che permetta alla vittima di poter adire alle vie legali, quando questa continua diffamazione autorizza chiunque a sparlare e arrecare danno, in maniera vigliacca e senza mai scoprirsi, quali possibilità ha la vittima per potersi difendere? Come ha fatto l’umanità a prestare fede ad una critica che impone e che sceglie ad arbitrio?
La responsabilità è dei partiti e dei governi! Come la mettiamo con i principi di etica e filosofia legale? Dove sta scritto che siano i critici a stabilire ciò che devono fare o non devono fare i pittori?
Sta scritto forse da qualche parte che chi lavora con doti artistiche naturali e vuol fare opere belle e di consolazione debba essere lapidato, sconsacrato, votato alla morte ed alla derisione perché non fa quello che i comunisti vogliono? Una volta chiarito che dietro l’arte d’avanguardia c’è la critica d’avanguardia, e che dietro la critica ci sono movimenti politici rivoluzionari, cosa manca per poter capire che l’arte non è libera e che siamo in una condizione di dittatura in cui si commettono svariati reati, dall’abuso d’ufficio al turbamento del mercato alla violenza privata?
È bene che si esamini la mia relazione e si stabiliscano dei veri principi di libertà. Non più il critico o lo storico a manipolare a suo piacere tutto quanto per far quadrare i conti. Non più i critici a comandare bensì solo gli artisti devono liberamente creare senza più molestia alcuna da parte della critica, dei mercanti e dei mafiosi.
Libertà per l’arte. Basta con gli scribacchini ed il mondo totalmente parassita che vive intorno all’arte!
Non sarebbe più opportuno che scrivesse d’arte un pittore nato che da cinquant’anni ha dato costante e continua prova di sapienza pittorica e di profonda educazione artistica avendo studiato filosofia e storia dell’arte?
L’arte per sua natura deve essere gesto, istinto, scienza del bello, del sublime, consolatoria, informativa. L’arte è sempre stata e deve essere per sempre espressione di leggi estetiche innate nell’uomo ed esaltate a seconda del maggiore istinto connaturato. L’arte è connessione astratta fra neuroni, materia pensante, duttilità estrema di spalla, braccio e mano.L’arte deve essere assolutamente libera. Aggettivo questo sul quale urge richiamare l’attenzione. Il significato reale attualmente è esattamente negativo sostanziale dell’aggettivo “libero”.
Tutto ciò che ho sopra indicato come “arte naturale” viene bollato e squalificato col termine “classico”, “volgare”. Mentre con il termine “arte libera” e “artisti liberi” si è convenuto internazionalmente ad indicare esattamente il significato opposto: per la critica illiberale ed assolutista il termine in oggetto deve significare Rivoluzione Politica.
Attualmente l’arte che viene chiamata libera è quella che distrugge, cancella, uccide, devasta.È arte degenerata. La sua sottile ironia sta nel godimento di far considerare dalla società cosa di grande pregio ciò che invece è sterco, immondizia.
L’ironia consiste nel godere dell’estrema stupidità delle classi ricche che adorano e comperano porcherie immonde coprendosi di lordura.
Con questa mia critica intendo trovare la via legale per rompere le barriere dell’omertà artistica ed oso porre direttamente a Lei, Supremo Garante della Costituzione, ed ai governi di tutto il mondo ed a tutti gli organismi di sicurezza internazionale, affinché si faccia chiarezza e si elimini con leggi specifiche il prevalere di una classe atta a delinquere e che gode sempre più di prestigio e potenza.
Il sodalizio mafioso politico e mercantile esercita una vera dittatura, servendosi dei seguenti strumenti:
• esclusione dal circuito museale e mercantile degli oppositori
• diffamazione effettuata tramite la non menzione e l’esclusione
• uso di letteratura, mezzi audiovisivi, dizionari, riviste tecniche e stampa per sostenere gli artisti utili ai propri scopi
• negazione all’avversario di comparire nel circuito ufficiale senza nessuna spiegazione diretta, per non incorrere in effetti di reazione: basta affermare a voce che l’artista non interessa, possibilmente senza testimoni a favore dell’artista non gradito per occludere qualsiasi possibilità di reazione legale
• concessione gratuita di tutto l’apparato gestionale dell’arte ufficiale, compresa la Biennale di Venezia, musei e scambi con l’estero. Tutto a spese dei cittadini che però non hanno alcuna possibilità di contare qualche cosa e poter mettere il veto all’operazione
• esclusione con disprezzo degli avversari, ridotti fin dal 1900 a semplici dilettanti. Ora vengono considerati pittori d’arredamento, ben separati dai pittori dell’arte che conta e vale moneta.
• nessuna possibilità per i reietti di difendersi anche dalla diffamazione operata ed istigata nei loro confronti dal cittadino comune che, senza responsabilità, è trascinato dai cosiddetti esperti e contribuisce, in nome della “libertà di critica”, ad offendere e distruggere il poveraccio senza difesa.
Domanda: come si può difendere dalla diffamazione continua e silenziosa se non ci sono testimoni e nemmeno gli avvocati si prestano ad aiutare la vittima?
La Costituzione afferma che ogni cittadino che goda dei diritti civili può esprimere pubblicamente il proprio pensiero, come mai gli oppositori del regime vengono sempre e costantemente zittiti?Iquotidiani e le riviste dovrebbero quindi riportare chiaramente anche il loro credo artistico e gratuitamente.
Se, invece, si deve delegare i politici che interpretino il loro pensiero, allora è una battaglia persa in partenza.
Occorrerà fare un’azione clamorosa con l’aiuto della Magistratura se si vuol sperare che sia timidamente (è una speranza) data qualche superficiale notizia.
Per questo chiedo il Suo aiuto!
Sia ben chiarito che gli “intellettuali organici dell’internazionale” non vestono più di rosso. Ogni colore, compreso il color porpora, può essere “organico”, quindi, come dice il Vangelo, riconoscere solo dai fatti, non dalle parole.
Chiunque sostenga l’avanguardia artistica, in ogni campo è nemico della patria e dell’uomo!
L’arte come espressione di un dono di Dio deve fruttificare a gloria di Dio e del Suo creato, a vantaggio di tutte le genti.
L’avanguardia e la cultura moderna sono la volontà ostinata di negare e vanificare i talenti e i doni di Dio.
Negare all’artista di svolgere il proprio ruolo secondo natura è bestemmia, l’avanguardia è continua bestemmia contro Dio e la natura. Nelle Università e nei musei si celebra il rito satanico della bestemmia contro Dio.
Il vergognoso gioco tra comunisti e capitalisti sulla pelle dei lavoratori: i capitalisti supportano, anche con fondazioni private, valori economici spaventosamente elevati dalle avanguardie allo scopo di finanziare in “nero” i capi comunisti e sindacalisti, in maniera che il popolo s’illuda di trarre vantaggi dalla sinistra. Infatti agitazioni di piazza, cortei e sindacati ottengono sempre qualche vantaggio economico, subito vanificato dalla libertà di aumento dei prezzi.
Dietro le fondazioni di cultura, dietro le grandi sponsorizzazioni per l’arte d’avanguardia c’è sempre finanziamento illecito al partito, attraverso la scelta dell’esperto che consiglia e dell’artista scelto.
Per avere l’idea delle cifre immense che ruotano intorno all’arte d’avanguardia controllare il “Catalogo dell’Arte Moderna Italiana” (Giorgio Mondadori Editore), la rivista “Arte”, il listino aste, ecc.
RESPONSABILITÀ DEI COMPRATORI
Erostrato ed i delitti dell’ambizione (compratori), Animus necandi (critici, storici dell’arte, mercanti e artisti).
Lenin - Occorre servirsi della classe borghese per distruggere la classe borghese. Bisogna blandire gli artistocratici ed i ricchi per infiltrarsi tra di loro e farli agire per noi. Ogni inganno, ogni bugia è utile per penetrare nel potere e rimanervi.
Distruggere l’arte della tradizione perché “la bellezza conduce alla libertà” e ciò è pericoloso.
Come Lenin viaggiava in rolls-royce tra i contadini gelati dal freddo, così ora i critici d’arte, gli storici e compagni ingannano l’umanità con i soldi dei ricchi.
L’omertà, la menzogna e la riduzione dell’arte ad affare economico trasformano i ricchi in complici.
A Bologna, a spese della popolazione italiana, trionfa il DAMS, possibile scuola di terrorismo intellettuale. Di scuole come il DAMS di Bologna pare che ne ce siano in tutti gli stati occidentali. La borghesia, proprio come profetizzato da Lenin, sovvenziona i suoi boia. Gli stati finanziano la rivoluzione comunista e permettono questa apologia di sovversione e sono quindi responsabili.
Il mio compito più finire qui.
Tuttavia vorrei aggiungere qualche suggerimento per un’ipotesi di riforma.
Propongo che non sia insegnata storia dell’arte, ciò per permettere agli artisti di svilupparsi spontaneamente, insegnare solo tecniche di approccio.
Propongo altresì di eliminare il ruolo attuale di critico d’arte e di obbligare alla par condicio tutti gli artisti, mai più critici faro e guida.
Propongo un organismo statale, provinciale e comunale per la valorizzazione degli artisti e per la vendita delle loro opere. Artisti veri, pagati dalla Stato, tutta la loro produzione allo Stato. I soli pochi artisti da scegliere devono dare subito la prova evidente di gran mano e di grande sensibilità, già fin dalla prima infanzia. Non più l’artista da comperare perché gonfiato dai critici settari! Solo artisti famosi perché bravi! Ritengo che in Italia possano esistere al massimo cento artisti nati. Assistere solo questi.
Oppure la critica e l’insegnamento dell’arte nelle scuole deve essere onesto. Deve spiegare la vera natura comunista, destabilizzante, sovversiva, contro l’umanità in genere ed in particolare contro i ricchi.
Bisogna affermare che oggi è più moda e mafia e meno idealismo. Poiché il successo dell’artista e del critico è dato dal conformismo settario, allora morte all’attuale arte.
Basta con il plagio, basta con l’apologia di reato. Abbasso gli storici ed i critici d’arte. Fermiamo il perverso mercato.
Basta con l’odio di classe! Basta con le avanguardie! L’arte non può essere un bene di consumo. L’arte deve appartenere allo Stato, mentre i privati possono avere solo copie autorizzate o riproduzioni fotomeccaniche multiple dichiarate.
RIASSUNTO SULLE PIÙ IMPORTANTI CORRENTI DALL’OTTOCENTO AI GIORNI NOSTRI
Già dal 1860 il partito della politica sovversiva poteva contare un numero notevole di intellettuali. Occupandoci esclusivamente di pittura, possiamo ricordare la deificazione di un pittore veramente incapace, maldestro e, probabilmente, malato di mente: Paul Cézanne. Tutti i difetti della sua opera vengono esaltati come traguardi da perseguire. Inutilmente il grande pittore Edgar Degas affermava che bisognava prendere a bastonate Cézanne e tutti i suoi epigoni.
La realtà ha dimostrato che i rivoluzionari comunisti hanno punito severamente i grandi interpreti della pittura dell’Ottocento, relegandoli ai margini della scena artistica e togliendo loro la giusta importanza. Tra questi, possiamo citare a titolo di esempio i seguenti artisti: Hayez, David, Gericault, Ingres, Boldini, Mancini e molti altri.
Al contrario vengono esaltati gli inferiori, quali: Rousseau, Utrillo, Lilloni, tutta la scuola lombarda, romana e “corrente” e tutti quelli che hanno impestato di primi del ’900.
Subito dopo il 1860si cercava il pittore che denunciasse ed esaltasse il nascente socialismo, la fatica, il lavoro, l’umiliazione sociale, la povertà, aspirando ad un Goya.
A questo punto deve essere accaduto qualche cosa di grave che ha indotto ad abbandonare una strada utile, capace d’informare sulla realtà della sofferenza, e di stimolo anche politico a superare le condizioni sociali di povertà. Io ritengo che sia venuta a mancare la “materia prima” necessaria per costruire quest’arte sociale: non c’erano pittori all’altezza che avessero anche nobiltà d’animo tale da voler rappresentare il lavoro, la fatica, la sofferenza di ogni giorno.
È a questo punto che vengono lanciate quelle mode che vanno dall’astratto all’espressionismo e via fino alle forme attuali, con l’intenzione, mai chiarita al pubblico, di fare politica di rivoluzione comunista.
Già ai primi del Novecento tutta l’arte è una forma di negazione e di terrorismo.
Presentiamo di seguito l’elenco delle correnti che si sono via via susseguite, corredate della spiegazione ufficiale della loro provocazione e del loro reale significato.
ARTE
Avanguardia, dadaismo, astrattismo, informale, pop-art, happening art, body art, iperrealismo, cinetica, arte concettuale, arte povera, trans-avanguardia.
ARTED’AVANGUARDIA
Termine generico che indica tutti i movimenti artistici che ricercano continuamente nuove modalità di espressione (o di non espressione) e nuovi atteggiamenti critici nei confronti dell’arte del passato.
Le “avanguardie storiche”, nate e cresciute tra il 1914e il 1917, sono: Futurismo, Astrattismo, Cubismo, Dadaismo.
DADAISMO
Avanguardia storica sorta in ambienti rivoluzionari che predicava l’impossibilità di rapporto tra arte e società, quindi l’impossibilità della comunicazione e la casualità come valore dell’opera d’arte. Marcel Duchamp, ben più filosofo che artista, espose nel 1916 provocatoriamente un orinatorio come opera d’arte, volendo così affermare l’assoluta assenza di canoni in campo artistico e quindi l’impossibilità di distinguere ciò che è arte da ciò che non lo è.
È già implicitamente presente l’idea di “morte dell’arte”, affermata esplicitamente negli anni settanta dal critico G.C.Argan.
Da diverse fonti si apprende che: il Dadaismo è sorto con scopi rivoluzionari in campo politico.
I suoi fondatori di Zurigo ebbero diretti e frequenti contatti con Lenin, certo il loro più attivo sostenitore, tanto che si può ipotizzare che la mente ideatrice del movimento sia proprio quella del rivoluzionario russo.
ASTRATTISMO
Avanguardia storica in cui il rifiuto del passato si sostanzia nel rifiuto della rappresentazione. Per Piet Mondrian, uno dei suoi maggiori esponenti, l’ideale da raggiungere era la tela bianca: assenza totale dell’opera. Sua aspirazione in architettura era la totale distruzione ed eliminazione della Natura all’interno della città, che doveva essere completamente di cemento, vetro ed altri prodotti rigorosamente umani.
INFORMALE
Corrente artistica d’avanguardia affermatasi dopo la IIª Guerra Mondiale e fondata sull’idea (di matrice dadaista) dell’impossibilità di rapporti tra Arte e società industriale. Il compito dell’artista rimane dunque solo quello del puro “fare” (dal greco “poein” = poetica) senza nessun legame con alcunché, senza nessuna forma e nessun contenuto.
IPERREALISMO
Tentativo americano di recupero della figurazione, anche se relativo alla banalità quotidiana. Senza conseguenze ulteriori a causa della volontà internazionale di ridurre tutto a sciopero ad oltranza.
POP-ART
Corrente d’avanguardia di origine americana secondo cui l’arte deve essere realizzata tramite l’uso di materiali ed oggetti quotidiani e la ripetizione in serie di immagini. Se inizialmente poteva avere un valore costruttivo, con Andy Warhol che aveva riscoperto il valore dell’immagine, successivamente viene trasformata da altri autori in una semplice opera di assemblaggio di rifiuti secondo il canone Dadaista della casualità.
HAPPENINGART
Esibizione pubblica di artisti che ricorda il gusto Dadaista (Cabaret Voltaire) e Futurista di trasformazione dell’arte in spettacolo di animazione.“Occorre cambiare metodo, scendere nelle vie, dar l’assalto ai teatri, introdurre il pugno nella lotta artistica” (Marinetti).
Derivata dalla Pop-Art è definita: “Nient’altro che l’uso di oggetti in movimento, tra cui persone”.
BODYART
Corrente d’avanguardia derivata dall’Happening Art, secondo cui l’arte deve essere realizzata direttamente con l’uso di persone vive poste dall’artista in atteggiamenti e pose da lui scelte, permane il rifiuto della rappresentazione, sostituito dall’uso di persone.
ARTECINETICA e OPTICAL ART
Nell’Optical Art c’è un esasperato gusto per la ricerca in campo tecnico-scientifico, la costruzione di strutture in metallo, l’esaltazione del movimento non rappresentato ma direttamente realizzato.“L’arte oggi dipende dalla conoscenza e dalla possibilità di ricreazione, moltiplicazione ed espansione”.Ricerca soprattutto di effetti ottici. Vi era qualche cosa di costruttivo ma è sfociata nel nulla.
EARTH ART
Arte della terra dove l’opera consiste semplicemente in un incontro tra l’uomo e la natura realizzato dall’artista tracciando un solco in una qualsiasi parte della terra, possibilmente nascosta e difficilmente raggiungibile, oppure pennellando qualche albero o scavando delle fosse. Essendo opere realizzate in angoli nascosti della Terra, la documentazione fotografica della loro esistenza diviene con il tempo più importante dell’opera stessa. Successivamente il valore viene attribuito direttamente all’idea, assumendo così l’opera mero valore illustrativo dell’Idea. Nasce così l’Arte Concettuale.
ARTE CONCETTUALE
Corrente d’avanguardia risalente agli anni Settanta, secondo cui il valore dell’opera risiede semplicemente nell’idea avuta dall’artista. In un primo momento esiste l’intenzione di comunicare un’idea (possibilmente banale ed insignificante), tramite l’uso di oggetti non trasformati dall’artista ma presi dalla realtà quotidiana. Si passa poi al completo ermetismo e rifiuto della comunicazione, per cui il significato dell’opera non è conoscibile e deve essere attribuito arbitrariamente dal fruitore.
ARTE POVERA
Riedizione del Dadaismo secondo cui l’opera deve essere realizzata con l’assemblamento di materiali “poveri” come i sacchi di juta. Partecipazione attiva di sub-intelligenze volontarie tipo down.
MORTE DELL’ARTE
Affermazione ufficiale (Zagabria 1970) di rottura del rapporto tra Uomo ed Arte, e quindi affidamento alle macchine, che hanno superato l’Uomo, del compito di creare opere d’Arte.Arte uguale tecnica.
TRANS-AVANGUARDIA (somma truffa)
Superamento dell’avanguardia dopo l’azzeramento operato dall’arte concettuale. In particolar modo superamento della supremazia del politico sul sociale e sul culturale.
Libera espressione da parte dell’artista che è nomade, viaggiatore senza canoni, che può rifarsi con ironia alle Avanguardie Storiche, senza dover essere legato ad alcuna regola specifica.Può persino tornare a dipingere. Critico sostenitore: Achille Bonito-Oliva. Risultati raggiunti a nostro modo di vedere: nessuno, “predica bene e razzola male”.
BIBLIOGRAFIA
•DIZIONARIO DELLA PITTURA MODERNA a cura di Robert Maillard e Dino Formaggio - Edizioni “Il Saggiatore”1959
• “I PREZZI DEI QUADRI: LI DECIDE LA MAFIA” di Viviana Kasan - Corriere della Sera - 18ottobre 1989
•INFORMATUTTO- Editrice Selezione Reader’s Digest - Milano 1970
•LE AVANGUARDIE ARTISTICHE DEL NOVECENTO - Mario De Micheli - Editore Universale Economica Feltrinelli
•CATALOGO NAZIONALE BOLAFFI D’ARTE MODERNA n. 14 Ed.1979• “QUANDO L’ARTE FINISCE PER STRACCI” di Sigfrido Bartolini - Il Giornale - 15 dicembre 1995
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Legnano, 6 gennaio 1996
Ill.mo Sig.
Presidente della Repubblica
Onorevole Oscar Luigi Scalfaro
Palazzo del Quirinale
Roma
“Il peggior crimine che l’umanità possa compiere, è la negazione della verità.
Perchè dalla verità discende la libertà”
Oscar Luigi Scalfaro
Nel chiederLe umilmente scusa per il disturbo che Le arreco con la presente, intendo pregarLa di leggere quanto da me scritto di seguito sull’argomento “RAPPORTO TRA EVERSIONE POLITICA COMUNISTA E CULTURA UFFICIALE DI STATO”.
Mi rivolgo a Lei perchè la Sua alta figura di statista si renda conto di come intellettuali organici comunisti sappiano approfittare delle democrazie per giungere legalmente al controllo del potere.
Spero in Lei Sig. Presidente.
Spero che Ella abbia la bontà di sacrificare qualche minuto del suo impegnatissimo tempo, per leggere quanto esposto.
Trattasi solo di una sintesi, per non annoiarLa.
Se Ella vorrà avere la bontà di interessarsi, io sono a Sua completa disposizione per tutti i chiarimenti del caso.
Nel frattempo sto cercando di sistemare in maniera più organica l’argomento in un piccolo dossier ove tenterò di essere il più chiaro possibile.
Nell’accostarsi all’argomento può essere d’ausilio ricordarsi la famosa favola del “Re nudo”: tutti vedevano la verità, ma nessuno aveva il coraggio di dirla. È il grave pericolo del conformismo.
Se Ella vorrà avere il dossier in questione provvederò a spedirglielo non appena me ne farà richiesta. Nel formulare i miei migliori auguri Le porgo i sensi della mia profonda stima e deferenza.
Pittore ANDREA VACCARO
VIA ALBERTO DA GIUSSANO, 19
20025 LEGNANO
Arte d’avanguardia, imposta arbitrariamente a scopo di sovversione comunista, da una setta internazionale di “intellettuali organici”.
Non è l’ideale politico che ha attratto la mia attenzione ma la strategia politica subdola usata per realizzarlo.
Se esiste un reato per l’eversione, si proceda a perseguirla.
Dopo l’idealismo, l’avanguardia è passata all’affarismo, poi è divenuta moda, e infine mafia.
PREMESSA
Negare la genetica dell’artista, personalità singola e distinta dalla massa, significa per i moderni satrapi della cultura negare anche la tendenza a delinquere, addossando tutte le colpe alla società. Affermando che non esiste e non può esistere il genio singolo, quali Michelangelo, Raffaello o Leonardo, intendono affermare che tutti possono essere artisti, perché deve esistere un’arte comandata, e quindi non devono esistere artisti privilegiati dalle doti di natura. Ed ecco di conseguenza nascere la “società di massa” e “l’arte di massa”, dove le masse devono ubbidire all’ordine e dimostrare con il loro operare che una società capitalista non può produrre arte. Anche se poi si contraddicono vistosamente criticando l’arte di quei paesi dove il comunismo si era affermato.
Attraverso la cultura di massa, opportunamente insegnata per i propri programmi di sovversione, intendono dimostrare il contrario di tutto quanto l’umanità ha sempre intuito ed accettato.
Oggi la genetica sta dimostrando che persino le malattie mentali sono genetiche, ma la cultura mondiale ufficiale si ostina a negare che si possa nascere Artisti, e cioè con quelle qualità artistiche e di sensibilità che l’arte da sempre ha richiesto.
Per attuare i loro programmi, hanno convenuto internazionalmente di far affermare chiunque non presentasse la minima qualità artistica. Con più l’artista era insoddisfacente per la cultura classica, maggiormente diventava ora protagonista. Attenzione quindi ai “titolati autorizzati”: possono essere persone senza autonomia di giudizio ed opportunamente addestrate.
Tutta la cultura moderna sforma e deforma. Vengono innalzati i trasgressori, i delinquenti, gli abietti, i degenerati ed i vigliacchi in nome di un’eguaglianza sostanziale di natura. Non esistono più differenze se non per colpa della società: l’individuo è assolto da tutti i peccati che vengono assunti invece dalla società, come un novello Cristo risorto. Punendo la società intera s’intende punire il capitale, ed è quindi facile passare inavvertitamente dalla posizione idealistica all’affarismo più sfrenato.
L’umanità così degenerata è preda di questi avvoltoi rossi che, paradossalmente, annoverano tra i loro sostenitori tutti i borghesi “in”, che credono nella propria superiorità adeguandosi invece al programma di eversione, ignorandone la vera sostanza.
Attenzione anche a certi uomini di potere attuali: c’è un ministero che è presieduto da tecnici decisamente molto accondiscendenti oppure da soli politici.
I borghesi comperano, sostengono, adorano e difendono tutto l’odio possibile espresso contro di loro, rappresentato in quelle opere d’arte progettate per deriderli e ridicolizzarli, in attesa di “tagliare loro la testa”.
Come mai oggi troviamo con estrema difficoltà opere di pittori contemporanei che diano l’evidente sensazione di bellezza, appagamento totale, originalità e bravura, maestria certa?
La risposta sta nel fatto che pittori, scultori, architetti e artisti in genere devono adattarsi ad imposizioni di “modernismo coatto”, pena la squalifica sia della notorietà che del guadagno. La descrizione di opere come sopra, fatte di buon gusto, maestria e piacevolezza sono proibite come il peggiore dei nemici da parte della critica ufficiale militante e cattedratica.
Abbiamo, invece, opere d’autore decisamente insoddisfacenti e quasi incomprensibili oppure una marea di sconcezze immonde, dipinte da dilettantacci dell’ultima ora, senza alcuna dignità e professionalità.
Abbiamo tre circuiti di gallerie:
• Il circuito museale importante e le super gallerie che trattano solo opere di alta approvazione critica
• Il circuito, blasfemo, orrendo dei dilettanti, illusi ed incapaci
• Il cosiddetto circuito commerciale, ove si opera esclusivamente da “artigiani” al livello più ripetitivo e vergognoso, pronto solo a soddisfare le esigenze della plebe incolta, poiché lo Stato trascura la diffusione anche minima dell’arte di buon gusto, dei giusti valori d’arte, rimanendo anche nella tradizione.
Lo Stato si occupa solo dell’Arte Ufficiale, talmente degenerata da creare una frattura paurosa ed incolmabile con il resto del pubblico, il quale rimane a livello di bestia brutale e volgare: nessuno lo aiuta ad evolversi.
Quanto descritto di seguito deve valere come ipotesi di lavoro. Su questo teorema dovrebbe essere incaricata a svolgere precise indagini, oltre che la Magistratura, anche la Polizia Segreta. Infatti non si tratta di un teorema limitato alla sola Italia. Se io ho visto giusto, si tratta di un affare internazionale nel quale sono le democrazie ad essere le più deboli a difendersi da un attacco così sottile e violento.
L’arte, la cultura, la musica, la poesia non sono “scienza”. Non esistono certezze, salvo quelle che si pretenda a ragione che gli artisti diano costante e precoce prova della naturale disposizione.
Ora si rovescia il buon senso e si afferma che l’arte la fanno tutti purché si faccia quello che dice il critico, il docente, il direttore di museo, il curatore di mostre.
Tutto ciò è bugia e malafede. È sovversione.
Qualsiasi sprovveduto, privo di ogni dote artistica e di cultura può essere eletto presidente di associazioni artistiche purché abbia una dialettica convincente.
Così dicasi per giornalisti, mercanti, direttori e fondazioni private.
Oltre vent’anni fa, scrissi sull’argomento una dettagliatissima critica sul modo di concepire l’arte e di diffonderlo nelle scuole. Il risultato fu che l’iniziativa presa venne sommersa dall’indifferenza se non dal rifiuto.
Questa volta ho pensato di porre la questione ad una mongolfiera famosa e molto anziana (critico d’arte). La risposta fu assolutamente disimpegnata e di questo genere: “PER CAPIRE L’ARTE MODERNA, COME QUELLA DEL PASSATO, BISOGNA CONOSCERE IL PERIODO STORICO ED È NECESSARIO AVERE STUDIATO FILOSOFIA”. È una risposta sbrigativa che praticamente svilisce il mio impegno di ricerca e studio ma che indirettamente conferma la mia ipotesi di base: adeguamento di strategia e tattica politica per ottenere la vittoria della rivoluzione comunista.
Conferma anche l’intrusione della moderna filosofia ed altre discipline. Cioè viene ad essere confermato che l’arte ubbidisce ancora all’impegno politico rivoluzionario. Dal momento che diversi intellettuali, interrogati sull’argomento, non hanno dato alcuna risposta, con atteggiamento oltraggioso, rieccomi a tentare di farmi ascoltare da una personalità ad alto livello istituzionale come Ella è.
Desidero mettere in guarda dalle versioni della cultura ufficiale e cattedratica. È meglio il buon senso di chi si dichiara non competente. Se la mia teoria è esatta è consigliabile diffidare dei tecnici e degli esperti.
Spero tanto che Ella voglia dedicare al mio studio, al mio teorema, alle mie intuizioni, qualche attenzione. Forse non sono così incolto e sprovveduto come la classe dominante della cultura ufficiale vorrebbe che io venissi considerato.
Pensi che dello scultore Messina recentemente scomparso, parlano come di un abile “artigiano” negandogli il ruolo di artista.
LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA
Mai sottovalutare l’intelligenza, l’astuzia e la determinazione degli eversori di sinistra. Intellettuali organici al potere della cultura dal 1864 ad oggi.
Pericoloso pensare che con la caduta del Muro di Berlino e del “Comunismo” ufficiale, si sia rinunciato alla conquista del potere internazionale.
Stiano molto attenti i democratici veri: la democrazia è la situazione politico-sociale ideale per l’infiltrazione degli intellettuali organici comunisti nei posti di controllo e di comando.
I comunisti “zoccolo duro” sono povere pecorelle ingannate dal partito per essere elemento continuo di protesta e carne da macello.
L’Inghilterra dimostra chi siano gli intellettuali comunisti organici: tutti coloro che concorrono attraverso la stampa e servizi televisivi allo svilimento della monarchia, riducendo in farsa i drammi personali dei regnanti. L’Inghilterra è una forte sostenitrice dell’arte d’avanguardia.
Contro gli intellettuali organici serve determinazione, durezza e capacità di azzerare tutti gli operatori della cultura: anche i collezionisti e gli addetti di Stato.
Questo è un preambolo, cui seguiranno considerazioni. Questo fascicolo è solo una brevissima sintesi di un argomento che merita una più sostanziosa documentazione.
ARTE DI STATO = AVANGUARDIA
I cultori dell’avanguardia non vivono nella dimensione della vita. Essi, complice lo Stato, le Regioni ed i Comuni che li finanziano, sono cultori della morte, probabili assassini e suicidi. Non vogliono creare a vantaggio dell’umanità, vogliono distruggere, immersi nel delirio degenerativo di cui parla Adler, senza toccare Nietzsche perché sarebbe conferire loro un’etichetta di nobiltà, che non meritano. In quanto, invece di sottrarre le loro opere al guadagno, al mercato, insomma alla mercificazione, come idealmente l’avanguardia si è sempre proposta, questi ipocriti, ingannevolmente, traggono i maggiori benefici economici e di gloria. Tanto è vero che lo Stato finanzia esclusivamente le loro manifestazioni, così come i privati ne celebrano il mercato in soldoni.
Per comprendere, sintetizziamo così:
dal 1860, in odio al potere costituito, gli intellettuali estremi, comunisti atei e marxisti elaborano una strategia molto fine per conquistare il potere. Intendono, attraverso la cultura e l’arte, occupare le posizioni più importanti negli stati per il controllo della formazione della classe dirigente e quindi controllare il potere stesso.
Basti pensare al semplice esame che lo studente deve superare per ottenere da un qualsiasi titolo di studio fino alle lauree più prestigiose: devono studiare su testi imposti e rispondere secondo la volontà dell’insegnante. Se il testo e l’insegnante sono di colore rosso, ne usciranno laureati e diplomati perlomeno rosati.
Quindi dal 1860, cambio di strategia:
la violenza di piazza viene controllata, mantenuta pronta ad esplodere al momento opportuno, mentre con il controllo della cultura si formano convinzioni ideali e radicalizzazioni di proteste che altrimenti non verrebbero evidenziate dal popolo, interessato solo al cibo, al divertimento ed alla consolazione della religione.
Ci si avvale per questo progetto rivoluzionario di tutte le filosofie moderne, le prime scoperte scientifiche; ci si serve della psicanalisi e dell’affiorante sociologia. Si inizia con l’esaltazione di una pittura cosidetta sociale, anche se imperfetta ed approssimata, ma con argomento la vita quotidiana, per identificare un modello di netta opposizione al classicismo che con la sua perfezione e bellezza ideale rappresenta “servitù del potere”. Specialmente verso la fine dell’Ottocento, la nascente borghesia stravede per le novità in arte e nel resto della cultura. Dall’esaltazione di questo genere di pittura nuova e di rottura con il passato, nascono carbonerie che sfruttano anche il successo economico, per rinforzare l’internazionale rivoluzionario. Se si fa mente locale, si nota a partire dal 1864/1870 il decollare delle correnti in rottura con la tradizione. Tra le più note, l’impressionismo, l’espressionismo, il divisionismo, il futurismo, il cubismo, l’astrattismo fino al concettuale e via via fino a giungere al moderno computerizzato, al cibernetico ed al virtuale.
Dal 1970, a Zagabria, si ha la dichiarazione ufficiale della morte dell’arte.
Tuttavia da anni, risulta minore l’idealismo, mentre, appare sempre più evidente l’affarismo con la complicità ufficiosa della mafia e si traduce tutto in “moda” per “snob”. È proprio per questo motivo che riteniamo molto pericolosa l’arte d’avanguardia nella sua capacità di strategia politica e mafiosa. Ora mi sembra che sia un fardello troppo pericoloso, travisante, continuato e tuttora atto a produrre sovversione. La riteniamo quindi da contenere e combattere.
Non ha alcuna importanza se direttori di musei, privati o di Stato, proprietari di gallerie e critici d’arte si dichiarino appartenenti a partiti politici non comunisti se non addirittura all’opposizione. Infatti, chiunque sostiene l’avanguardia o è un “incompetente” e non conoscere l’origine e le finalità dell’avanguardia, oppure è un “intellettuale organico”, il cui compito è di lacerare la società in cui opera e racimolare soldi per organizzare sovversione. Di certo la classe ricca internazionale non fa una bella figura nel collezionare l’avanguardia: senza il suo entusiastico contributo da almeno cento anni il partito comunista internazionale non avrebbe mai potuto affermarsi. D’accordo che i capitalisti sanno fare soldi anche con la merda (riferimento alla merda d’artista di Piero Manzoni), ma l’affarismo selvaggio porta diritto alla mafia e dà l’occasione per creare guai politici e sociali.
Si ritiene giusto che i “governi” del mondo si rendano conto del fenomeno in oggetto; non si fidino in alcun modo dei loro “esperti ufficiali” e non indulgano nel considerare una libera scelta il privilegiare l’avanguardia o “ricerca” contro l’arte tradizionale.
È ora che si sveglino! Anche perché si compiono reati anticostituzionali, penali e civili.
Le avanguardie sono il corrispondente di certa ferocia manifestata dalla religione cattolica a partire da almeno settecento anni, con le atroci torture, le impiccagioni, gli squartamenti, i roghi come spettacolo pubblico dove sfogare l’odio spontaneo nel popolo, appagato dalla sofferenza altrui. Il tutto con processi vergognosi, dove l’imputato non aveva alcuna possibilità di cavarsela: la sua fine era già decretata prima ancora dell’inizio del processo, condotto con ragionamenti capziosi, sofistici, atti alla condanna, qualunque cosa dicesse l’imputato. Basta documentarsi su qualche processo alle streghe.
Così le avanguardie sono l’espressione dell’odio di classe, dell’odio verso chi detiene il potere e l’assoluto disprezzo verso il popolo che viene automaticamente escluso dal conforto dell’arte tradizionale. È l’applicazione dei principi filosofici di Nietzsche. È l’opposizione e la rottura contro un’arte perfetta ed ideale che ha sempre consolato l’umanità, per l’esaltazione di un’arte degenerata e distruttiva che ammaliava e ammalia tuttora le classi ricche, le borghesie ricche rurali o industriali. Lo scopo è di far pagare a caro prezzo tanto alle classi dominanti quanto alle plebi, rese sempre più furiose sia delle ideologie pratiche d’insufficiente gratificazione economica, sia perché allontanate dalla fruizione di un’arte ideale, di una bellezza perfetta e comprensibile. Tutto il gioco degli intellettuali organici è quello di cospirare, aizzare, sovvertire, scontentare, preparare alla violenza fisica da utilizzare al momento opportuno. Non solo loro ma tutti quelli che si sentono alla moda.
Tutto ciò in prospettiva a partire dal 1864, in quanto è molto difficile possedere e controllare subito la volontà creatrice del vero artista, il quale può accettare il condizionamento come una sfida allo sviluppo di una tematica. A volte, molto raramente, nonostante il principio razionale degli intenti esasperatamente distruttivi, può condurre alla creazione di vere opere d’arte, validissime.
L’eccesso della radicalizzazione dei principi ha partorito anche "involontariamente" un Picasso, un Afro ed altri grandi artisti. Cioè la loro intenzione non era quella di fare opere valide, ma distruttive seguendo l'ordine rivoluzionario del partito. Non è quindi il risultato di alcuni grandi artisti che pongo in discussione, ma sono i principi ispiratori della critica militante, il suo odio e la sua malvagità, il suo “storicismo”, che non ammette ripensamenti e ritorni, la sua spinta alla continua novità, anche se priva di qualsiasi valore umano, la proclamazione della morte dell’arte e della superiorità dei mezzi tecnici nuovi ma senza progettualità; infatti sono effetti tecnici dati da mezzi tecnici. Solo il “fare” purché privo di senso.
Ovunque il “concettuale” che non è altro che un ermetismo causale o personale ragionamento, a volte sinceramente ovvio o assurdo, valido solo per l’autore, escludendo totalmente la partecipazione agli altri di un benché minimo concetto o ragionamento, nemmeno simbolico. Infatti la simbologia può essere anche intesa e quindi risulta comunicazione. Mentre non si vuole alcuna comunicazione di alcun genere e si è passati ad eliminare l’oggettività della rappresentazione, l’edonismo di una garbata disposizione di materia colorata. Si esclude non solo la comprensione ma anche l’estetica: si riduce tutto al solo “fare” che assume il nome greco di “poetica”, che non ha alcun rapporto con la poesia, ma è il solo fare.Il solo gesto inteso e sostenuto come manifestazione di rabbia, di odio, di devastazione. Per ora si uccide l’arte o si vieta di farne; domani si uccideranno gli oppositori.In ogni caso, già dal 1900 chiunque si opponga alla dittatura comunista dalla critica militante, viene declassato a “dilettante”.
Gli si toglie il carisma e il mercato: anzi si provvede a sostenere gli idioti come i “naifs”, i pazzi da manicomio, gli sprovveduti, intendendo punire l’artista valido che sfugge al loro dominio. Costui viene definito “pubblicitario”, illustratore obsoleto, retrogrado, incolto, di nullo o infimo valore o “pittore fascista”. E tutto ciò con la tolleranza o l’incompetenza dei governi.
Occorre ricordare che per la conquista del potere i comunisti sostengono realmente la democrazia, in quanto è proprio la democrazia che permette loro di strafare. Il grandissimo intellettuale Lenin, dopo aver lanciato la moda del dadaismo in occidente, al suo rientro e dopo la vittoria della rivoluzione in Russia, ha esplicitamente vietato la continuazione delle avanguardie. Infatti le avanguardie erano solo mezzo destabilizzante della società che le accetta, mentre Lenin voleva che il popolo fruisse di un’area tradizionale dal cui godimento era stato sempre escluso. Dopo la rivoluzione l’arte di conforto e di ammaestramento poteva divenire guida moralizzatrice della nuova società. Ora che è caduto il comunismo, ecco apparire anche in Russia le avanguardie, ecco umiliare la produzione artistica più autentica del popolo russo come prodotto di qualità scadente ad additare al ludibrio e al disprezzo dell’occidente. Sembra apparentemente illogico, ma non è così. L’avanguardia è ancora il validissimo strumento per conquistare l’occidente e, come insegna “Il Principe” di Machiavelli, tutto è sacrificabile alla meta da raggiungere. I sovversivi non si limitano alla cultura. Infatti qualsiasi protesta e rivendicazione, dagli omosessuali alle suffragette del femminismo, dalla chiusura dei manicomi a tutta la sociologia moderna, è derivata dalla capacità straordinaria dell’internazionale comunista, che opera nel mondo da circa 150 anni.
Certamente l’intelligenza dei comunisti è infinitamente superiore a quella dei capitalisti. Questi si beano nel considerarsi superiori ai poveracci perché pensano di “capire” quello che gli altri non sanno capire, perché “i ricchi sono più intelligenti”. In realtà sono degli involontari collaboratori “snob”, che rovinano il mondo con le loro mani e si meritano l’avvento della dittatura comunista. S’accorgerebbero allora di quanta superficialità hanno avuto e tengono nel cervello, altro che esseri superiori! I comunisti sono ancora all’opera e sempre con maggiori speranze di vittoria. Ciò perché è proprio l’occidente che li finanzia e li accarezza. Non ci si accorge nemmeno di certi avvertimenti dati da qualche critico d’arte che afferma che le opere moderne non devono essere restaurate perché concepite non già per durare nel tempo o costituire un pregio da salvare. Tutta l’avanguardia si può sintetizzare in una formula: le sei M di morte, merda, mafia, mercanti, moda, money.
Mercanti e critici sono un sodalizio interessato a delinquere dal momento che ciò che propongono viene ben comperato. Escludendo quindi dal giro ufficiale gli artisti sgraditi o meno fortunati, questi vengono lapidati e dilaniati dal volgo. Il loro mancato interesse per questi emarginati finisce sempre in frasi distruttive, quali ad esempio: “pittorello di provincia”, “un poveraccio che sopravvive perché qualche idiota gli compera ogni tanto qualcosa”, “un pittore da quattro soldi”. Le definizioni più ricorrenti sono, nel migliore dei casi: pubblicitario, cartellonista, “colori forti”. Siccome il pubblico non è assolutamente in grado di capire e distinguere, compie il massacro, come era stato previsto fin dai primi del Novecento da parte degli intellettuali rossi. Chi non era con loro doveva morire.
È quasi inesistente la figura del critico d’arte che rinuncia alla sua fetta di guadagno, illudendo anche i poveracci artisti che spendono in nero grossi capitali nella speranza che la firma ed il nome del critico promuova il loro mercato.
Non esiste la reale ed esaltata “libertà commerciale”, in quanto si vende il prodotto proposto acconciamente dal critico che prepara il lancio dei suoi beniamini, d’accordo con i mercanti. Si calcola che oltre ai guadagni illeciti e non denunciati, eludendo vistosamente le tasse, i mercanti possano trafficare in commerci illeciti ed assai remunerativi. Indagate su quelle fortune colossali sorte in qualche decennio! E tutto procede con la complicità di funzionari pubblici corrotti o non all’altezza della situazione.
Si sono dati un codice deontologico arbitrario, un’etica non sancita dalla legge né dalla Costituzione. Ed è qui che cadono nell’illegalità. Ed è qui che compiono illeciti penali e civili.
QUALE ARTE LIBERA?
Wassily Kandisky: “...la libertà dell’avanguardia è una delle maggiori privazioni di libertà ...l’unico imperativo categorico è la necessità interiore ...l’artista non è un beniamino della vita: non ha il diritto di vivere senza un compito. Non è libero nella vita ma ha un compito politico”.
Ma non è facile distruggere la creatività. Ogni limite ed imposizione diventa un tema d’ispirazione. Da qui la necessità di utilizzare i non artisti per la morte dell’arte.
“La durezza dello spirito assume in lui forme produttive” Paul Klee per Kandisky.
Assonanza colore - la musica non era sufficientemente distruttiva.
Anche Paul Klee è troppo artista per non creare splendide assonanze cromatiche.
L’avanguardia già rinuncia all’artista nato. Arte deve essere solo pensiero esclusivo personale ermetico - fine dalla comunicazione.
COS’È L’ARTE MARXISTA
A parte la considerazione pratica che Carlo Marx non aveva preso in considerazione il mondo dell’arte né aveva dedicato la sua attenzione a questo problema, normalmente si usa definire “realismo comunista” l’arte tradizionale imposta da Lenin dopo la vittoria della rivoluzione comunista in Russa e si definisce con orgoglio “avanguardia” l’arte di stato occidentale, simbolo della “libertà”, dato che da almeno cento anni le avanguardie si autoproclamano “arte libera” e pittori della libertà i suoi protagonisti.
In realtà l’argomento merita un poco di attenzione.
Il realismo socialista è stato la continuazione dell’arte nella sua vera sostanza. Che vi siano pittori scadenti o pittori di classe superiore dipende solo dalle qualità native. Il suo compito è stato quello di sempre: consolatorio e d’insegnamento. Se i russi avessero avuto tra i loro artisti un Michelangelo, un Raffaello, un Bernini avrebbero realizzato certamente opere d’arte di una straordinaria grandezza.
I comunisti ed i loro sovversivi intellettuali organici hanno invece esaltato l’arte degenerata ed assassina, per far crollare l’occidente nel marciume e nel ridicolo.
L’arte occidentale è estrema corruzione cadaverica, perché la classe capitalistica che comanda è costituita da morti viventi corrotti e marci moralmente.
Anzi il duplice significato dell’avanguardia occidentale è dato dalla distima nei capitalisti e le capacità di costoro di comperare ed adorare “immondizia” finanziando così l’internazionale comunista e la sua sovversione mondiale.
Questa si opera soprattutto con la cultura che manda avanti dirigenti squadrati e programmati per ogni evenienza e per fine la caduta del capitalismo. Attenzione a non pensare che questi subdoli operatori di destabilizzazione portino il distintivo di appartenenza al partito. Per la sovversione va bene qualunque intellettuale che operi come da copione, anche se veste l’abito talare.
Diffidate dall’appartenenza a questo o quel partito. Come dice il Vangelo, si deve giudicare dalle opere e non in base a chi grida “Signore, Signore”.
ARTE COME CRISI POLITICA
La rivoluzione marxista comunista continua da 150 anni. Si avvale sia della violenza fisica che della sovversione intellettuale. Produce tensioni in ogni campo dello scibile umano in modo che la classe dirigente abbia una formazione mentale tale da condizionare pesantemente tutta la società.
Da una parte i politici ufficiali, tramite rivendicazioni salariali mantengono sempre pronto il popolo per la lotta di classe, dall’altra “intellettuali organici” si infiltrano ovunque e si sostengono a vicenda in modo da corrompere sostanzialmente anche la sfera del pensiero e della morale.
L’operazione è semplicissima: si comincia a lodare ed imporre testi scolastici ove tra verità tradizionali si introducono bugie sostanziali. Si approva il diploma o la laurea di chi si è formato su questi testi ed ha risposto ad un professore già “organico” nella maniera e nei modi richiesti da costui. Man mano che passa il tempo e si schierano in campo gli intellettuali organici, apparentemente al di fuori della politica, si affina sempre più l’opera di sovversione. Così si è arrivati a promuovere personaggi che non conoscono per nulla la difficoltà dell’arte in ogni sua forma ed espressione, ma che hanno avuto la formazione distorta ed organicistica di una filosofia marxista.
All’arte si sostituisce il pensiero: non serve più avere doti d’artista per condurre l’arte al solo gesto “poetico” allontanando sempre più l’artista da quello che è naturalmente lo sviluppo delle sue qualità native per avviarlo a divenire un terrorista intellettuale. La critica di formazione filosofica e politico-sociale organicamente sovversiva completa la manovra sostenendo una corrente piuttosto che l’altra.
La vera arte viene dichiarata obsoleta e caricata di ogni nefandezza. Si stravolge ogni significato di reale valore e s’impone alla società un modo di pensare e di valutare sempre meno umano e sempre più alienante. Si punta sulle classi ricche sfruttando le loro debolezze caratteriali. Povertà d’intelligenza e di cultura, noia e desiderio di novità continua. Adler farebbe rientrare il fenomeno nella patologie degenerative causate da una vita facile e priva di difficoltà. Facendosi beffe di questa società da abbattere (qui sta la sottile ironia di cui parlano i critici impegnati d’avanguardia) offrono porcherie a prezzi elevatissimi, distraendo la loro attenzione dai valori concreti. Con i guadagni realizzati si provvede al potenziamento del partito comunista e tutta la sua organizzazione, dove la base non sa come agisce il sovversivo intellettuale, sia esso artista, scrittore, poeta, sociologo, filosofo, professore di lettere e persino pare anche medico.
Tutto il mondo è ormai impestato e stravolto dalla banda sovversiva degli intellettuali organici. Si consiglia di diffidare totalmente del giudizio degli specialisti dell’arte. Si consiglia di sospenderli ed allontanarli dal loro incarico fino alla chiarificazione della situazione.
ABUSO DELL’INGENUITÀ ED IGNORANZA ALTRUI
Questo reato è ravvisabile in tutti gli esegeti delle avanguardie, sostenitori e diffusori, in quanto non esiste una chiara e sostanziale evidenziazione del carattere politico a scopo di eversione sociale.
TRUFFA E RAGGIRO
Da sempre i sostenitori e gli spacciatori delle avanguardie a livello internazionale hanno giocato sull’equivoco della novità estetica.
Sostegno, esaltazione da parte di pubblici ufficiali, come devono essere considerati storici dell’arte investiti da carica pubblica come cattedratici, di falsità sostanziali, in netto contrasto con la verità sempre taciuta o presentata in maniera estremamente ambigua.
Estrema parzialità di giudizio ed arbitrarietà di azione, sono rese possibili grazie all’esistenza di un “circuito museale”, riservato a pochi e gestito da pochi. Truffa pubblica, sostenuta dallo Stato con i soldi della cittadinanza ignara e certamente contraria alla diffusione di una forma degenerata e del tutto svilita di arte, presentata come la vera arte, arte d’avanguardia.
FRODE IN COMMERCIO - MERCANTI D’ARTE
Essi vendono per vera arte solo ciò che, arbitrariamente, hanno convenuto di ritenere tale in accordo con i critici d’arte, oppure sulla base di una propria convinzione, da cui ne deriva anche una fattispecie di concorrenza sleale. Occorre ristabilire i valori fondamentali di onestà di giudizio e verità.
Imercanti d’arte compiono una frode basando il consiglio sull’acquisto in termini di valore economico garantito per il futuro. Rendono così del tutto nullo il valore stesso dell’opera come opera d’arte esaltando esclusivamente il valore commerciale d’investimento.
Quindi affermano che alcuni autori sono da acquistare ed altri sono da scartare, discriminano e fanno investire capitali (anche allo Stato e ad Enti Pubblici) solo sulla base di affermazioni partigiane, escludendo il libero arbitrio del compratore.
I mercanti si giustificano dicendo: “VENDIAMO QUESTI AUTORI PERCHÉ SONO I COLLEZIONISTI A RICHIEDERLI”. In realtà la domanda da parte dei compratori è suggerita dalla propaganda critico-museale e dai mass-media.
Il mercato rimane così gravemente monopolizzato. Quindi critici, mercanti, direttori di musei e giornalisti sono tutti colpevoli.
Urge che lo Stato ristabilisca d’autorità la libera concorrenza e dichiari esplicitamente che la verità non risiede solamente nei cervelli critici d’avanguardia.
Occorre in qualche modo ristabilire l’equilibrio ed il sostegno del mercato, occorre quindi intervenire sul concetto di diritto alla libera espressione ed azzerare d’autorità tutte le false convenzioni nell’insegnamento e nella propaganda artistica, o perlomeno mettere in guardia il mercato che “non è la verità ciò che dicono storici, critici, giornalisti e mercanti”. La verità è una sola ma viene presentata solo in un’ottica artefatta e progettuale per certi tipi d’interesse economico e politico.
Le televendite di quadri rappresentano insieme tutti questi tipi di reato possibili: offrono “porcherie” terrificanti come opere d’arte di grandi e famosi autori. Inoltre affermano essere opera di un autore anche la semplice riproduzione meccanica, come opera d’arte la semplice riproduzione fotolitografica.
Frode anche perché nel campo della grafica, gli editori fanno eseguire ad altri il lavoro che non viene successivamente nemmeno firmato dagli autori stessi. C’è anche il sospetto che questi (gli artisti) non sappiano minimamente ciò che viene fatto e venduto a loro insaputa. Poi c’è la frode delle stampe fotolitografiche, che non hanno alcun valore né artistico né di originalità.
Nel campo dei falsi è facile immaginare l’enorme falsificazione eseguita e venduta dai mercanti in accordo con gli esperti d’arte che in realtà sono dei “palloni gonfiati”, incapaci di capire assolutamente nulla, tronfi di boria e tuttavia così autorevoli da permettere allo Stato di essere imbrogliato. Tanto lo Stato quanto il privato.
Per fare solo un esempio: nel 1979 apparve una statistica sul numero dei quadri dipinti da Rosai. Ebbene un pittore come lui al massimo nel corso della sua vita, a mio parere, può aver dipinto novecento quadri ed anche meno. Allora, invece, venivano dati come autentici quattromila quadri. Una cosa pazzesca! Mentre si stima che ne siano in circolazione almeno trentamila. Su ogni Rosai autografo, sette sarebbero falsi. (Riferimento: Catalogo Nazionale “Bolaffi” d’Arte Moderna n.14 Ed.1979).
REATI CONTRO LO STATO E CONTRO LA PERSONA
Allo scopo di ottenere l’appoggio tattico e strategico della finanza pubblica e la protezione ufficiale dello Stato, questi devastatori della cultura hanno sempre ingannato l’autorità statale, dal momento che solo un capo di stato comunista o di estrema sinistra avrebbe potuto essere bene informato. Non pare che così sia per l’attuale capo di Stato Oscar Luigi Scalfaro.
Permettendo a bande di ignoranti presuntuosi di divenire presidenti e capi di associazioni pubbliche e private con lo scopo di denigrare gli oppositori a vantaggio delle avanguardie hanno perennemente danneggiato sia moralmente che economicamente gli oppositori.
Mancato controllo e valutazione da parte degli incaricati a dirigere gli Istituti Italiani di Cultura all’estero, che si macchiano di tutti i difetti e reati proposti dalla critica ufficiale interna, come pure i galoppini di una centrale internazionale di eversione e propaganda non autorizzata.
ABUSO DI POTERE
Possibile azione all’interno del Ministero degli Esteri di veri intellettuali organici che controllano l’ufficio riguardante la selezione degli artisti cui agevolare all’estero, tramite l’ambasciata, contatti di prestigio e di denaro.Esiste certamente una persona (di sesso maschile) che raccoglie tutte le raccomandazioni fatte dai vari “critici d’arte” e direttori di musei che segnalano un artista, magari una bella e giovane signora di cui si sono invaghiti. La propongono affinché possa fare una carriera di prestigio a spese dello Stato.
Non vale solo il criterio rigido della politica, ma anche preferenze personali e favoritismi.
CONTRABBANDO E TRAFFICI ILLECITI?
Attenzione ai frati ed alle suore (falsi?) che frequentano i mercanti d’arte o gli storici dell’arte!
Sono stato testimone di avvenimenti insoliti, taciuti alla magistratura perché il sottoscritto non poteva che contare sulla sola propria parola, mentre dall’altra parte c’era la potenza sociale ed economica. Qualsiasi cosa avessi detto, me l’avrebbero fatta pagare cara, fino a distruggermi con la mia famiglia.
L’appartenenza a quale confraternita mi è ignota, tuttavia, sotto la tonaca, strette e bendate al petto e lungo il corpo portavano mazzette di soldi (negli anni ’70 e parte degli anni ’80), oppure opere d’arte. Si suppone che anche i critici d’arte abbiano i loro religiosi (veri o presunti) che trafficano in opere d’arte.
SOCIETÀ SEGRETA A SCOPO SOVVERSIVO
Come tale è da considerarsi l’attività degli operatori nel settore: basterebbe fare indagini come un imbianchino possa essere divenuto miliardario in pochi anni e possa aver fondato un enorme museo del valore economico attuale veramente incalcolabile.
SOPRUSI E TERRORISMO DELL’ARTE DI STATO
Per arte si dovrebbe intendere una disposizione della natura a saper rendere con il disegno e i colori se si tratta di pittura oppure disposizione a sapersi esprimere con i mezzi idonei per altre forme di arte.
In realtà oggi s’intende per “arte di stato” l’insieme delle avanguardie o ricerca.Le avanguardie sono contro l’istinto naturale. Questo perché si dovrebbero insegnare solo le tecniche di approccio e di sviluppo delle innate capacità creative, senza condizione con teorie filosofiche e sociali mutuate dal pensiero strategico comunista.
È sopruso estremo nei confronti della dignità dei popoli assegnare cattedre ad elementi convenienti a certi partiti o ideali sovversivi.
È inammissibile che non vi siano organi di Stato che vigilino affinché la corruzione internazionale non prevarichi.
Bisogna esaminare con serenità d’animo tutto il mondo della cultura, anche con organi specificatamente selezionati a garantire il diritto di libertà di tutte le espressioni. Non è possibile che solo gli avanguardisti e i loro sostenitori detengano la verità. Non esistono diverse verità, ma diverse angolazioni di visione. L’arte deve ritornare alla sua vera natura di conforto. Gli storici dell’arte come sono attualmente devono essere sostituiti da reali artisti che abbiano dato fin dalla prima infanzia convincenti prove di bravura. Questo è molto difficile ma non impossibile.
DOMANDE A CARATTERE GENERALE
Qual è la legittimazione giuridica della critica d’arte? Ovvero in base a quali norme si è tenuti ad ascoltare le opinioni dei critici? Che rapporto ci può essere tra arte e politica per far si che l’arte possa restare libera?
Se per capire l’arte occorre essere laureati in filosofia e in storia dell’arte, come è possibile che i giornali, le riviste, affidino l’incarico di critico d’arte a ragionieri che lavorano in banca e non hanno la più pallida idea di cosa siano il disegno e la pittura? I danni che si provocano non meritano risarcimento? Quali mezzi la legge mette a disposizione dell’artista danneggiato? Se la Costituzione Italiana permette un’attività scritta od orale a persone che giudicano un’opera d’arte o l’attività intera di un pittore, sulla base esclusiva del gusto personale o in nome di una particolare scelta ideologica e quindi può innalzare o negare, quali mezzi legali ha l’artista emarginato per ottenere giustizia? Si sappia che per denigrare un artista basta ignorarlo.
Come mai nessuno vigila per impedire che si formino “cartelli” o congreghe anche a livello internazionale che operano in sintonia tra critica, giornalisti o pubblicisti, mercanti dell’arte e docenti universitari di storia dell’arte, che possono determinare la fortuna di un aspetto dell’arte e danneggiare un altro aspetto, in modo tale che alcune tendenze primeggino anche se contrarie all’interesse generale dei popoli? Come mai apparentemente non ci sono autorità statali di controllo con capacità di veto come per i monopoli industriali? Anche nell’arte ci vorrebbe una “par condicio” e anti-trust.
Quando si effettua una diffamazione continuata non scritta, né firmata, senza alcuna testimonianza che permetta alla vittima di poter adire alle vie legali, quando questa continua diffamazione autorizza chiunque a sparlare e arrecare danno, in maniera vigliacca e senza mai scoprirsi, quali possibilità ha la vittima per potersi difendere? Come ha fatto l’umanità a prestare fede ad una critica che impone e che sceglie ad arbitrio?
La responsabilità è dei partiti e dei governi! Come la mettiamo con i principi di etica e filosofia legale? Dove sta scritto che siano i critici a stabilire ciò che devono fare o non devono fare i pittori?
Sta scritto forse da qualche parte che chi lavora con doti artistiche naturali e vuol fare opere belle e di consolazione debba essere lapidato, sconsacrato, votato alla morte ed alla derisione perché non fa quello che i comunisti vogliono? Una volta chiarito che dietro l’arte d’avanguardia c’è la critica d’avanguardia, e che dietro la critica ci sono movimenti politici rivoluzionari, cosa manca per poter capire che l’arte non è libera e che siamo in una condizione di dittatura in cui si commettono svariati reati, dall’abuso d’ufficio al turbamento del mercato alla violenza privata?
È bene che si esamini la mia relazione e si stabiliscano dei veri principi di libertà. Non più il critico o lo storico a manipolare a suo piacere tutto quanto per far quadrare i conti. Non più i critici a comandare bensì solo gli artisti devono liberamente creare senza più molestia alcuna da parte della critica, dei mercanti e dei mafiosi.
Libertà per l’arte. Basta con gli scribacchini ed il mondo totalmente parassita che vive intorno all’arte!
Non sarebbe più opportuno che scrivesse d’arte un pittore nato che da cinquant’anni ha dato costante e continua prova di sapienza pittorica e di profonda educazione artistica avendo studiato filosofia e storia dell’arte?
L’arte per sua natura deve essere gesto, istinto, scienza del bello, del sublime, consolatoria, informativa. L’arte è sempre stata e deve essere per sempre espressione di leggi estetiche innate nell’uomo ed esaltate a seconda del maggiore istinto connaturato. L’arte è connessione astratta fra neuroni, materia pensante, duttilità estrema di spalla, braccio e mano.L’arte deve essere assolutamente libera. Aggettivo questo sul quale urge richiamare l’attenzione. Il significato reale attualmente è esattamente negativo sostanziale dell’aggettivo “libero”.
Tutto ciò che ho sopra indicato come “arte naturale” viene bollato e squalificato col termine “classico”, “volgare”. Mentre con il termine “arte libera” e “artisti liberi” si è convenuto internazionalmente ad indicare esattamente il significato opposto: per la critica illiberale ed assolutista il termine in oggetto deve significare Rivoluzione Politica.
Attualmente l’arte che viene chiamata libera è quella che distrugge, cancella, uccide, devasta.È arte degenerata. La sua sottile ironia sta nel godimento di far considerare dalla società cosa di grande pregio ciò che invece è sterco, immondizia.
L’ironia consiste nel godere dell’estrema stupidità delle classi ricche che adorano e comperano porcherie immonde coprendosi di lordura.
Con questa mia critica intendo trovare la via legale per rompere le barriere dell’omertà artistica ed oso porre direttamente a Lei, Supremo Garante della Costituzione, ed ai governi di tutto il mondo ed a tutti gli organismi di sicurezza internazionale, affinché si faccia chiarezza e si elimini con leggi specifiche il prevalere di una classe atta a delinquere e che gode sempre più di prestigio e potenza.
Il sodalizio mafioso politico e mercantile esercita una vera dittatura, servendosi dei seguenti strumenti:
• esclusione dal circuito museale e mercantile degli oppositori
• diffamazione effettuata tramite la non menzione e l’esclusione
• uso di letteratura, mezzi audiovisivi, dizionari, riviste tecniche e stampa per sostenere gli artisti utili ai propri scopi
• negazione all’avversario di comparire nel circuito ufficiale senza nessuna spiegazione diretta, per non incorrere in effetti di reazione: basta affermare a voce che l’artista non interessa, possibilmente senza testimoni a favore dell’artista non gradito per occludere qualsiasi possibilità di reazione legale
• concessione gratuita di tutto l’apparato gestionale dell’arte ufficiale, compresa la Biennale di Venezia, musei e scambi con l’estero. Tutto a spese dei cittadini che però non hanno alcuna possibilità di contare qualche cosa e poter mettere il veto all’operazione
• esclusione con disprezzo degli avversari, ridotti fin dal 1900 a semplici dilettanti. Ora vengono considerati pittori d’arredamento, ben separati dai pittori dell’arte che conta e vale moneta.
• nessuna possibilità per i reietti di difendersi anche dalla diffamazione operata ed istigata nei loro confronti dal cittadino comune che, senza responsabilità, è trascinato dai cosiddetti esperti e contribuisce, in nome della “libertà di critica”, ad offendere e distruggere il poveraccio senza difesa.
Domanda: come si può difendere dalla diffamazione continua e silenziosa se non ci sono testimoni e nemmeno gli avvocati si prestano ad aiutare la vittima?
La Costituzione afferma che ogni cittadino che goda dei diritti civili può esprimere pubblicamente il proprio pensiero, come mai gli oppositori del regime vengono sempre e costantemente zittiti?Iquotidiani e le riviste dovrebbero quindi riportare chiaramente anche il loro credo artistico e gratuitamente.
Se, invece, si deve delegare i politici che interpretino il loro pensiero, allora è una battaglia persa in partenza.
Occorrerà fare un’azione clamorosa con l’aiuto della Magistratura se si vuol sperare che sia timidamente (è una speranza) data qualche superficiale notizia.
Per questo chiedo il Suo aiuto!
Sia ben chiarito che gli “intellettuali organici dell’internazionale” non vestono più di rosso. Ogni colore, compreso il color porpora, può essere “organico”, quindi, come dice il Vangelo, riconoscere solo dai fatti, non dalle parole.
Chiunque sostenga l’avanguardia artistica, in ogni campo è nemico della patria e dell’uomo!
L’arte come espressione di un dono di Dio deve fruttificare a gloria di Dio e del Suo creato, a vantaggio di tutte le genti.
L’avanguardia e la cultura moderna sono la volontà ostinata di negare e vanificare i talenti e i doni di Dio.
Negare all’artista di svolgere il proprio ruolo secondo natura è bestemmia, l’avanguardia è continua bestemmia contro Dio e la natura. Nelle Università e nei musei si celebra il rito satanico della bestemmia contro Dio.
Il vergognoso gioco tra comunisti e capitalisti sulla pelle dei lavoratori: i capitalisti supportano, anche con fondazioni private, valori economici spaventosamente elevati dalle avanguardie allo scopo di finanziare in “nero” i capi comunisti e sindacalisti, in maniera che il popolo s’illuda di trarre vantaggi dalla sinistra. Infatti agitazioni di piazza, cortei e sindacati ottengono sempre qualche vantaggio economico, subito vanificato dalla libertà di aumento dei prezzi.
Dietro le fondazioni di cultura, dietro le grandi sponsorizzazioni per l’arte d’avanguardia c’è sempre finanziamento illecito al partito, attraverso la scelta dell’esperto che consiglia e dell’artista scelto.
Per avere l’idea delle cifre immense che ruotano intorno all’arte d’avanguardia controllare il “Catalogo dell’Arte Moderna Italiana” (Giorgio Mondadori Editore), la rivista “Arte”, il listino aste, ecc.
RESPONSABILITÀ DEI COMPRATORI
Erostrato ed i delitti dell’ambizione (compratori), Animus necandi (critici, storici dell’arte, mercanti e artisti).
Lenin - Occorre servirsi della classe borghese per distruggere la classe borghese. Bisogna blandire gli artistocratici ed i ricchi per infiltrarsi tra di loro e farli agire per noi. Ogni inganno, ogni bugia è utile per penetrare nel potere e rimanervi.
Distruggere l’arte della tradizione perché “la bellezza conduce alla libertà” e ciò è pericoloso.
Come Lenin viaggiava in rolls-royce tra i contadini gelati dal freddo, così ora i critici d’arte, gli storici e compagni ingannano l’umanità con i soldi dei ricchi.
L’omertà, la menzogna e la riduzione dell’arte ad affare economico trasformano i ricchi in complici.
A Bologna, a spese della popolazione italiana, trionfa il DAMS, possibile scuola di terrorismo intellettuale. Di scuole come il DAMS di Bologna pare che ne ce siano in tutti gli stati occidentali. La borghesia, proprio come profetizzato da Lenin, sovvenziona i suoi boia. Gli stati finanziano la rivoluzione comunista e permettono questa apologia di sovversione e sono quindi responsabili.
Il mio compito più finire qui.
Tuttavia vorrei aggiungere qualche suggerimento per un’ipotesi di riforma.
Propongo che non sia insegnata storia dell’arte, ciò per permettere agli artisti di svilupparsi spontaneamente, insegnare solo tecniche di approccio.
Propongo altresì di eliminare il ruolo attuale di critico d’arte e di obbligare alla par condicio tutti gli artisti, mai più critici faro e guida.
Propongo un organismo statale, provinciale e comunale per la valorizzazione degli artisti e per la vendita delle loro opere. Artisti veri, pagati dalla Stato, tutta la loro produzione allo Stato. I soli pochi artisti da scegliere devono dare subito la prova evidente di gran mano e di grande sensibilità, già fin dalla prima infanzia. Non più l’artista da comperare perché gonfiato dai critici settari! Solo artisti famosi perché bravi! Ritengo che in Italia possano esistere al massimo cento artisti nati. Assistere solo questi.
Oppure la critica e l’insegnamento dell’arte nelle scuole deve essere onesto. Deve spiegare la vera natura comunista, destabilizzante, sovversiva, contro l’umanità in genere ed in particolare contro i ricchi.
Bisogna affermare che oggi è più moda e mafia e meno idealismo. Poiché il successo dell’artista e del critico è dato dal conformismo settario, allora morte all’attuale arte.
Basta con il plagio, basta con l’apologia di reato. Abbasso gli storici ed i critici d’arte. Fermiamo il perverso mercato.
Basta con l’odio di classe! Basta con le avanguardie! L’arte non può essere un bene di consumo. L’arte deve appartenere allo Stato, mentre i privati possono avere solo copie autorizzate o riproduzioni fotomeccaniche multiple dichiarate.
RIASSUNTO SULLE PIÙ IMPORTANTI CORRENTI DALL’OTTOCENTO AI GIORNI NOSTRI
Già dal 1860 il partito della politica sovversiva poteva contare un numero notevole di intellettuali. Occupandoci esclusivamente di pittura, possiamo ricordare la deificazione di un pittore veramente incapace, maldestro e, probabilmente, malato di mente: Paul Cézanne. Tutti i difetti della sua opera vengono esaltati come traguardi da perseguire. Inutilmente il grande pittore Edgar Degas affermava che bisognava prendere a bastonate Cézanne e tutti i suoi epigoni.
La realtà ha dimostrato che i rivoluzionari comunisti hanno punito severamente i grandi interpreti della pittura dell’Ottocento, relegandoli ai margini della scena artistica e togliendo loro la giusta importanza. Tra questi, possiamo citare a titolo di esempio i seguenti artisti: Hayez, David, Gericault, Ingres, Boldini, Mancini e molti altri.
Al contrario vengono esaltati gli inferiori, quali: Rousseau, Utrillo, Lilloni, tutta la scuola lombarda, romana e “corrente” e tutti quelli che hanno impestato di primi del ’900.
Subito dopo il 1860si cercava il pittore che denunciasse ed esaltasse il nascente socialismo, la fatica, il lavoro, l’umiliazione sociale, la povertà, aspirando ad un Goya.
A questo punto deve essere accaduto qualche cosa di grave che ha indotto ad abbandonare una strada utile, capace d’informare sulla realtà della sofferenza, e di stimolo anche politico a superare le condizioni sociali di povertà. Io ritengo che sia venuta a mancare la “materia prima” necessaria per costruire quest’arte sociale: non c’erano pittori all’altezza che avessero anche nobiltà d’animo tale da voler rappresentare il lavoro, la fatica, la sofferenza di ogni giorno.
È a questo punto che vengono lanciate quelle mode che vanno dall’astratto all’espressionismo e via fino alle forme attuali, con l’intenzione, mai chiarita al pubblico, di fare politica di rivoluzione comunista.
Già ai primi del Novecento tutta l’arte è una forma di negazione e di terrorismo.
Presentiamo di seguito l’elenco delle correnti che si sono via via susseguite, corredate della spiegazione ufficiale della loro provocazione e del loro reale significato.
ARTE
Avanguardia, dadaismo, astrattismo, informale, pop-art, happening art, body art, iperrealismo, cinetica, arte concettuale, arte povera, trans-avanguardia.
ARTED’AVANGUARDIA
Termine generico che indica tutti i movimenti artistici che ricercano continuamente nuove modalità di espressione (o di non espressione) e nuovi atteggiamenti critici nei confronti dell’arte del passato.
Le “avanguardie storiche”, nate e cresciute tra il 1914e il 1917, sono: Futurismo, Astrattismo, Cubismo, Dadaismo.
DADAISMO
Avanguardia storica sorta in ambienti rivoluzionari che predicava l’impossibilità di rapporto tra arte e società, quindi l’impossibilità della comunicazione e la casualità come valore dell’opera d’arte. Marcel Duchamp, ben più filosofo che artista, espose nel 1916 provocatoriamente un orinatorio come opera d’arte, volendo così affermare l’assoluta assenza di canoni in campo artistico e quindi l’impossibilità di distinguere ciò che è arte da ciò che non lo è.
È già implicitamente presente l’idea di “morte dell’arte”, affermata esplicitamente negli anni settanta dal critico G.C.Argan.
Da diverse fonti si apprende che: il Dadaismo è sorto con scopi rivoluzionari in campo politico.
I suoi fondatori di Zurigo ebbero diretti e frequenti contatti con Lenin, certo il loro più attivo sostenitore, tanto che si può ipotizzare che la mente ideatrice del movimento sia proprio quella del rivoluzionario russo.
ASTRATTISMO
Avanguardia storica in cui il rifiuto del passato si sostanzia nel rifiuto della rappresentazione. Per Piet Mondrian, uno dei suoi maggiori esponenti, l’ideale da raggiungere era la tela bianca: assenza totale dell’opera. Sua aspirazione in architettura era la totale distruzione ed eliminazione della Natura all’interno della città, che doveva essere completamente di cemento, vetro ed altri prodotti rigorosamente umani.
INFORMALE
Corrente artistica d’avanguardia affermatasi dopo la IIª Guerra Mondiale e fondata sull’idea (di matrice dadaista) dell’impossibilità di rapporti tra Arte e società industriale. Il compito dell’artista rimane dunque solo quello del puro “fare” (dal greco “poein” = poetica) senza nessun legame con alcunché, senza nessuna forma e nessun contenuto.
IPERREALISMO
Tentativo americano di recupero della figurazione, anche se relativo alla banalità quotidiana. Senza conseguenze ulteriori a causa della volontà internazionale di ridurre tutto a sciopero ad oltranza.
POP-ART
Corrente d’avanguardia di origine americana secondo cui l’arte deve essere realizzata tramite l’uso di materiali ed oggetti quotidiani e la ripetizione in serie di immagini. Se inizialmente poteva avere un valore costruttivo, con Andy Warhol che aveva riscoperto il valore dell’immagine, successivamente viene trasformata da altri autori in una semplice opera di assemblaggio di rifiuti secondo il canone Dadaista della casualità.
HAPPENINGART
Esibizione pubblica di artisti che ricorda il gusto Dadaista (Cabaret Voltaire) e Futurista di trasformazione dell’arte in spettacolo di animazione.“Occorre cambiare metodo, scendere nelle vie, dar l’assalto ai teatri, introdurre il pugno nella lotta artistica” (Marinetti).
Derivata dalla Pop-Art è definita: “Nient’altro che l’uso di oggetti in movimento, tra cui persone”.
BODYART
Corrente d’avanguardia derivata dall’Happening Art, secondo cui l’arte deve essere realizzata direttamente con l’uso di persone vive poste dall’artista in atteggiamenti e pose da lui scelte, permane il rifiuto della rappresentazione, sostituito dall’uso di persone.
ARTECINETICA e OPTICAL ART
Nell’Optical Art c’è un esasperato gusto per la ricerca in campo tecnico-scientifico, la costruzione di strutture in metallo, l’esaltazione del movimento non rappresentato ma direttamente realizzato.“L’arte oggi dipende dalla conoscenza e dalla possibilità di ricreazione, moltiplicazione ed espansione”.Ricerca soprattutto di effetti ottici. Vi era qualche cosa di costruttivo ma è sfociata nel nulla.
EARTH ART
Arte della terra dove l’opera consiste semplicemente in un incontro tra l’uomo e la natura realizzato dall’artista tracciando un solco in una qualsiasi parte della terra, possibilmente nascosta e difficilmente raggiungibile, oppure pennellando qualche albero o scavando delle fosse. Essendo opere realizzate in angoli nascosti della Terra, la documentazione fotografica della loro esistenza diviene con il tempo più importante dell’opera stessa. Successivamente il valore viene attribuito direttamente all’idea, assumendo così l’opera mero valore illustrativo dell’Idea. Nasce così l’Arte Concettuale.
ARTE CONCETTUALE
Corrente d’avanguardia risalente agli anni Settanta, secondo cui il valore dell’opera risiede semplicemente nell’idea avuta dall’artista. In un primo momento esiste l’intenzione di comunicare un’idea (possibilmente banale ed insignificante), tramite l’uso di oggetti non trasformati dall’artista ma presi dalla realtà quotidiana. Si passa poi al completo ermetismo e rifiuto della comunicazione, per cui il significato dell’opera non è conoscibile e deve essere attribuito arbitrariamente dal fruitore.
ARTE POVERA
Riedizione del Dadaismo secondo cui l’opera deve essere realizzata con l’assemblamento di materiali “poveri” come i sacchi di juta. Partecipazione attiva di sub-intelligenze volontarie tipo down.
MORTE DELL’ARTE
Affermazione ufficiale (Zagabria 1970) di rottura del rapporto tra Uomo ed Arte, e quindi affidamento alle macchine, che hanno superato l’Uomo, del compito di creare opere d’Arte.Arte uguale tecnica.
TRANS-AVANGUARDIA (somma truffa)
Superamento dell’avanguardia dopo l’azzeramento operato dall’arte concettuale. In particolar modo superamento della supremazia del politico sul sociale e sul culturale.
Libera espressione da parte dell’artista che è nomade, viaggiatore senza canoni, che può rifarsi con ironia alle Avanguardie Storiche, senza dover essere legato ad alcuna regola specifica.Può persino tornare a dipingere. Critico sostenitore: Achille Bonito-Oliva. Risultati raggiunti a nostro modo di vedere: nessuno, “predica bene e razzola male”.
BIBLIOGRAFIA
•DIZIONARIO DELLA PITTURA MODERNA a cura di Robert Maillard e Dino Formaggio - Edizioni “Il Saggiatore”1959
• “I PREZZI DEI QUADRI: LI DECIDE LA MAFIA” di Viviana Kasan - Corriere della Sera - 18ottobre 1989
•INFORMATUTTO- Editrice Selezione Reader’s Digest - Milano 1970
•LE AVANGUARDIE ARTISTICHE DEL NOVECENTO - Mario De Micheli - Editore Universale Economica Feltrinelli
•CATALOGO NAZIONALE BOLAFFI D’ARTE MODERNA n. 14 Ed.1979• “QUANDO L’ARTE FINISCE PER STRACCI” di Sigfrido Bartolini - Il Giornale - 15 dicembre 1995
mercoledì 18 giugno 2008
MERCATO DELL'ARTE: VERITIERO O FASULLO?
Operatori o trafficoni nel campo dell'arte ce ne sono a iosa: quasi ogni persona può diventare venditore di quadri e quasi tutti evadono le tasse. Nessuno si fida del pittore - perché mai? - tutti si fidano di tutti gli altri. Ben strana la vita!.
Più avanti parlerò del valore (sic!) della critica e della storia dell'arte ufficiale!
Esiste qualche mercante serio? Innanzitutto me lo devo augurare. Qualche gallerista sufficientemente serio l’ho trovato. È il sistema che è completamente sbagliato! È la scuola che sforna critici d’arte o più pomposamente “storici dell'arte” che è completamente sbagliata.È la concezione stessa dello storicismo marxista applicato all'arte che è pernicioso. E' tutto l'apparato statale e giornalistico che è completamente sbagliato. Il rapporto clientele politiche, potere economico ed affaristico che rende tutto mostruoso. E' il ruolo economico che l'arte ha assunto che è completamente sbagliato. E' tutto sbagliato, dalle università ai direttori di museo, al mercato ed ai curatori di mostre. Vedrò di far luce su questi argomenti più avanti. Il principio sbagliato è che i soldi e la potenza dei mass-media possano far diventare arte mode passeggere ed inconsistenti. E' la mancanza di una seria revisione del concetto dell'arte, specie ora nel duemila. E' il complesso ruolo affaristico che vizia tutto a danno dell'intera società umana. E' il rapporto politico-economico che rovina tutto. E' l'incapacità della massa a ragionare con la propria testa. E' la consuetudine a considerare di valore artistico tutto ciò che viene indicato come valore economico. E' l'assurdo arbitrio, il capriccio di pochi intellettuali arrivisti e bugiardi, che ha tutt'ora una importanza troppo grande per i destini dell'arte. Necessita una vera rivoluzione, che non tema di fare illustri vittime. Questa è la difficoltà perché ognuno si tiene caro il posticino che è riuscito ad ottenere, sacrificando l'anima e le parti più intime "posteriori"! Nonostante gli USA e l'Europa, Italia compresa, avessero commissioni per verificare se nel mondo artistico si fossse infiltrato il comunismo, nessuno ha capito nulla e gli artisti rossi, degenerati o incapaci, seguendo il partito o le mode hanno trionfato. Basta con i giornalisti professionisti o con tutto ciò che è ufficiale e dipende dal finanziamento pubblico. Si dica apertamente che l'arte moderna e d'avanguardia è tutta una truffa. Basta con la dittatura americana. Bisogna ritornare all'umano, alle doti naturali per il disegno ed il colore. Devono essere artisti solo chi sa disegnare e dipingere con la propia personalità. Un esempio di colossale truffa è la "transavanguardia" ufficiale quella di Bonito Oliva o la ricerca assoluta della novità o tutto il concettuale. Bisogna ritornare all'umano.
martedì 17 giugno 2008
MERCANTI D'ARTE
IL MERCANTE DI QUADRI
Ce ne sono di diversi tipi. Il super raffinato, che sa pensare in tre lingue contemporaneamente e sa trattare sempre contemporaneamente tre affari diversi.
Vestito all’inglese, sempre con abiti dello stesso tipo. Sempre con auto dello stesso tipo. Ogni volta che incontra la moglie, le porge la mano e le domanda come va.
Uomo di ghiaccio, non parla mai per primo. Risponde sempre di contropiede. Uomo di grande prestigio, gode della stima incondizionata delle persone “IN” che si identificano in lui come il massimo personaggio di successo. Non chiede mai, ottiene tutto quello che vuole trasmigrando i suoi ordini mentali in coloro che lo circondano. Disprezza il guadagno ma ci tiene a farne parecchio. Abile industriale di successo, concede l’onore della sua compartecipazione a migliaia di altre attività, fra cui il "mercato dell'arte".
Ha organizzato una splendida galleria con tanto di direttore da favola, ex funzionario di Brera. Si circonda di personale raffinato, di estrazione aristocratica. Saluta la moglie e va a letto con la segretaria, fidanzata ad altro industriale che con “fairplay” porta bene le corna evidentissime. Per evitare di essere rapito dai banditi al fine di riscatto, mette in atto la sua formidabile intelligenza. Non ripete mai la stessa strada (ce ne vuole di fantasia!) ed arriva in orari sempre sballati. Non scende dall’auto se non dentro la sua proprietà, dopo che il cancello è stato accuratamente richiuso. Naturalmente l’auto è blindata e sempre Alfa Romeo grigio metallizzato. È l’uomo in grigio per eccellenza. Presidente d’ogni tipo di associazione di prestigio, fonda scuole di lingue con insegnanti doc, esclusivamente importati dalle nazioni di cui insegnano la lingua. Crea fondazioni private di grande prestigio e possiede pure importanti case editrici d’arte e di altre cose. Fonda addirittura una università!. È ambizioso e cerca il successo ma non lo dà facilmente a vedere. Il suo sorriso è gelido come la morte. La sua voce è un sussurro e la sua cortesia addirittura nauseante. Tutta formalità! In realtà il suo divertimento intimo è quello di controllare alla fine della serata di lavoro quante persone è riuscito a fottere. Se per caso il numero non è soddisfacente, insorge l’insonnia ed è costretto, con la sua abituale straordinaria cortesia, a telefonare a qualche malcapitato per stringere accordi su qualche affare, che è in realtà un’elegantissima truffa. Solo così, se il conto torna, se ha soddisfatto le sue esigenze personali di truffatore in guanti bianchi, allora può chiudere occhio come un angioletto dopo aver ringraziato il buon Dio per la superba intelligenza che gli ha voluto concedere. La moglie smania da sola in un letto solitario in camera separata, con la maschera nera sugli occhi e pregando Dio perché le faccia il miracolo di trasformare quel perbenista di santo marito in un porcone plebeo super arrapato e dai modi sbrigativi di un muratore del sud Italia.
La sua servitù è composta da bei maschietti neri che più neri non è possibile, nemmeno in una notte buia in una cantina nera. Sono vestiti ineccepibilmente da servi dell’alta aristocrazia finanziaria.
Arredamento santamente spartano ma con pezzi tutti autentici e talmente di valore economico che una sedia potrebbe nutrire, per un mese, mezzo esercito svizzero. Due cani alani, puntualmente descritti nei romanzi e nei films ispirati da Paolo Villaggio.La sua cena è parca, essenziale, come quella dell’arcangelo Gabriele.
È nel giro internazionale dei nomi che contano. Tratta affari ogni volta che apre bocca. Anzi ogni volta che non l’apre, perché al suo posto parlano i suoi avvocati personali selezionatissimi per ogni disciplina giuridica. Così è l’avvocato che saluta, che parla, che tratta e che decide assieme agli esperti. Così fanno pure i grandi uomini che stanno seduti di fronte a lui, per cui le voci degli interessati non si odono mai. Alla fine sui documenti mettono la firma e si dà il via ad un nuovo affare.
Vincerà il più furbo. E vince quasi sempre “lui”. Quando perde: solo un leggero tremito del labbro della bocca, un mezzo sospiro e nulla più.
Questo è un tipo di mercante con il quale ho avuto l’onore immenso di firmare un contratto in esclusiva mondiale. Tramite il suo potente ufficio spionaggio e delazioni, nel giro di tre giorni aveva saputo tutto di me, dei miei vizi e della mia non dovizia. Come Dio ci vede anche nel buio dei gabinetti mentre diamo sfogo alla masturbazione e segna nel suo pallottoliere i nostri singoli peccati, così "lui" aveva un dossier sulla mia vita, opere e nefandezze da far paura. Non lo diceva apertamente, perché lui era un vero signore: lo faceva capire con mezze frasette, qualche cifretta ecc. ecc. Quando si seppe che “tale maestà” si voleva legare con me con un contratto scritto, uomini di legge amanti dell'arte e di professione giudici di tribunale si offrirono spontaneamente per assistermi nella fase della contrattazione e poi della firma. Lo resi noto a Sua Maestà, ma questi, per la prima volta in tutta la sua vita, s’incazzò come un triviale manovale analfabeta e povero. Niente da fare. Io da solo, seduto su una sediolina bassa, bassa e dietro alla imponente scrivania un esercito di esperti d’ogni tipo. Seduti su altri scranni e sedie erano aquile miste ad avvoltoi che mi spiavano, controllavano ed analizzavano le mie parole. Si ha da fare così e cosà. Come accennavo a qualche modifica, un sommesso ringhiare di lupi della steppa faceva intendere che era meglio smettere. Una parola ancora e sarei stato sbranato. Il più alto di tutti era "lui", "il Re Sole", che stava addirittura in piedi, magari alzandosi sulle punte. Quando stavo per firmare, egli, il grande, sorrise. Tutto fu compiuto. Ora io ero suo, anima e corpo e tutto quello che pensavo e dipingevo era suo.
Per esportare valuta non si serviva di "spalloni" ma di fatture gonfiate, con sistemi molto più raffinati.
COME È FACILE DIVENTARE MERCANTE D’ARTE
Che io sappia, oggi chiunque abbia un piccolo capitale e disponga di conoscenze ed amici, costui può vantarsi d’essere mercante d’arte e commerciare in quadri. L’ignoranza è tremenda. Nessuno sa niente e tutti si fidano di quello che sa meno di tutti ma si autodefinisce “mercante d'arte”. Per fare il mercante d’arte, non necessita - secondo il pubblico che compera quadri - nemmeno di una qualsiasi licenza comunale. Il pubblico diffida completamente delle parole del pittore ed invece si fida ciecamente del primo babbeo che passa per la strada e si definisce commerciante d’arte. Le cose del mondo sono ben strane!
Uno di questi individui, di cui taccio il nome, venne a trovarmi in galleria con le lacrime e l’entusiasmo di chi ha appena toccato la veste di Gesù Cristo! Sono scene indescrivibili di felicità. Ti invitano a pranzo, a cena, ti mostrano agli amici come l’eroe puro del romanticismo mai tramontato. Ti fanno entrare nell’intimità della loro casetta da parecchi miliardi. Ti mostrano le loro lussuose automobili e persino l’aeroplano. Siccome alla famiglia ed in particolare al pilota puzza l’alito, come dice sempre Paolo Villaggio, come le fogne di Calcutta oppur come se avessero in bocca sorci marci da una settimana, il problema per me pittore è di essere gentile ma devo tentare di salvarmi dall’asfissiamento. Se siamo in inverno, bavero del paletot alzato, sciarpa da naso; barba e baffi lunghi e completamente intrisi di profumi orientali da mozzare il fiato. Bagno di alcool denaturato e poi testa diritta verso il davanti e tentativi di azzerare la conversazione. Quando l’aeroplano si alza leggero e veloce nell’aria, il comandante vuol dimostrare le sue grandi capacità di pilota acrobatico.
“Looping - voli a pancia in aria - scivolate d'ala con vite detto tonneau - guizzi in verticale - spegnimento del motore e poi giù a tutta velocità - riallineamento sul tetto delle case e volo diritto e veloce contro l'ostacolo. Il caro Paolo Villaggio ha dato qualche dimostrazione filmica di come ci si sente in preda a simili delinquenti. I pochi capelli sicuramente diventano ritti verso tutte le direzioni. I colori del volto assumono quelli più facilmente immaginabili. Lo stomaco pare essere in bocca e tra conati di vomito per giramenti di testa e per una puzza di fiato da “Superciuk” uno si aspetta di vomitare anche l’anima. Terminata l’esibizione aeronautica, via a casa dell’ospite per una pentolata di verze bollite con cotenne di maiale, fagioli, torsoli, robaccia varia e vomito assicurato. Ti invitano a spararti nel gargarozzo due litri di grappa di alcool puro fatto in casa, caffè col sale e poi sei pronto a trattare gli affari. Acquisto a prezzi convenienti con promessa di vendere ad amici: abbiamo trovato il salvatore della patria.
MERCANTI LAVORATORI PRESSO ENTI PUBBLICI E PRIVATI
Sono un buon numero. da fonti vicine ho appreso che a Roma, i dipendenti dei ministeri, non sapendo cosa fare, per totale assenza di lavoro, allora passano il tempo a vendere quadri con l’ausilio del telefono d’ufficio. Magari piazzano anche i quadri dipinti dai colleghi, nulla facenti, che hanno però l’hobby della pittura.
I professori di lettere statali e colleghi (specie nel Sud Italia) fondano gallerie d’arte, circoli culturali e sono abilissimi venditori, commercianti, creatori: infatti da un pezzetto di disegno di Guttuso ricavano con l’ausilio della tecnica di stamperie d'arte milanesi giganteschi polimaterici a trenta colori che recano addirittura la firma del maestro defunto. Miracoli e poi ancora miracoli. E lo Stato li ignora, come ignora milioni di dilettanti che vendono più loro di tutti i professionisti. Sempre miracoli. D'altra parte sia gli USA che l'Italia nel dopoguerra avevano "commissioni" contro la penetrazione del comunismo nell'arte senza riuscire a capire nulla di quanto avveniva. Certamente il Vaticano si serviva di esperti frequentatori di parrocchia che mai avevano letto Giulio Carlo Argan
MERCANTI STRACCIONI
Nessuno può immaginare quante persone campino fregando il mondo ingenuo, presentandosi come “mercanti d'arte” e rifilando croste, falsi e magari anche buoni autori senza rispettare la benché minima legge dello Stato. Dal certificato di garanzia alla fatturazione. Costoro fanno girare molte decine di milioni all’anno ma sono evasori totali e magari godono di privilegi come pensioni d’accompagnamento per malattie gravi inesistenti.
La realtà supera sempre la fantasia.
Uno di questi gode della pensione di invalidità come “cieco” con diritto all’accompagnamento. Ogni tanto lo vedo andare in mezzo alla strada incurante del traffico da solo, senza bastone bianco e con un cagnolino che se ne va per conto suo in cerca di avventure, cespugli ed alberi.
MERCANTI AL FEMMINILE
Queste appartengono alla razza “figlie” - “amanti” - “mogli”. Si può immaginare siano in buona fede. In genere credono caparbiamente in quello che dicono o pensano perché tipico del genere femminile convincersi di avere sempre ragione. Pare che la “logica”sia un tantinello assente. E POI VUOI METTERE QUANTO È FINE ESSERE “IN”ed invece di fare la casalinga o qualche altro nobile mestiere, come è fine vendere quadri. Non quadri alla portata di tutti. Quadri esotici, famosi, incomprensibili in maniera da ostentare proprio una bella superiorità intellettuale rispetto alle amiche in cerca di emozioni! Figuriamoci poi il popolaccio, la plebe, gli incolti. Vuoi mettere pronunciare tutti quei nomi stranieri e saper indicare in quale scuola metterli. Come dice il critico o la critica, che hanno studiato Arte e che perciò sono con le ali a volare lassù nell’Empireo. E che bello trattare con tutti i clienti affezionati dottori, professori, che ti fanno anche il baciamano... Che belle battaglie contro il popolaccio incolto che non conosce l'arte e non sa apprezzare "i manichini" di bambini appesi per il collo ad un alberone in città!.
IL MERCANTE “GANGSTER”
Costui in genere fa di professione l’imbianchino, ma ha studiato al liceo artistico di Brera e forse, si vocifera, abbia persino studiato pittura in questa rinomata accademia. Non è certo, non ci sono prove evidenti ma è sufficiente perché nella zona dove vive e spennella i muri, un gruppo di industriali, dal soldo facile, pensino di servirsi di lui. Questa persona è arrogante, violenta, prepotente e priva di qualsiasi scrupolo morale e quindi va bene per lo scopo di notabili in cerca sia di affari che di esportazione continuata di capitali. Questo individuo, abbastanza giovane e pieno d’iniziativa viene introdotto alla corte del "Dio denaro". Viene bene istruito e gli si affibbia l’aureola di “gran consigliere e gran intenditore di cose d'arte”. Non è né un critico d’arte né un valido pittore.
E' solo il mascalzone più adatto ai bisogni dei delinquenti che il clero e la società si ostina a benedire ed a portare come esempio di efficienza ed onestà: “la società bene”.
Il mascalzone noto ovunque come: ladro, delinquente abituale, galeotto, profittatore, mafioso, uomo pericoloso e vendicativo, prepotente, arrogante, ignorante ecc…ecc... Gode della massima protezione clericale e politico sociale. E' l’uomo di paglia in mano ad una mafia economica, che dopo la fine della seconda guerra mondiale vede arrivare nelle tasche montagne di soldi, un benessere spaventoso. L’Italia ridotta in briciole aveva bisogno di tutto. La fratellanza economico-politica portava benessere assoluto ad entrambe queste due società confraternite e poiché nessuno di loro aveva interesse né sapeva come investire in Italia per il bene della nazione, col timore del comunismo sempre latente, convenirono da buoni carbonari di organizzare un bel giro di esportazione all’estero, in tutto il mondo, dei loro capitali. Si creò quindi un grosso fondo monetario a disposizione del mascalzone e lo si innalzò a Dio dell’arte. Con i soldi facili, il Dio comprò tutte le opere di pittori esistenti sul mercato che a lui fossero graditi, non si sa con quali contratti personali tra lui e loro. Si sentirono parecchie lamentele, qualcuno giura che pittori infuriati lo inseguissero con tanto di coltellaccio da bue per macellarlo. Tutto venne coperto da una tranquillizzante coltre di silenzi. Il Dio faceva venire dall’estero pittori stranieri (non ci è dato di sapere con quali accordi) ma si può immaginare che, assieme a membri del clero in continui viaggi, arrivassero con qualche opera d’interesse particolare e poi si può supporre che ripartissero ingrassati da super mazzette di bei soldoni, destinazione sconosciuta per banche straniere. Giravano voci che lo sport maggiormente praticato fosse la scoperta di nuove banche estere, anche in capo al mondo. Tuttavia, il Dio non operava solo per i capitalisti suoi amici: sapeva lavorare bene anche per se stesso ed era uno specialista di prim’ordine a mantenere ottimi rapporti con l’ufficialità pubblica. Riusciva a trascinare con sé nei suoi affari dal semplice assessore alla cultura di chicchessia paese e città fino a nomi roboanti della cultura ufficiale e della finanza e della politica ufficiale. Ebbe la consacrazione a gran cavaliere di gran croce, commendatore dei commendatori e benefattore di associazioni sociali che erano sorte per l’assistenza e la beneficenza per gli altri che tuttavia erano sempre i soliti o i figli dei soliti ecc. ecc. Ebbene il Dio dell’arte gode della massima onorabilità!
Tutti piangono al ricordo della sua immatura dipartita. Autorità religiose, pubbliche, giornalisti, tecnici dell'arte hanno steso intorno a lui il più ampio ed inossidabile cordone di sicurezza. Con i soldi della collettività e l’ausilio dello Stato si è assicurato per la prole vita eterna, onore, gloria e potere. La sua fondazione è una delle poche che dettano legge in campo internazionale e gli “utili idioti” sfornati dalle alleate opportune università continuano acriticamente a celebrarne i trionfi.Questo tipo di mercante ed operatore di cultura verrà comunque sempre salvato da ogni critica, perché ha contribuito a trasportare all'estero, in zone sicurissime, i grandi capitali fruttati dal sudore, la morte dei lavoratori, hanno permesso ad una società chiamata liberale e cristiana di prosperare circondata da un alone di santità; mi viene allora spontaneo gridare: W Bertinotti, se fosse completamente esente dal sostenere certi artisti.
Ce ne sono di diversi tipi. Il super raffinato, che sa pensare in tre lingue contemporaneamente e sa trattare sempre contemporaneamente tre affari diversi.
Vestito all’inglese, sempre con abiti dello stesso tipo. Sempre con auto dello stesso tipo. Ogni volta che incontra la moglie, le porge la mano e le domanda come va.
Uomo di ghiaccio, non parla mai per primo. Risponde sempre di contropiede. Uomo di grande prestigio, gode della stima incondizionata delle persone “IN” che si identificano in lui come il massimo personaggio di successo. Non chiede mai, ottiene tutto quello che vuole trasmigrando i suoi ordini mentali in coloro che lo circondano. Disprezza il guadagno ma ci tiene a farne parecchio. Abile industriale di successo, concede l’onore della sua compartecipazione a migliaia di altre attività, fra cui il "mercato dell'arte".
Ha organizzato una splendida galleria con tanto di direttore da favola, ex funzionario di Brera. Si circonda di personale raffinato, di estrazione aristocratica. Saluta la moglie e va a letto con la segretaria, fidanzata ad altro industriale che con “fairplay” porta bene le corna evidentissime. Per evitare di essere rapito dai banditi al fine di riscatto, mette in atto la sua formidabile intelligenza. Non ripete mai la stessa strada (ce ne vuole di fantasia!) ed arriva in orari sempre sballati. Non scende dall’auto se non dentro la sua proprietà, dopo che il cancello è stato accuratamente richiuso. Naturalmente l’auto è blindata e sempre Alfa Romeo grigio metallizzato. È l’uomo in grigio per eccellenza. Presidente d’ogni tipo di associazione di prestigio, fonda scuole di lingue con insegnanti doc, esclusivamente importati dalle nazioni di cui insegnano la lingua. Crea fondazioni private di grande prestigio e possiede pure importanti case editrici d’arte e di altre cose. Fonda addirittura una università!. È ambizioso e cerca il successo ma non lo dà facilmente a vedere. Il suo sorriso è gelido come la morte. La sua voce è un sussurro e la sua cortesia addirittura nauseante. Tutta formalità! In realtà il suo divertimento intimo è quello di controllare alla fine della serata di lavoro quante persone è riuscito a fottere. Se per caso il numero non è soddisfacente, insorge l’insonnia ed è costretto, con la sua abituale straordinaria cortesia, a telefonare a qualche malcapitato per stringere accordi su qualche affare, che è in realtà un’elegantissima truffa. Solo così, se il conto torna, se ha soddisfatto le sue esigenze personali di truffatore in guanti bianchi, allora può chiudere occhio come un angioletto dopo aver ringraziato il buon Dio per la superba intelligenza che gli ha voluto concedere. La moglie smania da sola in un letto solitario in camera separata, con la maschera nera sugli occhi e pregando Dio perché le faccia il miracolo di trasformare quel perbenista di santo marito in un porcone plebeo super arrapato e dai modi sbrigativi di un muratore del sud Italia.
La sua servitù è composta da bei maschietti neri che più neri non è possibile, nemmeno in una notte buia in una cantina nera. Sono vestiti ineccepibilmente da servi dell’alta aristocrazia finanziaria.
Arredamento santamente spartano ma con pezzi tutti autentici e talmente di valore economico che una sedia potrebbe nutrire, per un mese, mezzo esercito svizzero. Due cani alani, puntualmente descritti nei romanzi e nei films ispirati da Paolo Villaggio.La sua cena è parca, essenziale, come quella dell’arcangelo Gabriele.
È nel giro internazionale dei nomi che contano. Tratta affari ogni volta che apre bocca. Anzi ogni volta che non l’apre, perché al suo posto parlano i suoi avvocati personali selezionatissimi per ogni disciplina giuridica. Così è l’avvocato che saluta, che parla, che tratta e che decide assieme agli esperti. Così fanno pure i grandi uomini che stanno seduti di fronte a lui, per cui le voci degli interessati non si odono mai. Alla fine sui documenti mettono la firma e si dà il via ad un nuovo affare.
Vincerà il più furbo. E vince quasi sempre “lui”. Quando perde: solo un leggero tremito del labbro della bocca, un mezzo sospiro e nulla più.
Questo è un tipo di mercante con il quale ho avuto l’onore immenso di firmare un contratto in esclusiva mondiale. Tramite il suo potente ufficio spionaggio e delazioni, nel giro di tre giorni aveva saputo tutto di me, dei miei vizi e della mia non dovizia. Come Dio ci vede anche nel buio dei gabinetti mentre diamo sfogo alla masturbazione e segna nel suo pallottoliere i nostri singoli peccati, così "lui" aveva un dossier sulla mia vita, opere e nefandezze da far paura. Non lo diceva apertamente, perché lui era un vero signore: lo faceva capire con mezze frasette, qualche cifretta ecc. ecc. Quando si seppe che “tale maestà” si voleva legare con me con un contratto scritto, uomini di legge amanti dell'arte e di professione giudici di tribunale si offrirono spontaneamente per assistermi nella fase della contrattazione e poi della firma. Lo resi noto a Sua Maestà, ma questi, per la prima volta in tutta la sua vita, s’incazzò come un triviale manovale analfabeta e povero. Niente da fare. Io da solo, seduto su una sediolina bassa, bassa e dietro alla imponente scrivania un esercito di esperti d’ogni tipo. Seduti su altri scranni e sedie erano aquile miste ad avvoltoi che mi spiavano, controllavano ed analizzavano le mie parole. Si ha da fare così e cosà. Come accennavo a qualche modifica, un sommesso ringhiare di lupi della steppa faceva intendere che era meglio smettere. Una parola ancora e sarei stato sbranato. Il più alto di tutti era "lui", "il Re Sole", che stava addirittura in piedi, magari alzandosi sulle punte. Quando stavo per firmare, egli, il grande, sorrise. Tutto fu compiuto. Ora io ero suo, anima e corpo e tutto quello che pensavo e dipingevo era suo.
Per esportare valuta non si serviva di "spalloni" ma di fatture gonfiate, con sistemi molto più raffinati.
COME È FACILE DIVENTARE MERCANTE D’ARTE
Che io sappia, oggi chiunque abbia un piccolo capitale e disponga di conoscenze ed amici, costui può vantarsi d’essere mercante d’arte e commerciare in quadri. L’ignoranza è tremenda. Nessuno sa niente e tutti si fidano di quello che sa meno di tutti ma si autodefinisce “mercante d'arte”. Per fare il mercante d’arte, non necessita - secondo il pubblico che compera quadri - nemmeno di una qualsiasi licenza comunale. Il pubblico diffida completamente delle parole del pittore ed invece si fida ciecamente del primo babbeo che passa per la strada e si definisce commerciante d’arte. Le cose del mondo sono ben strane!
Uno di questi individui, di cui taccio il nome, venne a trovarmi in galleria con le lacrime e l’entusiasmo di chi ha appena toccato la veste di Gesù Cristo! Sono scene indescrivibili di felicità. Ti invitano a pranzo, a cena, ti mostrano agli amici come l’eroe puro del romanticismo mai tramontato. Ti fanno entrare nell’intimità della loro casetta da parecchi miliardi. Ti mostrano le loro lussuose automobili e persino l’aeroplano. Siccome alla famiglia ed in particolare al pilota puzza l’alito, come dice sempre Paolo Villaggio, come le fogne di Calcutta oppur come se avessero in bocca sorci marci da una settimana, il problema per me pittore è di essere gentile ma devo tentare di salvarmi dall’asfissiamento. Se siamo in inverno, bavero del paletot alzato, sciarpa da naso; barba e baffi lunghi e completamente intrisi di profumi orientali da mozzare il fiato. Bagno di alcool denaturato e poi testa diritta verso il davanti e tentativi di azzerare la conversazione. Quando l’aeroplano si alza leggero e veloce nell’aria, il comandante vuol dimostrare le sue grandi capacità di pilota acrobatico.
“Looping - voli a pancia in aria - scivolate d'ala con vite detto tonneau - guizzi in verticale - spegnimento del motore e poi giù a tutta velocità - riallineamento sul tetto delle case e volo diritto e veloce contro l'ostacolo. Il caro Paolo Villaggio ha dato qualche dimostrazione filmica di come ci si sente in preda a simili delinquenti. I pochi capelli sicuramente diventano ritti verso tutte le direzioni. I colori del volto assumono quelli più facilmente immaginabili. Lo stomaco pare essere in bocca e tra conati di vomito per giramenti di testa e per una puzza di fiato da “Superciuk” uno si aspetta di vomitare anche l’anima. Terminata l’esibizione aeronautica, via a casa dell’ospite per una pentolata di verze bollite con cotenne di maiale, fagioli, torsoli, robaccia varia e vomito assicurato. Ti invitano a spararti nel gargarozzo due litri di grappa di alcool puro fatto in casa, caffè col sale e poi sei pronto a trattare gli affari. Acquisto a prezzi convenienti con promessa di vendere ad amici: abbiamo trovato il salvatore della patria.
MERCANTI LAVORATORI PRESSO ENTI PUBBLICI E PRIVATI
Sono un buon numero. da fonti vicine ho appreso che a Roma, i dipendenti dei ministeri, non sapendo cosa fare, per totale assenza di lavoro, allora passano il tempo a vendere quadri con l’ausilio del telefono d’ufficio. Magari piazzano anche i quadri dipinti dai colleghi, nulla facenti, che hanno però l’hobby della pittura.
I professori di lettere statali e colleghi (specie nel Sud Italia) fondano gallerie d’arte, circoli culturali e sono abilissimi venditori, commercianti, creatori: infatti da un pezzetto di disegno di Guttuso ricavano con l’ausilio della tecnica di stamperie d'arte milanesi giganteschi polimaterici a trenta colori che recano addirittura la firma del maestro defunto. Miracoli e poi ancora miracoli. E lo Stato li ignora, come ignora milioni di dilettanti che vendono più loro di tutti i professionisti. Sempre miracoli. D'altra parte sia gli USA che l'Italia nel dopoguerra avevano "commissioni" contro la penetrazione del comunismo nell'arte senza riuscire a capire nulla di quanto avveniva. Certamente il Vaticano si serviva di esperti frequentatori di parrocchia che mai avevano letto Giulio Carlo Argan
MERCANTI STRACCIONI
Nessuno può immaginare quante persone campino fregando il mondo ingenuo, presentandosi come “mercanti d'arte” e rifilando croste, falsi e magari anche buoni autori senza rispettare la benché minima legge dello Stato. Dal certificato di garanzia alla fatturazione. Costoro fanno girare molte decine di milioni all’anno ma sono evasori totali e magari godono di privilegi come pensioni d’accompagnamento per malattie gravi inesistenti.
La realtà supera sempre la fantasia.
Uno di questi gode della pensione di invalidità come “cieco” con diritto all’accompagnamento. Ogni tanto lo vedo andare in mezzo alla strada incurante del traffico da solo, senza bastone bianco e con un cagnolino che se ne va per conto suo in cerca di avventure, cespugli ed alberi.
MERCANTI AL FEMMINILE
Queste appartengono alla razza “figlie” - “amanti” - “mogli”. Si può immaginare siano in buona fede. In genere credono caparbiamente in quello che dicono o pensano perché tipico del genere femminile convincersi di avere sempre ragione. Pare che la “logica”sia un tantinello assente. E POI VUOI METTERE QUANTO È FINE ESSERE “IN”ed invece di fare la casalinga o qualche altro nobile mestiere, come è fine vendere quadri. Non quadri alla portata di tutti. Quadri esotici, famosi, incomprensibili in maniera da ostentare proprio una bella superiorità intellettuale rispetto alle amiche in cerca di emozioni! Figuriamoci poi il popolaccio, la plebe, gli incolti. Vuoi mettere pronunciare tutti quei nomi stranieri e saper indicare in quale scuola metterli. Come dice il critico o la critica, che hanno studiato Arte e che perciò sono con le ali a volare lassù nell’Empireo. E che bello trattare con tutti i clienti affezionati dottori, professori, che ti fanno anche il baciamano... Che belle battaglie contro il popolaccio incolto che non conosce l'arte e non sa apprezzare "i manichini" di bambini appesi per il collo ad un alberone in città!.
IL MERCANTE “GANGSTER”
Costui in genere fa di professione l’imbianchino, ma ha studiato al liceo artistico di Brera e forse, si vocifera, abbia persino studiato pittura in questa rinomata accademia. Non è certo, non ci sono prove evidenti ma è sufficiente perché nella zona dove vive e spennella i muri, un gruppo di industriali, dal soldo facile, pensino di servirsi di lui. Questa persona è arrogante, violenta, prepotente e priva di qualsiasi scrupolo morale e quindi va bene per lo scopo di notabili in cerca sia di affari che di esportazione continuata di capitali. Questo individuo, abbastanza giovane e pieno d’iniziativa viene introdotto alla corte del "Dio denaro". Viene bene istruito e gli si affibbia l’aureola di “gran consigliere e gran intenditore di cose d'arte”. Non è né un critico d’arte né un valido pittore.
E' solo il mascalzone più adatto ai bisogni dei delinquenti che il clero e la società si ostina a benedire ed a portare come esempio di efficienza ed onestà: “la società bene”.
Il mascalzone noto ovunque come: ladro, delinquente abituale, galeotto, profittatore, mafioso, uomo pericoloso e vendicativo, prepotente, arrogante, ignorante ecc…ecc... Gode della massima protezione clericale e politico sociale. E' l’uomo di paglia in mano ad una mafia economica, che dopo la fine della seconda guerra mondiale vede arrivare nelle tasche montagne di soldi, un benessere spaventoso. L’Italia ridotta in briciole aveva bisogno di tutto. La fratellanza economico-politica portava benessere assoluto ad entrambe queste due società confraternite e poiché nessuno di loro aveva interesse né sapeva come investire in Italia per il bene della nazione, col timore del comunismo sempre latente, convenirono da buoni carbonari di organizzare un bel giro di esportazione all’estero, in tutto il mondo, dei loro capitali. Si creò quindi un grosso fondo monetario a disposizione del mascalzone e lo si innalzò a Dio dell’arte. Con i soldi facili, il Dio comprò tutte le opere di pittori esistenti sul mercato che a lui fossero graditi, non si sa con quali contratti personali tra lui e loro. Si sentirono parecchie lamentele, qualcuno giura che pittori infuriati lo inseguissero con tanto di coltellaccio da bue per macellarlo. Tutto venne coperto da una tranquillizzante coltre di silenzi. Il Dio faceva venire dall’estero pittori stranieri (non ci è dato di sapere con quali accordi) ma si può immaginare che, assieme a membri del clero in continui viaggi, arrivassero con qualche opera d’interesse particolare e poi si può supporre che ripartissero ingrassati da super mazzette di bei soldoni, destinazione sconosciuta per banche straniere. Giravano voci che lo sport maggiormente praticato fosse la scoperta di nuove banche estere, anche in capo al mondo. Tuttavia, il Dio non operava solo per i capitalisti suoi amici: sapeva lavorare bene anche per se stesso ed era uno specialista di prim’ordine a mantenere ottimi rapporti con l’ufficialità pubblica. Riusciva a trascinare con sé nei suoi affari dal semplice assessore alla cultura di chicchessia paese e città fino a nomi roboanti della cultura ufficiale e della finanza e della politica ufficiale. Ebbe la consacrazione a gran cavaliere di gran croce, commendatore dei commendatori e benefattore di associazioni sociali che erano sorte per l’assistenza e la beneficenza per gli altri che tuttavia erano sempre i soliti o i figli dei soliti ecc. ecc. Ebbene il Dio dell’arte gode della massima onorabilità!
Tutti piangono al ricordo della sua immatura dipartita. Autorità religiose, pubbliche, giornalisti, tecnici dell'arte hanno steso intorno a lui il più ampio ed inossidabile cordone di sicurezza. Con i soldi della collettività e l’ausilio dello Stato si è assicurato per la prole vita eterna, onore, gloria e potere. La sua fondazione è una delle poche che dettano legge in campo internazionale e gli “utili idioti” sfornati dalle alleate opportune università continuano acriticamente a celebrarne i trionfi.Questo tipo di mercante ed operatore di cultura verrà comunque sempre salvato da ogni critica, perché ha contribuito a trasportare all'estero, in zone sicurissime, i grandi capitali fruttati dal sudore, la morte dei lavoratori, hanno permesso ad una società chiamata liberale e cristiana di prosperare circondata da un alone di santità; mi viene allora spontaneo gridare: W Bertinotti, se fosse completamente esente dal sostenere certi artisti.
LA SUPERSTIZIONE E L'EDUCAZIONE FAMILIARE
SENZA LAVORO-cm. 60x50-2007-acrilico su tavola
Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, la superstizione regnava sovrana specie tra le persone di scarsa cultura. L’analfabetismo era estremamente diffuso e le convinzioni sul malocchio erano talmente presenti in tutti gli strati sociali a tal punto da condizionare anche le classi più evolute. Basti pensare ai film comici basati sulle credenze popolari: lo iettatore o il gobbo portafortuna. Totò ha interpretato un personaggio, creato dalla fantasia del grande Pirandello, considerato poratore di malasorte per cui, alla fine, questi chiede ed ottiene la patente di iettatore, fissando addirittura tariffe da pagare onde evitare il suo malefico sguardo.Pensate che nella mia infanzia ho avuto la possibilità di ascoltare dialoghi che al giorno d’oggi sarebbero considerati frutto di follia. Le donne, tra le quali mia madre, mia nonna e le vicine di casa, affermavano con autorità di aver visto altre donne trasformarsi in gatto per compiere malefici. Quasi ogni settimana mamma e nonna andavano alla ricerca di forcine, pettinini, penne e piume ed altro materiale diabolico che qualche vicina invidiosa poteva aver infilato nei cuscini del letto se non addirittura nel materasso. L’artigiano che ricardava la lana dei materassi aveva un gran lavoro ed alla fine consegnava alle signore pettini, forcine, pezzi di ossa animali, nodi di corda e quant’altro la superstizione indicasse. Le donne consideravano questi oggetti di malocchio la causa di presunte disgrazie e pagavano volentieri l’operaio, che a mio avviso fingeva di trovare sempre oggetti spregevoli causa di ogni malumore e malattia delle povere donne. La benedizione delle case e dei letti in particolare era considerata necessaria dal popolo per cui i frati vicino alle case popolari, dove io abitavo, avevano sempre il loro impegno. Non era raro il caso in cui qualche bella signora della ricca borghesia ben vestita venisse scambiata per un’angelo del signore se non addirittura la Madonna in persona cui chiedere grazie e favori. In questo clima di superstizione, una maledizione sceneggiata con riti ed imprecazioni era ritenuta così lesiva da condizionare la vita delle persone. La mia famiglia non ne era esente e la maledizione espressa dal nonno siciliano contro di me (maschio) ha influito negativamente sulla mia personale vita. Quando nacqui non fui ben accettato e mio padre, probabilmente, decise di abbandonare la famiglia. Forse mia madre addossò alla mia persona tutte le situazioni difficili della famiglia. L’unica persona che ne soffrì veramente tanto fu mia nonna Maria, che piangeva spesso ricordando la maledizione e si rivolgeva a me piccino come se io potessi fare qualche cosa per evitarla. Quando poi da ragazzo manifestai la volontà di diventare pittore, si realizzò la maledizione e tutte le nefaste conseguenze che ne dovetti subire. La decisione di mia madre nel punirmi deriva da tutta una mentalità retrograda che cercherò di riassumere. Le persone della piccola, piccola borghesia, senza cultura ed orecchianti di frasi carpite con disattenzione da conversazioni altrui portavano a pensare una serie di considerazioni: i genitori avevano diritto di vita e di morte sui propri figli. Contava solo la volontà dei genitori. I figli dovevano solo obbidire e tacere. Gli unici mezzi di persuasione erano le punizioni morali e fisiche. Nessuna idea doveva essere presa in considerazione da parte dei genitori se i figli si lamentavano od esprimevano desideri diversi dalla famiglia. Valeva il solo “pensiero unico”. Le femmine erano considerata fragili e da proteggere contro i maschi anche se fratelli. I figli maggiori avevano tutti i diritti. Per le femmine la famiglia era impegnata da sempre a costituire la ricca dote per un matrimonio lussuoso. Per i maschi niente di niente salvo costringerli al lavoro. Lo studio dei maschi doveva rendere come il lavoro degli operai. Nei confronti dei maschi l’educazione avveniva solo con la ferocia di un superiore militare che doveva vincere con la violenza ogni resistenza del figlio. “Parla solo quando sei interrogato!” Di fronte a manifestazioni di malattia o di disagio il padre infieriva con le botte, le punizioni e le minacce di morte. Solo con questa educazione le buone famiglie piccolo borghesi erano convinte di educare nella maniera giusta il figlio. Imposizioni, nessun ascolto e violenza fisica. Pare che questo tipo di educazione fosse impartita anche dal clero e dal clero giustificata per la famiglia. Nel sud le femmine a dodici anni andavano spose o a servizio come cameriere. I maschi a dodici anni andavano in cava o in miniera di sale o carbone. Nel nord i maschi andavano a lavorare in fonderia. Pochi i genitori che facevano studiare i figli e le scuole erano di tre tipi: a) per i ricchi – b) avviamento al lavoro maschile – c) avviamento al lavoro femminile. L’arte era una cosa da ricchi e la peggiore disgrazia era che un figlio manifestasse il desiderio di fare il pittore. Questo è il mio caso!. Sono stato costretto ad uddidire e per salvarmi dalla depressione, appena mi fu concessa l’occasione, scappai da casa per lavorare come viaggiatore di commercio. Lontano dalla famiglia, finalmente!.Voglio tranquillizzare tutte le brave famiglie del nord Italia. Per carattere e tradizioni, le regioni settentrionali sono state più liberali, dotate di maggiore tolleranza e buon senso. La mia famiglia invece risentiva fortemente della sicilianità di mio padre.
Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, la superstizione regnava sovrana specie tra le persone di scarsa cultura. L’analfabetismo era estremamente diffuso e le convinzioni sul malocchio erano talmente presenti in tutti gli strati sociali a tal punto da condizionare anche le classi più evolute. Basti pensare ai film comici basati sulle credenze popolari: lo iettatore o il gobbo portafortuna. Totò ha interpretato un personaggio, creato dalla fantasia del grande Pirandello, considerato poratore di malasorte per cui, alla fine, questi chiede ed ottiene la patente di iettatore, fissando addirittura tariffe da pagare onde evitare il suo malefico sguardo.Pensate che nella mia infanzia ho avuto la possibilità di ascoltare dialoghi che al giorno d’oggi sarebbero considerati frutto di follia. Le donne, tra le quali mia madre, mia nonna e le vicine di casa, affermavano con autorità di aver visto altre donne trasformarsi in gatto per compiere malefici. Quasi ogni settimana mamma e nonna andavano alla ricerca di forcine, pettinini, penne e piume ed altro materiale diabolico che qualche vicina invidiosa poteva aver infilato nei cuscini del letto se non addirittura nel materasso. L’artigiano che ricardava la lana dei materassi aveva un gran lavoro ed alla fine consegnava alle signore pettini, forcine, pezzi di ossa animali, nodi di corda e quant’altro la superstizione indicasse. Le donne consideravano questi oggetti di malocchio la causa di presunte disgrazie e pagavano volentieri l’operaio, che a mio avviso fingeva di trovare sempre oggetti spregevoli causa di ogni malumore e malattia delle povere donne. La benedizione delle case e dei letti in particolare era considerata necessaria dal popolo per cui i frati vicino alle case popolari, dove io abitavo, avevano sempre il loro impegno. Non era raro il caso in cui qualche bella signora della ricca borghesia ben vestita venisse scambiata per un’angelo del signore se non addirittura la Madonna in persona cui chiedere grazie e favori. In questo clima di superstizione, una maledizione sceneggiata con riti ed imprecazioni era ritenuta così lesiva da condizionare la vita delle persone. La mia famiglia non ne era esente e la maledizione espressa dal nonno siciliano contro di me (maschio) ha influito negativamente sulla mia personale vita. Quando nacqui non fui ben accettato e mio padre, probabilmente, decise di abbandonare la famiglia. Forse mia madre addossò alla mia persona tutte le situazioni difficili della famiglia. L’unica persona che ne soffrì veramente tanto fu mia nonna Maria, che piangeva spesso ricordando la maledizione e si rivolgeva a me piccino come se io potessi fare qualche cosa per evitarla. Quando poi da ragazzo manifestai la volontà di diventare pittore, si realizzò la maledizione e tutte le nefaste conseguenze che ne dovetti subire. La decisione di mia madre nel punirmi deriva da tutta una mentalità retrograda che cercherò di riassumere. Le persone della piccola, piccola borghesia, senza cultura ed orecchianti di frasi carpite con disattenzione da conversazioni altrui portavano a pensare una serie di considerazioni: i genitori avevano diritto di vita e di morte sui propri figli. Contava solo la volontà dei genitori. I figli dovevano solo obbidire e tacere. Gli unici mezzi di persuasione erano le punizioni morali e fisiche. Nessuna idea doveva essere presa in considerazione da parte dei genitori se i figli si lamentavano od esprimevano desideri diversi dalla famiglia. Valeva il solo “pensiero unico”. Le femmine erano considerata fragili e da proteggere contro i maschi anche se fratelli. I figli maggiori avevano tutti i diritti. Per le femmine la famiglia era impegnata da sempre a costituire la ricca dote per un matrimonio lussuoso. Per i maschi niente di niente salvo costringerli al lavoro. Lo studio dei maschi doveva rendere come il lavoro degli operai. Nei confronti dei maschi l’educazione avveniva solo con la ferocia di un superiore militare che doveva vincere con la violenza ogni resistenza del figlio. “Parla solo quando sei interrogato!” Di fronte a manifestazioni di malattia o di disagio il padre infieriva con le botte, le punizioni e le minacce di morte. Solo con questa educazione le buone famiglie piccolo borghesi erano convinte di educare nella maniera giusta il figlio. Imposizioni, nessun ascolto e violenza fisica. Pare che questo tipo di educazione fosse impartita anche dal clero e dal clero giustificata per la famiglia. Nel sud le femmine a dodici anni andavano spose o a servizio come cameriere. I maschi a dodici anni andavano in cava o in miniera di sale o carbone. Nel nord i maschi andavano a lavorare in fonderia. Pochi i genitori che facevano studiare i figli e le scuole erano di tre tipi: a) per i ricchi – b) avviamento al lavoro maschile – c) avviamento al lavoro femminile. L’arte era una cosa da ricchi e la peggiore disgrazia era che un figlio manifestasse il desiderio di fare il pittore. Questo è il mio caso!. Sono stato costretto ad uddidire e per salvarmi dalla depressione, appena mi fu concessa l’occasione, scappai da casa per lavorare come viaggiatore di commercio. Lontano dalla famiglia, finalmente!.Voglio tranquillizzare tutte le brave famiglie del nord Italia. Per carattere e tradizioni, le regioni settentrionali sono state più liberali, dotate di maggiore tolleranza e buon senso. La mia famiglia invece risentiva fortemente della sicilianità di mio padre.
domenica 15 giugno 2008
IL MERCANTE "RE SOLE"
RITRATTO DI MILIARDARIO-cm.100x100-1990
Voleva trarre vantaggio dal mio nome che era stato reso noto a livello ITALIA da un articolo apparso in terza pagina (la pagina della cultura) in un notissimo quotidiano. Mi chiese subito di ripetere l’operazione che fu impossibile per il rifiuto dello stesso giornalista. Il RE SOLE aveva già comperato tutto quanto avevo in casa e nello studio e pagato senza batter ciglio. Ora, con il contratto capestro, si vendicava. Se sarà il caso pubblicherò il contratto stesso e tutti i successivi. La sostanza fu che LUI divenne padrone assoluto e dispotico di me come creatore d’arte. Ebbe così il controllo assoluto su quattrocentoventicinque quadri. Ne tagliò qualcuno senza la mia autorizzazione e ne vendette separatamente le parti. Ebbe migliaia di litografie originali ed anche le lastre “biffate”. Mi dovetti comperare qualche mia litografia con i miei soldi, rinunciando al diritto che la legge ha previsto per l’autore di entrare in possesso di una certa percentuale. Firmai come un matto. Vendettero moltissimo in tutta ITALIA e si fecero un enorme portafoglio clienti. Maltrattavano e distruggevano le mie opere e rispondevano, alle mie rimostranze, che a GINEVRA, MADAME MOTTE faceva ancor peggio con i RENOIR, i MANET, i MONET, i PICASSO ecc. Tanto per dire che se quella gentildonna si permetteva di sciupare simili autori figuriamoci se lui non si poteva permettere di rovinare le mie opere. Non mi consultò mai in nessuna occasione sulle opere da esporre. Non mi diedero mai alcuna informazione. Non mantennero nessuno dei patti scritti o a voce. Per la disperazione mi costrinsero a tagliare gran parte della mia coda di lucertola per salvarmi. Riuscii solo perché ero giovane e forte. Distrussero poi il mio mercato ed io sopportai con rabbia ma impotente, perché gli avvocati non si mettono contro i ricconi potenti. Diedero a porci e cani le mie opere perché ne facessero scempio e non rispettarono nemmeno la LEGGE ITALIANA che impone per la vendita CERTIFICATO DI GARANZIA e FATTURAZIONE e REGISTRO DELLE OPERE VENDUTE. La estrema superiorità economica e sociale del RE SOLE permetteva al RE di schiacciare sotto il tallone delle sue scarpe ogni mio diritto e poi di sputarmi addosso. La moglie, generata con l’oro e partorita nell’abbondanza, fu ancora più feroce nel vandalizzare tutta la mia figura di artista e tagliò a pezzi i miei quadri a suo arbitrio. Io chiesi ad un avvocato che si professava mio amico, di tutelare i miei interessi. L’avvocato sta ancora studiando il caso. Speriamo bene.
Ho dimenticato di dire che nel contratto figurava anche un sostanzioso numero di disegni gratuiti. Almeno trecentocinquanta. Ma l’entusiasmo del giovane artista fece miracoli e regalai spontaneamente di più.
Attenzione, amici, ai grandi MERCANTI DI SUCCESSO!
Questo tipo di mercante RE SOLE non agisce perché innamorato dell’arte: di arte come tutti i mercati d’arte e la corte di esperti di cui si circondano, non capiscono assolutamente niente. Dal comune avevano avuto una licenza commerciale per vendere specchi e specchietti, cornicine e cornicette, mobili e mobiletti, cianfrusaglie d’ogni tipo, comprese vecchie e nuove stampe, quadri cosiddetti “commerciali” o di quel tipo, che convenzionalmente tra di loro hanno fatto un accordo, per cui hanno un elevato costo e garantiscono quindi un ottimo guadagno. In realtà tra il più umile degli sprovveduti ed il grande mercante RE SOLE non ci sono sostanziali differenze di gusto e sensibilità. Il RE SOLE possiede l’arroganza (come tutti i RE SOLE dell’universo) di affermare che questo quadro è da comperare mentre gli altri sono da bruciare. SOLO ARROGANZA E BUCO NERO NELLA MENTE. Il loro cervello tiene a mente solo quei nomi che rappresentano ai loro occhi, proprio come nei fumetti di ZIO PAPERONE, dollaroni rotanti. Lontano da loro l’idea di fare cultura e sostenere l’arte. Questa è solo un pretesto!
DEL RESTO I LORO AFFEZIONATI COMPRATORI RAGIONANO NELLA STESSA IDENTICA MANIERA. Trattasi di un mondo fasullo basato sull’effimero della moda, imposta da “UTILI IDIOTI” intellettuali rossi o neri, mafiosi o d’altro tipo che abusivamente tengono il potere delle raccomandazioni in un “INCIUCIO INTERNAZIONALE” terrificante, nel quale non esiste alcuna morale ed etica. Solo la difesa dei propri soldi e dei simboli del potere sociale, economico, culturale e politico.
L’INCIUCIO politico attraverso i FUNZIONARI DI STATO opportunamente preposti per favorire gli uni a danno degli altri, sostengono a spada tratta l’operato mostruoso di questa obbrobriosa marmellata di interessi. L’interessante però è che tutto il “cloacume” dell’arte e della cultura non è sorretto da alcuna disposizione legale e costituzionale. Come nella favola del RE NUDO, tutti vedono che il re non indossa costosissimi e lussuosissimi vestimenti, bensì è nudo. Il conformismo generale fa sì che tutti gridino al miracolo: il re è ultravestito con ultra abiti straordinari. Poi si leva la vocina di un bimbo innocente che grida: “MA ILRE È NUDO!” ed allora anche le personalità ed il popolo si accorgono che il re è veramente nudo.Attualmente non servono più licenze commerciali: bastano i soldi e le amicizie danarose!
Ho dimenticato di dire che nel contratto figurava anche un sostanzioso numero di disegni gratuiti. Almeno trecentocinquanta. Ma l’entusiasmo del giovane artista fece miracoli e regalai spontaneamente di più.
Attenzione, amici, ai grandi MERCANTI DI SUCCESSO!
Questo tipo di mercante RE SOLE non agisce perché innamorato dell’arte: di arte come tutti i mercati d’arte e la corte di esperti di cui si circondano, non capiscono assolutamente niente. Dal comune avevano avuto una licenza commerciale per vendere specchi e specchietti, cornicine e cornicette, mobili e mobiletti, cianfrusaglie d’ogni tipo, comprese vecchie e nuove stampe, quadri cosiddetti “commerciali” o di quel tipo, che convenzionalmente tra di loro hanno fatto un accordo, per cui hanno un elevato costo e garantiscono quindi un ottimo guadagno. In realtà tra il più umile degli sprovveduti ed il grande mercante RE SOLE non ci sono sostanziali differenze di gusto e sensibilità. Il RE SOLE possiede l’arroganza (come tutti i RE SOLE dell’universo) di affermare che questo quadro è da comperare mentre gli altri sono da bruciare. SOLO ARROGANZA E BUCO NERO NELLA MENTE. Il loro cervello tiene a mente solo quei nomi che rappresentano ai loro occhi, proprio come nei fumetti di ZIO PAPERONE, dollaroni rotanti. Lontano da loro l’idea di fare cultura e sostenere l’arte. Questa è solo un pretesto!
DEL RESTO I LORO AFFEZIONATI COMPRATORI RAGIONANO NELLA STESSA IDENTICA MANIERA. Trattasi di un mondo fasullo basato sull’effimero della moda, imposta da “UTILI IDIOTI” intellettuali rossi o neri, mafiosi o d’altro tipo che abusivamente tengono il potere delle raccomandazioni in un “INCIUCIO INTERNAZIONALE” terrificante, nel quale non esiste alcuna morale ed etica. Solo la difesa dei propri soldi e dei simboli del potere sociale, economico, culturale e politico.
L’INCIUCIO politico attraverso i FUNZIONARI DI STATO opportunamente preposti per favorire gli uni a danno degli altri, sostengono a spada tratta l’operato mostruoso di questa obbrobriosa marmellata di interessi. L’interessante però è che tutto il “cloacume” dell’arte e della cultura non è sorretto da alcuna disposizione legale e costituzionale. Come nella favola del RE NUDO, tutti vedono che il re non indossa costosissimi e lussuosissimi vestimenti, bensì è nudo. Il conformismo generale fa sì che tutti gridino al miracolo: il re è ultravestito con ultra abiti straordinari. Poi si leva la vocina di un bimbo innocente che grida: “MA ILRE È NUDO!” ed allora anche le personalità ed il popolo si accorgono che il re è veramente nudo.Attualmente non servono più licenze commerciali: bastano i soldi e le amicizie danarose!
CHI E' PIU' ASSASSINO?
Se una persona afferma che ama e preferisce un tremendo assassino e che porta stima al suo operato vuol dire che ha identità di sentire e che pensa come lui. Voi come lo considerate? Se questa persona continua a rincarare la dose dicendo che questo tremendo personaggio è il meglio che l’umanità presenta al momento storico, che la nazione che costui guida con potere assoluto è la migliore, voi come lo giudicate? Se Gesù Cristo ha affermato con vigore, in tutti e tre i vangeli sinottici ritenuti tra i più veritieri, che si deve amare il nemico e chiedere benedizione per lui, voi come lo considerate? Dalla filosofia si apprende che per “sillogismo” queste orripilanti affermazioni significano che chi loda l’assassino è assassino lui stesso. Chi è dunque questo monarca diabolico che siede sul trono di Gesù Cristo e comanda un miliardo e più di fedeli? Spero di avere capito male e quindi di essere io in errore. Pertanto chiedo scusa e faccio atto di pentimento. Comunque Cristo ha detto: “Non uccidere!”.
martedì 10 giugno 2008
DA SHAKESPEARE, SI TROVA UN INVITO A SPERARE
PALCOSCENICO-cm.60x80-2008-acrilico su tela
Il messaggio amaro che traggo dall'esistenza della mia famiglia è questo: non c'è speranza per gli onesti. Non vale il sacrificio ed il comportarsi bene secondo una morale insegnata per tenere le masse tranquille segregate nel terrore della punizione dopo la morte. I furbi, i vincitori sono i disonesti, quelli che si servono delle leggi morali per controllare gli altri, mentre loro rubano, con eleganza, secondo le leggi. Il vero Dio del mondo è il denaro e le banche sono le vere chiese! Se tuo padre è importante e può aiutare anche gli altri, allora tutte le porte ti si aprono e tu puoi sperare in un futuro. Altrimenti sei rifiutato: non c'e merito che tenga; quello che conta è il conto in banca. I poveracci a volte per non scomparire, diventano pedine dei più potenti, magari servitori delle mafie. Anche nel campo dell'arte vale la stessa regola. Se puoi far guadagnare molto gli altri, vai bene, altrimenti sei zero. Tuttavia Shakespeare ci dà la speranza che a volte il valore e il coraggio possono vincere.ENRICO V° D’INGHILTERRA ormai perduto, senza più esercito, né forza, viene oltraggiato dall’araldo francese che gli porta l’annuncio della sconfitta e proposta per il suo riscatto. Egli deve subire la tracotanza dei principi nemici, freschi, ben armati e protetti in corazze scintillanti, con destrieri di fuoco e soldati numerosi e sicuri della vittoria. Ebbene è proprio la disperazione di ENRICO V°, che dal basso della sua inferiorità, slancia gli animi dei superstiti alla vittoria, alla quale nemmeno crede. Dopo la battaglia, l'araldo francese si fa umile ed implora di seppellire i cadaveri dei suoi soldati sommersi nel fango e nella vergogna, Enrico V° prende coscienza della insperata vittoria. Così anche il povero ed isolato pittore schiacciato sotto il tallone del potentissimo esercito dei nemici, ebbene riesce a sconvolgere l’avversario troppo sicuro del proprio trionfo. Non già la forza delle armi e del denaro, ma la forza delle idee avrà la vittoria.
Il messaggio amaro che traggo dall'esistenza della mia famiglia è questo: non c'è speranza per gli onesti. Non vale il sacrificio ed il comportarsi bene secondo una morale insegnata per tenere le masse tranquille segregate nel terrore della punizione dopo la morte. I furbi, i vincitori sono i disonesti, quelli che si servono delle leggi morali per controllare gli altri, mentre loro rubano, con eleganza, secondo le leggi. Il vero Dio del mondo è il denaro e le banche sono le vere chiese! Se tuo padre è importante e può aiutare anche gli altri, allora tutte le porte ti si aprono e tu puoi sperare in un futuro. Altrimenti sei rifiutato: non c'e merito che tenga; quello che conta è il conto in banca. I poveracci a volte per non scomparire, diventano pedine dei più potenti, magari servitori delle mafie. Anche nel campo dell'arte vale la stessa regola. Se puoi far guadagnare molto gli altri, vai bene, altrimenti sei zero. Tuttavia Shakespeare ci dà la speranza che a volte il valore e il coraggio possono vincere.ENRICO V° D’INGHILTERRA ormai perduto, senza più esercito, né forza, viene oltraggiato dall’araldo francese che gli porta l’annuncio della sconfitta e proposta per il suo riscatto. Egli deve subire la tracotanza dei principi nemici, freschi, ben armati e protetti in corazze scintillanti, con destrieri di fuoco e soldati numerosi e sicuri della vittoria. Ebbene è proprio la disperazione di ENRICO V°, che dal basso della sua inferiorità, slancia gli animi dei superstiti alla vittoria, alla quale nemmeno crede. Dopo la battaglia, l'araldo francese si fa umile ed implora di seppellire i cadaveri dei suoi soldati sommersi nel fango e nella vergogna, Enrico V° prende coscienza della insperata vittoria. Così anche il povero ed isolato pittore schiacciato sotto il tallone del potentissimo esercito dei nemici, ebbene riesce a sconvolgere l’avversario troppo sicuro del proprio trionfo. Non già la forza delle armi e del denaro, ma la forza delle idee avrà la vittoria.
COME SI TRUFFANO GLI INGORDI
MALINCONIA D'ARLECCHINO-cm.120x90-1953-olio su tela
VIVE ANCORA ARLECCHINO?-cm.60x50-2008-acrilico su tela
Il bel signore, con tanto di barba e baffi curati come pochi possono vantare, ostentava un grande luminoso anello di diamanti che d’abitudine mostrava alzando ritmicamente il braccio al fine di lisciarsi i baffi. I riflessi di luce di tutto l’arcobaleno garantivano assieme al vestito di classe, doppiopetto con gilet e catenone d’oro legato alla notevole cipolla sita nel taschino, il benessere economico e la classe dell’illustre visitatore. Sceso dalla lussuosa MERCEDES, con tanto d’autista in livrea, si appoggiava ad un bastone d’altri tempi più idoneo a completare l’immagine del suo padrone che non a sorreggere la mole notevole di siffatto personaggio.
Con atteggiamento d’esperto, il distinto signore passava in rassegna le mie opere. Ad un passo dietro di lui, apprezzavo i complimenti boffonchiati tra la barba ed i baffi come se il “signore” si accorgesse per caso d’aver scoperto un ottimo pittore. “Grande disegnatore, non c’è dubbio!” sentenziò questo personaggio ancora sconosciuto ma di sicuro ottimo intenditore. Nel frattempo in galleria erano entrati altri personaggi che si meravigliavano per la bravura di questo ancor giovane talento. Uno scatto d’entusiasmo portò il magnifico intenditore a soffermarsi sulle parole degli altri signori. “È vero: È ANCHE UN GRAN COLORISTA, UNA MANO SVELTA E SICURA! UNA PERSONALITÀ INCONFONDIBILE!”. Si trovarono tutti d’accordo ed io gongolavo dentro di me. “Questa volta faccio affari, vendo tutto” - dicevo tra me e me. Il gran signore si informò dei miei prezzi e commentò: “NON MALE, NON MALE! PERÒ DEVE AUMENTARLI DEL DOPPIO!”. Io rimasi attonito. Che voleva dire questa frase? Non osai fiatare e rimasi in tensione aspettando altre parole. “Le interessa vendere tutta la mostra?” mi domandò con aria sorniona e socchiudendo gli occhi l’illustre sconosciuto. “CERTO, SIGNORE. SONO QUI APPOSTA PER VENDERE, OLTRE CHE A FAR APPREZZARE IL MIO LAVORO!” risposi con commozione. “HA ALTRI QUADRI IN STUDIO?” domandò ancora il gran signore. “QUALCUNO LO DEVO AVERE PER FORZA, MAGARI PIÙ DI UNO; DEVO CONTROLLARE” risposi al colmo della felicità.
“BENE, BENE!” rispose con soddisfazione il gran signore. “PERÒ DOBBIAMO ACCORDARCI!”. Mi guardò dritto negli occhi e si collocò nell’orbita oculare destra il monocolo d’altri tempi. “IO CONOSCO UN GRANDE COLLEZIONISTA CHE POTREBBE COMPERARE TUTTA LA MOSTRA E TANTI ALTRI QUADRI CHE LEI RIUSCISSE A FARE IN BREVE TEMPO”. La mia felicità era al massimo: un’occasione così non mi era mai capitata, forse l’avevo sognata, magari vista rappresentata in qualche film o commedia. Questa era tuttavia realtà. “CERTO, SIGNORE. SONO A SUA COMPLETA DISPOSIZIONE!” affermai con malcelato entusiasmo. “MI DICA COSA DEVO FARE” continuai fiducioso. Il gran signore e gli altri visitatori mi si avvicinarono e mi soffiarono nelle orecchie “NOI LE GARANTIAMO LA VENDITA, LEI GUADAGNERÀ MOLTI SOLDI MA NOI VOGLIAMO LA NOSTRA PERCENTUALE!” detto ciò, il gran signore si fermò in attesa di un mio consenso. “CERTO, SIGNORE. IO LE RICONOSCERÒ TUTTI I SUOI DIRITTI”. La tensione si allentò e con soddisfazione di tutti il signore allungò la mano verso di me in gesto di stima e si presentò: "IO SONO IL MAESTRO..., ANDIAMO A CASA SUA A PERFEZIONARE L’ACCORDO”.
A casa mia, il maestro ed i suoi compagni esaltarono ancora le mie eccezionali qualità. Poi, seduti in poltrona, gustandosi il caffè offerto da Marisa, incominciarono ad istruirmi. “I SUOI PREZZI SONO TROPPO BASSI. UN PITTORE COME LEI DEVE VENDERE AL TRIPLO DI QUELLO CHE CHIEDE. NOI LE CONSIGLIAMO DI RIAPRIRE LA MOSTRA CON QUESTI PREZZI (ed indicò le cifre) E NON DEVE fare sconti di nessun genere; verrÀ un uomo malvestito, dall’aspetto di un operaio straccione. Non gli creda: È in realtÀ un miliardario che vuole speculare sui giovani talenti. Io sono stato incaricato da lui di scoprire questi giovani pittori non ancora celebrati. Solo cosÌ si fanno gli affari! Comperando i quadri di autori validi ma ancora sconosciuti”. Si fermò ad aspettare una mia reazione.
“SONO D’ACCORDO” risposi con entusiasmo. "BENE!” riprese il gran maestro agitando vistosamente l’anello con i brillanti e lisciandosi i baffi. “PERÒ NOI VOGLIAMO IL 50 PER CENTO DELL’AFFARE”. Rimasi un poco perplesso. Guardai negli occhi Marisa, che li abbassò, lasciando a me la decisione. Come quando si sta per morire e nella mente riappare il film della propria vita, tentati di confrontare il passato con il futuro più garantito dal bel guadagno. Avendo due figli piccoli e nessun aiuto da parte di nessuno, decisi di allungare a questi signori una simile mazzetta. Una cifra simile non l’avrei mai sospettata. Eppure, calcoli a mente, si trattava di un bel colpo.“VA BENE! SONO D’ACCORDO!” risposi deciso. “ALLORA VADA SUBITO IN STUDIO E DIPINGA TUTTA LA NOTTE. DIPINGA COME LEI SA FARE. FACCIA PIÙ QUADRI CHE PUÒ”. Si alzarono, salutarono e se ne andarono.
Io e Marisa ci abbracciammo: era la prima volta che la fortuna ci benediceva. Ci voleva proprio quel sant’uomo di un maestro scopritore di talenti. La notte stessa dipinsi tutto quello che la fantasia eccitata mi suggeriva. Finii i colori. Trovai latte di tempera per i muri. Mancava qualche tinta. L’eccitazione mi faceva superare tutti gli ostacoli. Dipinsi almeno venti quadri di soggetto diverso: barattoli sporchi di colore, appena usati. Nature morte. Figure di donne e tutto ciò che l’estro mi suggerì quella notte. Dopo qualche giorno, passato in ansia, arrivò finalmente il miliardario.
ENTRÒ un ometto, pelato, vestito con tuta da operaio, di misura piccola rispetto al corpo più grasso che massiccio. Claudicava con le gambe arcuate. Non salutò e incominciò a guardare i miei quadri. “CHE PORCHERIE!” esclamò con disprezzo. Quello fu il segnale di stare in campana: era arrivato lo speculatore e si sa che chi disprezza compera.
“È LEI IL PITTORE?” mi domandò dal basso della sua statura. Il labbro atteggiato al disprezzo.“Come si fa a fare queste schifezze?” continuò l’omuncolo.“Questo È proprio lui” dissi tra me e me. Una pausa di silenzio; poi il miliardario travestito, all’improvviso disse: “ADESSO NON CI HO TEMPO. CI HO FUORI IL CORIASCO IN SOSTA VIETATA. VERRÒ CON UNA PERSONA”. Non mi salutò e se ne andò.
Dopo qualche giorno ritornò accompagnato da un critico d’arte di fede marxista. Me lo presentò dicendo: “È un comunista ma l’È in gamba!”. Insieme andammo a pranzo in un modesto ristorante, ospiti miei. Seduti al tavolo imbandito, il miliardario si scioglieva dal piacere nel sentir parlare il critico d’arte nonché direttore di una rivista culturale. Costui parlava sciolto e con competenza e le sue parole rivolte a VAN GOGH, che dopo aver dipinto i suoi quadri, stramazzava a terra sfinito, facevano commuovere il miliardario. Quel critico sapeva il fatto suo. Trovava tanti punti in comune con la mia pittura, schietta, sincera, espressionista ecc. ecc. Al miliardario promise un grosso servizio sulla mia “arte” nella sua rivista culturale.
Qualche giorno ancora ed ecco riapparire il miliardario questa volta vestito bene ed in compagnia della moglie e della figlia. Queste poverette erano totalmente dipendenti da quest’uomo apparentemente un lupo mannaro per gli affari. La moglie si lamentò di aver rotto le calze e chiese i soldi per comperarne un paio nuovo. Ringhiata furiosa del capitalista che rimproverava le sue donne di spendere tutto il suo sudore in cianfrusaglie e cose inutili. Alla fine scucì qualche lira e lasciò che le due donne scialassero i suoi soldi in un negozietto del centro.
Intanto il mastino si fece avanti con precise proposte.“Se io le ritiro tutte le sue porcherie, che prezzo mi fa?”. Istruito a dovere, sapevo che se avessi tentennato e ceduto sul prezzo l’energumeno si ritirava dall’affare. Perciò gli dissi a muso duro: “QUESTO È IL PREZZO E NON FACCIO SCONTI A NESSUNO!”. Intanto pregavo che quella frase fosse giusta e stavo in ansia ad aspettare la risposta dell’energumeno. “VABENE, ma lei È un imbroglione. Adesso vengo con il coriasco e carichiamo tutto. Ce ne ha ancora di quadri?”. Era fatta!. Ora potevo sognare il mio bel guadagno.“Certo che ne ho ancora, in studio e a casa”. L’affarista concluse: “ALLORA ANDIAMO A CARICARE”.
Quando giungemmo a casa, si sedette al tavolo per firmare un assegno. Compilatolo, me lo porse e mi disse a mezza voce: “ORA PERÒ voglio in regalo questo arlecchino!” . Si trattava di un grande arlecchino appeso al muro, opera della mia infanzia. Io tentennavo: la cifra era da capogiro. “E NO!” intervenne mia moglie. “RIECCOLE il suo assegno e l’arlecchino rimane dov’È”. L’audacia di Marisa mi sorprese. Col fiato azzerato temevo una reazione di rifiuto all’affare; invece il “mostro” abbassò, vinto, la testa, si alzò e se ne andò. Era fatta: potevamo vivere con più tranquillità per un poco di tempo. Questa è la vita dell’artista. Feci un gran medaglione d’oro puro con grossa catena e dopo qualche giorno lo regalai alla moglie disgraziata dell’avaro, che invece se ne appropriò subito senza ringraziare né dire BEH.
Vivevo felice giorni d’entusiasmo ma le cose maturavano in altro senso. La banda dei malfattori in guanti bianchi, cambiò subito atteggiamento nei miei confronti. Prima si fece dare in contanti il prezzo pattuito come mediazione. Poi mi ingiunse di approvare esplicitamente le scelte di altri pittori che loro intendevano proporre al miliardario. Mi dissero che dovevo fare una mostra importante, naturalmente a mie spese, a BERGAMO e che avrei dovuto vendere a caro prezzo perché la vittima sarebbe ritornata a controllare se aveva realmente fatto l’affare.
La mostra era già in programma e andò bene per conto suo. Quando venne il “maestro” a raccomandare di tenere alti i prezzi e a fingere una vendita a quei prezzi, il gallerista rispose per le rime: “NON C’È BISOGNO DI BARARE! LE OPERE DI VACCARO SONO STUPENDE E SI VENDONO BENE. FUORI DAI COGLIONI!”.
La realtà ci fu amica: vendemmo bene e la critica fu estremamente favorevole. Nel frattempo l’industriale mi chiese di esprimere il mio parere ed io lo feci onestamente. Qualche giorno dopo fui minacciato dalla banda perché intralciavo i suoi piani. Risposi audacemente per le rime e a mia volta minacciai loro di evidenziare tutto il mio riserbo sull’operazione che la vittima stava compiendo. Affermai che avrei sempre detto la verità, tutto quello che pensavo ed avrei quindi avvisato la vittima di stare attento. In realtà la banda, dopo aver fatto affermazioni strane che non capii, fece in modo che io non fossi mai più avvicinato dal collezionista. Probabilmente mi denigrarono e mi disprezzarono. Tuttavia nessuno mai più ritornò a rivendicare qualcosa da me. Solo una ventina d’anni dopo mi fece visita il capitalista che aveva fondato una grande galleria a Milano. Mi chiese piagnucoloso qualche monografia sulle mie opere e poi sparì.
Così vanno le cose.
Il bel signore, con tanto di barba e baffi curati come pochi possono vantare, ostentava un grande luminoso anello di diamanti che d’abitudine mostrava alzando ritmicamente il braccio al fine di lisciarsi i baffi. I riflessi di luce di tutto l’arcobaleno garantivano assieme al vestito di classe, doppiopetto con gilet e catenone d’oro legato alla notevole cipolla sita nel taschino, il benessere economico e la classe dell’illustre visitatore. Sceso dalla lussuosa MERCEDES, con tanto d’autista in livrea, si appoggiava ad un bastone d’altri tempi più idoneo a completare l’immagine del suo padrone che non a sorreggere la mole notevole di siffatto personaggio.
Con atteggiamento d’esperto, il distinto signore passava in rassegna le mie opere. Ad un passo dietro di lui, apprezzavo i complimenti boffonchiati tra la barba ed i baffi come se il “signore” si accorgesse per caso d’aver scoperto un ottimo pittore. “Grande disegnatore, non c’è dubbio!” sentenziò questo personaggio ancora sconosciuto ma di sicuro ottimo intenditore. Nel frattempo in galleria erano entrati altri personaggi che si meravigliavano per la bravura di questo ancor giovane talento. Uno scatto d’entusiasmo portò il magnifico intenditore a soffermarsi sulle parole degli altri signori. “È vero: È ANCHE UN GRAN COLORISTA, UNA MANO SVELTA E SICURA! UNA PERSONALITÀ INCONFONDIBILE!”. Si trovarono tutti d’accordo ed io gongolavo dentro di me. “Questa volta faccio affari, vendo tutto” - dicevo tra me e me. Il gran signore si informò dei miei prezzi e commentò: “NON MALE, NON MALE! PERÒ DEVE AUMENTARLI DEL DOPPIO!”. Io rimasi attonito. Che voleva dire questa frase? Non osai fiatare e rimasi in tensione aspettando altre parole. “Le interessa vendere tutta la mostra?” mi domandò con aria sorniona e socchiudendo gli occhi l’illustre sconosciuto. “CERTO, SIGNORE. SONO QUI APPOSTA PER VENDERE, OLTRE CHE A FAR APPREZZARE IL MIO LAVORO!” risposi con commozione. “HA ALTRI QUADRI IN STUDIO?” domandò ancora il gran signore. “QUALCUNO LO DEVO AVERE PER FORZA, MAGARI PIÙ DI UNO; DEVO CONTROLLARE” risposi al colmo della felicità.
“BENE, BENE!” rispose con soddisfazione il gran signore. “PERÒ DOBBIAMO ACCORDARCI!”. Mi guardò dritto negli occhi e si collocò nell’orbita oculare destra il monocolo d’altri tempi. “IO CONOSCO UN GRANDE COLLEZIONISTA CHE POTREBBE COMPERARE TUTTA LA MOSTRA E TANTI ALTRI QUADRI CHE LEI RIUSCISSE A FARE IN BREVE TEMPO”. La mia felicità era al massimo: un’occasione così non mi era mai capitata, forse l’avevo sognata, magari vista rappresentata in qualche film o commedia. Questa era tuttavia realtà. “CERTO, SIGNORE. SONO A SUA COMPLETA DISPOSIZIONE!” affermai con malcelato entusiasmo. “MI DICA COSA DEVO FARE” continuai fiducioso. Il gran signore e gli altri visitatori mi si avvicinarono e mi soffiarono nelle orecchie “NOI LE GARANTIAMO LA VENDITA, LEI GUADAGNERÀ MOLTI SOLDI MA NOI VOGLIAMO LA NOSTRA PERCENTUALE!” detto ciò, il gran signore si fermò in attesa di un mio consenso. “CERTO, SIGNORE. IO LE RICONOSCERÒ TUTTI I SUOI DIRITTI”. La tensione si allentò e con soddisfazione di tutti il signore allungò la mano verso di me in gesto di stima e si presentò: "IO SONO IL MAESTRO..., ANDIAMO A CASA SUA A PERFEZIONARE L’ACCORDO”.
A casa mia, il maestro ed i suoi compagni esaltarono ancora le mie eccezionali qualità. Poi, seduti in poltrona, gustandosi il caffè offerto da Marisa, incominciarono ad istruirmi. “I SUOI PREZZI SONO TROPPO BASSI. UN PITTORE COME LEI DEVE VENDERE AL TRIPLO DI QUELLO CHE CHIEDE. NOI LE CONSIGLIAMO DI RIAPRIRE LA MOSTRA CON QUESTI PREZZI (ed indicò le cifre) E NON DEVE fare sconti di nessun genere; verrÀ un uomo malvestito, dall’aspetto di un operaio straccione. Non gli creda: È in realtÀ un miliardario che vuole speculare sui giovani talenti. Io sono stato incaricato da lui di scoprire questi giovani pittori non ancora celebrati. Solo cosÌ si fanno gli affari! Comperando i quadri di autori validi ma ancora sconosciuti”. Si fermò ad aspettare una mia reazione.
“SONO D’ACCORDO” risposi con entusiasmo. "BENE!” riprese il gran maestro agitando vistosamente l’anello con i brillanti e lisciandosi i baffi. “PERÒ NOI VOGLIAMO IL 50 PER CENTO DELL’AFFARE”. Rimasi un poco perplesso. Guardai negli occhi Marisa, che li abbassò, lasciando a me la decisione. Come quando si sta per morire e nella mente riappare il film della propria vita, tentati di confrontare il passato con il futuro più garantito dal bel guadagno. Avendo due figli piccoli e nessun aiuto da parte di nessuno, decisi di allungare a questi signori una simile mazzetta. Una cifra simile non l’avrei mai sospettata. Eppure, calcoli a mente, si trattava di un bel colpo.“VA BENE! SONO D’ACCORDO!” risposi deciso. “ALLORA VADA SUBITO IN STUDIO E DIPINGA TUTTA LA NOTTE. DIPINGA COME LEI SA FARE. FACCIA PIÙ QUADRI CHE PUÒ”. Si alzarono, salutarono e se ne andarono.
Io e Marisa ci abbracciammo: era la prima volta che la fortuna ci benediceva. Ci voleva proprio quel sant’uomo di un maestro scopritore di talenti. La notte stessa dipinsi tutto quello che la fantasia eccitata mi suggeriva. Finii i colori. Trovai latte di tempera per i muri. Mancava qualche tinta. L’eccitazione mi faceva superare tutti gli ostacoli. Dipinsi almeno venti quadri di soggetto diverso: barattoli sporchi di colore, appena usati. Nature morte. Figure di donne e tutto ciò che l’estro mi suggerì quella notte. Dopo qualche giorno, passato in ansia, arrivò finalmente il miliardario.
ENTRÒ un ometto, pelato, vestito con tuta da operaio, di misura piccola rispetto al corpo più grasso che massiccio. Claudicava con le gambe arcuate. Non salutò e incominciò a guardare i miei quadri. “CHE PORCHERIE!” esclamò con disprezzo. Quello fu il segnale di stare in campana: era arrivato lo speculatore e si sa che chi disprezza compera.
“È LEI IL PITTORE?” mi domandò dal basso della sua statura. Il labbro atteggiato al disprezzo.“Come si fa a fare queste schifezze?” continuò l’omuncolo.“Questo È proprio lui” dissi tra me e me. Una pausa di silenzio; poi il miliardario travestito, all’improvviso disse: “ADESSO NON CI HO TEMPO. CI HO FUORI IL CORIASCO IN SOSTA VIETATA. VERRÒ CON UNA PERSONA”. Non mi salutò e se ne andò.
Dopo qualche giorno ritornò accompagnato da un critico d’arte di fede marxista. Me lo presentò dicendo: “È un comunista ma l’È in gamba!”. Insieme andammo a pranzo in un modesto ristorante, ospiti miei. Seduti al tavolo imbandito, il miliardario si scioglieva dal piacere nel sentir parlare il critico d’arte nonché direttore di una rivista culturale. Costui parlava sciolto e con competenza e le sue parole rivolte a VAN GOGH, che dopo aver dipinto i suoi quadri, stramazzava a terra sfinito, facevano commuovere il miliardario. Quel critico sapeva il fatto suo. Trovava tanti punti in comune con la mia pittura, schietta, sincera, espressionista ecc. ecc. Al miliardario promise un grosso servizio sulla mia “arte” nella sua rivista culturale.
Qualche giorno ancora ed ecco riapparire il miliardario questa volta vestito bene ed in compagnia della moglie e della figlia. Queste poverette erano totalmente dipendenti da quest’uomo apparentemente un lupo mannaro per gli affari. La moglie si lamentò di aver rotto le calze e chiese i soldi per comperarne un paio nuovo. Ringhiata furiosa del capitalista che rimproverava le sue donne di spendere tutto il suo sudore in cianfrusaglie e cose inutili. Alla fine scucì qualche lira e lasciò che le due donne scialassero i suoi soldi in un negozietto del centro.
Intanto il mastino si fece avanti con precise proposte.“Se io le ritiro tutte le sue porcherie, che prezzo mi fa?”. Istruito a dovere, sapevo che se avessi tentennato e ceduto sul prezzo l’energumeno si ritirava dall’affare. Perciò gli dissi a muso duro: “QUESTO È IL PREZZO E NON FACCIO SCONTI A NESSUNO!”. Intanto pregavo che quella frase fosse giusta e stavo in ansia ad aspettare la risposta dell’energumeno. “VABENE, ma lei È un imbroglione. Adesso vengo con il coriasco e carichiamo tutto. Ce ne ha ancora di quadri?”. Era fatta!. Ora potevo sognare il mio bel guadagno.“Certo che ne ho ancora, in studio e a casa”. L’affarista concluse: “ALLORA ANDIAMO A CARICARE”.
Quando giungemmo a casa, si sedette al tavolo per firmare un assegno. Compilatolo, me lo porse e mi disse a mezza voce: “ORA PERÒ voglio in regalo questo arlecchino!” . Si trattava di un grande arlecchino appeso al muro, opera della mia infanzia. Io tentennavo: la cifra era da capogiro. “E NO!” intervenne mia moglie. “RIECCOLE il suo assegno e l’arlecchino rimane dov’È”. L’audacia di Marisa mi sorprese. Col fiato azzerato temevo una reazione di rifiuto all’affare; invece il “mostro” abbassò, vinto, la testa, si alzò e se ne andò. Era fatta: potevamo vivere con più tranquillità per un poco di tempo. Questa è la vita dell’artista. Feci un gran medaglione d’oro puro con grossa catena e dopo qualche giorno lo regalai alla moglie disgraziata dell’avaro, che invece se ne appropriò subito senza ringraziare né dire BEH.
Vivevo felice giorni d’entusiasmo ma le cose maturavano in altro senso. La banda dei malfattori in guanti bianchi, cambiò subito atteggiamento nei miei confronti. Prima si fece dare in contanti il prezzo pattuito come mediazione. Poi mi ingiunse di approvare esplicitamente le scelte di altri pittori che loro intendevano proporre al miliardario. Mi dissero che dovevo fare una mostra importante, naturalmente a mie spese, a BERGAMO e che avrei dovuto vendere a caro prezzo perché la vittima sarebbe ritornata a controllare se aveva realmente fatto l’affare.
La mostra era già in programma e andò bene per conto suo. Quando venne il “maestro” a raccomandare di tenere alti i prezzi e a fingere una vendita a quei prezzi, il gallerista rispose per le rime: “NON C’È BISOGNO DI BARARE! LE OPERE DI VACCARO SONO STUPENDE E SI VENDONO BENE. FUORI DAI COGLIONI!”.
La realtà ci fu amica: vendemmo bene e la critica fu estremamente favorevole. Nel frattempo l’industriale mi chiese di esprimere il mio parere ed io lo feci onestamente. Qualche giorno dopo fui minacciato dalla banda perché intralciavo i suoi piani. Risposi audacemente per le rime e a mia volta minacciai loro di evidenziare tutto il mio riserbo sull’operazione che la vittima stava compiendo. Affermai che avrei sempre detto la verità, tutto quello che pensavo ed avrei quindi avvisato la vittima di stare attento. In realtà la banda, dopo aver fatto affermazioni strane che non capii, fece in modo che io non fossi mai più avvicinato dal collezionista. Probabilmente mi denigrarono e mi disprezzarono. Tuttavia nessuno mai più ritornò a rivendicare qualcosa da me. Solo una ventina d’anni dopo mi fece visita il capitalista che aveva fondato una grande galleria a Milano. Mi chiese piagnucoloso qualche monografia sulle mie opere e poi sparì.
Così vanno le cose.
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