Dal testo l’EBRAISMO a cura di Puech – Biblioteca Universale Laterza - 1988
…………Non è sicuro che il nome biblico degli Ebrei sia stato originariamente un nome di popolo. Varie utilizzazioni dell’aggettivo “ibri” per indicare uno schiavo (anche nel codice dell’alleanza, in Esodo XXI, 2), il fatto che venga applicato ad Abramo in un passo unico, il cui patriarca figura nella veste di condottiero (Genesi XIV, 13), il valore dispregiativo del termine in bocca ai Filistei in I Samuele IV, 6 e 9, sono tutti elementi a favore dell’accostamento tra ibri e khabiru. Se si segue questa ipotesi, i primi israeliti avrebbero preso il nome di Ebrei in forza della loro collocazione sociale subordinata, suggerita da un lato dalla miseria che spinge Giacobbe a recarsi in Egitto e, dall’altro dai lavori forzati imposti agli Ebrei dal faraone. Il nucleo familiare del quale ci vengono narrate le sfortunate vicende può aver conosciuto un destino tipico da khabiru e averne assunto a un certo momento il nome. Secondo un punto di vista recente, la conquista della Palestina non è il risultato dell’arrivo di una nuova ondata di popolazione giunta dalla steppa siro-araba – secondo la comune convinzione degli storici – ma il frutto di una rivoluzione sociale; strati inferiori della popolazione, vittime del regime di oppressione dei regoli di Canaan – che si può pensare fosse altrettanto rigido del regime che dominava nel XV secolo a.c. ad Alalakh -, sarebbero insorti e avrebbero distrutto una serie di città capitali di regni. Stringendo allalleanza tra loro, questi strati avrebbero messo in comune le tradizioni, considerandosi cone discendenti di comuni antenati. Gli storici sarebbero inclini ad ammettere che l’occupazione israelitica della Palestina sia vvenuta per varie vie, dal Negeb a sud, dalla Transgiordania ad est, e che le tracce di un soggiorno in Egitto, di cui abbiamo visto la credibilità, siano in effetti il patrimonio specifico di uno di questi gruppi conquistatori (le tribù di Giuseppe: Eifraim e Manasse, Beniamino, figlio di Giacobbe e di Rachele, come Giuseppe; Levi tribù di Mosè). Si ammette anche una fusione del bagaglio di tradizioni, che ha forse fatto si che le leggende dei patriarchi facessero parte del patrimonio di tutto il popolo di Israele, mentre in origine appartenevano ad alcuni nuclei familiari o locali specifici. L’antica comunità israelitica non doveva per nulla avere il carattere definitivo di un gruppo etnico. Altri legami la unificavano, quelli determinati da una comunanza di condizioni. Si tratta di nomadi provenienti dalla steppa o di ribelli in rivolta contro l’oppressione, o anche delle due cose insieme, questa gente si trovò esposta all’ostilità delle città-stato di Canaan, le condizioni materiali della cui civiltà erano di gran lunga superiori alla loro, o, comunque, conservò il cattivo ricordo del giogo che aveva subito. I dati biblici sul passato di Israele sono troppo confusi e troppo intricati perché si possa avanzare altro che congetture, e le origini di Israele ci sfuggono non meno di quelle di altri popoli antichi. Tuttavia, certi aspetti della religione di questo popolo possono risultare più chiari se concepiamo la storia come storia di Khabiru che si vanno via via aggregando al nucleo dei fuggiaschi dall’Egitto diretto da Mosè, che cementano la loro unione con un legame di natura religiosa, che diventano i dominatori di vaste terre in Palestina grazie alla loro forza, a un’organizzazione a sfuggire, e che sono costretti a continuare le lotta contro la civiltà urbana ed imperiale.
GENESI 24 – 31
Giacobbe lotta con Dio Onnipotente per una intera notte e lo vince. Il luogo della lotta si chiama Penuel. Giacobbe ha visto Dio in faccia ma ha vinto. Dio gli ha lasciato come segno una coscia slogata. Dio gli impone di non chiamarsi più Giacobbe ma Israele che signiifica: “ho lottato con Dio e gli uomini ma ho vinto!” Da allora gli ebrei non mangiano il tendine del nervo della coscia”. Guardare in faccia a Dio = morire. Ebrei menagramo = oro + argento. In seguito, per giustificare l’oro e l’argento diranno che per paura del loro Dio i nemici regalano oro ed argento perchè se ne vadano o perché il loro Dio li dimentichi. Diventeranno cioè “menagramo”.
DA EBREO AD ISRAELE
Non più miserabile e schiavo ma colui che è potente e benedetto.
GENESI 24 – 31
Auto esaltazione ebraica: Ebrei, israeliti, fuggitivi, viventi ai margini delle varie società orientali, male accolti e per nulla stimati (qualche studioso li paragonava ai più emarginati meridionali d’Italia). Quando finalmente costituiscono un regno ecco ricostruire un nobile passato in amicizia con Dio, gasandosi ed ottenendo da se quella stima da altri negata.In seguito quando la religione sarà organizzata i sacerdoti pretenderanno “la decima” da parte degli stessi ebrei. Chi non paga “la decima” è maledetto, non avrà la grazia e gli affari andranno a rotoli. Infatti si dice: “entrare in società con Dio”.
Giacobbe lotta con Dio Onnipotente per una intera notte e lo vince. Il luogo della lotta si chiama Penuel. Giacobbe ha visto Dio in faccia ma ha vinto. Dio gli ha lasciato come segno una coscia slogata. Dio gli impone di non chiamarsi più Giacobbe ma Israele che signiifica: “ho lottato con Dio e gli uomini ma ho vinto!” Da allora gli ebrei non mangiano il tendine del nervo della coscia”. Guardare in faccia a Dio = morire. Ebrei menagramo = oro + argento. In seguito, per giustificare l’oro e l’argento diranno che per paura del loro Dio i nemici regalano oro ed argento perchè se ne vadano o perché il loro Dio li dimentichi. Diventeranno cioè “menagramo”.
DA EBREO AD ISRAELE
Non più miserabile e schiavo ma colui che è potente e benedetto.
GENESI 24 – 31
Auto esaltazione ebraica: Ebrei, israeliti, fuggitivi, viventi ai margini delle varie società orientali, male accolti e per nulla stimati (qualche studioso li paragonava ai più emarginati meridionali d’Italia). Quando finalmente costituiscono un regno ecco ricostruire un nobile passato in amicizia con Dio, gasandosi ed ottenendo da se quella stima da altri negata.In seguito quando la religione sarà organizzata i sacerdoti pretenderanno “la decima” da parte degli stessi ebrei. Chi non paga “la decima” è maledetto, non avrà la grazia e gli affari andranno a rotoli. Infatti si dice: “entrare in società con Dio”.
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