venerdì 5 settembre 2008

PITTURA - ARTE DEGENERATA - VIVA IL DISEGNO!


Già dalla seconda metà dell’ottocento, gli intellettuali ed artisti complottavano per rovesciare lo “status quo” della politica internazionale. La Russia ha fornito i più validi avanguardisti sia perché molto dotati, sia perché il regime sociale degli Zar era infame. Servi della gleba, strappati alla terra ed inseriti in eserciti male organizzati, peggio comandati, obbligati senza paga, erano condannati alla fame ed alla morte. Era una situazione intollerabile ed avvenne quello che era giusto che avvenisse: la rivoluzione. Grande importanza avevano avuto gli ebrei, sia politicamente che nelle arti. Consolidata la rivoluzione, tuttavia, gli artisti non vennero più tollerati e quelli che potevano permetterselo, grazie ai soldi, come gli ebrei, emigrarono in gran parte a Parigi dove fondarono una colonia ed una “scuola” d’arte d’avanguardia: “la scuola di Parigi”. A parte le motivazioni sociali e politiche, tuttavia vennero innalzati valori estetici negativi. All’inizio della prima guerra mondiale, a Zurigo, trionfò il “dadaismo” che promuoveva la distruzione della società e della religione cattolica. Da allora, con mezzi economici elevatissimi e la stampa mondiale alle spalle, distrussero tutto quello che l’umanità da sempre aveva stimolato ed apprezzato: ad esempio il saper disegnare e l’abilità della costruzione del dipinto. Chi aveva ottime qualità in questo senso veniva disprezzato ed umiliato. Un detto avanguardista minaccioso affermava: “chi non è con noi deve morire!”. Ormai le avanguardie hanno distrutto tutto il meglio che l’umanità poteva fare. Di chi la colpa? Certamente responsabili sono le grandi fondazioni americane, ebraiche e non. Io sono per il recupero delle doti umane e per un’arte a vantaggio dell’umanità. La mia battaglia si chiama “ritorno all’umano!”. Voglio gridare a gran voce che alla base dell’arte deve esserci il “DISEGNO”. Chi sa disegnare saprà fare sicuramente arte a vantaggio di tutti. VIVA IL DISEGNO!. A questo proposito si può ricordare che ALBRECHT DURER considerava il disegno come dono divino, miracoloso che pone l’artista al di sopra di ogni uomo.

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