CAESAR CETTUS TOMMY IMPERATOR - cm. 30x20 - acrilico su tavola 2008
BAMBINA BELLA EPOQUE - cm. 30x20 - acrilico su tavola 2003
Fallito il lavoro di scarico botti del vino, papà provvede a darmi un altro incarico pur di togliermi dalla testa l’idea di fare il pittore. Aveva deciso di farmi provare la delizia di un traforo a mano di cartoni giganteschi per la realizzazione di cartelli pubblicitari stradali. In pratica dovevo pungere con aghi robusti la traccia di disegni su grandi fogli di carta sui quali vi erano immagini utili alla rappresentazione della pubblicità in modo che attraverso i fori passasse la polvere di carbone e lasciasse una evidente traccia su masonite. Dalla mattina, alla sera, inginocchiato sopra i cartoni avrei dovuto fare migliaia di buchi. Poi, con l’aiuto di altre persone, avrei dovuto appoggiare il cartone gigantesco su un supporto destinato a divenire un tabellone pubblicitario da colorare. A mezzogiorno, gli operai si appartavano con il loro pranzo in un contenitore chiamato in dialetto “schiscietta”. Io stavo a guardare perché da casa non arrivava niente e in quella ditta non c’era la mensa. Arrivato alle cinque di sera, sporco di polvere di carbone, affamato e scontento, aspettavo che arrivasse il tocco della mezz’ora. Come tutti gli altri, anche io salutavo ed a piedi ritornavo a casa. Qui giunto, tutto sporco, ricevevo un sacco di rimproveri e la solita, abitudinaria, minaccia di morte. Come passavano i giorni, io diventavo sempre più sporco e poiché non guadagnavo nulla, mia madre si impose con decisione perché la smettessi di lavorare. Per impedire che mio padre si inventasse qualche altro lavoro, magari in fonderia, accettai l’idea di trascorrere tutta l’estate da solo sull’asfalto bollente a trarne palline di bitume. I compagni di scuola erano ospiti nei collegi svizzeri sul lago di Lucerna.
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