giovedì 27 novembre 2008

PREFERENZE E GELOSIE



La società italiana è disuguale e veramente non saprei dire quale sia la parte migliore e dove questa fetta la si possa trovare. Per mia personale sclusiva esperienza, posso affermare che la solidarietà è più facile trovarla al sud che non al nord. Regioni, una volta stati, hanno dialetti ed abitudini diverse. Ho trovato molta cortesia formale a Padova e nel Veneto in genere. Il piemonte, con quel che resta degli antichi abitanti, ho notato una super cortesia. Nel 1970 a Torino vivevano solo circa trentamila piemontesi mentre la città era sommersa letteralmente da meridionali. Trentamila contro più di un milione di immigrati. La Lombardia vanta un primato economico eccezionale ma la sua gente è molto, molto chiusa, non gretta, ma diffidente e restia a far amicizia. Poiché io sono un vero sangue misto: padre del profondo sud (Scicli provincia di Ragusa); madre piemontese (Verbania) e nonni e bisnonni di provenienza la più diversa, ho sposato una veneta di Padova, figlia di un carabiniere dell’Emilia Romagna e di una madre padovana puro sangue. Con quasi certezza posso affermare che la mia prole ha veramente tutto il colore diversificato dell’intera Italia. Fin da bambino, la mia caratteristica è stata la innata capacità di sollevare invidia. Ero povero, non miserabile, tuttavia c’era chi ben più benestante di me e della mia famiglia, nutriva sincera antipatia, invidia, forse gelosia. Più volte mi sono domandato cosa scatenasse negli altri questo sentimento negativo. Ho cercato di darmi delle risposte ma nemmeno mia moglie dopo quarant’anni di vita in comune saprebbe definire la causa di tanta invidia. Forse il mio sorriso ironico, per cui gli altri potrebbero pensare che io li irrida: non è così ma forse chi mi vede dall’esterno può pensarlo. Forse la mia naturale inclinazione al disegno ed alla pittura, può preoccupare eventuali concorrenti. Forse l’aspetto fisico, molto diverso dai locali. Capelli neri e molto riccioluti; fisico snello e statura elevata, tendenza al sorriso. Tuttavia non solo gli estranei potevano trovare in me qualche cosa di troppo. Ero uno dei primi meridionali a Legnano e sapevo disegnare e dipingere con facilità. Venivo chiamato “terunella e berin” per via della mia carnagione scura e dei riccioli. Tuttavia anche in famiglia non godevo la simpatia di mia sorella. Questa mi odiava proprio. Perché mai? In questo caso tutto era evidente: quando venivano persone in casa, io sorridevo e prestato loro attenzione. Mia sorella al contrario era scontrosa, non sorrideva mai e aspettava gli stessi complimenti che ricevevo io. Quando le persone se ne andavano, ecco scatenarsi tutta la rabbia e l’isteria di Giuliana (mia sorella). Si gettava sul pavimento, urlava, piangeva a dirotto, sembrava impazzita. Da solo, già verso i sei, sette anni d’età, quando sapevo che dovevano venire persone a farci visita, io li curavo dal balcone. Quando entravano nel cortile della mia abitazione, correvo loro incontro e chiedevo di essere cortese, e se proprio dovevano farmi dei complimenti, li facessero anche a Giuliana. Tuttavia queste persone non riuscivano a trattenersi dal manifestare la loro simpatia per me.
GELOSIE E PREFERENZEAnche la bibbia è ricca di casi eclatanti di figli preferiti dalla madre o dal padre rispetto agli altri. Basti ricordare Esaù e Giacobbe e Giuseppe. Figuriamoci nelle famiglie normali. Devo ringraziare Benito Mussolini se sono ancora vivo. Con una legge severa proibì ai genitori di sopprimere i figli sgraditi.

Nessun commento: