venerdì 25 marzo 2011
UN IMPORTANTE MERCANTE D’ARTE – SUGGERIMENTO SU COME RICONOSCERE I TITOLARI DI CONTI SU BANCHE ESTERE
TITOLO DELL'OPERA: PERCORSO ACCIDENTATO - CM. 50X70 - ACRILICO SU TELA - 2009
Da circa cinquanta e forse più anni, nella zona di Lombardia, compresa Milano città e provincia di Varese. La mia esperienza si riferisce soprattutto alla mia città. Ho da sempre frequentato una galleria d’arte gestita da un astuto e privo di scrupoli pittore. Questa persona godeva di grande prestigio fra i maggiori notabili e tra i ricconi della città. Avevo pressappoco quindici o sedici anni ed avevo una grande passione per la pittura. Le persone che frequentavano la galleria, inizialmente situata all’ultimo piano dell’allora soprannominato “grattacielo” della città, non si curavano troppo di me. La cosa non mi stupiva perché era normale per gli adulti che i ragazzi non potessero capire molto. Questa galleria vendeva grandi quantità di quadri a prezzi molto convenienti. Ogni sabato si riuniva un gruppo di acquirenti che numeroso comperava cinque o sei quadri ciascuno (anche dieci alla volta). Tra queste persone, oltre agli industriali c’erano quasi tutti i medici della città. Rimanevo sbalordito per la facilità che il gallerista aveva nel vendere quadri. Nessuno faceva obiezioni di alcun genere e comperava tutto ciò che veniva loro offerto. Il titolare della galleria, allora piccola, dava l’impressione di comandare sui suoi clienti. Una frase abituale era: “taci scemo, compera quello che ti dico io e basta!” La storia andò avanti nel tempo e intanto io mi allontanai per una decina d’anni dalla città. Quando ritornai, vidi un enorme cambiamento del mercante. Aveva una importante galleria in via Brera e stava ultimando un importante museo all’aperto, tanto per istallazioni e sculture quanto per le opere di pittura. Fu allora che mi accorsi di una situazione particolare. Il gallerista aveva tra i suoi operatori persone travestite (almeno io penso) da frati e suore. Erano tutti molto allegri; strano per uomini e donne di chiesa! Un giorno entrai nella piccola galleria della città e stavo godendo la mostra, quando dalla porta della cantina laboratorio sbucarono un frate e due suore in mutandoni. La cosa mi colpì e come un fulmine capii il perché di tutto. Queste persone erano letteralmente coperte dalle gambe al torace di una notevole quantità di mazzette di denaro. Tutti rimasero di stucco. Prima erano garruli e ridenti, ora era piombato un pesante silenzio. Il mercante bestemmiò peggio di uno scaricatore di porto. Grido: “Chi non ha chiuso la porta a chiave?”. Quindi si buttò in ginocchio obbligando tutti, compreso il sottoscritto a fare lo stesso. Si fece il segno della croce ed incominciò a gran voce una lunga litania di preghiere, corredate anche da canti religiosi. Poi si rivolse a me e sbottò: “Cosa si deve fare per i poveri!” Fu allora che ebbi la certezza di cosa facesse quel fortunato mercante. Si serviva di gente vestita come il clero per portare all’estero somme ingenti di denaro, dei suoi clienti. Per giustificare i suoi frequenti viaggi all’estero e dei suoi spalloni si era votato ai pittori stranieri. Ecco perché nella città erano presenti quantità notevoli di autori stranieri. Bisognava giustificare, nel caso la finanza avesse fatto qualche ispezione più accurata, che quel giorno aveva pensato bene di far così per non dare nell’occhio. Difatti, allora, alle frontiere non controllavano il clero. La trovata del clero aveva permesso a lui ed ai suoi molti clienti l’esportazione illegale di denaro! Personalmente non dissi niente a nessuno perché io ero una nullità mentre lui godeva la stima interessata di tutte le persone più qualificate compreso i giudici del tribunale e tutto ciò che potete immaginare. Tutte queste manovre economiche venivano supportate da direttori di banche locali ed assessori alla cultura di Milano dell’epoca. Se fosse possibile e legale si potrebbe scoprire quali famiglie hanno all’estero depositi illegali. Basterebbe che lo stato chiedesse a fini statistici i nomi degli autori di opere d’arte distribuiti nel nord (Milano e Varese compresi). In base al numero degli autori stranieri e comunque dei nomi famosi, si potrebbe risalire a chi può contare su conti bancari esteri. Secondo me sono uscite dall’Italia immense quantità di denaro in maniera illegale. Si potrebbe inoltre, con questa richiesta informativa, conoscere quanti falsi di autori famosi (molti italiani) inflazionano il mercato. Vorrei dare un giudizio tecnico: “il mercato dell’arte, privo di regole e di controlli, è un mercato truffaldino di falsi. Mio parere negativo è sui critici o storici dell’arte. Sono in generale incapaci di comprendere e danno facilmente a pagamento “autentiche” fasulle.
Faccio un esempio: del pittore Rosai che al massimo in tutta la sua vita avrà dipinto dalle seicento alle ottocento opere, nel 1972 ne esistevano almeno 22.000 nelle collezioni private ed in commercio. Così dicasi per tutti i pittori famosi. Anche il sottoscritto ha trovato dei suoi quadri falsificati (magari due in un'unica tela), copiati da un pittore di Palermo con nome straniero. Di Gauguin nel 1960 si contavano sessanta opere. Ora se ne trovano a centinaia. Non parliamo poi di Renato Guttuso: mercanti d’arte del sud venivano a Milano con un particolare di una litografia o stampa dell’autore e ordinavano centinaia e centinaia di polimaterici. Lo sfruttamento dei nomi famosi ha distrutto il mercato dell’arte.
Tra gli artisti più falsificati, Remo Brindisi forse ne detiene il primato. Ho visto due falsi in rosa (colore da lui mai usato) causare una pletora di falsi basati su questo colore, apparire anche alla TV in occasione di sue mostre personali organizzate da mercanti. Penso che la fama stimoli i facili guadagni ed i falsari prolificano. Tutto finirebbe se esistesse una seria indicazione statistica. Ora, con il libero mercato, tutto è possibile! La corruzione è micidiale e non risparmia nessuno! I facili guadagni spingono alla disonestà. Non parliamo poi della grafica d’autore. Frequentando una bottega specializzata in grafica (litografie originali ecc…) di Varese, ho potuto constatare come venivano falsificati autori famosi. Non ricordo i nomi ma assicuro che queste persone (stranieri e magari morti) non ne sapevano nulla. Da una foto ingrandita il maestro litografo traeva anche venti trenta colori di matrici per fare litografie originali. I mercanti erano i promotori dell’operazione e tutto avveniva alla luce del giorno spudoratamente. Infatti il pubblico non ha mai capito niente ed ha sempre comperato tutto quello che i mercanti proponevano.
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