sabato 26 gennaio 2013

LEGNANO, LA MIA INFANZIA - PITTORE ANDREA VACCARO




Mio padre ha trasferito la residenza a Legnano da Verbania non appena io sono nato nel 1939. Ho amato profondamente questa città nonostante le ciminiere vomitassero tonnellate di fumi micidiali. Dovendo dare una descrizione della città come l’ho conosciuta e frequentata per molti anni, dirò che Legnano era una fabbrica sola. Tra un industria e l’altra esistevano le case, considerate come centro cittadino. Crescendo ho apprezzato due grandi valori dei cittadini legnanesi: il primo era l’amore per il lavoro (una città di tute blu) ed il secondo era il trasporto tramite cavalli, che io amavo come persone. Nessuna città, che io ho poi frequentato, ha mai avuto tanti cavalli da tiro come l’amata città di Legnano. Erano grossi, qualcuno gigantesco, e tiravano carri pesanti. Ubbidivano ai carrettieri con serenità ed io parlavo loro guardandoli negli occhi. Il popolo dei lavoratori si spostava in bicicletta e all’intervallo del lavoro vedevo masse numerosissime di tute blu e biciclette. La Franco Tosi aveva altiforni che lanciavano fiamme e bagliori lungo la via Alberto da Giussano fino al cimitero. Ho visto con ammirazione carrelli elettrici delle aziende che giravano per le strade cittadine meravigliandomi molto. Arrivando con il treno da Busto Arsizio, lungo la ferrovia si vedeva una industria dietro l’altra e la pubblicità sui muri di ditte di biciclette (biciclette Legnano) e persino di automobili. Pubblicità destinate a scomparire dopo la fine delle fabbriche. La gente era felice di camminare verso il centro cittadino e felice si faceva ammirare ed ammirava a sua volta. Gente semplice, onesta capace di sacrifici, senza lamentele. Verso sera, vedevo spuntare dal Sempione operai che avevano fatto sosta in qualche circolo dove la stanchezza e il ristoro di un bicchiere rosso, li portava a non riuscire a rimanere in bicicletta. Io abitavo poco fuori della città, alle case popolari di Via Carlo Porta al n. 56. Allora c’erano tutt’intorno campi coltivati e da bimbo giocavo nell’erba alla caccia di farfalle coloratissime ed a maggio di (griselle) “maggiolini” insetti ormai scomparsi. Verso la fine di via Carlo Porta, verso il centro, c’erano piccole aziende meccaniche e non. Verso mezzogiorno gli operai si sedevano fuori dall’azienda con la loro “schiscetta” per consumare il pranzo frugale e nel frattempo ragionavano su come migliore il lavoro. Erano altri tempi e difficilmente riesco a raccontare ai familiari le mie esperienze legnanesi. Dai dintorni di Legnano venivano migliaia di lavoratori tutti in bicicletta e rendevano viva questa città industriale come non ne ho mai più viste!



Le immagini sono tratte dal libro: IMMAGINI DELLA VECCHIA LEGNANO a cura di Giorgio D’Ilario – edizioni Landoni, Legnano – 0ttobre 1974

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