giovedì 20 maggio 2010

BALLARO’ DEL 18 MAGGIO 2010

Si confermano i sessanta miliardi di euro rubati da “alti papaveri” allo stato da: burocrati, consulenti e politici. Belpietro afferma che questi furti sono a scopo di arricchimento indebito ed esclusivamente personale. Cioè si applicano formule corrotte per rubare. Di Pietro afferma che tutto il marciume che distrugge l’Italia si aggira tra le persone di fiducia dello stato e dei politici cui vengono affidati compiti importanti da spartirsi con criterio delinquenziale fra mogli, nonne, zie, esperti, curatori, procacciatori, nipoti e consulenti. Tutte le operazioni che vengono spacciate per utilità e rapidità servono solo a rubare. Ogni struttura organizzativa è studiata per raggirare il cittadino onesto ed affondare le mani e la bocca in ogni affare dove l’80% va agli incaricati e il 20% ai politici come guadagni, regalie e vantaggi vari tutto in nero conditi da grandiosi pranzi a base di lumache vive. Insomma la cricca di delinquenti riceve e dà incarichi e si mette d’accordo con i controllori dei conti, gli addetti al bilancio. Le cifre possono raddoppiare o triplicare e tutto finisce a tarallucci e vino. L’Italia è corrotta e lo stato come ce lo troviamo è marcio e cancrenoso. Un piccolo passo avanti verso la salvezza sarebbe secondo i politici di Ballarò il taglio della testa a tutte le consulenze e a tutte le aziende municipalizzate. L’81% delle società di capitale evadono le tasse e non versano niente o quasi. Cosa guadagnano i consulenti? Quanti pagano le tasse? Di Pietro conclude affermando che siamo alla vigilia di una rivolta popolare e la colpa, tutta la colpa è del governo Berlusconi. Egli è un bugiardo costituzionale che continua ad affermare di avere l’appoggio del popolo. In realtà c’è chi lo vorrebbe morto e ben il 45% degli elettori in caso di elezioni non andrebbe a votare. Bisogna ricondurre ad una reale situazione Bisogna ricondurre ad una reale situazione di una semplicità di vita operaia eliminando inutili e dannose esibizioni di una certa arte che non ha interesse per la città salvo che per i proprietari e per chi ci lucra. Il male della corruzione non è solo di questi tempi.

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