sabato 18 agosto 2012

COSA PENSANO AL SUD DEL NORD ITALIA!





Una delle cause del malessere costante nella mia famiglia d’origine erano i parenti della Sicilia. Mio padre era nato a Scicli, un borgo agricolo dell’estremo sud della Sicilia. Era rimasto orfano di padre ed era stato allevato da uno zio materno, guardia carceraria a Pallanza(Verbania). Lui non aveva molte possibilità per studiare ed all’inizio della sua giovinezza faceva il garzone di bottega di un barbiere. La politica di Mussolini esaltava i meridionali definendoli più intelligenti dei cittadini del nord. Mia madre, figlia di un falegname aveva imparato a leggere e scrivere. In quei lontani tempi (anni venti-quaranta) l’ignoranza era generale e lei ebbe l’opportunità di lavorare per qualche tempo come impiegatina in uno studio notarile. Si era innamorata dell’idea di ricchezza e benessere dei notai ed odiava invece il pur ottimo mestiere di suo padre bottaio, liutaio e falegname in genere. Perché? Non entravano in famiglia stipendi fissi e lei pensava che suo padre non valesse niente. Odiava anche i fratelli operai e le cognate. Insomma voleva evadere nella speranza di arrivare alla ricchezza dei notai. Allora le donne avevano sogni romantici e non conoscevano per nulla la realtà della vita. Si innamorò del siculo, mio padre, molto diverso dalla gente del lago Maggiore. Nonostante i parenti la sconsigliassero di sposare un uomo violento ed irascibile, praticamente lo comperò, lo vestì e lo sposò! I parenti numerosi della Sicilia furono presi da entusiasmo perché pensavano che il nord d’Italia fosse un vero paradiso nel quale i soldi piovevano dal cielo, senza fatica e con sicurezza. Questa fu una vera tragedia perché tutti quanti spedivano a mio padre cambiali da avallare. Siccome la realtà era dura, i litigi incominciarono e durarono per tutta l’esistenza del matrimonio. Mio padre fece il vigile urbano a Verbania e poi a Legnano, dove voleva tenere lontano i parenti del lago, che proprio non li capiva, non avevano la sua mentalità che non cambiò mai. Quando io ebbi otto mesi di vita, come secondo figlio, decise di lasciare la famiglia senza soldi, senza lavoro ed in preda alla miseria. Si arruolò come fascista volontario e milite agli ordini di Mussolini. Mia madre piegò il capo e mi abbandonò alle cure della vecchia madre, non proprio bene in salute. Dopo vari tentativi di abbandonarmi alle diverse ruote dei conventi ed ai piedi dell’altare della Chiesa dei Frati di Legnano, a malapena riuscì a trovare un lavoro, prima in fabbrica e poi all’esattoria comunale. Trascorsa la guerra, mio padre ritornò moscio ed avvilito alla moglie che lo accolse con amore e si diede da fare per farlo riabilitare socialmente in quanto come fascista era stato cacciato dal suo lavoro. Tuttavia, da allora in poi, i parenti del sud continuarono a mandare cambiali da avallare e che difficilmente venivano pagate. Questa fu una delle cause dei continui litigi. A nulla servivano le lettere di famiglia a spiegare che al nord i soldi bisognava guadagnarseli con fatica. L’esperienza del sud che pensa al nord come fonte spontanea di soldi la ebbe anch’io a Palermo, dove feci il servizio militare: mi rapinavano, mi estorcevano i pochi soldi, che guadagnavo facendo ritratti a matita ai commilitoni, perché dicevano: “sei del nord e quindi sei ricco e devi pagare!” magari anche con un coltello puntato alla gola!

Riporto una notizia appena sentita su RAI STORIA di oggi 19 agosto: “1892 – emigrati in America – l’ignoranza e l’analfabetismo dei siciliani pensavano che le strade fossero lastricate d’oro. Invece venivano impiccati per strada dalle folle inferocite contro gli immigrati e ciò dimostra quanto sia balordo il credo religioso. Infatti dopo gli omicidi i fanatici venivano benedetti! Che Dio vi protegga e vi benedica! Altro ricordo: al ritorno da una visita alla nonna siciliana, mi hanno rapinato una cifra modesta ma per me importante. Erano due falsi autisti che dalla stazione mi riportavano in caserma. Riferito l’accaduto all’ufficiale di picchetto, siciliano, mi sono sentito rispondere: “Hanno fatto bene perché tu sei del nord”. Più recentemente in omaggio ai miei parenti siciliani, ho fatto una mostra di quadri. Il gallerista ha venduto, guadagnato ma non mi ha mai pagato: sempre lo stesso discorso: “sei del nord e quindi sei ricco!” In occasione di una mostra a Napoli, ho consegnato all’apposito ufficio affissioni 1000 manifesti da affiggere, ho pagato ed il risultato è stato che nessun manifesto è stato affisso. In occasione della mostra personale accennai al gallerista il problema dell’IVA ma questi mi rispose che l’IVA era una invenzione del sud per il nord.


Come perla finale, su un testo scolastico delle scuole elementari appariva questa frase: “Quando si mette piede in Lombardia, si diventa subito ricchi!”Potrei elencare malefatte anche di marescialli di carabinieri, ma per rispetto all’arma preferisco tacere! Accenno solo a mio cognato calabrese che invitava stormi di persone in trattoria o in pizzeria e poi lasciava il conto da pagare a mio padre. Sempre lui mandava rose e fiori a mia madre lasciando sempre il conto da pagare alla mia famiglia!

Per ora l’ultima cosa che ricordo è un venditore di paccottiglie sull’Etna che mi voleva rifilare a 10.000 lire un magnifico anello con rubino che era di un famosa contessa e che per soldi lo vendeva a poco!


TITOLO DELL'OPERA: AMORE - MATITA SU CARTA - CM. 30X40 - 2011

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