mercoledì 22 agosto 2012

LA RABBIA INCONTENIBILE DI MIO PADRE





Dopo il 1945, di nascosto e pieno di paura ritornò mio padre. Temeva per la sua vita in quanto fascista fanatico. Già in quel periodo io soffrivo per una forte otite bilaterale, con uscita di abbondante pus dalle orecchie. Una notte il dolore fu insopportabile e come tutti i bambini piangevo di dolore. Sono rimasto un poco menomato nell’udito, meno 20 o trenta per cento di capacità uditive. La rabbia di mio padre per il mio pianto fu estrema. “Non è vero che ha dolore! Vuole le coccole! Gridava con una terribile smorfia di odio sul volto. Pensai di essere ucciso a calci e pugni perché le sue intenzioni erano certamente quelle. Tuttavia tale era la sua violenza e la decisione di uccidermi che la nonna e la mamma si spaventarono e si aggrapparono a lui in maniera tale da costituire una barriera umana fra quel demonio e me. Pugni, calci morsicate, sangue da tutte le parti, la sua volontà assassina si scaricava sulle due donne che non accettavano una mia morte così brutale. Lottarono per almeno dieci quindici minuti finchè furono ricoperte tutte di lividi. Le due donne molto superstiziose, sapevano il perché di tanta furia: io ero stato maledetto dal nonno siciliano e quella violenza inaudita significava la mia morte. L’ignoranza e la superstizione li portava tutti a desiderare la mia morte ma una fine così brutale non era prevista né tollerata. Troppe grida, troppa violenza, troppo sangue e quindi fui salvato dal mostro di mio padre, almeno quella notte. Più avanti fui sempre minacciato di morte perché la famiglia pensava che io fossi la causa della sconfitta di Mussolini e del fascismo. Da allora in poi imparai a vivere con il terrore! Mio padre pensò allora di farmi perire, assieme alla nonna ed alla sorella maggiore in un lunghissimo viaggio in Sicilia, da soli con le ferrovie distrutte. Secondo me, qualcuno mi proteggeva da lassù perché affrontai l’inferno che solo chi ha visto la distruzione totale dell’Italia può immaginare. Mi ha fatto partire su vagoni per bestiame in estate senz’acqua né cibo. La pazzia regnava sovrana nella mia famiglia. Chi desidera conoscere più dettagliatamente la mia vita digiti “odiare per vivere” sul mio blog.

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