lunedì 3 dicembre 2007

PLOTINO, FILOSOFO GRECO, FONDAMENTO DEL CATTOLICESIMO

CATTOLICESIMO:
SCOPERTO IL VIRUS “PLOTINO” RESPONSABILE DELLA FOLLIA IMPERANTE DI AGIOGRAFICI SCRITTORI E GIORNALISTI.

Dalla sintesi della Filosofia a cura di Michele Vercellese e Claudia Bianchi – Garzanti editore 1996 si apprende che il filosofo Plotino ha influenzato e continua con successo tutt’ora a sconvolgere la mente della Chiesa Cattolica Romana. L’uomo era nato in Egitto nel 205 dopo Cristo ed era morto in Campania nel 270 dopo Cristo. All’età di 39 anni seguì l’imperatore Giordano III° nella spedizione contro i persiani, interessato ad approfondire la filosofia orientale. Al ritorno si trasferì a Roma, dove fondò una propria scuola di grande successo. Pensava addirittura di creare in Campania una nuova città dedicata a Platone e il cui nome era tutto un programma “platinopoli”. L’allievo “Porfirio” raccolse i suoi scritti su temi quale l’etica, la fisica, la cosmologia e la dottrina dell’anima. Disponiamo tutt’ora di una biografia del maestro scritta dall’allievo. L’opera di Plotino è una grande sintesi di tutto il pensiero antico intriso di mistica e spiritualità orientale. Rispetto a Platone, le idee perfette non sono esistenti in un mondo a se (l’iperuranio) ma esse sono presenti nella mente di Dio. Quindi il rapporto tra le idee e il mondo diventano realtà direttamente dalla mente di Dio senza più un Dio demiurgo che le realizzi con la materia imperfetta. La realtà del mondo diventa sempre più imperfetta man mano che ci si allontana da Dio. Si può ritornare alla perfezione divina con l’ascesi filosofica che non è solo un processo di sola riflessione teorica ma necessita di purificazione dell’anima sino a giungere a tale perfezione, idonea al contatto diretto con la divinità. Tutto il pensiero di Plotino ruota intorno al concetto di divinità, concetto che sfugge alle definizioni e quindi è definito ineffabile (teologia negativa dei cristiani). Dalla Storia della filosofia occidentale di Bertrand Russel si apprende che all’epoca di Plotino il mondo quotidiano non offriva speranza alcuna e soltanto l’altro mondo sembrava degno di rispetto. Per i cristiani l’altro mondo era il regno dei cieli da godersi dopo la morte; per i platonici era l’eterno mondo delle idee, mondo reale opposto a quello della apparenza illusoria. I teologi cristiani conciliarono questi punti di vista e assorbirono molto dalla filosofia di Plotino. Dean Inge sottolinea quanto il Cristianesimo gli debba. Il platonismo fa parte della struttura vitale della teologia cristiana. Non è possibile separare il platonismo dal cristianesimo senza mandare in pezzi il cristianesimo stesso. S.Agostino parla del sistema platonico come del più puro e splendido di tutta la filosofia e di Plotino come di un uomo in cui Platone vive ancora e che se fosse vissuto all’epoca di Plotino avrebbe accettato quasi completamente l’opera di questi e cambiando qualche frase o parola, Platone stesso sarebbe diventato cristiano. Anche S.Tommaso d’Aquino è più vicino a Plotino che non ad Aristotele. Plotino ha portato la metafisica nei vangeli sinottici. La gioia e il dolore generano teorie metafisiche solo quando sono legati alla riflessione intorno all’universo e ai nostri giorni il Cristianesimo deve fare i conti con le scoperte scientifiche d’ogni genere sia per l’universo che per la genetica. Invece la Chiesa cattolica è rimasta ancorata ad un solo elemento di Plotino e cioè l’estasi mistica. La mia critica al Papa Ratzinger è tutta incentrata su questioni suggestive per la parte più ingenua e credulona della popolazione come le visioni della Madonna o della Sacra Famiglia o ancora peggio al diavolo. I Casi sono due: o la Chiesa si è chiusa alla ricerca intellettuale e si contenta della massa più squalificata di persone schiavizzate da astuti o stolti estremisti al soldo di correnti economiche e politiche di destra oppure essa stessa ha come guida paranoici sapienti che credono più nelle fantasie di malati di mente che non a logici e seri cervelli pensanti. Con questo atteggiamento si torna indietro e si ritorna alla santa inquisizione ed ai roghi. Riporto la traduzione di una frase relativa all’estasi di Plotino. “Spesso io mi sveglio a me stesso, abbandonando il mio corpo: straniero ad ogni altra cosa nella mia propria intimità, vedo la più straordinaria bellezza che si possa immaginare. Sono convinto, soprattutto allora, di avere un destino superiore, il mio rapimento è il grado più alto cui possa giungere la vita, sono unito all’essere divino e, arrivato a questo rapimento, mi fisso in lui al di sopra di tutti gli altri esseri intelligibili. Ma dopo questo riposo nell’essere divino, ridisceso dall’intelletto al pensiero riflesso, mi domando come io effettuai in pratica questa discesa e come l’anima abbia potuto entrare nel corpo, quell’anima che, pur entro un corpo, è la cosa più nobile che abbia mostrato di essere”. Altro pensiero importante è il seguente: “Chiedere perché il mondo è stato creato, è come chiedere perché esista un’anima o perché il demiurgo operi. Significa, innanzi tutto, ammettere un principio a ciò che è sempre stato. Significa, poi, rappresentarsi la creazione come l’atto di un essere mutevole che di volta in volta è creato e creante. Bisogna dunque, se si dimostrano disposti ad accettare un insegnamento, far capire loro la natura delle cose, al fine di far cessare le ingiurie che essi indirizzano troppo facilmente, invece di parlare con il rispetto che si converrebbe, a degli esseri che vanno onorati. Si ha torto a fare dei rimproveri al modo con cui è governato l’universo, poiché innanzi tutto testimonia la grandezza della natura intellettuale: perché se esiste una vita che non è l’esistenza disordinata dei piccoli animali generati senza posa, giorno e notte, per la sovrabbondanza stessa della natura universale, ma è invece una vita con un solo reggitore, chiara allo spirito, multipla, diffusa ovunque e testimone di una immensa saggezza, come non dire che essa è l’immagine visibile e bella degli Dei intellettuali? Non è il mondo intellettuale poiché non ne è l’immagine. Questa ne è la sua vera natura ed essa non può essere contemporaneamente simbolo e realtà. Ma è falso dire che questa immagine non sia somigliante: non vi è omesso nulla di ciò che costituisce una bella immagine, che sia opera della natura. Questa immagine non deve essere, invero, il risultato di un preordinato artificio; l’intellettuale non può essere il termine ultimo della realtà, deve operare in due modi, su se stesso, e su qualcosa che è dopo di lui: se fosse solo non avrebbe più nulla al di sotto di sé, cosa del tutto impossibile; una potenza meravigliosa circola in lui, ed è per questo che opera”.………..”Il peccato è una conseguenza del libero arbitrio,….” Concetti di circa 1800 anni fa! Penso che dopo oltre duemila anni la Chiesa cattolica possa fare a meno di personaggi visionari e magari fasulli e possa invece ritornare a rileggere i vangeli e riscoprirne tutto il valore contenuto e ben lontano da visioni di personaggi in dubbio. Ora si sa che è il cervello che produce idee e non le idee che producono il cervello. Nessuno può muovere oggetti o creare con il solo pensiero ma sappiamo come si formano le idee. Dio è nella materia e non fuori di essa. L’errore che circa duemila anni fa è che ancora veniva ripetuto pur da grandi menti come ancora oggi con la psicologia è quella di pensare che il “pensiero” sia dovuto all’anima o psiche estranea al cervello e quindi spirituale e non materiale. Questo errore, è mia convinzione (che spero sbagliata), appartiene ancora alla religione cattolica. Nel 1600 Cartesio affermava che esisteva dualismo tra materia e pensiero: il soggetto pensante non apparteneva al mondo fisico, dove regna il determinismo, ma dimorava in una dimensione spirituale, dove esiste il libero arbitrio. La distinzione tra le due distanze – pensiero ed estensione – salvaguarda la libertà morale dell’uomo. La contrapposizione tra spirito e materia, tra anima e corpo, porta immediatamente al problema della loro interazione, che accompagna tutta la filosofia moderna: si tratta di spiegare in specifico come la mente possa connettersi al corpo, e più in generale, some il soggetto conoscente si ponga in relazione con la realtà. A tale problema Cartesio risponde con la teoria dell’evidenza del pensiero, mentre la difficoltà dei rapporti tra anima e corpo è da lui risolta ipotizzando che essi possano integrare ed interagire grazie alla “ghiandola pineale”, organo posto pressappoco al centro del cervello, dove la mente influenzerebbe gli “spiriti animali” che circolano come un fluido nel corpo umano. Afferma Cartesio: “Io trovo che il pensiero è un attributo che mi appartiene: esso solo non può essere distaccato da me. In realtà un trauma al cervello toglie il pensiero anche se mie personali esperienze mi convincono che esso continui ad esistere anche dopo la morte.

1 commento:

Paolo ha detto...

farebbe bene a studiare seriamente e a parlare di meno. Inoltre, una ripassatina di grammatica non Le farebbe male.
Plotino è uno dei filosofi più complessi e affascinati che siano mai vissuti. Lo studio da anni nel testo Greco, giacché insegno in Università, in America.
Plotino non è di sicuro il fondamento del Cattolicesimo, benché Agostino e altri Santi Padri della Chiesa ne abbiano riconosciuto la grandezza -e chi, se non del tutto idiota, potrebbe non farlo?- hanno saputo vederne tutti gli aspetti che si discostano dalle parole del Vangelo.
Se poi ritiene, come mi par di capire, che Plotino andrebbe bandito e chi se ne appassiona sia un malato di mente, beh, in questo caso, sono felice di esser definito tale, giacché me ne starei in compagnia di Bergson, Hegel, Creuzer, Croce, Cilento e una miriade di altri che non sto qui ad elencare.
Spesso ledefinizioni ci dicono più di chi le formula che della cosa per la quale sono formulate. Se tanto mi da tanto...
cordialmente
Paolo Di Leo