lunedì 4 luglio 2011
DA “CORRIERE DELLA SERA” “TERZA PAGINA” DEL 24 AGOSTO 1972 – ALLA “CASA D’ARTE” DI VARESE -GRANDE SUCCESSO DEL “PICASSIANO” VACCARO
Ancora una volta il pubblico ha detto “si” a questo pittore giovane che è già un protagonista dell’arte figurativa contemporanea. Dopo avere visitato l’interessantissima esposizione contrassegnata da molte vendite) il critico d’arte Ignazio Mormino ha scritto: “Quest’ultima mostra di Andrea Vaccaro è bella ed è sorprendente: bella per le qualità intrinseche delle opere esposte, sorprendente perché ci dà le misure del cammino che l’artista ha percorso in pochi mesi superando un certo tipo di pittura che era già apparsa interessante a tutti i critici; superando insomma se stesso. E’ arrivato il momento di dire che Vaccaro si è buttato alle spalle propositi e intenzioni, che non è più una “promessa” della pittura italiana. Al contrario, in un cielo di stelle cadenti, egli si conferma – e s’impone – come un artista autentico, su cui si può contare fin d’ora. C’è qualcosa di picassiano, nel suo “segno” di chiara derivazione grafica, nella sua sicurezza, nella pluralità dell’ispirazione, nella facilità con cui affronta (e risolve) i problemi dell’immagine. Visitando questa mostra di Varese, si ha davvero la sensazione di trovarsi di fronte a un artista che ha ormai raggiunto la piena maturità e sta ad aspettare – dopo quella, già ricevuta dalla critica – la consacrazione del mercato. Soltanto quella, perché per il resto non ha niente da imparare. I pittori siciliani hanno sempre una gamma di espressione che permette di riconoscerli con facilità. E’ la forza del loro temperamento, la violenza dei loro colori, in una parola un “timbro” vivacissimo. Vaccaro conferma la regola, ma con una variante che gli permette di stare in una nicchia privata, in una posizione autonoma: alla forza unisce la dolcezza, la malinconia, il mistero. Nella sua tavolozza (composita e affascinante) colpiscono prima di tutto i personaggi. Non abbiamo affatto intenzione di sminuire i paesaggi, che hanno una loro armoniosa dignità, una perfetta successione di luci e di ombre; vogliamo soltanto insistere sulla potenza, sulla bravura del Vaccaro autore di figure, perché tali figure emergono da un retroterra psicologico che sta – come la migliore pittura moderna – tra il reale e l’irreale, in questo spazio suggestivo prima di conquistarci ci incantano. Un giorno, ne siamo certi, si parlerà delle donne di Vaccaro come di creature emblematiche, trepide testimoni dell’ansia e del mistero di questa confusa stagione della storia. Aspettando il futuro, si può fin d’oggi affermare che questo pittore le raffigura con un’autorità che senz’altro lo colloca tra gli artisti migliori della sua generazione
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