domenica 24 luglio 2011

RECENSIONE MOSTRA GALLERIA D’ARTE “SIMONETTA” “GIORNALE DI BERGAMO” 3-IV-1972 – A CURA DI MARIO PEZZOTTA

Andrea Vaccaro è un pittore legnanese poco più che trentenne. E’ un dato biografico da tener presente visitando la sua mostra allestita alla galleria Simonetta per due ragioni:
1) perché documenta, pensiamo dalle origini, l’evolversi rapido della sua pittura;
2) perché l’ultima fase della sua attività artistica, di certo la più interessante, apre prospettive molto ampie. Vediamo i paesaggi. Hanno una immediatezza e una sicurezza di stesura sufficienti a porli su un piano di validità. Avrebbe potuto Vaccaro sedersi su questi soggetti e vivere diciamo così di rendita, come del resto illustri maestri hanno fatto consolidando la loro fama che dura tutt’ora. I fiori: sono a ragione o a torto, ritenuti “pittura leggera”, un capo di esercitazione per artisti romantici. Vaccaro affronta il soggetto con l’evidente scopo di smentire questi luoghi comuni, e i suoi fiori sono fantasiosi ma solidi, anche se qualche volta eccessivamente liberi nella frantumazione cromatica. L’equilibrio della composizione, certa sintesi espressionistica specie nei paesaggi, il contesto senza stridori pur nel contrasto di colori forti sono – per questa parte della rassegna – da sottolineare positivamente. E siamo alle composizione figurate e ai temi più impegnativi. Ed e qui, a nostro avviso, che Vaccaro dimostra, assieme alle sue migliori qualità pittoriche, un equilibrio assai raro. I significati allusivi o addirittura emblematici sono trasparenti, o quanto meno intuibili; le tentazioni della nuova figurazione sono decisamente respinte assieme alle deformazioni che sono l’ingrediente di moda; la forma espressiva è al servizio del contenuto, ed è contenuto umano, di passioni, miraggi, sofferenze, speranze e illusioni; ed è anche un contenuto religioso, non astratto ma calato anch’esso, a lievitarlo, nel costume e nel cuore dell’uomo. Cioè nella vita. Non ci è possibile qui esaminare una ad una, come meriterebbero, tutte le opere esposte, in alcune delle quali non mancano scompensi ed incertezze, ma siamo convinti di essere di fronte ad un artista intelligente, preparato e convinto, a un giovane artista che, se saprà resistere alle forti tentazioni dell’astruso simbolismo e del surrealismo di maniera, potrà dare un contributo chiarificatore alla pittura d’oggi intesa non come ricerca del nuovo a qualunque costo, ma come esaltazione in chiave moderna di valori umani e come recupero, perché no?, dei valori pittorici tradizionali.

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