martedì 17 giugno 2008

MERCANTI D'ARTE

IL MERCANTE DI QUADRI
Ce ne sono di diversi tipi. Il super raffinato, che sa pensare in tre lingue contemporaneamente e sa trattare sempre contemporaneamente tre affari diversi.
Vestito all’inglese, sempre con abiti dello stesso tipo. Sempre con auto dello stesso tipo. Ogni volta che incontra la moglie, le porge la mano e le domanda come va.
Uomo di ghiaccio, non parla mai per primo. Risponde sempre di contropiede. Uomo di grande prestigio, gode della stima incondizionata delle persone “IN” che si identificano in lui come il massimo personaggio di successo. Non chiede mai, ottiene tutto quello che vuole trasmigrando i suoi ordini mentali in coloro che lo circondano. Disprezza il guadagno ma ci tiene a farne parecchio. Abile industriale di successo, concede l’onore della sua compartecipazione a migliaia di altre attività, fra cui il "mercato dell'arte".
Ha organizzato una splendida galleria con tanto di direttore da favola, ex funzionario di Brera. Si circonda di personale raffinato, di estrazione aristocratica. Saluta la moglie e va a letto con la segretaria, fidanzata ad altro industriale che con “fairplay” porta bene le corna evidentissime. Per evitare di essere rapito dai banditi al fine di riscatto, mette in atto la sua formidabile intelligenza. Non ripete mai la stessa strada (ce ne vuole di fantasia!) ed arriva in orari sempre sballati. Non scende dall’auto se non dentro la sua proprietà, dopo che il cancello è stato accuratamente richiuso. Naturalmente l’auto è blindata e sempre Alfa Romeo grigio metallizzato. È l’uomo in grigio per eccellenza. Presidente d’ogni tipo di associazione di prestigio, fonda scuole di lingue con insegnanti doc, esclusivamente importati dalle nazioni di cui insegnano la lingua. Crea fondazioni private di grande prestigio e possiede pure importanti case editrici d’arte e di altre cose. Fonda addirittura una università!. È ambizioso e cerca il successo ma non lo dà facilmente a vedere. Il suo sorriso è gelido come la morte. La sua voce è un sussurro e la sua cortesia addirittura nauseante. Tutta formalità! In realtà il suo divertimento intimo è quello di controllare alla fine della serata di lavoro quante persone è riuscito a fottere. Se per caso il numero non è soddisfacente, insorge l’insonnia ed è costretto, con la sua abituale straordinaria cortesia, a telefonare a qualche malcapitato per stringere accordi su qualche affare, che è in realtà un’elegantissima truffa. Solo così, se il conto torna, se ha soddisfatto le sue esigenze personali di truffatore in guanti bianchi, allora può chiudere occhio come un angioletto dopo aver ringraziato il buon Dio per la superba intelligenza che gli ha voluto concedere. La moglie smania da sola in un letto solitario in camera separata, con la maschera nera sugli occhi e pregando Dio perché le faccia il miracolo di trasformare quel perbenista di santo marito in un porcone plebeo super arrapato e dai modi sbrigativi di un muratore del sud Italia.
La sua servitù è composta da bei maschietti neri che più neri non è possibile, nemmeno in una notte buia in una cantina nera. Sono vestiti ineccepibilmente da servi dell’alta aristocrazia finanziaria.
Arredamento santamente spartano ma con pezzi tutti autentici e talmente di valore economico che una sedia potrebbe nutrire, per un mese, mezzo esercito svizzero. Due cani alani, puntualmente descritti nei romanzi e nei films ispirati da Paolo Villaggio.La sua cena è parca, essenziale, come quella dell’arcangelo Gabriele.
È nel giro internazionale dei nomi che contano. Tratta affari ogni volta che apre bocca. Anzi ogni volta che non l’apre, perché al suo posto parlano i suoi avvocati personali selezionatissimi per ogni disciplina giuridica. Così è l’avvocato che saluta, che parla, che tratta e che decide assieme agli esperti. Così fanno pure i grandi uomini che stanno seduti di fronte a lui, per cui le voci degli interessati non si odono mai. Alla fine sui documenti mettono la firma e si dà il via ad un nuovo affare.
Vincerà il più furbo. E vince quasi sempre “lui”. Quando perde: solo un leggero tremito del labbro della bocca, un mezzo sospiro e nulla più.
Questo è un tipo di mercante con il quale ho avuto l’onore immenso di firmare un contratto in esclusiva mondiale. Tramite il suo potente ufficio spionaggio e delazioni, nel giro di tre giorni aveva saputo tutto di me, dei miei vizi e della mia non dovizia. Come Dio ci vede anche nel buio dei gabinetti mentre diamo sfogo alla masturbazione e segna nel suo pallottoliere i nostri singoli peccati, così "lui" aveva un dossier sulla mia vita, opere e nefandezze da far paura. Non lo diceva apertamente, perché lui era un vero signore: lo faceva capire con mezze frasette, qualche cifretta ecc. ecc. Quando si seppe che “tale maestà” si voleva legare con me con un contratto scritto, uomini di legge amanti dell'arte e di professione giudici di tribunale si offrirono spontaneamente per assistermi nella fase della contrattazione e poi della firma. Lo resi noto a Sua Maestà, ma questi, per la prima volta in tutta la sua vita, s’incazzò come un triviale manovale analfabeta e povero. Niente da fare. Io da solo, seduto su una sediolina bassa, bassa e dietro alla imponente scrivania un esercito di esperti d’ogni tipo. Seduti su altri scranni e sedie erano aquile miste ad avvoltoi che mi spiavano, controllavano ed analizzavano le mie parole. Si ha da fare così e cosà. Come accennavo a qualche modifica, un sommesso ringhiare di lupi della steppa faceva intendere che era meglio smettere. Una parola ancora e sarei stato sbranato. Il più alto di tutti era "lui", "il Re Sole", che stava addirittura in piedi, magari alzandosi sulle punte. Quando stavo per firmare, egli, il grande, sorrise. Tutto fu compiuto. Ora io ero suo, anima e corpo e tutto quello che pensavo e dipingevo era suo.
Per esportare valuta non si serviva di "spalloni" ma di fatture gonfiate, con sistemi molto più raffinati.


COME È FACILE DIVENTARE MERCANTE D’ARTE
Che io sappia, oggi chiunque abbia un piccolo capitale e disponga di conoscenze ed amici, costui può vantarsi d’essere mercante d’arte e commerciare in quadri. L’ignoranza è tremenda. Nessuno sa niente e tutti si fidano di quello che sa meno di tutti ma si autodefinisce “mercante d'arte”. Per fare il mercante d’arte, non necessita - secondo il pubblico che compera quadri - nemmeno di una qualsiasi licenza comunale. Il pubblico diffida completamente delle parole del pittore ed invece si fida ciecamente del primo babbeo che passa per la strada e si definisce commerciante d’arte. Le cose del mondo sono ben strane!
Uno di questi individui, di cui taccio il nome, venne a trovarmi in galleria con le lacrime e l’entusiasmo di chi ha appena toccato la veste di Gesù Cristo! Sono scene indescrivibili di felicità. Ti invitano a pranzo, a cena, ti mostrano agli amici come l’eroe puro del romanticismo mai tramontato. Ti fanno entrare nell’intimità della loro casetta da parecchi miliardi. Ti mostrano le loro lussuose automobili e persino l’aeroplano. Siccome alla famiglia ed in particolare al pilota puzza l’alito, come dice sempre Paolo Villaggio, come le fogne di Calcutta oppur come se avessero in bocca sorci marci da una settimana, il problema per me pittore è di essere gentile ma devo tentare di salvarmi dall’asfissiamento. Se siamo in inverno, bavero del paletot alzato, sciarpa da naso; barba e baffi lunghi e completamente intrisi di profumi orientali da mozzare il fiato. Bagno di alcool denaturato e poi testa diritta verso il davanti e tentativi di azzerare la conversazione. Quando l’aeroplano si alza leggero e veloce nell’aria, il comandante vuol dimostrare le sue grandi capacità di pilota acrobatico.
“Looping - voli a pancia in aria - scivolate d'ala con vite detto tonneau - guizzi in verticale - spegnimento del motore e poi giù a tutta velocità - riallineamento sul tetto delle case e volo diritto e veloce contro l'ostacolo. Il caro Paolo Villaggio ha dato qualche dimostrazione filmica di come ci si sente in preda a simili delinquenti. I pochi capelli sicuramente diventano ritti verso tutte le direzioni. I colori del volto assumono quelli più facilmente immaginabili. Lo stomaco pare essere in bocca e tra conati di vomito per giramenti di testa e per una puzza di fiato da “Superciuk” uno si aspetta di vomitare anche l’anima. Terminata l’esibizione aeronautica, via a casa dell’ospite per una pentolata di verze bollite con cotenne di maiale, fagioli, torsoli, robaccia varia e vomito assicurato. Ti invitano a spararti nel gargarozzo due litri di grappa di alcool puro fatto in casa, caffè col sale e poi sei pronto a trattare gli affari. Acquisto a prezzi convenienti con promessa di vendere ad amici: abbiamo trovato il salvatore della patria.


MERCANTI LAVORATORI PRESSO ENTI PUBBLICI E PRIVATI
Sono un buon numero. da fonti vicine ho appreso che a Roma, i dipendenti dei ministeri, non sapendo cosa fare, per totale assenza di lavoro, allora passano il tempo a vendere quadri con l’ausilio del telefono d’ufficio. Magari piazzano anche i quadri dipinti dai colleghi, nulla facenti, che hanno però l’hobby della pittura.
I professori di lettere statali e colleghi (specie nel Sud Italia) fondano gallerie d’arte, circoli culturali e sono abilissimi venditori, commercianti, creatori: infatti da un pezzetto di disegno di Guttuso ricavano con l’ausilio della tecnica di stamperie d'arte milanesi giganteschi polimaterici a trenta colori che recano addirittura la firma del maestro defunto. Miracoli e poi ancora miracoli. E lo Stato li ignora, come ignora milioni di dilettanti che vendono più loro di tutti i professionisti. Sempre miracoli. D'altra parte sia gli USA che l'Italia nel dopoguerra avevano "commissioni" contro la penetrazione del comunismo nell'arte senza riuscire a capire nulla di quanto avveniva. Certamente il Vaticano si serviva di esperti frequentatori di parrocchia che mai avevano letto Giulio Carlo Argan


MERCANTI STRACCIONI
Nessuno può immaginare quante persone campino fregando il mondo ingenuo, presentandosi come “mercanti d'arte” e rifilando croste, falsi e magari anche buoni autori senza rispettare la benché minima legge dello Stato. Dal certificato di garanzia alla fatturazione. Costoro fanno girare molte decine di milioni all’anno ma sono evasori totali e magari godono di privilegi come pensioni d’accompagnamento per malattie gravi inesistenti.
La realtà supera sempre la fantasia.
Uno di questi gode della pensione di invalidità come “cieco” con diritto all’accompagnamento. Ogni tanto lo vedo andare in mezzo alla strada incurante del traffico da solo, senza bastone bianco e con un cagnolino che se ne va per conto suo in cerca di avventure, cespugli ed alberi.

MERCANTI AL FEMMINILE
Queste appartengono alla razza “figlie” - “amanti” - “mogli”. Si può immaginare siano in buona fede. In genere credono caparbiamente in quello che dicono o pensano perché tipico del genere femminile convincersi di avere sempre ragione. Pare che la “logica”sia un tantinello assente. E POI VUOI METTERE QUANTO È FINE ESSERE “IN”ed invece di fare la casalinga o qualche altro nobile mestiere, come è fine vendere quadri. Non quadri alla portata di tutti. Quadri esotici, famosi, incomprensibili in maniera da ostentare proprio una bella superiorità intellettuale rispetto alle amiche in cerca di emozioni! Figuriamoci poi il popolaccio, la plebe, gli incolti. Vuoi mettere pronunciare tutti quei nomi stranieri e saper indicare in quale scuola metterli. Come dice il critico o la critica, che hanno studiato Arte e che perciò sono con le ali a volare lassù nell’Empireo. E che bello trattare con tutti i clienti affezionati dottori, professori, che ti fanno anche il baciamano... Che belle battaglie contro il popolaccio incolto che non conosce l'arte e non sa apprezzare "i manichini" di bambini appesi per il collo ad un alberone in città!.


IL MERCANTE “GANGSTER”
Costui in genere fa di professione l’imbianchino, ma ha studiato al liceo artistico di Brera e forse, si vocifera, abbia persino studiato pittura in questa rinomata accademia. Non è certo, non ci sono prove evidenti ma è sufficiente perché nella zona dove vive e spennella i muri, un gruppo di industriali, dal soldo facile, pensino di servirsi di lui. Questa persona è arrogante, violenta, prepotente e priva di qualsiasi scrupolo morale e quindi va bene per lo scopo di notabili in cerca sia di affari che di esportazione continuata di capitali. Questo individuo, abbastanza giovane e pieno d’iniziativa viene introdotto alla corte del "Dio denaro". Viene bene istruito e gli si affibbia l’aureola di “gran consigliere e gran intenditore di cose d'arte”. Non è né un critico d’arte né un valido pittore.
E' solo il mascalzone più adatto ai bisogni dei delinquenti che il clero e la società si ostina a benedire ed a portare come esempio di efficienza ed onestà: “la società bene”.
Il mascalzone noto ovunque come: ladro, delinquente abituale, galeotto, profittatore, mafioso, uomo pericoloso e vendicativo, prepotente, arrogante, ignorante ecc…ecc... Gode della massima protezione clericale e politico sociale. E' l’uomo di paglia in mano ad una mafia economica, che dopo la fine della seconda guerra mondiale vede arrivare nelle tasche montagne di soldi, un benessere spaventoso. L’Italia ridotta in briciole aveva bisogno di tutto. La fratellanza economico-politica portava benessere assoluto ad entrambe queste due società confraternite e poiché nessuno di loro aveva interesse né sapeva come investire in Italia per il bene della nazione, col timore del comunismo sempre latente, convenirono da buoni carbonari di organizzare un bel giro di esportazione all’estero, in tutto il mondo, dei loro capitali. Si creò quindi un grosso fondo monetario a disposizione del mascalzone e lo si innalzò a Dio dell’arte. Con i soldi facili, il Dio comprò tutte le opere di pittori esistenti sul mercato che a lui fossero graditi, non si sa con quali contratti personali tra lui e loro. Si sentirono parecchie lamentele, qualcuno giura che pittori infuriati lo inseguissero con tanto di coltellaccio da bue per macellarlo. Tutto venne coperto da una tranquillizzante coltre di silenzi. Il Dio faceva venire dall’estero pittori stranieri (non ci è dato di sapere con quali accordi) ma si può immaginare che, assieme a membri del clero in continui viaggi, arrivassero con qualche opera d’interesse particolare e poi si può supporre che ripartissero ingrassati da super mazzette di bei soldoni, destinazione sconosciuta per banche straniere. Giravano voci che lo sport maggiormente praticato fosse la scoperta di nuove banche estere, anche in capo al mondo. Tuttavia, il Dio non operava solo per i capitalisti suoi amici: sapeva lavorare bene anche per se stesso ed era uno specialista di prim’ordine a mantenere ottimi rapporti con l’ufficialità pubblica. Riusciva a trascinare con sé nei suoi affari dal semplice assessore alla cultura di chicchessia paese e città fino a nomi roboanti della cultura ufficiale e della finanza e della politica ufficiale. Ebbe la consacrazione a gran cavaliere di gran croce, commendatore dei commendatori e benefattore di associazioni sociali che erano sorte per l’assistenza e la beneficenza per gli altri che tuttavia erano sempre i soliti o i figli dei soliti ecc. ecc. Ebbene il Dio dell’arte gode della massima onorabilità!
Tutti piangono al ricordo della sua immatura dipartita. Autorità religiose, pubbliche, giornalisti, tecnici dell'arte hanno steso intorno a lui il più ampio ed inossidabile cordone di sicurezza. Con i soldi della collettività e l’ausilio dello Stato si è assicurato per la prole vita eterna, onore, gloria e potere. La sua fondazione è una delle poche che dettano legge in campo internazionale e gli “utili idioti” sfornati dalle alleate opportune università continuano acriticamente a celebrarne i trionfi.Questo tipo di mercante ed operatore di cultura verrà comunque sempre salvato da ogni critica, perché ha contribuito a trasportare all'estero, in zone sicurissime, i grandi capitali fruttati dal sudore, la morte dei lavoratori, hanno permesso ad una società chiamata liberale e cristiana di prosperare circondata da un alone di santità; mi viene allora spontaneo gridare: W Bertinotti, se fosse completamente esente dal sostenere certi artisti.

6 commenti:

paolino ha detto...

Sig.Vaccaro lei ha una buona narrativa e una bella fantasia.Le propongo un'affare e cioe'quello di. Vendermi delle opere a clienti di eterogenea estrazione a cifre da capogiro,ovviamente c'e' un ottima percentuale per lei le accenno che non si tratta di certo di Morandi o la Parigini ma sono di un bellissimo stile figurativo paragonabile ad un fine ottocento ma pur conservandone la freschezza e tutta l'attualita' di uno contemporaneo.E' una sfida se riesce a vendere un pezzo per 5000000 di euro 1000000 e'suo.Mi contatti pure paolo.bianchi781@virgilio.it

diat2001 ha detto...

stupendo sito.
www.aforzadimacchiare.it

diat2001 ha detto...

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vivere300anni ha detto...

ahah, la conoscevo come pittore, ma devo dire che è bravissimo anche a dipingere stereotipi umani con la penna !Complimenti vivissimi.
Sarei onorato se andasse a visitare il mio blog...

Unknown ha detto...

nazareno savarino: sarebbe bello avere un confronto. Se vuole visiti il mio sito e complimenti
per l'articolo originale e aderente alla realtà.

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