giovedì 28 luglio 2011
“IN MEMORIA DI ME” – TITOLO FILM TRASMESSO OGGI 28 LUGLIO 2011 SU IRIS
I protagonisti si affidano all’irrazionale per accettare Dio. Si rifanno alla Bibbia ma è assente in loro la conoscenza diretta di Dio e delle sue leggi così chiare nella meraviglia della natura. Siamo molto lontano dall’intelligenza deduttiva che manca del resto anche a molti scienziati contemporanei.
mercoledì 27 luglio 2011
QUOTIDIANO “LA NOTTE” RECENSIONE MOSTRA PERSONALE GALLERIA “ITALIANA ARTE DI BUSTO ARSIZIO” 14 APRILE 1973 – IGNAZIO MORMINO
Questa ricchissima personale (più di cinquanta opere) consente a tutti di spaziare nel mondo magico di Andrea Vaccaro, di apprezzare il suo inconfondibile “segno”, la sua rara capacità di trasmettere emozioni e suggestioni. Un discorso a parte merita il cromatismo di questi quadri, acceso ma sapientemente, accortamente dosato. Molti pittori si sarebbero “perduti” ricorrendo a un registro cromatico di così vaste proporzioni. Vaccaro invece ci sta dentro bene, benissimo, impossibile coglierlo in un momento di indecisione, o di stanchezza. La tavolozza è sempre a posto; vi aggredisce o vi incanta ma indifferenti non vi lascia mai. Opere come “il grido”, “Attesa”, “Dinamica verde”, “La Senna” (ma sono belle tutte le vedute di Parigi), “Malinconia”, “Il sapore della giovinezza”, “Il fiore donna” sono davvero eccellenti; ma fate attenzione anche ai disegni, in cui il pittore conferma la sua straordinaria abilità, scavando magistralmente nella psicologia della donna d’oggi. Insomma una mostra eccellente e tutta godibile. Non perdetela. Ignazio Mormino
RIFIUTI NAPOLETANI
D’ora in poi non mi interesserò mai più della giustizia politica. Accuso Bersani di essere un opportunista che per qualche voto meridionale ha tradito il nord. Peggio ancora Bossi e Berlusconi. In questa italietta vincono solo i disonesti! Giudico altamente corrotto ed immorale cedere alle volontà di un popolo lavativo che mai si ravvederà. Tutto a danno dei cittadini onesti!
martedì 26 luglio 2011
CRITICA SU QUOTIDIANO LA PREALPINA-MOSTRA GALLERIA ITALIANA ARTE-BUSTO ARSIZIO-19-4-1073-A CURA DI NINO MIGLIERINA
La locandina-invito per la personale di Andrea Vaccaro (in atto alla Galleria “Italiana d’arte” di Busto Arsizio) potrebbe aver tratto in inganno qualche amatore di arte con la riproduzione dell’opera “Un uomo solo.
A tutta prima infatti sembrerebbe di trovarci dinanzi ad una testimonianza di quella contestazione che, per molti pittori, oggi è prammatica. La realtà è un'altra: Vaccaro potrebbe essere tutto tranne che un epigono della contestazione, o meglio potrebbe assurgere al ruolo del contestatore della contestazione (e ci scusiamo per il bisticcio puramente verbale). La sua personale infatti è un’altra cosa: è la somma di innumerevole sensazioni presentate con un linguaggio moderno (picassiano avrebbe detto qualche critico) ma chiaro e di una leggibilità immediata per non dire conturbante nel suo qualificato equilibrio. Vediamolo nella genesi della sua pittura. Vaccaro è un eminente e felicissimo disegnatore, ma del disegno non fa un narcisismo a se stante. Si serve di queste sue qualità e capacità per esprimere momenti di particolare emozione equilibrando linea ed espressione, colore ed atmosfera d’assieme. La sua non è che una continua proiezione di stati d’animo concordati tra lui ed il suo soggetto. E lo stato d’animo di Vaccaro non è mai tragico, perché anche quando il soggetto lo esige, egli lo riveste di un certo senso di fiducia o per lo meno si avvicina alla persuasione paziente. Se poi si passa dal disegno al quadro propriamente completo si avverte un’altra caratteristica di questo artista: la fusione armonica del colore con il disegno, talchè ogni quadro si presenta nella pienezza del linguaggio che ha il suo punto culminante in quel particolare che il pittore ha voluto che emergesse. Tutti i suoi quadri sono fatti così, pur nella varietà quasi esaltante delle oggettistica,. Le sue figure femminili, in particolare, attraggono l’attenzione, il senso della femminilità, l’attesa della maternità, la maternità in atto, la ricorrente mestizia femminile tesa verso un sogno, la donna riflessa in se stessa, sono argomenti che Vaccaro tratta con estrema felicità, tanto da pensare che i suoi quadri nascano di getto, senza ripensamenti e senza interventi cerebrali. Anche il paesaggio subisce questo fascino. Il pittore è sempre alla ricerca della luce, quella luce che mette in piena evidenza la purezza del disegno, Si vedano, ad esempio, gli scorci parigini, e, forse più ancora significativi sono le visioni marine di Sanremo. Una personale, per concludere, che è tutta da vedere, anzi da rivedere per giungere alla scoperta di tutti i lati felici di una pittura positiva: una pittura cioè (e lo diciamo concordando con altri critici) che dà gioia agli occhi ed alla mente per la sua armonia e per un aperto invito a fermare l’attenzione su ciò che di più bello e più pulito ancora oggi c’è nel mondo. Nino Miglierina
lunedì 25 luglio 2011
CRITICA SU SETTIMANALE “LUCE” A CURA DI LUIGI BENNATI – 3 NOVEMBRE 1972 – MOSTRA CASA VARESINA D’ARTE - VARESE
Possiamo dire che oggi nella ingarbugliata motoria delle correnti artistiche non è facile districarsi e sciorinare così ipso fatto, un linguaggio nuovo. Artisti di tutti i tempi hanno sempre attinto alla fonte dell’esperienza altrui cercando di immettere personali sensazioni. Di Andrea Vaccaro già è stato detto molto dai critici qualificati i quali, pur riconoscendo valide le sue opere, in più occasioni gli hanno attribuito questa o quella pro genitura. Così l’hanno sballottata nel salto dei secoli sino all’accostamento delle più avanzate arti contemporanee figurative. In parte siamo d’accordo ma noi abitualmente evitiamo confronti ed accostamenti arrischiati, ma cerchiamo di cogliere nell’opera il valore (se esiste) genuino dell’artista e cosa questi voglia dire, anche se logicamente anch’egli figlio di qualcuno. Sappiamo già da tempo che il Vaccaro si disimpegna bene con un disegno valido, egregia è anche la composizione grafica delle sue opere; così approfittando della sua personale in corso qui alla galleria Varesina d’arte, abbiamo avuto modo di apprezzare anche il colore. Andrea Vaccaro è ancora molto giovane ma ha già trovato la sua formula nell’eseguire una configurazione forte nel disegno, calda nel colore e contemporaneamente moderna, pur rispettando tutti quei sani canoni compatibili con il suo carattere volitivo ed estroverso ancora capace di entusiastici lanci. Luigi Bennati
domenica 24 luglio 2011
LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI FILM DEL 1962 DI NANNI LOY
Con il dovuto rispetto per la verità, relativa alla sollevazione del popolo napoletano contro i tedeschi, non posso tacere l’ingenuità infantile del film. Nanni Loy, che io considero un maestro della realtà, ci ha regalato un fumetto assurdo. Perché assurdo? Chi ha avuto una minima conoscenza delle armi non può tollerare l’assurdo delle sparatorie del popolo napoletano. Vecchi moschetti, fucili 91, carabine Winchester e persino un cannone sparano a ripetizione con la semplice carica della molla senza introdurre mai i proiettili.
Chi ha sparato sa quale rimbombo nelle orecchie e quale contraccolpo alla spalla. Quindi un’osservazione sulle armi: tutte devono essere ben pulite, ingrassate e mai gettate a casaccio sotto la polvere. L’inconveniente può essere lo scoppio dell’arma. Del film alcune scene di tedeschi, bene organizzati, sono accettate e ben credibili. Tutto il resto è inganno e raggiunge l’effetto di una esaltazione per l’infanzia.
Chi ha sparato sa quale rimbombo nelle orecchie e quale contraccolpo alla spalla. Quindi un’osservazione sulle armi: tutte devono essere ben pulite, ingrassate e mai gettate a casaccio sotto la polvere. L’inconveniente può essere lo scoppio dell’arma. Del film alcune scene di tedeschi, bene organizzati, sono accettate e ben credibili. Tutto il resto è inganno e raggiunge l’effetto di una esaltazione per l’infanzia.
RECENSIONE MOSTRA GALLERIA D’ARTE “SIMONETTA” “GIORNALE DI BERGAMO” 3-IV-1972 – A CURA DI MARIO PEZZOTTA
Andrea Vaccaro è un pittore legnanese poco più che trentenne. E’ un dato biografico da tener presente visitando la sua mostra allestita alla galleria Simonetta per due ragioni:
1) perché documenta, pensiamo dalle origini, l’evolversi rapido della sua pittura;
2) perché l’ultima fase della sua attività artistica, di certo la più interessante, apre prospettive molto ampie. Vediamo i paesaggi. Hanno una immediatezza e una sicurezza di stesura sufficienti a porli su un piano di validità. Avrebbe potuto Vaccaro sedersi su questi soggetti e vivere diciamo così di rendita, come del resto illustri maestri hanno fatto consolidando la loro fama che dura tutt’ora. I fiori: sono a ragione o a torto, ritenuti “pittura leggera”, un capo di esercitazione per artisti romantici. Vaccaro affronta il soggetto con l’evidente scopo di smentire questi luoghi comuni, e i suoi fiori sono fantasiosi ma solidi, anche se qualche volta eccessivamente liberi nella frantumazione cromatica. L’equilibrio della composizione, certa sintesi espressionistica specie nei paesaggi, il contesto senza stridori pur nel contrasto di colori forti sono – per questa parte della rassegna – da sottolineare positivamente. E siamo alle composizione figurate e ai temi più impegnativi. Ed e qui, a nostro avviso, che Vaccaro dimostra, assieme alle sue migliori qualità pittoriche, un equilibrio assai raro. I significati allusivi o addirittura emblematici sono trasparenti, o quanto meno intuibili; le tentazioni della nuova figurazione sono decisamente respinte assieme alle deformazioni che sono l’ingrediente di moda; la forma espressiva è al servizio del contenuto, ed è contenuto umano, di passioni, miraggi, sofferenze, speranze e illusioni; ed è anche un contenuto religioso, non astratto ma calato anch’esso, a lievitarlo, nel costume e nel cuore dell’uomo. Cioè nella vita. Non ci è possibile qui esaminare una ad una, come meriterebbero, tutte le opere esposte, in alcune delle quali non mancano scompensi ed incertezze, ma siamo convinti di essere di fronte ad un artista intelligente, preparato e convinto, a un giovane artista che, se saprà resistere alle forti tentazioni dell’astruso simbolismo e del surrealismo di maniera, potrà dare un contributo chiarificatore alla pittura d’oggi intesa non come ricerca del nuovo a qualunque costo, ma come esaltazione in chiave moderna di valori umani e come recupero, perché no?, dei valori pittorici tradizionali.
1) perché documenta, pensiamo dalle origini, l’evolversi rapido della sua pittura;
2) perché l’ultima fase della sua attività artistica, di certo la più interessante, apre prospettive molto ampie. Vediamo i paesaggi. Hanno una immediatezza e una sicurezza di stesura sufficienti a porli su un piano di validità. Avrebbe potuto Vaccaro sedersi su questi soggetti e vivere diciamo così di rendita, come del resto illustri maestri hanno fatto consolidando la loro fama che dura tutt’ora. I fiori: sono a ragione o a torto, ritenuti “pittura leggera”, un capo di esercitazione per artisti romantici. Vaccaro affronta il soggetto con l’evidente scopo di smentire questi luoghi comuni, e i suoi fiori sono fantasiosi ma solidi, anche se qualche volta eccessivamente liberi nella frantumazione cromatica. L’equilibrio della composizione, certa sintesi espressionistica specie nei paesaggi, il contesto senza stridori pur nel contrasto di colori forti sono – per questa parte della rassegna – da sottolineare positivamente. E siamo alle composizione figurate e ai temi più impegnativi. Ed e qui, a nostro avviso, che Vaccaro dimostra, assieme alle sue migliori qualità pittoriche, un equilibrio assai raro. I significati allusivi o addirittura emblematici sono trasparenti, o quanto meno intuibili; le tentazioni della nuova figurazione sono decisamente respinte assieme alle deformazioni che sono l’ingrediente di moda; la forma espressiva è al servizio del contenuto, ed è contenuto umano, di passioni, miraggi, sofferenze, speranze e illusioni; ed è anche un contenuto religioso, non astratto ma calato anch’esso, a lievitarlo, nel costume e nel cuore dell’uomo. Cioè nella vita. Non ci è possibile qui esaminare una ad una, come meriterebbero, tutte le opere esposte, in alcune delle quali non mancano scompensi ed incertezze, ma siamo convinti di essere di fronte ad un artista intelligente, preparato e convinto, a un giovane artista che, se saprà resistere alle forti tentazioni dell’astruso simbolismo e del surrealismo di maniera, potrà dare un contributo chiarificatore alla pittura d’oggi intesa non come ricerca del nuovo a qualunque costo, ma come esaltazione in chiave moderna di valori umani e come recupero, perché no?, dei valori pittorici tradizionali.
venerdì 22 luglio 2011
ELEZIONI COME INGANNO
I politici affermano che è lecito fare un tipo di campagna elettorale e poi nella pratica dimenticare le parole dette a gran voce ma facendo quello che interessa personalmente loro. Ad esempio: nessuno spiega che il partito che si definisce liberale intende dimenticare le promesse fatte al popolo e provvedere invece a far soldi sia personali che industriali o in affari senza tener conto di alcuna legge morale. Si chiama liberale perché si eliminano leggi restrittive agli interessi ed ai guadagni privati. Lo scopo è poi quello di rendere intangibili le grandi ricchezze che non devono mai pagare tasse. Invece è lecito macellare i lavoratori ed in particolare i poveri. Il governo liberale di un tempo permetteva di far soldi con l’inganno, la sofisticazione degli alimenti ed il gioco in borsa. Quel partito che osi difendere i poveri ed i meno abbienti viene considerato comunista e contro l’interesse dei liberali.Dovere del capitalismo italiano è quello di dare lavoro sul nostro territorio nazionale. Non quello di cercare nazioni schiave ove il lavoro costa niente e lì guadagnare per propri fini. Questo egoismo che anche il PD e L’IDV chiamano liberismo!
giovedì 21 luglio 2011
PROFILO DI ANDREA VACCARO DA GIOVANE A CURA DEL DOTT. ENRICO BELLONI AMICO E COMPAGNO DI SCUOLA
La prima volta che vidi Andrea (consentitemi di chiamarlo per nome in considerazione della nostra lunga amicizia) era un ragazzo magro come un chiodo, dai capelli ricciuti, neri e folti. I lineamenti erano marcati, il naso piuttosto importante. Ma quello che colpiva di più nel suo viso erano gli occhi. Scuri, vivaci, sempre in movimento. Davano l’impressione di osservare il mondo con grande voracità e voglia di apprendere ma anche con ingenuità e candore. Questa era la prima impressione, quella superficiale perché, conoscendolo meglio, ti accorgevi che non era ingenuità quella che si intravedeva nel suo sguardo ma la genuina, onesta voglia di capire senza preconcetti. Ci incontrammo al liceo e i nostri rapporti non furono molto buoni all’inizio. Andrea aveva una mente sempre in movimento, vulcanica. Lui amava discutere, capire. Io venivo da un’esperienza totalmente diversa. Non ero abituato a discutere con altri le mie idee. Non che non ne avessi, ma me le tenevo per me. Le elaboravo e le mettevo via. Lui invece non poteva fare a meno di esternare le sue emozioni e metterle alla prova con il confronto. E devo dire che non è cambiato affatto. Fu il mio grimaldello accanito, tenace, non dava tregua e alla fine imparai anch’io a parlare delle mie idee e a confrontarmi con gli altri. Questo fu il primo regalo che Andrea mi fece. Il secondo fu quello di farmi scoprire l’arte. Fui subito affascinato dalla sua apparente facilità nel disegnare e in un primo momento lo invidiai perché lo vedevo che lui traeva gioia da questa sua capacità. Ne parlammo e a poco a poco entrai nel suo mondo d’artista. Riuscii a seguire, almeno in parte, i percorsi della sua mente quando dipingeva; e questo mi affascinava. Scoprii che l’artista non copia semplicemente la realtà, come pensavo in un primo momento, ma la interpreta, ci mette del suo ed era questa elaborazione del reale che mi interessava. Da qui nacquero tutte le nostre discussioni. La filosofia ci venne in aiuto e così mentre lui dipingeva, svitavamo e riavvitavamo insieme l’universo. Allora io abitavo, con i miei, in una villa che aveva vasta soffitta (adesso si direbbe più pomposamente mansarda). Questo locale aveva il pregio di un grande lucernario che consentiva alla luce di arrivare nella stanza per gran parte della giornata. Era l’ideale per un pittore. La sistemammo alla meglio e Andrea vi si insediò facendone il suo studio. Li dipinse la maggior parte dei quadri suoi che io amo di più. Ricordo una marina con barche dove riesce, in maniera mirabile a rendere la profondità della spiaggia senza quasi usare il colore. Ricordo il ritratto di una giovane donna bionda, delicato, sottilmente evocativo di ormai dimenticate atmosfere giovanili. Un giorno lo accompagnai in una delle sue solite sortite nella campagna attorno a Legnano, per dipingere qualche scorcio interessante. Eravamo al limitare di un campo, circondato, come succede sempre nella campagna lombarda, da filari di pioppi. L’orizzonte era limitato ma, proprio per questo, faceva pensare a spazi immensi. La fantasia è, contrariamente a quello che si ostina a sostenere Andrea, molto più immaginifica della realtà. Lui incominciò a dipingere mentre intanto discutevamo. Sinceramente non vedevo nulla di particolare in quell’angolo di campagna legnanese. Passò il tempo, Andrea non mi sembrava particolarmente impegnato nel quadro; appariva svagato, assente quasi. Alla fine, vinto dalla curiosità, mi portai dietro a lui e osservai quello che aveva dipinto. Ne rimasi esterrefatto. Laddove io non avevo visto che un susseguirsi tutto uguale di alberi, l’Artista aveva estratto una ricca tavolozza di verde; verde chiaro, brillante, scuro, tendente al grigio, sfumato dalla lontananza, brillante e traslucido di umidità. Quale ricchezza di sfumature racchiuse in un unico colore! Col tempo, conoscendolo sempre più a fondo, mi resi conto che la pittura per Andrea, era una missione oltre che una ragione di vita. Sono felice dopo che le vicende della vita ci hanno allontanato per tanti anni, di ritrovarlo, ora come allora, vivo pieno di curiosità, di fiducia in se stesso e nella vita. Grazie, Andrea, ancora una volta, per la lezione di vita che hai saputo darmi.
Il tuo amico e ammiratore. Enrico Belloni – Legnano, 17 novembre 1995.
martedì 19 luglio 2011
IL VATICANO E L’ARTE
Recentemente il Vaticano ha inaugurato una sezione di arte moderna, pensando di fare una buona cosa per i fedeli. In realtà, dai nomi rappresentati, per quanto riguarda le avanguardie dell’otto-novecento ha collocato opere non idonee che nulla hanno a che fare con il progresso umano ed artistico. Ne risulta a mio avviso che non esiste infallibilità né del Papa nè della Chiesa cattolica. A questo proposito presento una mia sentita preghiera a Dio perché illumini il Vaticano e la Chiesa tutta.
Ti ringrazio Signore Iddio, Creatore e Signore di tutte le cose visibili e invisibili, che doni alle tue umili creature la Grazia dello Spirito Santo. Ti rendo lode per il tuo intervento, che sorregge ed ispira la mia mano. Benedici la mia e provvedi che essa sia conforme alla tua volontà, che essa esalti la bellezza del tuo creato, in maniera che tutti possano godere del riflesso di Dio. O Padre Glorioso, Tu hai scelto in me un umile servo che nulla potrebbe se non con il Tuo diretto intervento! Ti prego, Padre Infinito, di dare la Tua benedizione attraverso queste opere, a tutti coloro che in esse vedranno il riflesso di Dio! Ti prego di far sì che la mia opera sia conforme alla tua volontà e che possa riportare l’umanità sulla strada del bello.
Ti ringrazio Signore Iddio, Creatore e Signore di tutte le cose visibili e invisibili, che doni alle tue umili creature la Grazia dello Spirito Santo. Ti rendo lode per il tuo intervento, che sorregge ed ispira la mia mano. Benedici la mia e provvedi che essa sia conforme alla tua volontà, che essa esalti la bellezza del tuo creato, in maniera che tutti possano godere del riflesso di Dio. O Padre Glorioso, Tu hai scelto in me un umile servo che nulla potrebbe se non con il Tuo diretto intervento! Ti prego, Padre Infinito, di dare la Tua benedizione attraverso queste opere, a tutti coloro che in esse vedranno il riflesso di Dio! Ti prego di far sì che la mia opera sia conforme alla tua volontà e che possa riportare l’umanità sulla strada del bello.
lunedì 18 luglio 2011
L’ECO DI BERGAMO – RECENSIONE MOSTRA GALLERIA D’ARTE LA PERMANENTE – 2-XI-72 A CURA DI LINO LAZZARI
Questo Andrea Vaccaro, che espone in questi giorni alla Galleria d’arte “PERMANENTE” una personale, sa esprimere con la sua pittura, pensiamo che il pubblico l’abbia inteso a fondo. Gli osservatori si saranno accorti di non trovarsi di fronte ad un artista di medio livello, considerando come Vaccaro sappia svolgere i suoi temi e come riesca a tradurli in realtà visiva. Innanzi tutto la sua ampia visuale, che non è limitata alla solita figura o al paesaggio. Per Vaccaro non fa difficoltà l’esame di un atteggiamento interiore (è quello che più gli preme) che si attua con le figure stesse. Non è il “ritratto” oppure lo studio della figura secondo i canoni seguiti da molti, ma l’introspezione dell’animo umano, in ogni sfumatura e in ogni aspirazione, il che riesce indubbiamente difficile per tutti ma ci sembra, almeno per Vaccaro, un campo di ricerca a lui congeniale. Ne sono testimonianza le opere più significative come “la preghiera”, “i sepolcri imbiancati”, “le amiche”, femminilità. Una analisi psicologica di alto contenuto concettuale. In secondo luogo l’elemento cromatico che completa l’interpretazione dei soggetti. Atmosfere che si riferiscono a situazioni più che ad ambienti, dove Vaccaro realizza una componente di grande essenzialità. Un colore mai eccedente se pur incisivo e marcato, in una gamma tonale che non conosce limitazione di sorta nell’armonia dell’opera; un colore che si staglia nitido con spaccature impressionanti ma che si addolcisce là dove l’artista intende cogliere un palpito vitale nelle persone o nel paesaggio stesso. Abilità quindi di vera genialità, senza forzature o imposizioni, ma lineare e limpida come del resto, è lo stesso linguaggio pittorico che Vaccaro sa usare per farsi comprendere con immediatezza. A partire dal prossimo mese, il 1° dicembre per la precisione, Andrea Vaccaro lavorerà in esclusiva mondiale per l’Italiana Arte di Busto Arsizio, un’organizzazione che si impegna con serietà a svolgere nel campo dell’arte un’opera di grande prestigio e di valore per la selezione e il lancio degli artisti. Quest’incontro sarà per Vaccaro motivo di ulteriori affermazioni in Italia e all’estero. Noi glielo auguriamo di cuore perché l’artista di Legnano se lo merita con fiducia piena. La mostra rimarrà aperta fino al 9 novembre. Lino Lazzari
domenica 17 luglio 2011
GIORNALE DI BERGAMO - RECENSIONE MOSTRA “GALLERIA D’ARTE LA PERMANENTE-BERGAMO” 1-XI-72 – A CURA DI MARIO PEZZOTTA
A meno di sei mesi dalla sua ultima personale a Bergamo (che costituì per noi il primo felice incontro con l’artista legnanese), Andrea Vaccaro è tornato con una sua mostra alla “Permmanente” di piazza Dante. Diciamo subito che riteniamo, in via di massima, insufficiente si breve lasso di tempo per una conferma o per una smentita a un giudizio obiettivo e serio sulle caratteristiche e i valori di una qualsiasi pittura. Eppure in questo caso dobbiamo ricrederci, Vaccaro fa, evidentemente, eccezione. Perché il vigore della sua arte è tale da imprimere ad ogni opera un “distacco” dalle precedenti, in una progressione coerente nello stile, ma nuova nella struttura, nel taglio nell’inventiva. Le opere esposte sono relativamente poche e si distinguono: 1) nelle composizioni di contenuto emblematico; 2) nelle composizioni a livello psicologico; 3) nei paesaggi. Le prime (vedi “La preghiera”, “Sepolcri imbiancati” e “Femminilità”) sono, a nostro avviso, il campo più congeniale di Vaccaro il quale rivela qui notevoli e imprevedibili possibilità di sviluppi “creativi”; le seconde (vedi “Le amiche”, “Le modelle”, “Eleganza”) documentano una sensibilità e nel contempo una originalità di interpretazione figurativa che realizzano in termini di moderna classicità quella neofigurazione di evidenza plastica e di trasparente simbolismo che recupera valori troppo rapidamente dimenticati o sottovalutati; infine nei paesaggi su modelli consueti (vedi le visioni di Parigi) divenuti il passaggio obbligato di tutti gli artisti, Vaccaro riesce ad essere……Vaccaro, impulsivo senza eccessi, coloristicamente robusto senza audace espressionistiche, sorprendente nell’efficacia di farci sembrare nuovo o rinnovato ciò che ritenevamo noto e abusato. Vaccaro è ancora giovane e non vorremmo sembrargli troppo facili alla “consacrazione”. E non lo saremo. Ma siamo convinti che su questo artista potremmo puntare come su un cavallo vincente. Ce ne da garanzia quell’equilibrio col quale egli, almeno fin’ora, ha saputo mantenere e la sua vulcanica fantasia e la sua eccezionale carica umana. Mario Pezzotta
GUERRA TRA POVERI
Accuso l’idolo politico del nord: Umberto Bossi. Da quando si è ammalato pare diventato servo di Berlusconi. Dell’uomo vigoroso e combattivo che era, non è rimasto che un sigaro spento atto a continuare il suo mito di uomo duro. Ha forse ingannato il suo popolo? Ha trovato confortevole la poltrona di politico agli interessi di Berlusconi? Tutte le sue minacce sono fiato tra i denti e non trovano riscontro nella realtà. Ora parteggia per un mafioso dichiarato tale dalla magistratura. Che Berlusconi lo abbia comperato il nostro fantasma di Bossi? Spero che si decida e faccia finalmente cadere questo governo! Guardate il film: “I COMPAGNI” di Mario Monicelli del 1963. Con Bossi e Berlusconi finiremo così!
GOVERNO BERLUSCONI
Mai prima di oggi appaiono chiare le volontà politiche del miliardario premier. Il suo governo tende ad instaurare una classe ricca e protetta che sia dominante. Solo i ricchi potranno far studiare e far evolvere i loro figli. Non fatevi trarre in inganno da quei parlamentari che fanno parte del governo Berlusconi e che affermano di essere figli di operai. Si tratta di una mossa astuta per non fare capire le reali intenzioni del governo. Risulta facile, invece, fare il paragone con i nazisti di Hitler. La Polonia nelle loro intenzioni, come la Russia ed altre nazioni dovevano diventare terra di schiavi, lavoratori con limitata conoscenza della sola aritmetica. Per tutto il resto dovevano essere soggetti al volere ed all’imperio dei tedeschi nazisti, i soli in grado e con autorità di comandare. Perché solo i ricchi potranno studiare e nemmeno è richiesto loro di sapere. Vi basti la probabile riduzione di un anno per gli studi di medicina. Se ora i medici giovani sono ignoranti e pericolosi figuratevi i probabili nuovi protetti dal governo Berlusconi. Questo è solo un esempio: la qualità della vita per le masse italiane sarà infima e lo dimostra l’intervento economico per saldare i settanta miliardi di euro del nostro debito pubblico. Siamo schiavi delle borse ed i guadagni degli speculatori non saranno nemmeno tassati. Solo i poveri sono tartassati. I ricchi sono stati spolverati con un tenero, soffice piumino di piume delicate ed indolori. Ritorneranno ad una società fatta di “re Creso” che ordineranno e comanderanno a bacchetta se non peggio; invece la massa sarà fatta di schiavi, ridotti a bestie da fustigare, costretti in abitazioni malsane e ridotti a mendicare un lavoro. I figli dei poveri non potranno mai competer con i ricchi. Conosco una ragazza ricca che ha potuto studiare anche all’estero e, con un carattere ribelle e non bene inserita nelle necessità sociali, può vantare una innegabile esperienza diretta delle lingue parlate. Questa donna sarà una superlaureata ma incapace di comprendere la vita di sacrificio e di lavoro. Facendo riferimento alla mia persona, quando frequentavo le scuole medie, d’estate rimanevo solo sull’asfalto bollente della città. Invece i miei compagni di scuola frequentavano collegi svizzeri nei quali imparavano a parlare più lingue straniere ed erano amorosamente assistiti. Io invece solo insulti e minacce di morte. Dalla povertà è molto difficile uscire. Dalla ricchezza, invece, escono magari laureati imbecilli ed egoisti. Questo è l’avvenire del governo neo liberista di Berlusconi che spero al più presto scompaia dalla faccia della terra. Mi sembra che l’opposizione continui a mugugnare ma che poi alla fin fine non faccia un bel niente. Forse tiene molto alle poltrone, ai soldi e alle belle pensioni d’oro assicurate.
Il ministro Gelmini vorrebbe ridurre di un anno gli studi di medicina perché mancano laureati. Impedisce nel contempo che i figli dei poveri possano studiare medicina. E’ dunque frutto di una mente razzista e seriamente antisociale. In un paese normale questa signora sarebbe presa a calci.
Purtroppo il clero è strumentale ai ricchi e pertanto tace sull'argomento. L'astuzia di Berlusconi sta nel combattere le scuole pubbliche e favorire quelle clericali.
Il ministro Gelmini vorrebbe ridurre di un anno gli studi di medicina perché mancano laureati. Impedisce nel contempo che i figli dei poveri possano studiare medicina. E’ dunque frutto di una mente razzista e seriamente antisociale. In un paese normale questa signora sarebbe presa a calci.
Purtroppo il clero è strumentale ai ricchi e pertanto tace sull'argomento. L'astuzia di Berlusconi sta nel combattere le scuole pubbliche e favorire quelle clericali.
sabato 16 luglio 2011
TREMONTI E LA MANOVRA PER SALDARE SETTANTA MILIARDI DI EURO.
Nulla di nuovo sotto il sole: gli USA comandano ed il resto del mondo ubbidisce. In questo periodo i repubblicani americani affermano: “bisogna tornare all’epoca del far-west ed uccidere tutti i poveri!”. Difatti in America non si osa toccare i ricchi, così in Italia: ecco una sporca manovra nell’interesse di pochi riccastri come Berlusconi. Quasi nulla di tasse per i redditi più alti e mazzate ai poveri. Pare che al governo pensino: “che ce ne facciamo di otto milioni di diseredati che hanno occhi solo per piangere”. Che ce ne facciamo della classe media che vuole sempre di più ed invidia noi poveri ricconi!”. Così anche in Italia si spara sui poveri e la classe media mentre si lambisce con una piuma gli enormi interessi di speculatori e disonesti.
venerdì 15 luglio 2011
RECENSIONI DAL QUOTIDIANO “IL RESTO DEL CARLINO” DEL 25 GIUGNO 1974 – MOSTRA GALLERIA D’ARTE IL SIGILLO – PADOVA
Una pittura sia di lirica delicatezza come di maschia potenza: anche pittore di forza, dunque, come dimostrano tele dai colori violenti di rara bellezza. “Non è facile inquadrare in corrente Andrea Vaccaro: è più probabile che egli stia gettando il seme di un nuovo modo di dipingere dove l’emozione è protagonista e varia entro limiti amplissimi. Non a caso il nostro pittore ama definirsi pittore emozionale”. Giuseppe Iori
giovedì 14 luglio 2011
ARTE MERCATO - PRESENTAZIONE CRITICA A CURA DI GIORGIO FALOSSI – 1 SETTEMBRE 1972
Dalla generosa sensibilità dell’uomo nasce l’artista, così come l’opera è sempre legata ad una serie di ricerche, spesso inquiete, di passaggi ove il colore costituisce il banco di prova per quello che dovrà essere il traguardo finale. Soffermiamoci pure sull’ultima produzione di Andrea Vaccaro, un artista giovane ma non per questo meno preparato, che dopo una ricerca rivolta all’esasperazione delle forme attraverso passaggi di “astrarte”, risolve il suo slancio in un ritorno figurativo in cui la figura rimane protagonista dell’episodio. Numerose le figure femminili con la ricerca di una bellezza tipica: “Virginità”, “Studio di espressione”, ove l’artista cerca di puntualizzare un’età di fanciulla, con corpi leggiadri e direi acerbi, se l’osservazione non fosse richiamata anche su certi volti, accostati a ragion veduta, in cui si tradisce una certa tristezza e sofferenza che ne fanno specchio dell’anima. Se si dovesse dare una definizione più precisa, anche se può apparire singolare, la donna del Vaccaro, non è certo la poetica ragazza di paese quanto la signorina di città, una farfalla che senza esserne ancora bruciata è attratta irresistibilmente verso un fuoco, una luce perlomeno accecante. Delicati invece nel tratto e nella scelta certi fiori con l’immancabile richiamo del volto umano, fiori dai toni raffinati e pervasi di slancio lirico. Fra le opere infine da ricordare una serie dedicata alla lavorazione delle officine meccaniche, ove protagonista l’uomo è affiancato dai suoi attrezzi, scintillanti di colori, tratti agitati e sofferenti in convulsi passaggi di tonalità. Giorgio Falossi.
martedì 12 luglio 2011
RECENSIONI MOSTRE DA QUOTIDIANI–IL GAZZETTINO 15 MAGGIO 1974 – MARIO RIZZOLI – GALLERIA D’ARTE IL SIGILLO – PADOVA
Andrea Vaccaro, che espone alla Galleria “Il Sigillo” di Via Emanuele Filiberto, 1, è artista che ha subito nel volgere degli ultimi anni, una profonda, serrata evoluzione di linguaggio. Non concettuale, però in quanto la fonte ideativa alla quale attinge è da sempre la stessa, quella della tradizione tipicamente romantica, con le belle donne in atteggiamenti sentimentalmente sospirosi, i paesaggi languidi di verde e di cielo, i canali solitari di Venezia con le case multicolori che li fiancheggiano. A nostro avviso siamo di fronte a una pittura piuttosto discontinua, ma sempre valida per l’ottima preparazione tecnica che rivela nel pittore, per la padronanza della tavolozza giocata in gamme intense e armoniose. Non c’è problema in quest’opera, c’è solo ricerca estetico-formale. Forse il maggiore interesse è dato dal disegno condotto con uno stilismo severo e ragionato, a dimostrazione, appunto dell’iter senza dubbio costruttivo seguito dall’artista. Qui la eleganza del tratto la cura anatomica lo stesso sapore introspettivo si affermano sovra il facile virtuosismo preminente nell’opera pittorica. Mario Rizzoli
POLITICA ITALIANA
Il centro sinistra, con Veltroni e Bersani, non intendono cambiare la legge elettorale. Sono sicuri di star bene con la testa o fanno ragionamenti di tipo fascista? Mussolini è salito al potere con una legge elettorale che premiava una esigua maggioranza con un trentacinque per cento di seggi oltre quelli conquistati con le elezioni. Penso che l’onorevole Veltroni possa essere ricoverato e con lui anche l’onorevole Bersani! Spero di sbagliare e che qualcuno mi spieghi!
lunedì 11 luglio 2011
RECENSIONE MOSTRE DA RIVISTA: “SOCIALITA’” – III-73 – GINO TRAVERSI – MOSTRA GALLERIA “IL VERTICE-MILANO” –
Andrea Vaccaro va di fatto concretizzando quei presupposti di sviluppo in senso autonomo che avevamo intravvisto nelle sue mostre dello scorso anno. La rassegna ordinata presso la Galleria del Vertice testimonia una promettente apertura verso un espressionismo pacato, affidato soprattutto al ritmo cromatico, che tiene conto d’una sostanza umana ben posseduta e spesso vibrante. Notate, in particolare, certe vedute di Parigi, impaginate con piglio personale e vivacità interpretativa. Gino Traversi
RECENSIONI MOSTRE DA QUOTIDIANI: “LIBERTA” – 9 NOVEMBRE 1974 DINO VILLANI – MOSTRA GALLERIA D’ARTE “IL VERTICE” - MILANO
Andrea Vaccaro, ha esposto alla Galleria Il Vertice con cospicuo gruppo di dipinti nei quali è facile vedere la sicurezza di impostazione dell’artista e la scioltezza di esecuzione alla quale l’uso dei colori acrilici offre più vaste possibilità ed una robustezza che raggiunge notevoli effetti. Se nel paesaggio Vaccaro si compiace di certe spregiudicatezze cromatiche, nelle opere di figura, sicuro come si sente, ricorre a far intervenire anche il segno per definire un particolare del resto già intuibile per l’occhio esercitato. Dino Villani
domenica 10 luglio 2011
RECENSIONI MOSTRE DA QUOTIDIANI: IL SECOLO XIX – 21/9/1974 – FIRMA SERGIO PAGLIERI-CORRIERE MERCANTILE-FELICE BALLERO-IL LAVORO- FRANCA BISSONI
Al “Coin D’Art” (Piazza Verdi, 6) c’è una bella mostra personale del pittore Andrea Vaccaro, di Pallanza, un artista che conosce i segreti del colore limpido e del segno pulito. Legato, specialmente nel trattare la figura, alle esperienze classiche, Vaccaro sa aggiornare stabilmente il suo discorso attraverso “fondi semplicissimi” e quasi trasandati, con chiaro richiamo all’informale. SERGIO PAGLIERI
CORRIERE MERCANTILE – 20 SETTEMBRE 1974 – ARTICOLO A FIRMA FELICE BALLERO
La Galleria “Coin d’Art” (Piazza Verdi, 6) ospita il pittore Andrea Vaccaro (Pallanza 1939), un abile “grafico” abile a commentare con opportune cromie, tenere e sovracute, il gioco degli impeti e delle pause, l’equilibrio delle forme e dei sentimenti. Di fronte a questo figurativismo insieme estroso e rigoroso, lo spettatore, pur facendo tanto di cappello ai nobili ritratti di dama, non può non orientare la sua attenzione verso le soluzioni un tantino agre, in cui le stesure evocati che soverchiano l’eleganza del segno. Degni senz’altro attenzione i paesaggi asciutti, le vedutine appetitose, le aperture cittadine e stracittadine di Vaccaro, il quale conosce il segreto, ad esempio, di immaginare una Place du Tertre puntuale e tuttavia diversa da quella che si è visto tante volte in tanti altri ateliers. Felice Ballero
IL LAVORO – 21 SETTEMBRE 1974 – ARTICOLO A FIRMA FRANCA BISSONI
Andrea Vaccaro, trentacinquenne lombardo, stupisce per la compiuta maturità espressiva chi veda la sua mostra di acrilici e litografie recenti, allestita alla Coin D’Arte di piazza Verdi, 6. Vaccaro interpreta in modo nuovo e raffinato il tema classico, già caro a Picasso, l’Arlecchino, realizzandolo come un robusto ragazzo dalle mani vigorose, sfumato in qualche tratto di non finito che è caratteristico dell’autore per porre in primo piano gli elementi più suggestivi della immagine. Gli abbinamenti ocra-giallo e blu-verdi del costume come anche la scelta dei colori esotici per un’altra tela (dal giallo mango al rosso Gauguin) d’ambiente tropicale, la gran quantità di bianco lasciata nel bellissimo ritratto di “Creola”, rivela pienamente la sobria e composta allegria della tavolozza vaccariana. Disegnatore di eccezionale efficacia (basta vedere le lito), propone una slanciata dinamica di corpi in “Pugni” e “Dinamica verde”, dando fondo in “L’uomo in bottiglia” alle sue risorse di narrazione impegnata nella problematica odierna. Franca Bissoni
CORRIERE MERCANTILE – 20 SETTEMBRE 1974 – ARTICOLO A FIRMA FELICE BALLERO
La Galleria “Coin d’Art” (Piazza Verdi, 6) ospita il pittore Andrea Vaccaro (Pallanza 1939), un abile “grafico” abile a commentare con opportune cromie, tenere e sovracute, il gioco degli impeti e delle pause, l’equilibrio delle forme e dei sentimenti. Di fronte a questo figurativismo insieme estroso e rigoroso, lo spettatore, pur facendo tanto di cappello ai nobili ritratti di dama, non può non orientare la sua attenzione verso le soluzioni un tantino agre, in cui le stesure evocati che soverchiano l’eleganza del segno. Degni senz’altro attenzione i paesaggi asciutti, le vedutine appetitose, le aperture cittadine e stracittadine di Vaccaro, il quale conosce il segreto, ad esempio, di immaginare una Place du Tertre puntuale e tuttavia diversa da quella che si è visto tante volte in tanti altri ateliers. Felice Ballero
IL LAVORO – 21 SETTEMBRE 1974 – ARTICOLO A FIRMA FRANCA BISSONI
Andrea Vaccaro, trentacinquenne lombardo, stupisce per la compiuta maturità espressiva chi veda la sua mostra di acrilici e litografie recenti, allestita alla Coin D’Arte di piazza Verdi, 6. Vaccaro interpreta in modo nuovo e raffinato il tema classico, già caro a Picasso, l’Arlecchino, realizzandolo come un robusto ragazzo dalle mani vigorose, sfumato in qualche tratto di non finito che è caratteristico dell’autore per porre in primo piano gli elementi più suggestivi della immagine. Gli abbinamenti ocra-giallo e blu-verdi del costume come anche la scelta dei colori esotici per un’altra tela (dal giallo mango al rosso Gauguin) d’ambiente tropicale, la gran quantità di bianco lasciata nel bellissimo ritratto di “Creola”, rivela pienamente la sobria e composta allegria della tavolozza vaccariana. Disegnatore di eccezionale efficacia (basta vedere le lito), propone una slanciata dinamica di corpi in “Pugni” e “Dinamica verde”, dando fondo in “L’uomo in bottiglia” alle sue risorse di narrazione impegnata nella problematica odierna. Franca Bissoni
venerdì 8 luglio 2011
NAPOLI – DA RAI UNO – 8 LUGLIO 2011
Alcune regioni si dichiarano pronte “una tantum” a ritirare le immondizie di Napoli con contratto nel quale i campani si impegnino per il futuro ad attrezzarsi per smaltire nel loro territorio le proprie immondizie secondo le regole internazionali. Di fronte al diniego dei campani di firmare il contratto, tutto rimane come prima. I napoletani sono sempre e saranno napoletani. Continueranno a produrre immondizia senza eliminarla da se. Una commissione medica ha stabilito che la salute non ha subito aumenti di morti e malattia a causa delle immondizie. Si conclude quindi che i campani barano. Spero sinceramente di avere capito male e che tutto si risolva per il meglio!
giovedì 7 luglio 2011
TEMPO DI GUERRA A LEGNANO
Come mai non hanno mai bombardato seriamente a Legnano? Sono stato testimone dei terribili bombardamenti anglo americani su Milano. Avvenivano di notte fonda e tutto l’orizzonte era in fiamme. Hanno distrutto abitazioni civili con i relativi abitanti. Perché mai hanno trascurato le fabbriche militari come la Franco Tosi e tutto il territorio industriale della nostra zona? Obiettivi militari non sono le abitazioni civili. Obiettivi sono fabbriche, caserme, ferrovie, ponti, ecc…. La mia domanda non ha mai trovato risposta. C’è qualcuno che può rispondere al quesito? Perché Legnano no e Milano si, abitazioni civili?
RAI NEWS – 7 LUGLIO 2011 – ORE 7
La Lombardia è probabilmente la regione più colonizzata d’Italia dalla mafia. Le mafie meridionali prosperano nel campo dei rifiuti. Dalle discariche al movimento terra, tutto è nelle loro mani e fanno quello che vogliono. Che ci sia un problema anche per le forze dell’ordine? Nessuno protesta! Come mai? In tempo di crisi economica i soldi delle mafie meridionali sono ben accettati!
martedì 5 luglio 2011
DA “IL SECOLO D’ITALIA” DEL 12 APRILE 1974 – MOSTRE ARTISTI CORRENTI – IL SUD DI VACCARO
Non è una etichetta anagrafica , dal momento che il “Sud” di Andrea Vaccaro, nativo di Pallanza e schiettamente lombardo, è racchiuso nel suo modo fantastico e insieme vibrante di concepire la figura umana e il paesaggio, nella luce meridiana che filtra una lieve materia cromatica, nel linguaggio espressivo denso di una vivacità mediterranea, a cui fa da contrappunto una malinconia a volte struggente, certamente carica di sensualità, mai deprimente o complicata da turbamenti onirici. Un “Sud” che Vaccaro , si porta dentro come scelta di poesia, più che come fatto ancestrale; un ricordo di dolcezza e insieme la presenza della passione, una innervatura lirica e una luminosità mai deflagrata dalla incidenza affocata della luce, una armonia presentita e scavata nel portamento elegante di donne emblematiche, soffuse da una lievità sensuale, ma sempre stagliate in forme preziose e raffinate. La bella mostra che Vaccaro ha aperto in questi giorni a Roma, nelle accoglienti sale della galleria Canova, ha confermato questa vitalità espressiva che trova indubbiamente la sua più genuina espressione in un mondo geografico e spirituale più che in una dimensione culturale. La cultura è nella scelta di una civiltà e non già in una declinazione di uno stilema formale, che caratterizza tanta produzione estetica. Se le donne e i paesaggi di Vaccaro sono concepiti con una spigliatezza analitica e una pulizia formale, quasi con la stessa facilità espressiva e tecnica di tanti modelli pretestuosi della illustrazione visiva, cionondimeno si discostano da certa produzione il cui interesse si esaurisce nella strumentalizzazione del significato, proprio in virtù di quella tensiva liricità che tramuta la fine materia in ordito spirituale e che conferisce alla complessa psicologia della condizione femminile, da Vaccaro approfondita con preziose motivazioni, una soluzione irripetibile e altamente totalizzante. E’ ciò in quanto – come ha scritto puntualmente Mario Monteverdi in una presentazione della sua arte – “l’ampiezza dell’arco immaginativo del nostro artista è sancita soprattutto dalla sua attitudine a scoprire nell’interno di un tema una fonte ricchissima per la sua ispirazione”, dal momento che per lui ha “un importanza assoluta quell’energia interiore, quella forza d’urto, quel dinamismo poetico che lo portano ad una continua ansia creativa”.
LUIGI TALLARICO
LUIGI TALLARICO
lunedì 4 luglio 2011
DA “CORRIERE DELLA SERA” “TERZA PAGINA” DEL 24 AGOSTO 1972 – ALLA “CASA D’ARTE” DI VARESE -GRANDE SUCCESSO DEL “PICASSIANO” VACCARO
Ancora una volta il pubblico ha detto “si” a questo pittore giovane che è già un protagonista dell’arte figurativa contemporanea. Dopo avere visitato l’interessantissima esposizione contrassegnata da molte vendite) il critico d’arte Ignazio Mormino ha scritto: “Quest’ultima mostra di Andrea Vaccaro è bella ed è sorprendente: bella per le qualità intrinseche delle opere esposte, sorprendente perché ci dà le misure del cammino che l’artista ha percorso in pochi mesi superando un certo tipo di pittura che era già apparsa interessante a tutti i critici; superando insomma se stesso. E’ arrivato il momento di dire che Vaccaro si è buttato alle spalle propositi e intenzioni, che non è più una “promessa” della pittura italiana. Al contrario, in un cielo di stelle cadenti, egli si conferma – e s’impone – come un artista autentico, su cui si può contare fin d’ora. C’è qualcosa di picassiano, nel suo “segno” di chiara derivazione grafica, nella sua sicurezza, nella pluralità dell’ispirazione, nella facilità con cui affronta (e risolve) i problemi dell’immagine. Visitando questa mostra di Varese, si ha davvero la sensazione di trovarsi di fronte a un artista che ha ormai raggiunto la piena maturità e sta ad aspettare – dopo quella, già ricevuta dalla critica – la consacrazione del mercato. Soltanto quella, perché per il resto non ha niente da imparare. I pittori siciliani hanno sempre una gamma di espressione che permette di riconoscerli con facilità. E’ la forza del loro temperamento, la violenza dei loro colori, in una parola un “timbro” vivacissimo. Vaccaro conferma la regola, ma con una variante che gli permette di stare in una nicchia privata, in una posizione autonoma: alla forza unisce la dolcezza, la malinconia, il mistero. Nella sua tavolozza (composita e affascinante) colpiscono prima di tutto i personaggi. Non abbiamo affatto intenzione di sminuire i paesaggi, che hanno una loro armoniosa dignità, una perfetta successione di luci e di ombre; vogliamo soltanto insistere sulla potenza, sulla bravura del Vaccaro autore di figure, perché tali figure emergono da un retroterra psicologico che sta – come la migliore pittura moderna – tra il reale e l’irreale, in questo spazio suggestivo prima di conquistarci ci incantano. Un giorno, ne siamo certi, si parlerà delle donne di Vaccaro come di creature emblematiche, trepide testimoni dell’ansia e del mistero di questa confusa stagione della storia. Aspettando il futuro, si può fin d’oggi affermare che questo pittore le raffigura con un’autorità che senz’altro lo colloca tra gli artisti migliori della sua generazione
venerdì 1 luglio 2011
VIVA BOSSI E LA LEGA
Da sempre, per mia personale esperienza, il sud odia il nord e fa di tutto per infastidirlo. Questo è frutto della vecchia polemica giornalistica sud-nord! I meridionali sono convinti che al nord i soldi vengano regalati mentre il povero sud rimane depredato. Fin da quando avevo sei anni e poco più, Napoli era in mano ai “barbari” sporcaccioni. Anni dopo ho trovato alberghi il cui personale avrebbe dovuto per lo meno essere frustato. Lenzuola sporche di mestruo e di sterco. Immondizia giù per le scale. Poliziotti in allegra compagnia. Direttori d’albergo che affermavano. “non vado a vedere, se no dovrei licenziarli tutti”. Nostradamus ha citato Nola come esempio di malignità e Napoli piena di “barbari”. Basta con i rifiuti di Napoli! Proprio ieri un “uomo di pancia” probabilmente napoletano, voleva passare davanti ad un folto pubblico alle poste pazientemente in attesa senza attendere il suo turno: (nonostante avesse un numero) ecco cosa sono i meridionali arroganti e prepotenti.
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