lunedì 21 marzo 2011

PUGNI IN TESTA


Le moderne ricerche scientifiche hanno dimostrato che talvolta botte in testa possono ledere alcune parti del cervello. Se è vera questa teoria, io penso di avere battuto il record di pugni e sberle. Incominciando in famiglia, dal padre alla sorella maggiore, per finire alla maestra, sono sempre stato picchiato ferocemente. Il fascismo era finito ufficialmente dal 1945 ma la violenza fascista è continuata e penso esista ancora. Perché penso di avere subito qualche lesione? Perché a volte, dall’infanzia, mi si crea il vuoto a proposito dei nomi, sia delle persone che dei luoghi. Dimentico anche le date degli avvenimenti. La scuola di allora era basata solo ed esclusivamente di nomi, date e noi allievi dovevamo ripetere come pappagalli. Ogni autonomia di pensiero, contraria al conformismo, era punita con pugni in testa e sberle sulle orecchie. Non importava se avevo otite purulenta da urlare. Mio padre, appena riammesso in famiglia dopo la sua avventura di fascista volontario che aveva abbandonato moglie e figli piccoli in una città estranea alla famiglia, senza soldi e senza lavoro, come piangevo per il male alle orecchie, intendeva uccidermi realmente. Se ciò non è avvenuto, lo devo alla mamma ed alla nonna che si frapponevano fra me e l’energumeno. Le botte le prendevano loro ma mi salvavano. Le donne sono ben strane, vengono abbandonate e se la devono sbrigare da sole in tempi duri come quelli della guerra. Tuttavia accolgono come il figliol prodigo il marito che le aveva abbandonate nella miseria per inseguire la violenza di Benito Mussolini. Chi è nato violento, muore violento. Non c’è speranza di cambiarlo. Tuttavia il fascismo è ancora latente e pronto a picchiare grazie a Berlusconi ed il Vaticano. Berlusconi mormora sull’altare della patria: “non lascerò mai il governo ai comunisti”. Tranne lui, tutti gli altri sono comunisti.

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