lunedì 21 marzo 2011

VITO MANCUSO - LA VITA DOPO LA MORTE


Con entusiasmo ho letto la dichiarazione di un teologo forse di origine siciliana Vito Mancuso. Saremo come energia pura, come la luce, come ha affermato Gesù Cristo: né maschi né femmine. Da bambino avevo sperimentato a causa di tremendi dolori un arresto cardiaco (forse perché sono nato con un arteria del cuore inutilizzabile). Sono nato cardiopatico! Ho avuto l’esperienza della vita dopo la morte. Non so dire a distanza di tanti anni quanto è durato il tempo fuori dal corpo. Per sommi capi accenno a quello che ho descritto nel mio blog sull’argomento. Posso riferire che mi trovavo libero dal dolore, felice e curioso. Mi trovavo in alto presso una porta finestra e desideravo vedere da vicino le grandi ciminiere delle numerose fabbriche della città. Mi sono accorto che un bambino (io stesso fisicamente) era disteso immobile con bendati gli occhi. Non mi sono riconosciuto perché io vivevo fuori da quel corpo. Poi mi sono sentito risucchiare violentemente in quel corpo e mi sono ritrovato preda dei dolori seduto e malcontento. Questa mia esperienza era già avvenuta appena nato per diverse volte, ma ero troppo piccolo per rendermene conto. Dagli otto anni fino adesso non si è più ripetuta. Significa che l’anima, come viene comunemente chiamata da sempre, può continuare ad esistere. Il paradiso, il purgatorio o l’inferno è dato dalla purezza del cuore o dell’animo. Per un bambino, penso sia la regola il paradiso. Perché in quello stato si conserva la totalità della personalità, penso che gli avari e i peccatori in genere trovino l’inferno, vedendo che sono separati dalla ricchezza materiale e dalle loro perversioni. Penso che sia valida anche la teoria antica della trasmigrazione delle anime. Ero solo anima e sono stato risucchiato nel corpo di quel bambino. Quale forza può permettere ciò? Forse la macchina umana di un neonato sano può captare l’anima di altri, come afferma il Buddismo. Ho la sensazione, non dimostrabile, che in me si sia trasferita l’anima del famoso pittore napoletano del 1600 Andrea Vaccaro. Perché questo? Perché la mia natura di pittore è molto simile a quella descritta dagli studiosi d’arte a proposito del pittore napoletano. Se, invece, è frutto di genetica, risalendo nei secoli scorsi, è probabile che un qualche mio avo sia stato generato dal famoso Andrea Vaccaro. Se volete saperne di più, ho scritto nel mio blog parte della mia vita. Leggete “odiare per vivere”.

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