martedì 5 luglio 2011

DA “IL SECOLO D’ITALIA” DEL 12 APRILE 1974 – MOSTRE ARTISTI CORRENTI – IL SUD DI VACCARO

Non è una etichetta anagrafica , dal momento che il “Sud” di Andrea Vaccaro, nativo di Pallanza e schiettamente lombardo, è racchiuso nel suo modo fantastico e insieme vibrante di concepire la figura umana e il paesaggio, nella luce meridiana che filtra una lieve materia cromatica, nel linguaggio espressivo denso di una vivacità mediterranea, a cui fa da contrappunto una malinconia a volte struggente, certamente carica di sensualità, mai deprimente o complicata da turbamenti onirici. Un “Sud” che Vaccaro , si porta dentro come scelta di poesia, più che come fatto ancestrale; un ricordo di dolcezza e insieme la presenza della passione, una innervatura lirica e una luminosità mai deflagrata dalla incidenza affocata della luce, una armonia presentita e scavata nel portamento elegante di donne emblematiche, soffuse da una lievità sensuale, ma sempre stagliate in forme preziose e raffinate. La bella mostra che Vaccaro ha aperto in questi giorni a Roma, nelle accoglienti sale della galleria Canova, ha confermato questa vitalità espressiva che trova indubbiamente la sua più genuina espressione in un mondo geografico e spirituale più che in una dimensione culturale. La cultura è nella scelta di una civiltà e non già in una declinazione di uno stilema formale, che caratterizza tanta produzione estetica. Se le donne e i paesaggi di Vaccaro sono concepiti con una spigliatezza analitica e una pulizia formale, quasi con la stessa facilità espressiva e tecnica di tanti modelli pretestuosi della illustrazione visiva, cionondimeno si discostano da certa produzione il cui interesse si esaurisce nella strumentalizzazione del significato, proprio in virtù di quella tensiva liricità che tramuta la fine materia in ordito spirituale e che conferisce alla complessa psicologia della condizione femminile, da Vaccaro approfondita con preziose motivazioni, una soluzione irripetibile e altamente totalizzante. E’ ciò in quanto – come ha scritto puntualmente Mario Monteverdi in una presentazione della sua arte – “l’ampiezza dell’arco immaginativo del nostro artista è sancita soprattutto dalla sua attitudine a scoprire nell’interno di un tema una fonte ricchissima per la sua ispirazione”, dal momento che per lui ha “un importanza assoluta quell’energia interiore, quella forza d’urto, quel dinamismo poetico che lo portano ad una continua ansia creativa”.
LUIGI TALLARICO

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