domenica 17 luglio 2011

GIORNALE DI BERGAMO - RECENSIONE MOSTRA “GALLERIA D’ARTE LA PERMANENTE-BERGAMO” 1-XI-72 – A CURA DI MARIO PEZZOTTA


A meno di sei mesi dalla sua ultima personale a Bergamo (che costituì per noi il primo felice incontro con l’artista legnanese), Andrea Vaccaro è tornato con una sua mostra alla “Permmanente” di piazza Dante. Diciamo subito che riteniamo, in via di massima, insufficiente si breve lasso di tempo per una conferma o per una smentita a un giudizio obiettivo e serio sulle caratteristiche e i valori di una qualsiasi pittura. Eppure in questo caso dobbiamo ricrederci, Vaccaro fa, evidentemente, eccezione. Perché il vigore della sua arte è tale da imprimere ad ogni opera un “distacco” dalle precedenti, in una progressione coerente nello stile, ma nuova nella struttura, nel taglio nell’inventiva. Le opere esposte sono relativamente poche e si distinguono: 1) nelle composizioni di contenuto emblematico; 2) nelle composizioni a livello psicologico; 3) nei paesaggi. Le prime (vedi “La preghiera”, “Sepolcri imbiancati” e “Femminilità”) sono, a nostro avviso, il campo più congeniale di Vaccaro il quale rivela qui notevoli e imprevedibili possibilità di sviluppi “creativi”; le seconde (vedi “Le amiche”, “Le modelle”, “Eleganza”) documentano una sensibilità e nel contempo una originalità di interpretazione figurativa che realizzano in termini di moderna classicità quella neofigurazione di evidenza plastica e di trasparente simbolismo che recupera valori troppo rapidamente dimenticati o sottovalutati; infine nei paesaggi su modelli consueti (vedi le visioni di Parigi) divenuti il passaggio obbligato di tutti gli artisti, Vaccaro riesce ad essere……Vaccaro, impulsivo senza eccessi, coloristicamente robusto senza audace espressionistiche, sorprendente nell’efficacia di farci sembrare nuovo o rinnovato ciò che ritenevamo noto e abusato. Vaccaro è ancora giovane e non vorremmo sembrargli troppo facili alla “consacrazione”. E non lo saremo. Ma siamo convinti che su questo artista potremmo puntare come su un cavallo vincente. Ce ne da garanzia quell’equilibrio col quale egli, almeno fin’ora, ha saputo mantenere e la sua vulcanica fantasia e la sua eccezionale carica umana. Mario Pezzotta

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