lunedì 23 luglio 2007

EBREI: IL POPOLO ELETTO?

MESSIA EBRAICI VENUTI RECENTEMENTE – DA BIBLIOTECA UNIVERSALE LA TERZA A CURA DI PUECH EDIZIONI LA TERZA 1988 – GIUS – LATERZA & FIGLI, ROMA – BARI
Dice Ernest Gugenheim pag. 210, “Ma in parecchi luoghi gli Ebrei avevano scelto di propria volontà, già da tempo, di vivere tra di loro, intuendo istintivamente come questo fosse l’unico modo per preservare la solidarietà reciproca e le tradizioni. (mantenere la purezza del sangue)
MOVIMENTI MESSIANICI
Gli Ebrei attingevano una simile speranza dall’antica credenza messianica, tanto profondamente radicata nella loro memoria e sempre viva nel loro cuore. Essi giustificavano le loro sofferenze come le “doglie del parto” del Messia. Dopo l’espulsione dalla Spagna, un primo movimento del genere era sorto attorno a David Reubeni. Presentandosi come inviato del fratello Giuseppe, re delle dieci tribù scomparse ormai dal 700, prima dell’era cristiana e che sopravvivevano nell’Asia centrale, egli viene favorevolmente accolto dal Pontefice Clemente VII, al quale offre un’esercito per liberare la Palestina dal giogo dei turchi (1524). Gli si affianca un giovane ebreo convertito al cattolicesimo (marrano) che riprende il nome ebraico di Salomone Molkho ed è fuggito dal Portogallo per annunciare liberamente l’imminente avvento del Messia. Molkho finisce sul rogo e Reubeni muore, probabilmente, in prigione.
NUOVE CORRENTI MISTICHE
Nel 1600, Sabbatai Zevi avrebbe letteralmente sconvolto, come una tempesta l’intero mondo ebraico. Nel 1648, l’anno secondo i calcoli cabbalistici, si sarebbe dovuta realizzare la redenzione messianica, Sabbatai Zevi rivela per la prima volta alla cerchia degli intimi, inizialmente ai suoi discepoli, di essere il Salvatore atteso. Non Dio ma uomo. Si è cercato di spiegare l’ampiezza del suo successo sia con il suo strano prestigio personale, sia grazie a delle circostanze storiche favorevoli: questo rimane uno degli episodi più straordinari della storia ebraica. Nel 1666 torna a Smirne, la sua città natale. Nel corso di un viaggio trionfale, viene accolto dal grido “Evviva il Re-Messia!” La sua fama conquista l’Europa. Il popolo di Israele attende la rivelazione del Messia e si prepara a rientrare a Gerusalemme. Il crollo di questa avventura non ha tuttavia cancellato la volontà di credere e la setta dei seguaci di “Gabbata Zevi” è durata fino quasi ai nostri giorni. Il Maestro era asceso al cielo e sarebbe ridisceso per riportare il popolo ebreo a Gerusalemme. Nel 1700 sorsero movimenti analoghi. Il “sabbatismo” era destinato a conoscere nel 1700 una tragico rinnovamento con il “frankismo”, incentrato intorno alla figura di Jacob Frank, la personalità più odiosa e più inquietante di tutto il messianismo ebraico. Si sarebbe spinta all’estremo una delle idee- forza del sabbatismo: la redenzione richiedeva che il Messia si tuffasse nel regno del male e dell’impurità. I “frankisti” si abbandonarono ad una vita profondamente immorale, dichiarando abrogata la Torà, considerando lecito ciò che questa vieta, fino a giungere esplicitamente all’apostasia, con la conversione dichiarata al Cattolicesimo, pur conservando delle concezioni accentuatamente ereticali. Queste dottrine anarchiche tendevano a rovesciare l’ordine preesistente ed assunsero una coloritura politica e svolsero un ruolo non indifferente per la Rivoluzione francese. Vennero poi tentativi di riforma ma la volontà ferrea degli Ebrei rimase sempre la stessa: restaurare Israele. L’hasidismo che produce (hitlahavut) colui che giungerà a realizzare effettivamente il programma verrà chiamato zaddik che significa il giusto“. L’inizio del trionfo giudaico avviene in Francia, con gli Enciclopedisti che rivendicano l’uguaglianza dei diritti per i seguaci di qualsiasi religione. Gli Ebrei crebbero tra riforme e contro riforme e dettero una spinta all’idea della democrazia. Questo sistema permetterà in futuro di essere nel cuore delle nazioni come consiglieri ed attualmente addirittura come protagonisti. Si attribuiscono agli Ebrei i “protocolli dei saggi di Sion”. Un piano dettagliato per rovesciare dall’interno i Governi. Si attribuisce agli Ebrei la Rivoluzione comunista in Russia e le stragi legate ad esse. Non è possibile attribuire a loro quanto si vuole essi siano stati capaci di fare. Una cosa sola è certa: gli Ebrei non vogliono mischiarsi ad altri popoli come si è capito da Giuliano Ferrara nella sua trasmissione televisiva ottoemezzo. Gli Ebrei vogliono ritornare potenti e vogliono esaltare il loro “sangue puro”. Oggi più che mai offrono lo spettacolo di potenza economica e militare e non pare proprio che abbiano l’intenzione di convertirsi al Cristianesimo. Secondo Giuliano Ferrara sono la seconda o la terza potenza nucleare del mondo. Ora anche la Francia è comandata da un Presidente di origine ebraica: il loro sogno si avvera. Bush e gli Stati Uniti d’America sono con loro. Il potere ebraico è immenso: controllo totale del mercato dei diamanti, pietre preziose ed oro. Chi può opporsi a loro? Guardiamo in casa nostra: Ebrei molto colti e capaci controllano oltre l’economia, la finanza, la stampa e la televisione. Gli uomini politici hanno Ebrei come consulenti. Per persone che pongono da sempre come interesse principale Israele, come si può giudicare questa situazione. Israele è la prima nazione al mondo che possiede nei posti di controllo e di comando delle altre nazioni i suoi fedeli. Cosa potrà succedere in futuro: il mondo sarà comandato da Israele? Oppure ci sarà la fine del mondo, secondo i Vangeli? Con una guerra nucleare! Anche nel campo dell’Arte, gli Ebrei come il famoso banchiere Rothschild hanno influito nella distruzione della tradizione favorendo tutte le forme chiamate AVANGUARDIA. Con le loro potenti conoscenze ai massimi livelli, hanno creato Fondazioni ed imposto un gusto rivoluzionario che assieme all’asssoluta novità si accompagna alla degradazione e degenerazione. Vedi DADAISMO e più recentemente la mancata mostra di Milano e quella in corso a Napoli a base di vomito, unghie e liposuzioni.
UNA CURIOSITA’ IMPORTANTE
Il cattolicesimo si dichiara per tutta l’umanità e per tutti gli uomini. Il Vaticano è dunque al servizio di tutta l’umanità. L’ebraismo è invece settario e razzista: non vuole proseliti ma pensa solo a Israele. Ho sentito diverse interviste televisive di Ebrei su cosa pensano e chi privilegiano nel loro agire: tutti dichiarano che prima di tutto per loro viene Israele. Questo è uno stato straniero, quindi come si pongono di fronte agli stati nazionali che li ospitano anche con incarichi politici importanti? Mi piacerebbe avere delle risposte in argomento. Sono in tutti i settori più importanti dell’informazione. Come ci si dovrebbe comportare? Siamo tutti sionisti? Dovremmo avere allora la tutela dei diritti come loro o no? Oppure non esistiamo più come stati nazionali?
CANNONATE E MASSACRI MIRACOLO DI YHWH: L’EBRAISMO
L’Ebraismo: scrive Lea Sestieri……..Salomon Schechter, la mente del movimento, formulò a suo tempo tre obiettivi come basi ideologiche; l’unità d’Israele universale, la perpetuazione della tradizione e lo studio della dottrina giudaica. Da tenere presente la sua adesione, fin dall’inizio, al sioninismo e allo Stato d’Israele.
LO STATO D’ISRAELE
………”Il problema religioso dello stato d’Israele si pone in una impostazione completamente diversa e in assoluto nuova; e ciò non solo perché la religione è stata ed è una componente inscindibile dell’ebraismo e della esistenza ebraica anche politica, ma soprattutto perché tale componente, in relazione ai problemi di uno stato odierno, ha un antichità di più di duemila anni e difficilmente potrebbe determinare la vita di uno stato del secolo XX. Nelle considerazioni di questo capitolo bisogna perciò tenere presente l’insistenza di J. Leibovich per la separazione della religione della halakhah dello Stato, in quanto i maggiori problemi della vita religiosa israeliana nascono proprio dalla ingerenza del rabbinato nella impostazione della legislazione e vita civile.”…….”Lo Stato d’Israele sorto il 14 maggio 1948 racchiude nella sua dichiarazione d’indipendenza tutta la sua problematica alla quale si è accennato. Quando essa invoca a suo favore lo spirito dei profeti, la protezione di Dio onnipotente e chiama gli ebrei ad unirsi allo Stato per realizzare le promesse millenarie, dimostra di essere strettamente legata alla tradizione religiosa ebraica; e quando emana qualche anno dopo la legge del ritorno, fa sentire che esiste in Israele una interferenza costante tra il piano della realtà e quello della metafisica”…….”L’illuminato Rav Kook si affanna per mantenere un certo equilibrio; risponde a chi condanna i pionieri e lo critica per la sua amicizia con loro ricordando che i costruttori di Tabernacoli nel deserto e i costruttori del Tempio non erano uomini puri, ma l’opera delle loro mani era abbastanza santa e degna di essere dimora del Signore. E durante la sua lunga vita in Israele, anche dalla sede del gran Rabbinato, lottò perché gli ortodossi cambiassero il loro atteggiamento verso il sionismo in generale, verso quello laico e gli aspetti positivi della sua cultura. Oggi, retrospettivamente, si può dire che la sua fama fu una lotta con poco successo. Ma egli vedeva nell’attaccamento del halutz (pioniere) laico all’ebraismo e nella sua dedizione assoluta al compito del riscatto della terra, non solo il risultato della educazione, ma una manifestazione necessaria della spiritualità ebraica. Forse ancora oggi è proprio per questo che, nonostante i cambiamenti avvenuti, fa capire il perché della religione diffusa nello stato d’Israele tra i laici, per non dire tra i cosiddetti atei.”…..”Dal 1948 ad oggi le esigenze dei circoli religiosi sono sostanzialmente cambiate ed aumentate, in quanto i religiosi non ammettono la separazione della religione di Stato; anzi, attraverso i due partiti politici mefdal e augudat Israel – che durante questi 37 anni hanno funzionato da ago della bilancia per le coalizione di maggioranza al governo -, hanno aumentato e aumentano le loro richieste, entrando in campi di legislazione civile in cui vorrebbero vedere imposti il timore di Dio e l’autorità dei decreti biblici e talmudici con forza di legge. Ne risulta una compulsione religiosa che a volte minaccia di convertirsi in “dittatura”. Si creano così grossi problemi sia in relazione alla moderna tecnologia che per nuove ideologie.”……”. Così in uno Stato a guida laica e di radici socialiste come Israele non esiste matrimonio e divorzio civile, ma solo religioso, e le richieste di sovvenzioni per le scuole religiose raggiungono cifre sproporzionate. In contrapposizione a ciò la ortodossia politicizzata dietro a questioni ritualistiche, soffre di una certa apatia morale in questione che riguardano gli esseri umani vivi e si mostra disinteressata a questioni etiche non menzionate nella letteratura tradizionale. Si potrebbe affermare con G. Friedman che non esiste in Israele negli ambienti religiosi un ebraismo sociale. E qui si coglie la enorme contraddizione tra la vera ideologia dello Stato d’Israele e la realtà dei religiosi ortodossi, se, come dice Levinas, l’importante dello Stato d’Israele consiste nell’occasione finalmente offerta di compiere la legge sociale dell’ebraismo.”…..Come è possibile allora che in paese laico, ad alta industrializzazione, aperto a tutte le influenze, la tendenza ortodossa, numericamente minoranza, continui ad essere forza preponderante? La risposta può essere una sola; l’ortodossia è la tendenza che mantiene viva l’antica tradizione, la legge rabbinica, considerata la chiave della sopravvivenza ebraica. Esiste inoltre un altro fattore: gli ortodossi hanno come loro compito la conversione, cioè il far tornare all’ebraismo coloro che se ne sono allontanati. Per questo fine hanno usato diverse leve che non sempre rispondono a ideali esattamente religiosi o per lo meno mescolano la religione con i fini pratici. Per esempio uno dei discorsi più usati è questo: “perdere la nostra religione è perdere anche i nostri diritti a occupare la terra promessa”. Scatta con ciò il discorso nazionalistico, le rivendicazioni territoriali con la formazioni di gruppi come Israel hashelemah (la grande Israele), e gush emunim (gruppo di fedeli). Con questo ed altri suggerimenti simili si è già praticamente nel territorio di questioni di Stato e non della religione.”……..”L’ortodossia integralista che già di per se racchiude un pericolo di inaridimento ritualistico, quando poi senza visione politica, spinta da un certo fondamentalismo vuole e prende ingerenza nelle questioni statali, sprofonda in estremismi che possono portare al terrorismo anche interno. Ce ne sono stati esempi da due anni in qua con il loro carico di vittime in azioni purtroppo ispirate anche da rabbini, in cui certo il sentimento razzista e di disuguaglianza umana non fa onore a chi scrisse migliaia di anni fa che Dio creò un solo uomo perché nessuno possa dire mio padre è migliore del tuo.”……..”La situazione religiosa israeliana suggerisce perciò che non esiste una netta divisione tra i laici ed osservanti. Se è vero che il ritualismo rigido è presente in alcune fasce ed ha la sua voce in parlamento dando spesso grossi dolori di testa a chi è alla guida dello Stato, la realtà è che la grande maggioranza della popolazione ebraica di Israele segue un certo tradizionalismo in cui esiste osservanza con scarsa fede senza osservanza, la fede di coloro che, irritati dal clericalismo rabbinico cercano la verità altrove che nella ripetizione del Talmud o nelle pratiche delle mitzwoth (precetti)”………”E’ in fondo l’atmosfera di religiosità di cui un visitatore attento sente permeato ogni atto, ogni cosa costruita in questo strano paese dove, a parte i grandi problemi politici sociali ed economici, lo sforzo è stato centrato fin dal principio nel riattivare un passato con tecniche del presente per realizzare un futuro. Questa atmosfera di religiosità va riportata una iniziativa che risale a Ben Gurion, quella del Hug hatnakh, il circolo di lettura e commento della Bibbia, portato avanti settimanalmente nella casa del Presidente da studiosi specializzati nel campo biblico, nonché l’apertura e la chiusura delle trasmissioni radiofoniche con una lettura biblica e talmudica seguita da un commento di specialisti non necessariamente ortodossi e con chiara preparazione scientifica”.
Si può trarre la conclusione che Israele non è affatto democratica e laica e vuole il dominio del mondo?
Da ANDRE’ CAGNOT
Il Dio d’Israele è il garante della sicurezza e della prosperità del popolo, permanentemente minacciate dalla natura e dagli altri popoli, in una terra dove la fertilità dipende dalle piogge e dai nemici. Il Dio d’Israele è esclusivamente il Dio degli Ebrei e gli Ebrei dimostrano con ciò di volersi mantenere separati dalle altre popolazioni. Non è il Dio dei cattolici, che è invece il Dio di tutta l’umanità. L’orgoglio nazionale è al centro della religione di Israele.
EBREI
Si tratta di nomadi provenienti dalla steppa e di ribelli in rivolta o di tutte e due le cose insieme. YHWH, il loro Dio dichiara agli Ebrei accampati: “se dunque ascolterete la mia voce e custodirete il mio patto, sarete il mio tesoro fra tutti i popoli; mia è infatti tutta la terra. Voi sarete per me un regno sacerdotale, un popolo santo.
Osea fa risalire anche a lui all’esodo dall’Egitto il rapporto tra Israele e il suo Dio. Afferma Andrè Cagnot: non c’è rapporto fra il Dio nazionale ed il signore dell’universo. Ogni Dio locale di ogni nazione vuole essere il Dio supremo per cui il popolo si ritiene naturalmente al di sopra dei popoli vicini. Ogni popolo ha dichiarato di aver stabilito un patto con il suo Dio. A pag. 28, Andrè Cagnot afferma: “concludere un patto d’alleanza si dice in ebraico, Karat berit (“tagliare” in alleanza). L’espressione non appartiene all’ebraico: compare nel XV° secolo a.c. in una tavoletta cuneiforme di Qatna nella Siria settentrionale. Yhwh è la vecchia nazione semitica del Dio guida di un gruppo umano. Yhwh è il pastore di Israele. (pag. 39) I padiglioni sacri dei beduini servono per comunicare gli oracoli che guidano la marcia della tribù. La storia d’Israele ha secondo Andrè Cagnot il carattere di leggenda (pag. 38) almeno per quanto riguarda l’insediamento in Palestina. La guerra è posta sotto la protezione del Dio nazionale. Numeri XXI,14, fa allusioni a un “libro delle guerre del Signore”, probabilmente una raccolta di racconti epici. (pag. 43) sempre Andrè Cagnot. Gli Ebrei non sono affatto un popolo di pace. Tutto il culto israelitico è tutto per la guerra. (Giudici VI,21) I tabernacoli (e la loro festa) sono capanne di paglia usate dai soldati. Salomone ha fatto del suo Tempio la dimora di Yhwh, il luogo della sua residenza fra gli israeliti. E’ una decisione umana perché Yhwh dimora sulla “nube”. Sempre l’uomo ha deciso che il Dio abiti nell’arca dell’alleanza. (pag. 72,73), Andrè Cagnot: successivamente l’imperialismo di conquista degli Ebrei ha portato alla conclusione che il loro Dio è il Dio dell’universo. Uno dei primi messia fu Ciro, nel 538 a.c. che rende liberi gli ebrei di ritornare in Palestina. Lo studio è assai lungo e quello che ne appare (anche se sarà facilmente contestato) è che solo le aleatorie promesse della “terra promessa” può in qualche maniera giustificare l’aggressione ad una terra che in pratica era persa da duemila anni.Lontano da me l’idea di imporre verità alcuna.

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