venerdì 8 febbraio 2008

DISEGNI DI UN VERO BAMBINO PRODIGIO? ANNI '40



STORIA DI UN AMBIENTE


Molti anni fa, quando ero bambino, avevo la passione del disegno. Ogni persona, che veniva a mio contatto era il soggetto di un ritratto. Così tutti i compagni della scuola elementare, la maestra e gli amici di gioco venivano da me ritratti. Dei compagni di scuola conoscevo a memoria le loro fattezze ed in particolare conoscevo tutte le loro orecchie. Anche i parenti venivano da me ritratti e fu grazie al ritratto dello zio Camillo, fratello di mia madre, che approdai al Museo del Paesaggio di Verbania. Cosa era successo? Semplice: nessuno in quei tempi capiva qualche cosa di disegno né di arte. Tutti i miei ritratti venivano regolarmente stracciati e gettati nell’immondizia. Tutti, tranne uno, quello dello zio Camillo. Non che l’amato parente capisse qualche cosa più degli altri, ma per lo meno non l’aveva gettato via. Lo teneva su il bordo del caminetto esposto alle brutture del tempo e senza nemmeno una piccola cornicetta. Era un ritratto eseguito a Legnano in occasione della morte di mio nonno Pietro, nel 1949. Molti anni più tardi, frequentando la sua casa, mi avvidi del ritratto che non trovava posto ed era in balia di polvere ed eventuali altri accidenti. Fu allora che acquistai una piccola cornicetta fatta da un vetro e tenuta insieme da elementi molto poveri. Tuttavia il ritratto poteva essere appeso al muro. Passò altro tempo e venne l’ora della morte di zio Camillo. La vedova, in seconde nozze, non lo degnava di alcuna attenzione. Si ruppe anche una parte del vetro ma lei non permise di cambiarlo e mantenne il ritratto così esposto a tutte le fuliggini e polveri. Io avevo tentato di farmelo cedere in cambio di qualche dipinto più pregiato. Nulla da fare: quella donna sembrava temere qualche truffa e né mi permise di cambiare il vetro rotto né di rendermelo in cambio di altro. Dopo infiniti tentativi di salvare il disegno dalla distruzione, andati tutti a vuoto, mi rassegnai e non ci pensai più. Molti anni dopo la morte della vedova, per caso venni a sapere che il ritratto di zio Camillo era stato regalato al nipote. I genitori vollero restaurare per quanto possibile quel disegno malandato sul quale in tempi successivi all’esecuzione, avevo posto una rapida sigla della mia firma ed una data oltremodo successiva. Tuttavia ciò che rimaneva del disegno finì nelle mani del direttore del Museo del Paesaggio, prof. Gianni Pizzigoni. Questi lo fece restaurare e gli fece mettere anche una degna cornice. Negli anni novanta sorse una polemica sulla formazione degli artisti. Attraverso i “media” trionfava l’idea che nessuno nasceva con particolari doti ma tutto veniva insegnato a partire dalla famiglia fino ai professori e ai maestri d’arte. Era la tesi degli psicologi che a mio avviso sono arretrati sulla conoscenza scientifica e non conoscono la genetica. Fu allora che decisi di interpellare il prof. Gianni Pizzigoni per concedermi l’opportunità di effettuare una mostra personale al museo. Poiché ero riuscito a rintracciare molti miei disegni dell’infanzia, ottenni finalmente la mostra sognata. Ne seguirono conferenze e polemiche ma ora pare che la scienza confermi l’importanza della genetica anche se l’ambiente non è favorevole. Questa operazione può portare ancora molto più in profondità gli studi sulla genetica.Andrea Vaccaro grande e precoce disegnatore come affermato di recente anche da Gianluca Belli della GALLERIA GIUDECCA 795 DI VENEZIA e il prof. Raffaele De Grada (in anni molto lontani)che affermò”grandi doti che in ambiente opportuno possono dare grandi frutti”. Ha dovuto combattere contro l’ambiente in cui viveva a cominciare dai genitori per finire ai professori gelosi delle sue straordinarie capacità di pensiero, di osservazione e di disegno. Nemici giurati tutti gli altri pittori che hanno complottato contro di lui diffamandolo. Per sopravvivere ha cercato disperatamente lavoro perché allora negli anni ’50 il pittore comunemente era considerato, lavativo da punire. Si tratta di ambienti chiusi, ottusi, popolari. Solo le classi più agiate prendevano in considerazione l’arte. A partire dagli anni quaranta la persona era schiava del lavoro perché le esigenze primarie erano: mangiare e vestirsi. Così è iniziata la vita di Andrea Vaccaro e il suo successo è dovuto alla sua genetica ed alla moglie che ignorava la sua passione. Infatti Andrea non le aveva mai rivelati i suoi talenti. Andrea è nato a Pallanza il 21 luglio 1939. Alcuni disegni che vedrete sono stati eseguiti negli anni ’40







































































































2 commenti:

María ha detto...

Prego! Soy spagnola, me llamo Maria. No hablo el italiano, ma he quedado prendida de los cuadros de tu entrada "Una piccola mia mostra personale", ¿te importa que tome prestado alguno para mi blog? Molte grazie. Espero tu respuesta.

María ha detto...

Molte grazie Andrea! Continuare viendo tu blog! Saludos!