Il nostro rosso felino dimostra di essere un capo famiglia, un vero comandante. Lui conduce il gioco e quando gli aggrada ce lo fa intendere chiaramente: a salti e morsiconi ci invita rudemente al gioco del nascondino, proprio come fanno gli umani piccini. Ci tocca, a volte ci graffia e poi va a nascondersi in luoghi a noi inaccessibili. Si acquatta per tenderci un’agguato e via così fino a quando la lingua gli pende dalla bocca aperta. Questo è il segnale con il quale ci fa intendere che lui è stanco e vuole fare un riposino. Ormai ha preso l’abitudine di giocare dalle tre di notte fino verso le tre del pomeriggio. Poi sceglie un luogo dove dormire e generalmente appoggia le sue membra stanche su uno sgabello di fronte al televisore oppure sul letto matrimoniale. Gradisce molto anche il letto di Luca, nostro figlio, sul quale prima fa “il pane” con le zampe anteriori e poi si addormenta. Verso le ore ventuno cerca un rifugio che è stato anche per la precedente ospite ed amica gattina di nome “lollina” che nonostante le sue fragili condizioni di salute è stata con noi sedici anni. Riportiamo qualche sua foto. Noi abbiamo avuto sempre gatti e talvolta nutrivamo un vero esercito di randagi che coabitavano nel cortile del mio studio da pittore. Attualmente abbiamo due ospiti ai quali si provvede con il cibo avanzato dal nostro “comandatore” e sciupone nonché morsicone. Un maschio bianco e nero con un occhio circondato da una mascherina e da noi chiamato “zio Adolf” per via della sua cattiva abitudine di cacciare uccellini e tenerli fermi con una zampa mentre soffrono l’agonia. Quando noi dall’alto del balcone lo rimproveriamo, lui ci guarda con soddisfazione ed è convinto di aver compiuto un’eccellente impresa. L’altro ospite è una grossa miciona in origine di colore bianco ma negli ultimi tempi grigio molto sporco. Tutte e due vivono nel posto auto e d’inverno salgono sul cofano per scaldarsi. Da qualche tempo mamma micia ha diradato le sue visite. Noi le auguriamo lunga vita.
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