lunedì 4 febbraio 2008

VOGLIO, POSSO E COMANDO!








A cura del gatto Tommy

So che il mio amico pittore Andrea non ha avuto una vita facile. Tutto era incominciato quando suo nonno siciliano aveva maledetto tutta la razza maschile dei Vaccaro. Allora, siamo negli anni ’30-’40. Quasi tutti gli italiani erano estremamente superstiziosi e il mio amico e padrone racconta ad esempio che sua madre e sua nonna accusavano la vicina di casa, dirimpettaia del pianerottolo, signora Maria di essere una strega. Quasi ogni settimana, mamma e nonna controllavano cuscini e materassi. Trovavano sempre, mollette, forcine ed altre cose nei cuscini ed altrove ed accusavano la vicina di cose malvage. “La sciura Maria si trasforma in gatto e viene in casa per mettere oggetti porta jella nei cuscini e materassi” La stessa vicina giurava di aver visto la nonna di Valerio che si trasformava in gatto per entrare nel balcone dei Martignoni e portare il malocchio! Insomma eravamo del duemila, quasi, e tutti credevano nel demonio, nei preti, nel malocchio e nella maledizioni! Era tutta opera di quelle sante persone che portavano la tonaca e che vedevano Satana dappertutto e in primis negli operai atei e comunisti! Insomma, per via della maledizione del nonno siciliano, quando era nato Pier Andrea, suo padre incominciava a dare i numeri. Per evitare di combattere contro il malocchio, suo padre aveva pensato bene di piantar la famiglia e di andare a fare il milite fascista, prima a Napoli e poi in Croazia. Quando era scoppiata la seconda guerra mondiale, Andrea aveva sei mesi di vita e viveva con la nonna e la mamma a Legnano. Difatti, prima di arruolarsi volontario, suo padre aveva trasferito la famiglia lontano da Pallanza per poi abbandonarla in piena miseria. Meno male che la mamma di Andrea aveva la voglia di lavorare ed aveva incominciato a fare l’operaia. Naturalmente Andrea cresceva senza la mamma e senza il papà. Viveva alle case popolari di via Carlo Porta 56 a Legnano, ma tra una malattia e l’altra, viveva contento con la nonna Carlino. Praticamente la nonna e il nonno bottaio hanno fatto da genitori. La nonna era anziana e male in arnese in salute e il nonno era sempre lontano per lavoro. Comunque i lavori da falegname lo interessavano moltissimo e quando nonno Pietro era a Intra lui viveva felice nel suo laboratorio. Il pittore amico mio Andrea si è dilungato molto a lungo a descrivere la vita con il suo nonno ad ha stampato diversi libri sull’argomento. Uno di questi libri è uscito per conto del Museo del Pesaggio di Pallanza nel 1997, in occasione della mostra dei suoi disegni dell’infanzia. Ci sono altri libri come “artisti si nasce?” e tanti altri libretti per le mostre di disegni fatte a Gallarate, Legnano e tante altre città. Il mio amico pittore non aveva giocattoli ma era attento a quello che accadeva intorno a lui e lo riportava anche con il gesso sul marciapiede. Andrea amava molto gli animali e i cavalli allora erano molto frequenti e sono stati soggetti dei suoi disegni con asini, muli, cani, gatti e persino maiali. Un giornalista aveva definito questi disegni: un opera di storia relativa ad un periodo ormai scomparso. Praticamente il mio amico pittore non ha mai avuto le carezze della mamma ma il suo buon carattere lo ha tenuto di buon umore. Ha raccontato tante cose sulla sua infanzia ed esperienze di guerra a Pallanza e Intra dove i tedeschi e i fascisti avevano rastrellato molti giovani partigiani destinati alla fucilazione a Fondo Toce. Quando suo padre tornò dalla guerra nel ’45, Andrea non trovò per nulla l’affetto, e la comprensione che un bambino si aspettava. Suo padre era un uomo onesto ma molto severo e la prima cosa che fece fu quello di rifiutare le manifestazioni di affetto che Pier Andrea voleva tributargli. “Tenetemi lontano questo moccioso” “Sta zitto e fermo” “Parla solo quando sei interrogato” “Io ti ammazzo, scemo” “Tu vuoi le coccole e io ti uccido” Insomma non ha mai avuto un gesto o una parola di “cortesia e di amore” . Una frase che ripeteva sempre ogni giorno era una minaccia di morte: “io voglio, posso e comando. Io ti ho messo al mondo e io ti ci levo quando voglio!” Insomma non era proprio quel papà dolce che il bambino pittore si aspettava. Tuttavia la vita continuava e l’amico mio Andrea disegnava e disegnava….A casa sua l’ambiente era pesante. Suo padre era fascista e il Comune di Legnano non lo voleva assumere come vigile urbano. Tuttavia la mamma si diede da fare a chiedere a destra e a manca fino a quando non si convinsero ad assumerlo tanto più che era una persona onesta, anche se di brutto carattere. Per fortuna il mio amico Andrea era un ottimista e nonostante le lotte, gli insulti e la povertà, riusciva bene a scuola e non si lamentava troppo per le preferenze che la maestra aveva per certi bambini ricchi o che potevano farle avere del cibo, legna, carbone e soldi o servizi vari. C’erano due figli di lattai, gelatai, pasticceri; c’erano figli di industriali che in tempo di guerra fabbricavano armi e bombe; c’erano bambini che potevano fornirle ogni ben di Dio. Va bene, il mio amico pittore è cresciuto ugualmente ed è sempre stato bravo a scuola. Non ha mai ricevuto alcun complimento di sorta. Anzi, quando veniva promosso a pieni voti ma non nella misura che i suoi desideravano veniva preso a calci e scaraventato giù dalle scale. Andrea voleva dipingere ma gli venne sempre negata l’opportunità. In casa lo trattavano come un idiota malvagio e continuava a ricevere minacce di morte e bastonate. Tuttavia una volta in possesso del diploma liceale, tentò di lavorare come grafico pubblicitario. La sua odissea per trovare lavoro era degna di essere raccontata da Omero. Fece anche il servizio militare a Palermo ed anche qui dovrebbe raccontare tante peripezie già scritte altrove. Alla fine riuscì a fuggire dalla famiglia e fece il viaggiatore di commercio a Padova e Venezia. Si sposò senza alcun aiuto da parte della sua famiglia; venne ripetutamente licenziato e finalmente decise di fare il pittore a tempo pieno. Non venne mai perdonato dalla famiglia che lo accusò di essere un lavativo don Giovanni e di sperperare i loro soldi. Tutte malevole accuse perché Andrea riuscì a mantenere la famiglia come solo pittore. Ed arrivò a comperare assieme a Marisa la casa dove anch’io, il gatto rosso di guardia, vivo felice. Più avanti racconterò molte sue avventure. Ciao a tutti i cari amici dei gatti. Il vostro Tommy, il morsicone.














Nessun commento: