martedì 11 dicembre 2012

TV 2000 DOMENICA 9 DICEMBRE 2012 0RE 20






In un programma artistico, con la visita a importanti collezioni, vengono portati nei musei bambini di pochi anni. Si insegna loro ad esprimersi attraverso la pittura. Il concetto moderno è quello di stimolare ed accrescere le qualità native e portarlo ad una maturazione. Mi viene naturale ritornare con la mente agli ignobili tentativi (in gran parte riusciti) dei miei cerberi genitori. La mia naturale tendenza all’arte era considerata un perditempo, un segno di nessuna voglia di “fare bene”. Ero per loro un degenerato, insomma! La cosa più tragica è data dalle continue vessazioni e minacce affinchè io abbandonassi quell’idea stupida ed improduttiva di seguire il mio istinto per l’arte. Minacce di morte, pugni e schiaffi, calci e punizioni affinchè io cancellassi la mia natura e diventassi come mia sorella: un pupazzo dedito solo ad imparare a memoria la lezione per avere ottimi voti. I bei voti erano tutto! Il resto era escremento del diavolo e con più crescevo in età, più venivo bastonato, punito allo scopo di distruggere la mia personalità. Sono andati anche a scuola per imporre che io venissi punito in quello che per me era l’arte, l’unico mezzo per cui valesse vivere. Sono riusciti in quinta liceo a convincere i professori che io fossi il meno dotato di tutta la classe: ancora oggi ogni compagno di liceo afferma che nel disegno lui era il primo ed io l’ultimo. Questa politica dei miei genitori mi ha portato quasi alla pazzia e ad una profonda depressione. Mi hanno ripudiato come figlio ma la fortuna mi è venuta in contro. Per lavoro ho avuto l’incarico di venditore della Bassetti per le zone di Padova, Venezia e di una lunga striscia di Veneto fino a Pordenone. Qui ho conosciuto e sposato una bella e intelligente fanciulla che nella sua infinita modestia ha avuto il buon senso di lasciarmi dipingere: anzi divenire pittore di professione e sono quasi 45 anni di felice vita coniugale. Perdono cristianamente la mia famiglia, in quanto estremamente ambiziosa ma profondamente ignorante e non riuscivano a concepire il lavoro se non quello basato sulla normale, comune attività operaia o al massimo impiegatizia. Non avevano certamente mai visitato un museo d’arte o galleria. L’unico quadro, non mio, che ero riuscito a far entrare in casa era un paesaggio ripetuto in centinaia di copie appartenente alla categoria dei “quadri commerciali” del quale appena ho potuto me ne sono subito disfatto! Certamente non devo nulla ai miei che hanno tentato di distruggere la mia personalità per imporre quella che volevano loro. Oggi non sarebbe più possibile né minacciare, né punire, né bastonare, né seviziare un figlio fin da piccolo perché le leggi sono cambiate. Allora mi ero convinto che essere uccisi dalle botte del padre faceva parte dell’educazione. Infatti mio padre affermava in maniera indicibile e sicura ferocia questo: “la Chiesa e lo Stato mi hanno dato l’autorità di capofamiglia, quindi io voglio, posso e comando!” A questo aggiungeva “io ti ho messo al mondo ed io ti ci levo quando voglio io” Era padrone della mia vita e della mia morte.

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