sabato 3 maggio 2008
RELIGIONE:PIU' FILOSOFIA GRECA UGUALE CRISTIANESIMO.
Non c’è originalità nel cristianesimo perché il Dio che muore e poi risorge è paragonabile a Osiride il cui figlio è il Dio sole Horus da cui il termine Ortus “nato” ed origine, facilmente riferibile al sole che tramonta e poi rinasce. Del resto anche Iside ricompone le membra sparse del marito Osiride e partorisce Horus e le statue della Madonna con il bambino sono la continuazione della maternità dell’antico Egitto idealizzata e consacrata dal cristianesimo. Le statue della Madonna nera ne sono la testimonianza. Gesù Cristo è una figura più completa rispetto alla religione ebraica. Questa è purtroppo difficilmente paragonabile alla spiritualità della religione egiziana. Mi duole affermare che la religione ebraica è razzista e riguarda solo un piccolo, piccolo popolo. Chi leggesse la Bibbia avrebbe la sensazione di qualche cosa di impossibile. Un Dio che parla continuamente sia a chi dorme sia a chi è sveglio e pensa solo a dare un terra promessa a poche persone uccidendo e massacrando intere popolazioni: non è credibile. Il due maggio 2008 la rete televisiva LA7, alle ore 16 ha trasmesso un accurato ed esaustivo servizio sul “Libro dei morti”, dell’antico Egitto. Tutto quanto riguarda i comandamenti appare nell’antico “libro dei morti”. La differenza tra la religione ebraica e quella egiziana stà proprio nella materialità assoluta degli ebrei. Mentre la religione egiziana dava chiaramente l’idea della vita dopo la morte, del paradiso e dell’inferno. Il divieto per gli ebrei di cibarsi del maiale deriva probabilmente dalla raffigurazione del Dio egizio Seth come maiale del deserto. Seth è il Dio della guerra e della violenza, nemico di Horus e di Osiride. Probabilmente gli ebrei temevano questo Seth dal quale potrebbe derivare Satana. Dal libro “L’ebraismo” a cura di Puech, risulta che la religione ebraica era un monoteismo pratico: un “enoteismo” che non metteva in dubbio gli altri dei di altri popoli solo perché il loro Dio era il più potente. Yahwe è concepito per orgoglio nazionale come il più potente degli dei, colui al cui cospetto tutti gli altri dei si devono inchinare perché superiore a tutte le forze o volontà sconosciute che governano la natura o il destino degli uomini (pag. 34-35).
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