Un figlio non conforme alle aspettative o gravato di qualche tara, era una vergogna. Le altre persone erano portate a pensare chissà quali peccati la famiglia avesse commesso. L'ignoranza del vangelo di Cristo era ed è tutt'ora totale e totale è tutt'ora la conoscenza genetica. Una famiglia era da considerarsi in grazia di Dio se aveva soldi, posizione sociale e tanti figli sani e belli. Mi ricordo che a cavallo tra gli anni '50 e '60, all'ospedale militare di Baggio (Milano) una suora, colta, addetta agli esami del sangue dei militari ricoverati, si rifiutava di fare il controllo della sifilide nel sangue di un giovane ufficiale: diceva che i ricchi, benedetti dal Signore, non potevano essere colpiti da simili orrende malattie. Solo i poveracci, peccatori, erano colpiti da simili malattie. Il colonnello responsabile (Colonnello Papa) si adirò e picchiò violenti pugni sulla scrivania ed urlò con tutta la sua voce che quell'ufficiale era sifilitico e che proprio le famiglie per bene, le più ricche, spandevano tale malattia. A malincuore la suora fece gli esami medici e risultò che quel bravo figlio di famiglia ricca aveva una infezione importante di sifilide presa da una signorina per bene, proveniente da una delle più ricche famiglie italiane. Il colonnello Papa, sempre arrabiatissimo, sentenziò che i principali impestatori di malattie veneree erano proprio i ricchi, protetti e difesi dalla chiesa. Oggi i preti più intelligenti ed avanzati vengono chiamati "a la page" e vengono indicati come "proto demoniaci" o comunisti. Ultimo termine, coniato da un intellettuale, bigotto di tutto rispetto, apposta per mè è: "liberale di sinistra!". Ebbene ancora oggi la malattia è considerata punizione divina per il peccato. Quindi negli anni della mia infanzia ero considerato colpevole di peccati. Era quindi, per i genitori di allora, necessario nascondere la malattia dei figli. Nei casi estremi, qualcuno di questi genitori pensava di massacrare di botte il figlio ammalato nell'intento di scacciare il demonio o comunque le preghiere e gli esorcismi erano le medicine più idonee. Andavano bene anche le cartomanti o i cosidetti "maghi". Del resto ancora oggi si sa alla cronaca di ogni giorno quante persone ricorrano a questi signori. Rimaneva certo il concetto che molti figli sani erano il segno della benedizione di Dio e soprattutto che i genitori erano esenti dal peccato. Un figlio ammalato era un onta per la famiglia e questa cercava di nasconderlo (o peggio di eliminarlo). In poco più di sessent'anni l'umanità ha fatto balzi da gigante verso la maturazione intellettuale e sociale. Ma esistono ancora enormi masse che pensano più alle benedizioni dei santi piuttosto che alle cure dei medici. Dopo il ritorno di mio padre dalla guerra, l'ignoranza della popolazione e la grande superstizione dei miei portavano a credere a tutto: ai fantasmi, agli spiriti cattivi, alla benedizione delle cartomanti, dei frati e preti, il peccato di ogni gesto del figlio (maledetto) era causa di ogni male per la famiglia. Io stavo male di salute ma non mi era concesso di esternarlo. Era tutta voglia di coccole che mio padre contrastava con tutta la violenza tipica dei siciliani. Male d'orecchi, male di testa, vomito era guarito dalle mimacce di morte reali. Difeso veramente solo dalla povera nonna del lago Maggiore. Già ho detto molto di questa situazione, ma mi ero dimenticato delle croste che mi coprivano il corpo ed in particolare la faccia. Era tutta colpa mia, perché mi grattavo e l'unico rimedio da parte dei miei erano le polveri di rosa di Santa Rita. Difficilmente andavano oltre. Magari era una reazione modesta di un tipo di vaiolo vaccino. Per tutti gli anni quaranta, tenne banco fra i pettegolezzi della gente, i delitti della Cianciulli. Tutti inorridivano per la fine macabra delle tre donne assassinate. Con il sangue la Cianciulli confezionava biscotti molto apprezzati. Con i corpi faceva sapone. Pochi sapevano che l'assassina aveva confessato di aver ucciso tre donne per liberarsi da una maledizione contro di lei e i suoi figli. Il primo delitto avvenne nel 1939 e gli altri di seguito negli anni a venire. Riporto questo scellerato episodio per spiegare come negli anni trenta e quaranta (e magari ancora oggi) gli italiani credevano alle maledizioni. Così era successo anche per me da parte della mia famiglia. Evidentemente, la paura della maledizione siciliana gravava su tutti i componenti della famiglia. Pesava come un macigno: per quanto volessero nasconderla, influenzava le azioni e le decisioni della piccola famiglia. "Vedrai che non succedrà nulla" - diceva mia madre appena constatato che il nuovo venuto era un maschio. Tuttavia mio padre prese una decisione importante: prima ci trasferì a Legnano dove aveva fissato il domicilio, presso le case popolari di Via Carlo Porta 56; poi si arruolò subito nella milizia fascista e da milite informò i parenti in Sicilia che io ero stato sul punto di morte all'età di sei mesi. Tuttavia sono sopravissuto. Ho lottato, perso e vinto.
I CONSIGLI SOCIALI ALLE SANTE FAMIGLIE RICCHE ED AI LORO PARGOLI.In pratica i genitori ripetevano quanto già i “padri spirituali” degli allievi ricchi del liceo scientifico della mia città. – “Cari figlioli, non dovete dare nemmeno una lira agli altri, altrimenti diventerete poveri voi e dovrete andare ad elemosinare. I ricchi sono tali perché è la volontà di Dio. Se Dio avesse voluto, i poveri sarebbero nati ricchi e potenti. Invece afferma S.Paolo che i poveri devono fare gli schiavi. Voi figli di ricchi dovete ubbidire alla Chiesa e frequentare la sacrestia, riferire tutte le malefatte dei comunisti. Voi farete la carità solo alla Santa Chiesa che sa bene come usare il denaro. Non è lecito uccidere, ma potete isolare i facinorosi. Niente confidenze, niente frequentazioni, niente aiuti. Solo fra voi e noi ci deve essere alleanza. Quel Vaccaro ad esempio è troppo intelligente e non possiamo permettergli di divenire un capo cellula del partito comunista. Chi è comunista vuole la distruzione della vostra ricchezza e di quella della Chiesa. I poveri devono vivere come sempre, lavorando in fonderia, nel profondo delle miniere, nella cave e non già nelle banche e nell’industria. Non possiamo concedere più di quello che già si sono presi con la democrazia. Non possiamo più, almeno per ora bruciarli vivi, come ai bei tempi! Sia maledetto Napoleone.
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