sabato 30 agosto 2008

IL POPOLO AMA I COMBATTENTI


Nessuno può immaginare come una persona molto sensibile, come sono stato io, possa essere uscita da tutte le angherie e ferite morali quali ho ricevuto io. La realtà conferma che a furia di bastonate, invece di andare in pezzi come un falso diamante di vetro, io sia riuscito a resistere ed a rinforzare il mio carattere a tal punto da uscirne vincitore. Oggi, dopo una vita di offese e di impegno, pare che io sia considerato un “grande” ed uno tra i più noti almeno a livello popolare. Per quanto riguarda gli intellettuali è opportuno sapere che sono convinti di essere i “primi della classe” e di essere i detentori della verità assolute. Quindi sono tanto pieni di sé da essere refrattari come partito preso al mio successo. Non vorrei essere io stesso considerato uno di questi “intellettuali”. Io sono diventato popolare perché il popolo sa quanto sono stato combattuto e denigrato. Il popolo si ritiene vicino a me per simpatia perché sente che “io ce l’ho fatta!” Cioè sono riuscito non solo a sopravvivere ma addirittura a vincere. Il popolo ama i vincitori! Vi sembrerà strano ma la realtà del mondo artistico è questa: chi non aderisce nell’opera e nella vita alla dittatura dei critici militanti, dei rivoluzionari politici, viene presentato come un’appestato da sfuggire, un lebbroso che bisogna far morire. Fin dalla metà dell’ottocento, chi non era con loro doveva morire. Fanno parte di tutti coloro che si sono accaniti contro di me, ignoravano la matrice politica e rivoluzionaria degli “artisti impegnati”. Costoro nutrivano verso di me odio puro. Era una lotta contro la mia esistenza io temo per gelosia e per invidia. Purtroppo, con più gli artisti sono ambiziosi di successo, più vedono rivali pericolosi da eliminare. Non potendo uccidermi fisicamente, utilizzavano la peggiore delle armi: la diffamazione e la calunnia. La realtà è che a costo di svendere le mie opere, sono riuscito a produrre bene e tanto. Molti di loro invece sono evaporati nel nulla. Il segreto della vittoria sta nel contrapporre alle loro offese e minacce opere talmente valide da superare ogni obiezione. Ora gli avversari dicono che tutta la zona è piena di miei quadri (in realtà molte sono litografie e loro non sanno distinguere un pezzo unico da opere seriali). Non è un complimento nelle loro intenzione. Infatti gli intellettuali che conducono il gioco ritengono che l’artista debba vivere ed operare senza vendere. E’ un po’ come i filosofi greci che consideravano solo chi poteva vivere senza lavorare. La democrazia secondo Aristotele e Platone era valida solo per i padroni. Chi lavorava era schiavo o servo che non contava nulla. Gli spartani dovevano esercitarsi alla guerra uccidendo liberamente i servi. Purtroppo il pubblico, estraneo al mondo dell’arte, pensa che sia un ambiente di sentimenti superiori: non è così! Vengono sostenuti e premiati solo i distruttori. I ricchi comperano opere di chi li vuole impiccati. Il mio movimento è esattamente il contrario. “Ritorno all’umano” per aiutare a vivere. Il complotto ebraico-comunista di lotta contro tutto e tutti è veramente fallito.

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