giovedì 31 gennaio 2013

MIA MADRE E MIO PADRE




Fascisti alla loro maniera. Avevano frainteso, neppure capito cosa volesse il Duce. Diceva lui, nei discorsi pubblici, “La nazione è come una famiglia e in questa non ci devono essere figli prediletti e figli inferiori, negletti.! In casa mia vigeva il trionfo di mia sorella e la persecuzione razzista nei mie confronti. Il concetto di capo famiglia era da entrambi frainteso: io voglio, posso e comando! Se ci sono soldi i figli mangeranno, altrimenti andranno nudi e scalzi a cercare la carità!” Il concetto di capo di una famiglia per loro non significava provvedere al benessere dei due figli. A loro ne bastava una, mia sorella ed io sono stato più volte appioppato a conventi e chiese perché ci pensassero loro! Mentre mio padre prima di morire aveva cercato di giustificare il suo atteggiamento negativo verso di me, mia madre è morta con l’odio nei confronti miei e di mia moglie e dei nostri figli. Tutto era per la sorella, avendomi addirittura ripudiato, anche se in Italia non esiste questa legge.

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