Toulouse Lautrec – Testimonianze dipinte e disegnate
1- interni con persone sia sedute ai tavoli che in movimento, anche ballo.
2- Rappresentazione degli abiti portati dai personaggi allora vivi ed in movimento.
3- Case chiuse con ospiti e clienti ritratti con tale psicologia che nessun psicologo sarà mai in grado di descrivere.
4- Ritratti psicologici di personaggi del lavoro come la modista o dello spettacolo come al “rat mort”.
5- Ritratti di attori ed attrici con tutti i loro vizi e difetti come Cha-u-Kao.
6- Rappresentazione di danza come Marcelle Loender nella danza del Bolero.
7- Straordinaria rappresentazione all’interno della pista del circo equestre, come il circo “Fernando” con cavallerizza.
8- Rappresentazione di atteggiamento, vizi e curiosità di un pubblico variato fra ricchi ed ubriachi.
9- Degradazione umana come “a la miè”.
Insomma documenti di vera arte della Bella Epoque. Morì a soli 37 anni nel 1901 a settembre.
VAN GOGH
Lascia il ritratto del suo ambiente fine ottocento: la sua camera da letto - il notturno esterno ed interno del bar - il ponte sul canale con lavandaie – personaggi di ogni giorno che caratterizzavano la sua vita.
Van Gogh morto a 37 anni rappresenta personaggi poveri o di modesta estrazione sociale. Documenta con grande arte la povera mensa con i “mangiatori di patate”. Il mondo del lavoro con operai al telaio o contadini. E’ un grande cantore degli orti e dei campi di grano. Lascia straordinari documenti sulla sua immagine con numerosi autoritratti.
Gran parte degli artisti dell’ottocento hanno reso con verità e sentimento l’ambiente da loro frequentato ed è questo che l’arte attuale dovrebbe fare. Purtroppo non è così e si è passati a rappresentazioni false e prive di senso se non il NON SENSO oppure lo sterco. Con soldi e poca inventiva l’arte e diventata tecnologia.
Tra i grandi dell’ottocento vanno indicati come veri maestri Degas che ci ha lasciato immagini straordinarie di un mondo di ballo classico che allora rappresentava il massimo della vita mondana.
Fra gli italiani cito come il più grande in assoluto Antonio Mancini, completamente trascurato. Ci ha lasciato pittura vera, straordinaria con paesaggi e figure di popolane di grandissima rilevanza di costume e società.
I guai sono cominciati con gli “intellettuali rivoluzionari di estrema sinistra” che hanno distrutto il buono ed il bello per imporre gli escrementi attuali.
Con Paul Gauguin, si incomincia almeno a valutare di più il racconto, anche se approssimato e poco valido, di una vita lontana dalla civiltà occidentale. Luoghi lontani, persone primitive e semplici davano il via al desiderio del ritorno al primitivo. Pochi quadri, molto alcool e sifilide hanno avuto da parte dei nostri intellettuali il massimo dell’esaltazione.
Con Paul Cezanne, incapace ed approssimato, si è incominciato a disprezzare il vero talento e la bravura. Gli intellettuali nichilisti e distruttori hanno fatto di lui il caposcuola dell’arte moderna, via, via superato da Picasso ed i moderni.
Guardando le trasmissioni televisive nelle quali vendono quadri si può capire che l’arte oggi è solo mercato: chi ha più soldi da investire trasforma lo sterco in arte.
PSICOANALISI
Fino ai primi del novecento, si curavano i pazzi con ogni sorta di brutalità. Tuttavia non c’erano evidenti miglioramenti e si incominciò a pensare che la pazzia fosse non già un’aberrazione del cervello ma un uso cattivo del pensiero. Nacque la psicanalisi con l’intento di insegnare il giusto modo di pensare ai disturbati di mente. Si tolse di mezzo il disturbo fisico del cervello e si rinnegò lo scienziato Lombroso. Tuttavia oggi con gli studi sulla genetica ci si rende conto che tutto è biologico, anche la santità e l’empatia con gli altri e la loro sofferenza. (S.Francesco e Madre Teresa di Calcutta)
RAI UNO – SABATO 21 APRILE 2007 – ORE 10.40 – TRASMISSIONE TUTTOBENESSERE.
Tuttavia ascoltando alla televisione gli interventi di alcuni psicologi e frequentando come conoscente uno psicoanalista, ho incominciato ad avere dei dubbi sulla loro reale capacità di capire ed interpretare la realtà. Sinceramente alcune signore mi hanno fortemente impressionato negativamente e mi domando se lo Stato sappia conferire lauree e prestigio oltre che lavoro a persone veramente capaci. Ho una impressione che spero sia del tutto sbagliata che la categoria in esame, così riverita ed ascoltata, sia come i bravi alunni che imparano a memoria per avere ottimi voti e la promozione ma che in pratica nella vita siano piuttosto conformisti e poco informati. Devo subito fare una netta distinzione tra psicologi e psichiatri. Questi ultimi, specie per l’età infantile ed evolutiva complessivamente mi paiono ben informati specie sulla genetica. Non così mi sembrano gli psicologi: sembrano avere imparato la lezione da maestri dell’ottocento e del primo Novecento. Dei progressi scientifici legati alla ricerca genetica pare non siano informati quasi di nulla. Se non è così, sarò felice di essere smentito.Esistono libri a cura di università americane per cui il genio o qualsiasi altra capacità particolare che fa distinguere la personalità eccellente deriva da una particolare genetica e da un duro e faticoso lavoro. Tuttavia la società basata quasi esclusivamente sul Dio denaro ignora i meriti e continua a premiare coloro che hanno maggiori mezzi e utili conoscenze.
RENOIR 1841 - 1919
Pierre Auguste Renoir: Al concerto cm. 100x80
– colazione in riva al fiume cm. 54x65
– colazione di canottieri cm. 129,5x172,5
– gli ombrelli cm. 180x115
– al giardino del Luxembourg cm. 64x53
– Al moulin de la Galette cm. 131x175
– L’altalena cm. 92x73
– Il palco cm. 80x64
– sentiero che sale fra l’erba cm. 59x74
– La prima uscita cm. 65x60
– Canottieri a Chatou cm. 81x100
– Alla fine della colazione cm. 100x82
– Al concerto cm. 100x80
– Bambina con cappello profilato cm. 40x35
– Piazza S.Marco a Venezia cm. 65,4x81,28
– Palazzo ducale a Venezia cm. 54,5x65.
La fortuna di Renoir come degli ultimi impressionisti è data dalla combinazione di due eventi: 1° l’intellettuale intolleranza al mondo politico di allora, che poi sarebbe sfociata nella rivoluzione russa nel 1915-18 contro l’ordine dello zar. 2° la novità delle rappresentazioni inconsuete di paesaggi e pranzi all’aperto che bene si prestavano a suggerire evasione dal lugubre perbenismo conformista vittoriano. Non posso affermare che Renoir fosse un grande artista. La sua fortuna è dovuta anche al suo “dipingere” maldestro. Proprio per la sua incapacità di segnare con istinto il colore di base lo ha forzato a cercarlo con continue “aggiunte” di colore che nel combinarsi delle pennellate danno ad un osservatore incompetente l’idea giusta dell’atmosfera desiderata dal pittore. Con lui scendiamo a valorizzare qualsiasi dilettante che ami dipingere in “plain air”. Tuttavia per uno sguardo attento ed esperto non c’è verità nell’indicare le sue opere frutto dell’improvvisazione all’aria aperta. --Molto più grande e sincero Van Gogh che a mio avviso sovrasta gli impressionisti come un vero gigante sfortunato.
– A mio modesto avviso, Claude Oscar Monet (1840-1926) sovrasta come arte Renoir, pur essendo compagni di lavoro come dimostrano due paesaggi con barca a vela dipinti probabilmente da due fotografie scattate dello stesso soggetto.
– Vele sulla Senna ad Argenteuil di cm. 60x80 di cui esiste una quasi identica opera di Renoir.
– Donna con parasole cm. 131x88 ripetuta con piccole varianti in un secondo quadro dello stesso formato. Se si deve parlare di iconografia della sua personalità, questi dipinti da soli bastano a dare il senso e la misura della sua arte. Tutte le osservazioni, fatte da me su Renoir, valgono anche per Manet. Aggiungo che era nella volontà degli intellettuali, che via via hanno sostenuto l’impressionismo, il ridurre di qualità la grande arte per metterla alla pari con i tentativi di tutti i dilettanti del mondo. Già allora valeva il concetto attuale che i ricchi e i potenti non dovessero possedere vere ed importanti opere d’arte. Ora siamo arrivati alla “merde d’artiste” e molto oltre. Già in passato molti studiosi d’arte hanno affermato che il degrado dell’arte è colpa dei governi ed io sono d’accordo con loro.
– Giovanni Boldini, (1842 – 1931) straordinario pittore, veramente grande, al livello dei maggiori pittori di tutta l’umanità. Tuttavia messo in disparte e disprezzato dalla critica ufficiale perché dipingeva con estrema bravura il mondo dei ricchi. E’ evidente l’intenzione degli intellettuali di esaltare la “merde” contro i ricchi e distruggere la buona pittura. Non c’è opera di Boldini che non sia di qualità elevatissima come il piccolo dipinto di cm. 18x27,5 intitolato “omnibus in place Pigalle a Parigi” Oppure tutti i fantastici nudi femminili. Insomma per me è “vero genio”. Ricorderò solo una straordinaria Venezia “San Marco a Venezia” di cm. 70x50 – oppure l’autoritratto a sessantanove anni di cm. 100x104. Invito tutti a rendersi conto della immensa superiorità di questo nostro grande pittore.
– Invece Paul Gauguin (1848-1906) è considerato un grande. A mio avviso al contrario è un incompetente ed incapace. I suoi meriti? Essere comunistoide e rappresentante di intellettuali disadattati che preferiscono evadere, soldi permettendo, andando ad impestare di sifilide gli innocenti abitanti delle lontane isole di Tahiti. Mi limito a riportare l’esaltazione fatta dalla critica militante. “La rivolta, il nichilismo, l’assurdo o semplicemente una ricerca più pura del colore radunano sempre più letterati e teorici che non martiri”. Oggi io proporrei di togliere il monopolio delle arti a critici cosiddetti “impegnati” e metterli alla gogna reale in modo che pomodori ed uova marce vadano ad insozzare i loro “musi”.
– Paul Cezanne, (1839-1906)esaltato da Marco Valsecchi e considerato il padre della pittura moderna! A ragione, perché oggi la stragrande maggioranza dei pittori è veramente incapace. Siamo alla morte dell’arte. Pensate che questo figlio di banchiere, puzzolente e nemico giurato del bagno, ha impiegato vent’anni per insozzare una tela con la rappresentazione di improbabili bagnanti per dipingere le quali dicono si sia ispirato a granatieri nudi. Negato al disegno e negato alla pittura è celebrato in tutto il mondo a vantaggio di incompetenti che pensano di saper dipingere. Questo ipodotato mentale dà la misura della competenza di direttori di museo e critici d’arte.
– Edouar Manet, (1832-1883) altro grandissimo padre della degenerazione pittorica esaltata dagli ipodotati comunistoidi. Tuttavia qualche dote ce l’ha. Almeno sa disegnare e spennellare molto meglio di tutta quella pletora degli epigoni che seguirono. La sua opera più significativa è per me “Le dejeneur sur l’herbe” di cm. 214x270. E’ una scena di pranzo sull’erba che ha caratterizzato il gusto e la moda moderna, il famoso pic-nic americano imitato da generazioni di ipodotati.
– Edgar Degas, 1834-1917, lui il solo grande francese, anzi grandissimo ma mal considerato rispetto ai padri del modernismo perché poco adatto a negare l’arte tradizionale. Si dice che pensasse che gli impressionisti avrebbero dovuto subire una sonora bastonatura sul groppone. Degas è famoso per le sue ballerine e scuole di danza. Altro vero grande è Antonio Mancini 1852 –1930. A mio avviso un altro gigante della pittura. Sfortunatamente la sua opera è completamente negletta per colpa dei ministri della cultura a dir poco ignoranti e succubi a critici stranieri politicizzati e sciovinisti.
CAPIRE PICASSO.
Già all’inizio del 1900 gli intellettuali, scrittori in particolare, erano mossi da un forte istinto rivoluzionario. La società perbenista dell’epoca vittoriana, bigotta e razzista, relegava gran parte del popolo nella miseria ed al lavoro più duro. Già i preti in passato avevano consigliato ai ricchi proprietari terrieri americani di utilizzare gli schiavi dell’africa nera perché più resistenti al clima torrido dei territori americani del sud. Negli stati del mondo si considerava assolutamente lecito lo schiavismo dato che nella bibbia era considerato normale e San Paolo consigliava gli schiavi di amare Dio e i padroni e di essere più devoti di chi li teneva in catene. Lo stesso succedeva in Russia, anche se gli schiavi non venivano indicati con questo nome bensì “servi della gleba”. La maggioranza della popolazione era legata alla terra da lavorare e veniva considerata come animali da lavoro e soggetti ai capricci ed alle angherie dei padroni. I proprietari terrieri russi passavano gran parte del loro tempo in feste e ricevimenti e le loro residenze più ambite erano a Parigi ma anche in Italia, come Sanremo o i grandi laghi del nord. L’ambiente intellettuale parigino era fortemente rivoluzionario. Anche in Inghilterra scrittori come Charles Dickens (1812-1870) descrive nei suoi romanzi la brutalità della civiltà industriale che pur era migliore della schiavitù russa. Anche Van Gogh trasse ispirazione da opere di grafica sulla povertà della popolazione inglese. Penso che tutti conoscano Oliver Twist, realizzato in due versioni cinematografiche. In Francia, Honorè de Balzac (1799-1850) e Victor Hogo (1802-1885) descrissero nei loro romanzi il quadro cupo della società francese, dominata dal culto del denaro come strumento di potenza e la enorme differenza delle classi sociali. Descrisse l’uso fra i poveri di farsi togliere i denti sani per venderli ai ricchi che se ne facevano dentiere. Anche i capelli erano fonte di commercio. Queste esperienze drammatiche le ho vissute personalmente anche in Italia e le ho documentate nei miei disegni dell’infanzia. Quindi se anche da noi quest’uso barbaro durò fino agli anni quaranta, immaginate cosa succedeva in Francia nel 1800. Ricordatevi anche le versioni cinematografiche recenti dei “Miserabili”. Allora non era possibile esprimere il proprio dissenso apertamente e gli intellettuali si servirono dei ricchi per estorcere soldi e preparare la rivoluzione. Ecco apparire Picasso, che era il capo indiscusso del comunismo francese, pur essendo lui spagnolo di nascita. Nel 1907 egli mostrò agli amici sbalorditi e sgomenti un grande quadro intitolato inizialmente “Le bordel d’Avignon” che sarà poi conosciuto con il titolo di “Les Demoiselles d’Avignon”. La sua intenzione non era quella di fare arte nuova bensì quella che sarà poi anche ai nostri giorni la volontà degli artisti impegnati, cioè terrorismo intellettuale contro i ricchi e da questi pagato a cifre elevatissime. Così si verificava la massima: “i ricchi pagheranno i loro boia e saranno impiccati con le loro stesse budella!” Naturalmente non poteva da solo fare una così radicale rivoluzione. Picasso e i suoi avevano ed hanno ancora come sostegno intellettuali, critici d’arte, direttori di museo, fondazioni e mercanti. Il ragionamento per cui i ricchi erano sostanzialmente “ipodotati mentalmente” e le loro fortune economiche erano dovute allo sfruttamento delle masse contadine ed operaie trovavano la giusta punizione. Anche in questa operazione rivoluzionaria troviamo i ricchi ebrei, come il banchiere Rothschild e i miliardari americani. La storia ci dice che una volta instaurato il comunismo reale e nonostante la seconda guerra mondiale, continua il successo di queste radicali forme di protesta sociale e politica., anche se chi la pratica ne ignora la matrice politica. Ancora oggi i governi sono costituiti da personaggi ambiziosi ma ignoranti e gli stati pagano caro queste forme di arte degenerata, con la scusante della libertà di espressione. Tuttavia così facendo i governi selezionano artisti da sponsorizzare mentre negano la vita stessa a chi vuole fare cose buone secondo la tradizione basata sul disegno e il colore. Oggi è tutto permesso, tutto è arte, tutte le tecniche sono arte, dalla “merde d’artiste” di Piero Manzoni ai buchi e tagli nelle tele e via discorrendo. Comunque con calma, se mi seguirete, cercherò più avanti di spiegare tutto quanto. Vi basti pensare che tutti coloro che hanno una debole personalità e vogliono apparire culturalizzati disprezzano tutto quanto può apparire nella tradizione. La colpa di chi è? Sicuramente dei governi democratici nei quali l’ignoranza dei ministri è somma e nelle sovvenzioni statali a tutte le forme radicali sia di arte figurativa o plastica che teatrale od operistica e via discorrendo. Quali rimedi? Ascoltare il comico Grillo e possibilmente licenziare critici d’arte, direttori di museo, giornalisti e via di seguito. Fare piazza pulita degli intellettuali di ogni genere e ricominciare tutto secondo natura. Cioè realizzare il “ritorno all’umano”.
ARTE MODERNA – DOPO SALVADOR DALI’ TUTTA L’ARTE CONTEMPORANEA E LA CRITICA UFFICIALE E’ “PARALIPOMENI” DELL’IMBECILLITA’!
SALVADOR DALI’
Nato nel 1904 a Figueras in Catalogna è l’unico pittore della generazione dei rivoluzionari che ha fatto assoluta novità al di fuori del concetto politico. A torto viene accostato ai dadaisti ai quali si è avvicinato fisicamente solo per ricevere la notorietà che il movimento dadaista otteneva fra i ricchissimi e sfaccendati esaltatori che cercavano solo divertimento e novità senza capire un accidenti di quello che il dadaismo intendeva fare: rivoluzione politica, stravolgimento sociale, sovversione di ogni morale, rivoluzione e terrorismo, sostenuto dai soldi e dai media degli psiconani ipodotati miliardari americani ed ebrei in cerca di emozioni forti. Le signore straricche ancora oggi sentono un brivido d’emozione correre lungo la schiena tanto da causare loro orgasmi multipli nel sostenere l’arte nuova dei ricchi che si commuovono e piangono di fronte a tagli e buchi nella tela o scatole di “merde d’artiste” o ancora manichini di bambini impiccati o animali squartati o sculture di sangue congelato. Così và il mondo: và dove i soldi e le giuste relazioni pubbliche li portano. E’ un modo per sentirsi vivi e validi contro quello sterco di popolo che suda e lavora per vivere a stento. Critici d’arte, politici, giornalisti se vogliono campare devono acconsentire alle voglie pazze delle ricche signore in cerca di emozioni. Ritornando a Dalì, unico vero grande, anzi grandissimo autore, di gran lunga superiore e Giorgio De Chirico, non viene riconosciuto realmente il suo valore perché egli era tutto tranne che politico. Inoltre sapeva dipingere ed era un intellettuale vero. Parlando della sua opera surrealista, egli spinge all’estremo le distorsioni patologiche e morbose alle quali sottopone la materia e prepara il ritorno al classicismo sotto l’emozione degli autori antichi italiani. Pertanto la sua superba tecnica ed il suo intelligente genio vengono respinti dai critici d’arte militanti che intendono servirsi dell’arte per distruggere la società, la sua morale e la religione. Viene considerato un retrogrado, ignorante, volgare e via discorrendo. Di nuovo, nel duemila, i ricchi collezionisti ignoranti si impiccano con le loro stesse budella dando retta a tutti gli imbonitori d’aste pubbliche e private che godono nel sottrarre soldi ai capitalisti che potrebbero invece utilizzarli in modo più utile per la società. Segnalo alcune straordinarie opere di Salvador Dalì. Cominciando da due libri: DALI’ DI DALI’ – Aldo Garzanti editore 1973. – Dizionario della pittura moderna di “Fernand Hazan Editeur” –Parigi, 1954 -“Il Saggiatore” di Milano, 1959.
1° - La persistenza della memoria 1931 – non conosco il formato.
2° - Gesù Crocefisso – immagine questa conosciuta spero da tutta l’umanità. Anche di questa opera non conosco le misure.
Esistono immagini dei suoi quadri ma al momento non riesco a darne i titoli e i formati. Chiedo umilmente scusa. Al momento mi limito a segnalare un altro grande artista Renè Magritte più pacato e meno estremista di Salvador Dalì.
RENE’ MAGRITTE
Renè Magritte nato a Lessines in Belgio nel 1898. Uno dei migliori pittori del primo novecento. Meno visionario e molto meno drammatico di Salvador Dalì. Magritte si diverte, gioca nell’inserire in un ambiente estraneo oggetti la cui collocazione risulta assurda ed illogica. Ne scaturisce un effetto che colpisce per l’inusitatezza e la scoperta di relazioni causali che pongono l’osservatore nella condizione di curiosità senza dramma o angoscia. Cosa invece molto diversa ed angosciante per De Chirico.
GIORGIO DE CHIRICO
E’ nato a Volo, in Tessaglia. Suo padre siciliano di Palermo era ingegnere e per lavoro emigrò in Grecia. L’opera di De Chirico è nota soprattutto per le sue “piazze” dove in particolare sullo sfondo crea un motivo di curiosità. I suoi colori sono decisi e generano angoscia. Forse per questo motivo la critica ufficiale esalta De Chirico e disprezza Salvador Dalì. De Chirico con la sua angoscia rientra nella sfera della rivoluzione politica voluta dall’estrema sinistra.
MORANDI E LILLONI
Piacciono alla critica che conta perché hanno quasi abolito il colore. Difatti la rivoluzione di sinistra voleva eliminare la pittura, il colore, il disegno e via via sia è arrivati alla “merde d’artiste” e all’arte comportamentale, cioè l’artista vive senza operare attuando lo sciopero ad oltranza per protesta contro il capitalismo. Tuttavia il capitalismo trasforma tutte queste proteste in soldini e ci guadagna sempre più incoraggiando la degenerazione della cultura come simbolo della democrazia e della libertà. Segna così il fallimento intellettuale di quello che doveva essere una spinta alla rivoluzione.
RENATO GUTTUSO
E’ il più ricercato pittore italiano. La sua pittura eccelle nelle nature morte mentre il suo atteggiamento politico è quello militante visivamente, apertamente nel partito comunista. Quindi più onesto!Il mercato dell’arte dopo Salvador Dalì è solo di stercorari e necrofori. Responsabili: ministero dei beni culturali, musei, artisti e mercanti. Sarebbe bene punire vistosamente i collezionisti. Molte collezioni d’arte moderna sono la prova che la ricchezza produce stupidità. Ci vorrebbe un’altra rivoluzione francese! Concludendo: ARTE MODERNA ATTUALE E RECENTE E’ PARALIPOMENI DELL’IMBECILLITA’ DA ELIMINARE. Propongo il carcere a vita per direttori di Biennale d’arte di Venezia, Direttori di Musei e mercanti. Lavori forzati in miniera per artisti e collezionisti.
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