giovedì 29 maggio 2008

VITA A PALERMO ANNO 1959


A quei tempi Palermo era sì una splendida città artisticamente valida ma sporca come non è possibile immaginare. Pensate che per convincere mio padre, che in risposta mi aveva gratificato con ogni epiteto possibile ed addirittura minacciato DI MORTE perché dimostravo di offendere lui, che era siciliano, ho dovuto spedirgli alcuni giornali locali che si scandalizzavano appunto per la straordinaria ed inimmaginabile sporcizia di Palermo. Non servì a nulla, perché diceva che era tutta propaganda politica per denigrare i Siciliani e mi minacciò di gravi conseguenze se avessi continuato su questo argomento. Mio padre, poveretto, viveva di ricordi e probabilmente prima della guerra la grande città poteva anche essere stata pulita ed ordinata. In quel tempo era un macello: in mezzo alle strade principali facevano bella mostra di sé water closed interi o rotti, rimasti lì a prendere il sole per tutto il tempo della mia permanenza. Dinanzi al bellissimo Politeama non si poteva passare per via di uno straordinario puzzo di orina e di altre gradevolezze dovute ad annate di sterco, mai pulito. Nel raggio di cento metri c’era il rischio che anche i cavalli svenissero. Probabilmente i cittadini erano abituati e si fermavano proprio lì con il filobus, come se fosse tutto assolutamente normale. Non c’era un angolo, una panchina dove non vi fosse immondizia. Per le strade non si poteva passare perché dalle finestre piovevano improvvisamente escrementi di giornata. L’igiene era forse qualcosa di extraterrestre. Non c’era sapone, acqua, asciugamani. Ci si lavava con bottigliette d’acqua minerale o gassosa comprate allo spaccio. Nelle camerate da duecentoquaranta uomini e otto cessi, si trovava di tutto: oltre alla puzza dei gabinetti (tutti senz’acqua) ti stordiva quella ancora più tremenda dei piedi neri, con una flora micotica ed animale tale che gli scarponi camminavano da soli. CONVIVENZA CON I TOPI, LADRI DEI MIEI SCARPONI. Di notte, nelle camerate, c’era un russare spaventoso, una puzza incredibile e persone sonnambule che spaventavano i poveri marmittoni. Di tanto, in tanto sentivo uno scalpiccio sospetto: aprivo un’occhio e vedevo i miei scarponi che saltellavano verso il gabinetto. Non erano fantasmi ma simpatici toponi da fogna che vercavano di portarmi via quei puzzolenti e grossolani scarponi che tenevo sotto la brandina, assieme a quelli dell’inquilino che mi dormiva sul letto di sopra. Era simpatico il topone ed io lo lasciavo fare: aveva una tecnica intelligente. Si infilava con la testa nella scarpa e con le zampette posteriori spingeva verso i gabinetti la sua preda. Mi divertiva l’impegno dell’animale ed il suo senso d’orientamento. Lo seguivo a piedi nudi fino quasi dentro il buco del gabinetto, nel quale il topo aveva intenzione di traslocare gli scarponi. Lasciavo fare fino a quando il tutto stava per sparire. Allora afferravo un lembo dello scarpone e con delicatezza lo traevo fuori dal gabinetto. Quindi lo riportavo ai piedi della mia brandina, in attesa di un altro tentativo di furto. Ho sempre amato gli animali e quei topi da fogna non facevano eccezione. A Palermo non esisteva igene alcuna e chi sopravviveva forse era idoneo alla vita militare. Difatti, all’accoglienza in caserma i marescialli gridavano a gran voce: “Qui dovete imparare a morire!”. Oramai ero convinto di essere all’inferno e di notte, ero continuamente svegliato da urla disumane di gente che era morsicata da topi simpaticissimi ma grandi come cavalli. C’erano poi gli eroi che sognavano di innestare la baionetta e correvano per la camera ad infilzare i topi od i nemici immaginari. Ho contato che su duecentoquaranta uomini, almeno duecento erano disturbati mentali. Almeno cento parlavano nel sonno con tonalità e linguaggi diversi. C’era chi era convinto che la naia fosse finita ed urlava: “È FINITA! È FINITA - Domani tutti a casa!”. Proprio sopra di me, a fianco a me e di fronte a me c’erano energumeni che andavano in "sonnambula" e mimavano di innestare la baionetta, quindi menavano colpi a destra e a manca. Qualche volta qualcuno, sempre in stato sonnambolico, faceva duelli immaginati con le baionette e c’erano anche quelli che tifavano per l’uno o per l’altro. Si facevano scommesse mai pagate, causa di pestaggi alla Bud Spencer. I soliti simpaticoni “NONNI” facevano scherzi a non finire, preparavano lenzuola corte, doccie di pipì in mancanza d’acqua e quanto la loro mente devastata poteva suggerire. Era tanta la stanchezza che io mi addormentavo sul campo delle esercitazioni. Dopo aver contato i presenti, i caporali si divertivano a dare la caccia ai disertori (non mi ricordo se anche con i cani e con l’ausilio di istruttori ex nazisti). Calci nella schiena con la delicatezza di aristocratici badilanti, qualche "baionettata" nella schiena e se proprio non eri già morto, ti trascinavano nella branda. La qual mia sonnolenza mi salvò dal sentire tutto quello che questi figli della patria erano chiamati a fare con la protezione della mamma esercito. Mamma e papà, così si definiva il COMANDANTE GENERALE DEL CAMPO. La magra paga sempre totalmente derubata dai sottoufficiali. Viaggiavano ed entravano in caserma con auto da capogiro, super lusso, evidentemente acquistate con lo stipendio dello Stato.
MAMMA E PAPÀ STATO, nonna e zia, questo è l’esercito!
Così affermò con estrema autorità mio padre che impedì a mia madre di consegnarmi qualche lira, non si sa mai, da utilizzare in casi disperati.
Fin dal primo momento fame, poi ancora, fame, infine sempre fame. Per fortuna chiesi ad un ufficiale, che aveva notato la mia vena artistica, un blocco da disegno di carta liscia. Con un lapis feci ritratti a tutti i commilitoni che volevano mandare a casa un loro ricordo e così, a millecinquecento lire per ritratto, riuscii a mangiare almeno una volta al giorno e ad andare a puttane. L’onore delle fanciulle era tale che mentre i militari scendevano verso il centro di Palermo, appena ci si avvicinava ad una finestra o porta, questa veniva subito chiusa, per poi riaprirsi dopo il nostro passaggio. L’onore è comunque molto opinabile: quello che va bene per uno non va bene per l’altro. I militari sapevano dove andare a sfogare il forte prodotto ormonale, tipico della gioventù. Il padrone di casa gestiva il suo “onore” dirigendo il traffico come ogni “MAITRESSE”. Dava ordini alla suocera, alla figlia ed alla nipote di dieci anni. Se un membro femminile non soddisfaceva o si lamentava, ecco la punizione di un sonoro schiaffone. Naturalmente la più ricercata era la bambina ma non riuscii mai a farmela. Mi toccò, con schifo, la suocera. Comunque a furia di fare disegni e farmi apprezzare, finii a SAVONA, a GENOVA e poi a MILANO all’ospedale Militare, grazie alla simpatia di una suora tanto amica di un maresciallo della questura, padre di una deliziosa fanciulla che tenevo nel cuore.
Siccome sono moltissime le cose da raccontare, va a finire che ne salterò parecchie, comunque vi voglio descrivere due faccende causa di botte da orbi tra i poveri soldatini.
La compagnia, nella quale mi onoravo di appartenere, era costituita da possibili “TRUPPE D’ASSALTO” dato che il più piccolo era un caporale e tutti gli altri partivano dal 1,80 per arrivare ai due metri ed oltre. A vent’anni, si era tutti vigorosi e dotati di appetito. L’intelligenza e la serietà dei marescialli e serventi era così grande che distribuivano il rancio uguale tanto a quelli che erano alti 1,50 quanto a quelli che, senza contare l’altezza, si mangerebbero come niente un caporale al giorno. Vi erano lunghe tavolate e l’ordine era di aspettare il proprio turno. Va da sé che i primi si abbuffavano e gli ultimi restavano a bocca asciutta. Proteste verbali, minacce ed infine botte da orbi a non finire. Bud Spencer non ha inventato nulla. Naturalmente punizioni e niente libera uscita: quindi fame ed altra rabbia portavano metà dell'esercito quasi a sbranarsi. Per fortuna io mi ero inventato una fonte economica con i miei ritratti e non partecipavo quasi mai ai pestaggi per poter uscire dalla caserma e quindi mangiare.
LE DOCCE DELLA“SCIANNA”.
Fonte d’odio terribile era la presa "in giro" di questi poveracci ridotti oramai all’esasperazione, sporchi, pieni di ogni lordura, ai quali veniva promessa la doccia. Li facevano denudare, insaponare e poi niente acqua. Bestemmie da competizione, minacce gravi e necessariamente via di corsa allo spaccio ove far debiti comperando acque minerali e gassose, con le quali tentare di togliersi da dosso il sapone
Altra presa in giro terribile era la pulizia delle stoviglie. Tremila uomini almeno che usavano la terra per sgrassare l’unto della “schisceta” d’alluminio e poi zero acqua. La disperazione era massima, la volontà di massacro la si sentiva palpitare. Ma con FAIR PLAY inglese i superiori dicevano che i panni sporchi si dovevano lavare in casa propria e che avrebbero spedito alla corte marziale chiunque avesse osato fiatare. Per dar l’esempio il signor Capitano, ci riuniva e faceva la conta: se il disgraziato fosse stato tra i nomi segnalati dai caporali e sergenti carogna, per lui era finita. Gaeta per lui e disciplina di rigore per gli altri. Tuttavia vedo che nessuno ancora oggi osa parlare di queste cose.
Mi fermo all’ultimo evento. Palermo. Il giorno di FERRAGOSTO, munito di qualche cinquemila lire guadagnate con la vendita dei miei ritratti, ho attraversato tutta la Sicilia per andare a trovare mia nonna a SCICLI. Tornato alla sera, per paura del ritardo, punito poi severamente, mi feci trasportare da un taxi abusivo, che si fermò a suo piacere dove piacque ai due che lo conducevano. Mi venne chiesto di pagare ed io offrii un biglietto da cinquemila. Fiducioso aspettavo il resto, ma questi mi misero un coltello a serramanico alla gola e con l’aria tipica dei delinquenti affermarono: “TU SEI DEL NORD E QUINDI DEVI PAGARE PERCHÉ SEI DEL NORD. O VUOI UN BUCO NELLA GOLA?”. Rinunciai all’intervento chirurgico non necessario e corsi dall’ufficiale di turno a raccontare trafelato ed emozionato quanto era successo. Aspettavo una risposta a mio favore ma il distinto ed onorevole militare mi disse lapidario: “HANNO RAGIONE LORO!” e così mi rassegnai e pensai solo ad evadere.Cosa che avvenne alla fine di settembre. A Savona trovai ufficiali galantuomini e marescialli e forza minore dello stesso identico stampo delle precedenti esperienze siciliane. Con l'aiuto di un bravo ed onesto galantuomo amante dell’arte, un maggiore dell'esercito, si riuscì a farmi ricoverare all'ospedale militare di Genova-Bolzaneto, tra matti veri e matti finti. Continuai a fare ritratti finché mi trovarono una vera “GASTRO ENTERITE” che mi dava diritto a sessanta giorni di convalescenza. Terminata la convalescenza rientrai in forza all’ospedale di Baggio a Milano dove feci lo scritturale in molti reparti compreso quello psichiatrico. Vi racconterò con più calma le mie esperienze perché sono troppe ed il tempo stringe.

mercoledì 28 maggio 2008

ONOREVOLE RENARO BRUNETTA, LE VORREI RICORDARE CHE......

Prima della conquista della Gallia, gli antichi romani pensarono di mettere a frutto la Sicilia per coltivare frumento, grano ecc…Ebbene per fare lavorare un siciliano ci volevano due custodi che a loro volta dovevano essere controllati da due soldati. A furia di controlli in pratica erano più quelli che dovevano convincere il siciliano a lavorare che i contadini al lavoro. I testi latini dicono che i siciliani continuassero con il solito “tran tran”. Fu allora che l’antica Roma constatò il fallimento per quanto riguardava la Sicilia e pensò bene di conquistare la Gallia dove i “barbari” lavoravano e producevano. A Roma i lavoratori di origine meridionale sono più furbi delle sue intelligenti e sagge misure di controllo. I capi ufficio assurgono tale ruolo per meriti legati alla natura della forza lavoro in corpore. Bisognerà ricorrere a controllori di origine teutonica che siano incorruttibili. Bisognerà che non sia il tesserino a giustificare la presenza di lavoratori ma un sistema di controllo completo con telecamere e guardie giurate fedeli. A mio avviso sarà un altro triste fallimento. L’unico vero rimedio sarebbe portare al nord il governo e tutti gli uffici statali. Questo è solo un mio fallibile pensiero! Basta un accordo fra colleghi e un “pianista” per giustificare la presenza di cento impiegati in vacanza senza permesso. Ci vorrebbero l’impronta del palmo della mano e anche le impronte digitali.

lunedì 26 maggio 2008

NAPOLI: QUESTIONE DEI RIFIUTI

D’ALEMA INTERVIENE CONTRO LE DECISIONI DEL GOVERNO PER L’USO DEI MILITARI.

Questo significa che i meridionali temono il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Ministro degli Interni Maroni.. Non si aspettavano certamente che due settentrionali dall’aspetto cordiale potessero agire con fermezza e decisione. D’Alema conosce bene la testardaggine delle popolazioni del sud e teme che si verifichi uno scontro armato. Il giornalista Feltri tende ad annacquare la crudezza della decisione governativa e cerca di minimizzare in qualche migliaio gli ostinati campani. Tuttavia l’aver costruito chilometri di barricate organizzate contro il governo significa solo una cosa: necessita una violenta azione militare per ridurre alla ragione gli ostinati! E’ mia opinione che qualsiasi trattativa o concessione non porti ad alcun risultato pratico. Si perderà inesorabilmente tempo e denaro. Qualsiasi debolezza spingerà quelle popolazioni a chiedere sempre di più e a danno della comunità proba. Temporeggiare per quelle genti ha un solo significato: debolezza” C’è il rischio che qualche pallottola centri un cranio. La loro legge è violenza e capiscono solo questa. Devono invece sentire uno stato deciso e padrone.
In quanto all'opera del volenteroso Ministro Brunetta, voglio rammentare che una inveterata abitudine dei lavoratori degli uffici pubblici è quella di assentarsi sicuri che qualche volenteroso firmi a loro nome oppure utilizzi il tesserino. Per stroncare il malvezzo potrebbe essere utile l'impronta intera della mano!.

domenica 25 maggio 2008

DIO NON HA FRETTA!

Argilla e batteri viaggiano con le comete. L’universo è assolutamente così vasto da impedire alla mente di riuscire nemmeno ad immaginarlo. Nell’universo la vita primitiva, a livello di molecola, od ancora più elementare, viaggia unita all’argilla. La scintilla della vita viene dalla natura ma a mio parere l’elemento primo può evolversi fino alle forme intelligenti perché nell’universo c’è la grande intelligenza che chiameremo Dio che ha inserito l’ordine dello sviluppo con tutte le leggi che ancora ignoriamo, salvo le più evidenti. Dio non ha fretta: sulla terra l’uomo come lo conosciamo ha la bella età di cinquantamila anni. E’ tutto in evoluzione e assiame al progresso c’è il pericolo dell’estinzione. Da dove veniamo lo sappiamo: dallo spazio. Come cresciamo? Anche con le leggi di Darwin. Esistono i miracoli? Si, certamente ma sono misteriosi ancora. Dove andremo? Forse come energia saremo come “angeli”. Forse colonizzeremo altri mondi. Tutto in tempi molto lunghi perché Dio non ha fretta!

NAPOLI: CONFLITTO ITALICO

Mentre il Governo si sta attivando per tentare di gestire l’emergenza rifiuti i Campania, gli abitanti dei territori interessati reagiscono con una violenta opposizione che potrebbe realmente portare al famoso “conflitto italico” previsto da Nostradamus circa cinquecento anni fa. In questi giorni si evidenziano due situazioni: la prima, il governo può chiedere la sospensione dei diritti costituzionali per imporre la soluzione del problema; la seconda si evidenzia un attacco politico dell’estrema sinistra che difende i ribelli contro il governo. Dalle mie personali ed esclusive esperienze dirette, i meridionali d’Italia sono sempre stati nutriti da politici locali su concetti assurdi. Mi riferisco alle mie esperienze di vita sia come figlio di un siciliano con ampia parentela e dalle mie esperienze di naia a Palermo.
1° - tutti i settentrionali sono ricchi
2° - i settentrionali sfruttano il sud d’Italia
3° - è lecito volere che il nord dia soldi al sud
4° il governo deve dare ai meridionali tutto quello che ha l’Avvocato Agnelli e senza fare un c….zo
Risultato: si deve rifiutare quello che lo stato ti chiede di fare.
L’ammirazione popolare è per coloro che sanno imporsi con la violenza. Sempre il settentrionale è un “pollo” da spennare. Così a Palermo sono stato rapinato con coltello alla gola da due autisti abusivi che dalla stazione mi hanno riportato alla caserma “La Scianna” perché affermavano: “tu sei un settentrionale”. Entrato in caserma ho riferito l’accaduto all’ufficiale di picchetto che mi ha confermato: “hanno fatto bene!”. Ora l’atteggiamento politico dell’estrema sinistra agisce come vento sul fuoco della ribellione per le discariche in Campania. Ho sentito attraverso la televisione affermazioni di questo genere: “è tutta colpa dei settentrionali. I settentrionali ci fanno morire e loro ci guadagnano – assassini! assassini! Per le immondizie ci deve pensare il governo” “Non vogliamo né discariche né inceneritori!” Un vecchio pensiero diffuso ma non pubblicizzato è: “Il concetto che al sud ci sono filosofi e le persone colte mentre al nord ci sono solo barbari” Il sud deve mangiare senza “faticare”. Il nord è popolato da schiavi barbari. Loro devono lavorare ed ubbidire, noi del sud invece dobbiamo comandare e fare la bella vita!

giovedì 22 maggio 2008

NAPOLI - MERCOLEDI 21 MAGGIO 2008 - INIZIO CONFLITTO ITALICO



Come previsto cinquecento anni fa da Nostradamus, il popolo del sud si è trovato di fronte un governo forte e deciso che con sapienza e decisione mira a risolvere un antico problema: “i rifiuti della Campania”. La militarizzazione delle discariche come siti strategici di importanza nazionale ha dato già il via a reazioni forti e contrarie. Per ora solo con dichiarazioni verbali. Oggi 21 maggio si assiste ad una forza di pensiero, di abilità e di volontà da parte del nuovo governo presieduto dall’Onorevole Silvio Berlusconi che ben rappresenta in guanto di velluto una mano vigorosa, paziente, diplomatica ma assolutamente decisa. I ribelli della Campania, come gran parte del meridione hanno avuto una reazione stizzosa che porta alcune persone ad affermare che si ribelleranno città e paesi ineri. Ora si apre il vero conflitto italico fatto da una parte di popolazione intestardita nella sua posizione di rifiuto allo stato e di contro uno stato deciso a risolvere i problemi. Il sorriso del Presidente del Consiglio faceva pensare che anche lui fosse “mollaccione” facile ad intimorirsi ed a cedere di fronte ai duri campani. Si sbagliano: lo scontro è inevitabile ma coloro che hanno giudicato il nord ventre molle d’Italia popolato di “quacquaraqua”, si trovano di fronte un gigante deciso a far rispettare l’ordine. Segno questo valido per tutto il nord.
RICONOSCIUTO L’INTERESSE MILITARE NELLA FACCENDA DISCARICHE CAMPANE.Questa legge è importante molto più di quanto il pubblico possa immaginare. Partendo da questo primo passo è possibile controllare con maggiore serietà lo smaltimento dei rifiuti nella Campania. Auguro sinceramente buon lavoro e che si ponga fine a tutte le speculazioni politiche. Quello che conta ora è l’educazione dei cittadini e la costituzione di una barriera efficace contro l’illegalità. Questo è un problema da “Intelligen Service”. I campani hanno dichiarato che nonostante l’esercito manderanno avanti donne e bambini per violare i siti di discariche rifiuti. C’è dunque aria di lotta ad oltranza.

mercoledì 21 maggio 2008

COME ESSERE FELICI CON POCO

Dopo la fine della guerra, quando mio padre era ritornato in famiglia, si attendeva il Natale e le sue feste come qualcosa di meraviglioso. Lo era sul serio, sia per l’atmosfera generale, sia perché la famiglia si ritrovava a celebrare l’evento con una straordinaria carica umana. Non i regali, i giocattoli e tutti gli orpelli che normalmente accompagnano queste feste. La famiglia riunita alla sera della vigilia a preparare la pasta per confezionare gli agnolotti.
Ognuno voleva essere partecipe attivo. Chi tritava la carne con tutte le spezie occorrenti. Chi voleva usare una speciale rotella dentata per ritagliare in quadretti il succolento cibo. Tutti diventavano esperti panificatori e si discuteva animatamente sull’impasto della farina da tirarsi poi col mattarello in una sottile superficie da far asciugare un poco appoggiata sul divano, sul letto e sulle sedie.
Il capo famiglia ritornava bambino anche lui e dimenticava la ferrea disciplina militare. La mamma acconsentiva che anche noi bambini mettessimo le mani in pasta. Tutto il cerimoniale ci affascinava e poi verso mezzanotte si faceva la conta per vedere chi dovesse andare a scaldare i letti. L’indomani mattina, prima del rituale della Santa Messa, mio padre ed il sottoscritto, seduto sulla canna della due ruote, si andava a comperare rarità gastronomiche come la mostarda, l’insalata russa, il paté d’oca. Per il dolce non potevamo ancora permettercelo, anche se qualche anno dopo ci avrebbe pensato la “BEFANA DEI VIGILI” a farci sfogare per gli arretrati. Allora ci pensava la nonna a confezionare qualche torta casereccia cotta nel forno della stufa a carbone. Le vacanze scolastiche completavano la meraviglia di quei giorni. Ricordo Santo Stefano di un anno felice, in cui, alla mattina, mio padre mi portò al cinema Italia dove proiettavano un’affascinante storia ambientata al nord Europa, nella quale era narrato che un pescatore aveva lasciato la vita ad un luccio che aveva poi ricompensato con oro e gioielli l’onesto pescatore. La notte dell’ultimo dell’anno: ci si riuniva con i vicini di casa, stretti stretti a giocare a tombola, con le cartelle dei numeri ed i fagioli come indicatori dei numeri usciti. La nonna, con gli occhiali sul naso, più sulla punta che al posto giusto, estraeva da un sacchetto di tela i numeri incisi su piccoli dischi di legno. Man mano che aumentava il benessere economico, spariva l’ingenuità e la spontaneità dei contatti umani e quella gioia non l’ho mai più ritrovata. Verso gli anni cinquanta, in periodo natalizio, ricevemmo dalla Sicilia una cassa di ARANCE DOLCISSIME ed un pacco di dolci Siciliani straordinariamente buoni: BISCOTTI RICCI, a base di mandorle, dolci fatti con la buccia di arance con miele, croccantini di miglio e miele e tante altre varietà succolente.
TROPPA GRAZIA S.ANTONIOLa mamma alla sera, prima di addormentarci, ci faceva dire le preghiere. Il sonno mi divorava e spesso mi addormentavo pesantemente e pesantemente venivo risvegliato per terminare le sante orazioni. Non ricordo bene le invocazioni ai Santi ed alla Madonna ma già allora mi domandavo perché ci si dovesse sempre rivolgere alla Madonna ed alle Sante piuttosto che a Dio in persona. Più tardi negli anni, rifeci la stessa domanda ad un’amica che si rivolgeva esclusivamente alla Madonna. La risposta mi sorprese e mi fece impazzire dalle risate. Mi disse: “SE IO AVESSI BISOGNO DEL TUO AIUTO, IO NON VERRÒ MAI A CHIEDERLO A TE MA ANDRÒ A CHIEDERLO A TUA MOGLIE!”. Capii così la psicologia delle donne. Ad esse sembra più facile ottenere quello che vogliono da un’altra donna piuttosto che dal RE. C’è una distorta mentalità femminile e mammona che coinvolge anche l’alto clero, fino all’attuale SANTO PADRE. La Madonna è più accondiscendente e ricettiva del PADRE e del FIGLIO! Tuttavia mia madre nel suo genuino invocare i Santi è stata sicuramente esaudita. Ella terminava le preghiere dicendo: “FAI CRESCERE GIULIANA E PIER ANDREA SANI, FORTI E ROBUSTI!”. E così molti anni dopo, entrando in una banca di Legnano, attraverso uno di quei loculi trasparenti con controllo elettronico, mi sono sentito dire da una cortese e gentile voce femminile: “VIETATO L’INGRESSO A PIÙ PERSONE!”.

NAPOLI: LA GUERRA CONTRO IL NORD E' GIA' INIZIATA

L’immondizia è solo uno dei pretesti per caricare ingiustamente il nord di spese inutili. L’ottimo Presidente Berlusconi dimostra la sua abilità diplomatica inserendo tra i Ministri l’Onorevole Mara Carfagna, campana. Bella e giovane, cerca di convincere i suoi conterranei che il nuovo governo pensa anche a Napoli e non solo a Bossi e alla Padania.
Napoli come centro del mediterraneo invita la popolazione campana a rifarsi una maturità etica e sociale. Intanto accetta, defilandosi dalla responsabilità, anche l’esercito a tutela dell’ordine pubblico per le immondizie. A mio avviso, sia il Governo che l’Onorevole Carfagna stanno operando con molta diplomazia. Tuttavia è da sempre che il sud spinge verso un conflitto italico. Se tutte le concessioni fatte (a partire dall’unità d’Italia) e che si faranno ancora non porteranno ad una pacificazione, c’è da aspettarsi proprio quella che potrebbe essere una guerra civile tra il sud ed il nord. Chi credesse a Nostradamus può facilmente trovare le quartine relative.
CONSIDERAZIONI TRATTE DALLA LETTURA DI “LIBERO” di martedì 20 maggio 2008 pagina 4 – EMERGENZA RIFIUTI.
Buona parte dei napoletani affermano che il disastro delle immondizia è da attribuirsi a Berlusconi perché ha nominato commissario Bassolino(nel secondo governo Berlusconi).
NAPOLI IMMONDIZIE SENZA SPERANZA.Sacrificando la salute dei lombardi si faranno due affari: 1° quattrini per pochi – 2° vittoria per i violenti. Con personalità di natura anarchica non servono le belle maniere. Nessuno farà cambiare idea a chi non vuole capire e non vuol cambiare. Tutte le operazioni che il Governo si appresta a fare saranno solo calamità e disastri che ricadranno solo su chi è in grado di intendere ed è di animo mite e comprensivo. Quei signori non cambieranno idea, non faranno mai quello che viene loro chiesto ed il Governo continuerà a chiedere sacrifici ai soliti. Il lupo perde il pelo e non il vizio. Il governo spreca tempo e soldi e la Lega si dissoci! Napoli ha attratto tutta la stampa internazionale contro l’Italia. I napoletani con la loro violenza hanno bruciato con le molotov le baracche degli zingari scacciandoli verso dove? L’Italia nobile, lavoratrice e proba è assimilata interamente alla sporcizia e al razzismo, alla camorra ed alla violenza. Dalle prime notizie, il governo accontenta i violenti e fa pagare al resto d’Italia l’intemperanza e la barbarie dei napoletani. Quanto ci costano? Bossi, caro Ministro, datti una mossa. Anche la stampa francese ieri 20 maggio nei suoi servizi stampa sull’Italia dichiarava: “vedi Napoli e poi marcisci”. Napoli forse pretende che la Lombardia mangi i suoi rifiuti!.

lunedì 19 maggio 2008

MILANO: SCHERZO DEL PESCE D'APRILE IL GIORNO 18 MAGGIO 2008 - DOMENICA

Alcune TV hanno dato la notizia che l’ottanta per cento dei rifiuti di Napoli verranno bruciati a Milano. L’impressione è che il governo attuale sia “amico del giaguaro”. La colpa dei lombardi è quella di essere troppo buoni, permissivi, pazienti e in una parola “mazziati e cornuti! Chi difende la nostra salute? Ci appelliamo al buon Dio perché ci protegga lui!

MILANO, CONDANNATI A MORTE
L’attuale governo pare abbia deciso di bruciare a Milano ben l’ottanta per cento dei rifiuti di Napoli. Pazienza: già Sant’Agostino aveva sentenziato che siamo tutti condannati all’inferno! Comunque dubito di aver capito bene. Spero proprio di avere capito male e spero proprio che la Lega Nord non sia stata al gioco. Nel caso invece che anche il Ministro Maroni ed il Ministro Bossi siano anche loro d’accordo devo dire che mi stà crollando addosso un mondo di politica che io pensavo volesse difendere il nord ed in particolare la salute di quelli che sono costretti a vivere ed a lavorare in Padania sulla quale non soffia alcun vento salvifico, né maestrale, né scirocco, né altro che possa disperdere diossina et similia. C’è la convinzione ormai che la violenza di piazza vinca e che i “miti d’animo” debbano soccombere. Nelle mie preghiere ed in quelle dei bambini, dei vecchi e degli ammalati chiederemo che non si avveri questa disgrazia causata proprio da chi doveva difenderci: Amen

domenica 18 maggio 2008

NAPOLI ESULTA!

Il Governo attuale ha accettato di far bruciare a Milano ben l’ottanta per cento dei rifiuti di Napoli. La Lega Lombarda è informata? Forse oggi è il primo di aprile e non il 18 maggio 2008? Possibile che io possa avere male interpretato questa notizia attraverso la televisione? Mi farebbe piacere se qualcuno mi dicesse che ho sbagliato a capire. Lo spero proprio!

DOMENICA 18 MAGGIO 2008 PESCE D'APRILE!Forse ho capito male e lo spero tanto. Ho sentito alla televisione che l’attuale governo ha accettato di fare bruciare l’ottanta per cento dei rifiuti di Napoli a Milano. Certamente ho capito male. Tuttavia faccio notare che in Lombardia non c’è maestrale né scirocco o altro vento che possa disperdere la diossina ed altri prodotti cancerogeni. Spero che l’amato Ministro Bossi non sia d’accordo. Altrimenti da chi possiamo farci difendere dagli avvelenatori? I nostri bambini, i nostri vecchi ed ammalati pregano Dio che la notizia sia stata male interpretata e che io sbagli di grosso. Altrimenti, poveri lombardi!

MILANO BRUCERA' L'OTTANTA PER CENTO DEI RIFIUTI DI NAPOLI

Questo è lo scarno comunicato ascoltato dalle antenne TV di domenica 18 maggio 2008. Viene spontaneo chiedere ai difensori del nord: “ma è vero?” Allora l’affermazione di Giulio Cesare: “Tu quoque, Bruto, fili mi?”. Io pensavo che la Lombardia fosse già ricolma di rifiuti. Pensare che altri rifiuti possano essere bruciati in una regione dove mancano i venti che possono spazzare via la diossina e quant’altro mi sembra un atto di guerra! Presidente Formigoni cosa ne dice Lei dall’alto della Sua importante carica? Povero Onorevole Bossi quale sberleffo! Come credere ancora ai politici? E i nostri figli? I nostri vecchi? I nostri ammalati? Chi ci difenderà? Forse siamo destinati per dabbenaggine a diventare la “regione dei rifiuti?”. Io pensavo che le persone cui ho dato la mia fiducia mi difendessero e con me tutti i lombardi! Sbagliavo! Quello che temo è che andando di questo passo, oltre ai rifiuti di Napoli si aggiungeranno anche quelli di Roma. Poiché i lombardi sono buoni e pii, diventeranno genta da pattumiera!Spero di avere capito male e che le cose siano ben diverse.

sabato 17 maggio 2008

IL CAVADENTI

I giovani non possono nemmeno immaginare che negli anni quaranta esistevano ancora cavadenti ambulanti. Alle case popolari, pochi metri davanti alla cooperativa Avanti, ogni tanto arrivava un ometto, deciso e sicuro di se. Aveva come dotazione una sedia di paglia, un asciugamani grande da mettere al collo del paziente, una o due tenagliette, forse del disinfettante. Il primo paziente era cortesemente invitato a sedersi, magari con la guancia gonfia. Nel frattempo curiosi e malati facevano capannello. Lo spettacolo si faceva attendere perché l’ambulante voleva che si diffondesse la voce del suo arrivo. I maldidenti sono ed erano assai frequenti, quindi i clienti non mancavano. Appena giudicava che il pubblico fosse sufficiente, invitava un paio di volenterosi a trattenere fermo sulla sedia il poveraccio di turno, che smetteva di lamentarsi ed incominciava a sospettare che si preparasse qualcosa ancora peggiore. Rizzava il capo ed incominciava a roteare gli occhi. Quando sentiva le mani dei volenterosi poggiate sulle spalle in una pressione coercitiva, in un raptus di terrore, si divincolava e tentava la fuga. Tuttavia gli assistenti volontari sapevano che la loro opera doveva essere energica proprio per il bene del paziente e si davano da fare anche con le ginocchia a pressarlo sulla sedia. Il cavadenti intanto era pronto: in una mano l’attrezzo e nell’altra qualcosa d’altro. Quindi un ordine secco e si poneva addirittura in ginocchio sulle gambe del paziente.“TURATEGLI IL NASO” ordinava in un comando secco. Il malato tentava di scrollarsi di dosso l’energumeno e gli oppressori ma non riusciva più a respirare. Come apriva la bocca ecco il dentista che introduceva la pinza e zac, fuori il dente. Un fiotto di sangue usciva da quella bocca malandata assieme ad una serie irripetibile di parolacce e bestemmie. L’asciugamano serviva a tamponare il sangue, che veniva pressato in un tentativo di soffocazione. Dopo qualche minuto di pressione, se il paziente non era svenuto, l’ambulante osservava la gittata sanguigna controllando se poteva considerarsi normale oppure no. Qualche tamponamento e poi un buffetto sulla guancia ed il paziente era servito. Proprio non ricordo se il dentista usasse qualche anestetico o disinfettante. Ricordo che il poveraccio, rimessosi in piedi, si premeva la bocca con il fazzoletto. Le bestemmie duravano ancora un momento e poi ecco apparire un debole sorriso: il nemico era stato debellato. “SOTTO AD UNALTRO” e così via per tutta la mattina. Qualcuno si faceva consegnare il dentone e se lo rimirava come un trofeo ed infine metteva nel cappello dell’operatore la cifra stabilita. Il coro dei presenti era fatto di “OH, MADONA, SIGNUR!” e la folla aumentava fino al completo esaurimento dei denti malati.

VEDERE E PARLARE CON I MORTI

Giovedì 15 maggio 2008 su RAI DUE nella trasmissione “piazza grande” una signora inglese di nome Rosemary Altea sostiene di vedere i volti dei defunti e di avere un defunto indiano come spirito guida che funge da interprete. La materia è intrigante e da sempre l’umanità ha interrogato gli spiriti, le anime dei morti. Si tratta di una esigenza connaturata all’umanità data l’insicurezza di sempre ed il desiderio di avere un’altra vita dopo la morte. La magia deriva probabilmente dal libro dei morti dell’antico Egitto, conferma della fiducia in un altro mondo dopo la morte, il cui accesso è legato a risposte codificate per sfuggire ai demoni, che tentano di spingere l’anima del defunto nell’inferno del caos. Nel corso della mia vita ho sperimentato due fenomeni. Da bambino, in seguito a malattia, mi sono trovato fuori dal corpo, libero dal dolore, capace di passare attraverso ostacoli e motivato da pura curiosità. Da adulto invece, di notte, molto tempo fa, a Jesolo paese, in un albergo lungo la strada, sono stato svegliato da fortissimi colpi alla porta, dal mobilio e dal letto che si agitava, facendo molto rumore. Riporto in proposito a parte una descrizione dei fatti. In ambedue i casi non ho mai visto alcuna figura, volto, anima. Se si trattava di energia, questa è possibile che si esplichasse in fenomeni fisici. Se si trattava di fenomeni di coscienza, anima, essere vitale avrei dovuto vedere almeno un’altra anima. Invece niente di tutto ciò. Anche il fulmine è energia potentissima e lo si vede perché accende nel suo percorso ioni e quant’altro si trova connaturato nella natura. Per quanto riguarda il linguaggio mi pare puerile affermare che le anime dei morti parlino. Infatti essendo pura energia, di limitatissima potenza, non possiedono organi della voce. E’ mia convinzione che l’energia delle anime dei defunti è talmente poca cosa che non può manifestarsi visivamente. Perché ciò avvenga necessita un minimo di corporeità su cui le luci possano rappresentare tratti somatici dovuti all’alternanza di ombre contrapposte alle parti illuminate. Può essere invece che le allucinazioni visive ed auditive possano convivere in una persona che vive la sua vita immersa nella società. Tutta la religione derivata dall’antico testamento, a mio esclusivo e personale giudizio, si basa su allucinazioni.
I FANTASMI DI JESOLO
Sono sempre stato un irrequieto per vocazione ed ho girato quasi tutta l’Italia, paese per paese se non addirittura frazione per frazione. Quella sera ero proprio stanco morto. Arrivato a Jesolo paese, trovai da dormire al primo albergo che avevo incontrato. Era una vecchia costruzione, apparentemente solida, d’angolo proprio sulla strada principale, percorsa da traffico pesante. Non mangiai e salii direttamente in camera. Una camera d’altri tempi, con alti soffitti decorati da stucchi. Il pavimento era ricoperto da assi di legno ed i mobili risalivano certo ai primi del ’900. Le lampadine e le luci erano in stile floreale e c’era un grosso lettone in lamiera tutto per me. Mancava il gabinetto, sito giù dalle scale, due rampe di scale che si riunivano sia in basso che in alto disegnando un certo movimento piacevole. Non feci a tempo a salire sul maxiletto che già dormivo profondamente. Ad un tratto, nel cuore della notte, fui svegliato da tremendi colpi battuti sulla porta come se qualcuno avesse urgenza di comunicare con me. Contemporaneamente il lettone si era messo a sussultare ed a spostarsi nella camera. La cassettiera con specchio dinanzi a me si agitava tutta e sul momento pensai o ad un forte terremoto oppure ad un incendio. Ancora assonnato corsi alla porta gridando: “VENGO SUBITO, VENGO SUBITO. SOLO IL TEMPO DI SCENDERE DAL LETTO. ASPETTATE, VENGO SUBITO”. Di fatti corsi alla porta e l’aprii convinto di trovarmi di fronte un gestore dell’albergo che mi voleva comunicare un’avvenuta disgrazia. Non vidi nessuno e ci rimasi male. Tuttavia pensai di scendere le scale gridando sempre “ECCOMI! COSA È SUCCESSO?”. Non ebbi alcuna risposta. Bussai forte ad altre porte ma senza risposta. Andai alla porta che immetteva nel bar-trattoria ma la trovai chiusa a chiave. Ritornai di sopra con una certa agitazione ma pensai che fosse passato qualche grosso camion, magari una cisterna di carburante, che avrebbe potuto scuotere l’intera casa. Mi misi a letto, sopra le lenzuola, questa volta e con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, pronto ad ogni evenienza. La gioventù e la stanchezza ebbero partita vinta per cui mi addormentai ben presto.
Non so quanto tempo trascorse, quando di nuovo si ripeté tutto lo strepitio di prima con pugni violenti alla porta e letto e mobile di fronte in movimento sussultorio. Balzai dal letto e senza dire una parola spalancai la porta nel bel mezzo del baccano. Pensavo che se ci fosse stato qualcuno in vena di scherzi l’avrei beccato e le mie intenzioni non erano tanto pie. L’avrei scaraventato giù per le scale e poi l’avrei picchiato a sangue, tanto per insegnarli un poco di educazione. Invece non c’era nessuno. Ancora discesi le scale e bussai e ribussai a tutte le porte compresa quella chiusa che immetteva al bar. Sospettoso e questa volta spaventato decisi di ritornare a letto ancora una volta perché il sonno era forte. Mi misi sempre nella stessa posizione di prima, seduto con le spalle appoggiate alla spalliera e tentai di rimanere sveglio, almeno con un occhio solo, mentre il cuore batteva forte. Mi svegliai alla mattina seguente verso le nove e feci il più presto possibile per andarmene. Passai dal bar e mi rivolsi a due fanciulle: “UE! QUI SI AFFITTANO CAMERE CON SPIRITI! NON MI SONO MICA DIVERTITO!” Le fanciulle si guardarono in faccia e scoppiarono in una fresca risata come solo le fanciulle sanno fare.
I FANTASMI DELL’UMBRIA
Sempre nel mio girovagare giunsi a SPOLETO stanco morto e di sera. Entrai in un bellissimo albergo nuovo, a misura d’uomo e sito prima dell’inizio della città. Albergo modernissimo e ben tenuto. Servizio inappuntabile e buona cucina.
Salito in camera, depositai le due valigione da viaggio su un apposito panchetto sito appena dentro l’ingresso. Mi coricai subito ma lasciando la luce accesa. Nel dormiveglia vidi le valigie alzarsi da sole dalla posizione orizzontale e planare con decisione per terra. Fu un attimo: in pigiama e con le sole ciabatte feci una memorabile fuga giù nel bar, ben frequentato ed aperto per tutta la notte. Bevvi e bevvi e bevvi ancora di tutto finché un poco per espletare i bisogni fisiologici ed un poco perché avevo tanto sonno, ritornai di sopra preoccupato ed attento. Le valigie erano ancora là per terra, immobili. Mentre mi sedevo sulla tazza, tendevo l’orecchio per cogliere il minimo rumore. Rialzatomi, le scavalcai e mi misi sul letto sempre appoggiando la schiena alla spalliera. Un occhio aperto ma durò poco. Mi svegliai la mattina dopo alle dieci. Passata la notte dei fantasmi, avevo ritrovato il solito buon umore ed uno spiccato appetito. Feci accenno ai fantasmi ai camerieri e all’uomo del bureau ma questi mi guardarono piuttosto male e pensai bene di filarmela svelto, svelto.
DA TERNI A PESCARA
SONO SEMPRE STATO UN INCOSCIENTE. DA TERNI AVEVO APPENA DATO UN’OCCHIATA ALLA CARTINA GEOGRAFICA DELLA ZONA E VISTO UN LAGO VI FUI ATTRATTO D’ISTINTO. Non avevo controllato quanta benzina fosse rimasta nel serbatoio né quanti chilometri ci fossero fra TERNI e la costa adriatica. Immaginavo che avrei trovato paesini e distributori di benzina e mi ero persino illuso di poter mangiare da qualche parte.
Tutto sbagliato: paesi niente. Alberghi niente. Ristoranti niente. Distributori niente. Un buio della Madonna, dato che viaggiavo in mezzo a montagne selvagge senza anima viva. Né una luce, né un fuocherello a dar fiducia e nemmeno auto sia davanti che dietro. Ero completamente solo, senza benzina e senza sapere dove diavolo andassi. Speravo di vedere comparire una sciabolata di luce verso di me che mi avrebbe tranquillizzato. Invece niente di niente. Dopo cento, centoventi chilometri nel buio e nella solitudine incominciavo ad avere le visioni come ce le hanno certi navigatori solitari alle prese con un uragano. Questi vedono Sant’Antonio alla guida di una barca gemella che dà consigli per farcela. Io cominciavo a temere di vedere BELZEBÙ con tanto di corna e di coda. Scrutavo il cielo alla ricerca di stelle ma era buio pesto anche di sopra. Incominciai ad avere paura forte ed a pormi domande serie:
1°- DOVE SONO FINITO?
2°- CE LA FARÒ CON LA BENZINA?
3°- RIUSCIRÒ A NON FARMELA ADDOSSO PER LO SPAVENTO?
Invece di mantenere una condotta razionale e tentare di risparmiare carburante, giù a tavoletta schiacciata. Nemmeno in curva rallentavo. Ero deciso a volare, tanto più che di fronte, ero certo, non sarebbe mai venuto nessuno. Intanto incominciavo a maledire e la passione per i laghi (artificiale questo) ed il mio eterno ottimismo.Con più mi maledivo, con più correvo e probabilmente il demonio mi teneva in strada con la sua coda. Non feci alcun errore di nessun tipo e finalmente dopo un tempo che mi era parso infinito giunsi ad AVEZZANO. Il primo alberghetto aperto fu mio. Dormii saporitamente e l’indomani mi feci una straordinaria passeggiata fra le montagne verdi, che più verdi non avrei immaginato, con tanto di paesini arroccati con il loro bravo campanile svettante e greggi e greggi di pecorelle. Finalmente giunsi a PESCARA.

sabato 10 maggio 2008

IL CULTO DELLA MADONNA

Secondo un teologo il PRIMO MIRACOLO è la CREAZIONE e secondo la creazione i miracoli avvengono grazie alla natura stessa. Lourdes è il sito ove è possibile che la natura “miracolo” di Dio continui a manifestare la potenza del creatore con le guarigioni. Bernadette era una sensitiva che ha segnalato con la sua visione un luogo naturale utile all’umanità. Dopo 150 anni gli uomini hanno snaturato il sito. Hanno coperto la massima parte dell’ambiente compreso la grotta. Le energie vengono assorbite contemporaneamente da folle immense. Quindi energie ridotte per masse sempre maggiori di fedeli. L’occasione di miracolo viene diluita. Meglio sarebbe essere in pochi. La stragrande maggioranza dei fedeli immagina che la vergine Maria risieda nella grotta e valuti uno per uno i casi pietosi da risolvere con un miracolo di guarigione. Difficilmente sanno che Gesù Cristo ha detto: “Nel mio nome chiedete ed otterrete!” Il fenomeno della divinità femminile risale all’indietro nel tempo per millenni dall’antico Egitto a tutto l’arco del Medioriente il culto della grande madre o madre terra ha convinto i fedeli a pensare che le donne siano più propense ad ascoltare, impietosirsi ed esaudire. Come afferma il Vaticano in una recente ricerca, pochi leggono la Bibbia e pochi sanno che Cristo nei Vangeli ha detto: “Chi è mia madre?” “Chi fa la volontà di mio padre è mia madre…..!” Valido è il concetto che è l’intercessione presso Gesù Cristo che a sua volta chiede a Dio Padre. Difficilmente comunque il mondo penserà di rivolgersi al figlio!

mercoledì 7 maggio 2008

POLITICA E RELIGIONE

PAPA RATZINGER E GIANFRANCO FINI – I CATTOLICI APPLAUDONO? – DI NUOVO IL FASCISMO?

Da www.comeDonChisciotte.net del 28 aprile 2006 – Rabbino Michael Lerner……………Papa Ratzinger vuole impedire ai fedeli di altre religioni di credere che la loro religione sia vera, cioè vuole imporre la sua religione. …………..Ratzinger critica violentemente il Buddismo dicendo che è ……..spiritualismo………..autoerotico…..

Rai tre – primo piano ore 23.30 di martedì 6 maggio 2008.Il magistrato Papalia afferma che i cinque naziskin di Verona colpevoli del pestaggio che ha portato alla morte di un giovane di ventinove anni, hanno inteso punire chi non veste o non pensa come loro. In pratica è un atteggiamento “antirelativista”. Centra forse l’antirelativismo dell’Onorevole Fini? La sinistra italiana dovrebbe ripartire con l’opposizione ferma a due personaggi importanti Papa Ratzinger e l’Onorevole Fini. Tutte e due per l’antirelativismo. Il primo religioso, il secondo culturale.

lunedì 5 maggio 2008

"L'INFEDELE" DI GAD LERNER

Il mio è libero pensiero o estremismo ideologico?

Mie supposizioni errate?

Mercoledì 30 aprile 2008 dall’America si apprende che Papa Ratzinger è molto amato dagli ebrei USA. Perché? Visto che l’attuale Papa è un restauratore e quindi dovrebbe ricondannare il popolo ebraico per l’uccisione di Gesù Cristo! Ma c’è il perdono! Solo per gli ebrei? Invece chi è cattolico e si discosta appena di un millimetro dalla dottrina ufficiale della Chiesa (dovrebbe essere bruciato?) come un eretico. In realtà il Vaticano è una macchina politica. Mi è maturata l’impressione che stia con i più ricchi e più potenti. Tutta la trasmissione verteva su un tema: Perché gli ebrei sono odiati? Tante belle frasi secondo lo stile del salotto buono ma nessuna realtà concreta. La verità è questa, secondo i miei personali convincimenti e letture. Gli ebrei non vogliono mischiarsi agli altri. La loro religione fin dall’inizio pretende la separazione da tutti gli altri popoli. Uno stato in Palestina dove convivessero anche gli arabi non è consentito dal sionismo. Quindi Israele è visto come un cancro. Due sono gli argomenti contro gli ebrei: la religione e la proprietà privata. Tuttavia il Papa cattolico che dichiara il perdono agli ebrei, contraddice la maledizione di Gesù Cristo nei loro confronti. Gli ebrei secondo i vangeli canonici sono figli del diavolo e chi si unisce al diavolo è indemoniato e maledetto. Bush dovrebbe leggere di più i vangeli e lo stesso dovrebbe fare Papa Ratzinger. Ma se il cristianesimo è tutto una favola senza alcuna verità allora il Papa Ratzinger è fallace e se tutte le religioni fossero mendaci, ecco prospettarsi la vittoria del più forte militarmente. Basti pensare che in Irak sono morti oltre un milione di civili. Questa è la giustizia benedetta da Ratzinger. Perché mai gli ebrei dovrebbero essere amati? Ratzinger trascina nell’odio tutti gli occidentali. Siamo sicuri che sia un santo? Gli ebrei vogliono dimostrare di essere “il meglio”, i più forti, i più, i più di tutto e occupare tutte le posizioni di controllo di tutte le nazioni?.Ebrei: vittimismo? egoismo di razza? Determinazione al sangue puro? Incapacità ad integrarsi con altri popoli?. Dio è solo per loro e non per gli altri?. Tutto sommato RAZZISMO?. Ebrei: religione antico testamento “DOVETE STARE SEPARATI”!.

GLI EBREI ITALIANI

Capita spesso di sentire riflessioni di questo tipo: “pur essendo italiano, il mio cuore batte per Israele”. E’ ragionevole pensare che questo sia lo stato di coscienza di molti ebrei italiani, legati sentimentalmente allo stato di Israele più che non all’Italia. A questo punto mi viene spontanea una domanda: in caso di contrasto tra le due “patrie”, quale sarà prescelta da costoro, da che parte staranno? E poi ancora: questa mia domanda è frutto di antisemitismo o semplice esercizio della libertà di pensiero? Se non sono ben visti, forse è perché si lamentano continuamente come ha fatto Gad Lerner ospite della trasmissione televisiva “Che tempo che fa” su RAI TRE di sabato tre maggio 2008. Nella realtà essi occupano tutti i posti più importanti dell’informazione e dell’economia. Si lamentano tanto quando nel secondo conflitto mondiale L’UNIONE SOVIETICA ha avuto 24,5 milioni di morti e la CINA 19,6 milioni di morti, solo per citare qualche numero. (I dati sono tratti da Enciclopedia MONDADORI –STORIA DEL XX° SECOLO – volume quinto ed. 1971) Io personalmente all’età di quasi cinque anni (20 giugno 1944) sono stato testimone del corteo dei martiri di Fondo Toce (sul lago Maggiore) che nemmeno versavano una lacrima e nemmeno più la gente se ne ricorda. Erano circa quaranta persone.

sabato 3 maggio 2008

L'ONOREVOLE FINI E LA FRASE "RELATIVISMO CULTURALE"

Durante l’intervista apparsa sul primo canale RAI delle ore 20 della scorsa settimana, l’Onorevole Presidente della Camera ha spiegato che per lui il “relativismo culturale” corrisponde all’anarchia. Mi domando se questa affermazione sia stata attentamente valutata. Siamo nella situazione per cui il Papa Ratzinger afferma che “chiunque sia stato battezzato e dissenta, anche minimamente, dalla dottrina cattolica è un eretico”. Cioè facendo riferimento a questa affermazione, Fini considera anarchico chiunque pensi in maniera differente rispetto al “pensiero unico” cioè il suo. A parte la considerazione che la legge italiana considera democratica la libertà di pensiero e di espressione e il pensiero non può essere censurato e limitato. La conseguenza logica di questa situazione porta la ragione a criticare il Presidente della Camera quanto coloro che hanno applaudito. Non le pare che questa affermazione indirizzi verso la dittatura?. Presidente Fini purchè non si commettano omicidi ed attentati la democrazia considera fondamentale la libertà di pensiero e di espressione. Quindi è grave che un uomo politico prestigioso cone il Presidente della Camera censuri il “relativismo culturale” - RAI 2 ore 10 telegiornale. Relativismo culturale dell’Onorevole Fini. Spiegazione dei giornalisti: Sono coloro che pretendono tutti i diritti senza doveri. E’ una delle tante interpretazioni. Ma chi sono costoro che pretendono di avere solo diritti e niente doveri? Mi ricordo una frase volgare colta nel sud Italia: “lo Stato deve darci tutto quello che ha l’Agnelli senza che noi si faccia un c…..o! E’ questa l’interpretazione? Forse la frase si riferisce agli impiegati ministeriali meridionali in genere!. NO AL RELATIVISMO significa: esiste solo una verità che non si può discutere. Non esistono diversi punti di vista. Chi non ubbidisce viene bruciato!. NO AL RELATIVISMO CULTURALE O RELIGIOSO SIGNIFICA: dittatura, dogmatismo, dispotismo, assenza totale di democrazia, di libertà di pensiero e di parola. L’anti relativismo è dittatura necessariamente contro i diritti umani ed è il ritorno all’assolutismo. L’umanità verrebbe inesorabilmente ridotta a schiavitù da parte di coloro che credono di possedere la verità assoluta.Spero di essermi completamente sbagliato e ne sarei felice!.

RELIGIONE:PIU' FILOSOFIA GRECA UGUALE CRISTIANESIMO.

Non c’è originalità nel cristianesimo perché il Dio che muore e poi risorge è paragonabile a Osiride il cui figlio è il Dio sole Horus da cui il termine Ortus “nato” ed origine, facilmente riferibile al sole che tramonta e poi rinasce. Del resto anche Iside ricompone le membra sparse del marito Osiride e partorisce Horus e le statue della Madonna con il bambino sono la continuazione della maternità dell’antico Egitto idealizzata e consacrata dal cristianesimo. Le statue della Madonna nera ne sono la testimonianza. Gesù Cristo è una figura più completa rispetto alla religione ebraica. Questa è purtroppo difficilmente paragonabile alla spiritualità della religione egiziana. Mi duole affermare che la religione ebraica è razzista e riguarda solo un piccolo, piccolo popolo. Chi leggesse la Bibbia avrebbe la sensazione di qualche cosa di impossibile. Un Dio che parla continuamente sia a chi dorme sia a chi è sveglio e pensa solo a dare un terra promessa a poche persone uccidendo e massacrando intere popolazioni: non è credibile. Il due maggio 2008 la rete televisiva LA7, alle ore 16 ha trasmesso un accurato ed esaustivo servizio sul “Libro dei morti”, dell’antico Egitto. Tutto quanto riguarda i comandamenti appare nell’antico “libro dei morti”. La differenza tra la religione ebraica e quella egiziana stà proprio nella materialità assoluta degli ebrei. Mentre la religione egiziana dava chiaramente l’idea della vita dopo la morte, del paradiso e dell’inferno. Il divieto per gli ebrei di cibarsi del maiale deriva probabilmente dalla raffigurazione del Dio egizio Seth come maiale del deserto. Seth è il Dio della guerra e della violenza, nemico di Horus e di Osiride. Probabilmente gli ebrei temevano questo Seth dal quale potrebbe derivare Satana. Dal libro “L’ebraismo” a cura di Puech, risulta che la religione ebraica era un monoteismo pratico: un “enoteismo” che non metteva in dubbio gli altri dei di altri popoli solo perché il loro Dio era il più potente. Yahwe è concepito per orgoglio nazionale come il più potente degli dei, colui al cui cospetto tutti gli altri dei si devono inchinare perché superiore a tutte le forze o volontà sconosciute che governano la natura o il destino degli uomini (pag. 34-35).