Oggi c’è il trionfo della psicologia che in realtà non è praticata con l’umiltà necessaria agli scienziati. Non può quindi dirsi scienza in quanto i professionisti di questa “scienza” sono in realtà delle persone che in virtù di una laurea, acquisita in maniera non sempre chiara, praticano una professione a mio avviso solo per facile guadagno e stima sociale. Secondo me, felice di sbagliare, queste persone hanno imparato delle definizioni tecniche ma poi vanno per la via più tranquilla delle proprie convinzioni. Difficilmente sono “geni” e misurano tutto sulla base della loro limitatezza intellettuale. Ad esempio: non sanno riconoscere il “genio” degli altri e pensano che si impari ad essere “geni” solo perché qualcuno ha insegnato strane tecniche per acquisire tale superiorità. Così gli psicologi affermano impunemente che nessuno nasce “genio” ma diviene tale solo grazie all’ambiente familiare ricco di attenzioni e capace di “istruire”. Niente di più falso. Io sono l’esempio vivente di una realtà: vi mostrerò, appena possibile, quali capacità innate avevo come bambino prodigio, attento alla vita che mi circondava e come sapevo rappresentarla. L’ambiente reale nel quale sono vissuto era assolutamente negativo e tutto ciò che ero e che sono è dovuto alla mia genetica, che non significa razza, ma una particolare, involontaria miscellanea di genetica diversa dovuta al caso. Ammesso che gli psicologi abbiano meriti e debbano avere la nostra fiducia, c’è un punto che secondo me presenta vulnerabilità straordinaria: Il disegno dei bambini. Tanto per incominciare questi signori dicono che solo loro possiedono la chiave di interpretazione di questi sgorbi. Poi affermano dell’alto della loro “laurea” che solo loro possono insegnare, come se gli psicologi possedessero la verità scientifica. A mio avviso negli ultimi anni questa loro arroganza è giunta ai massimi livelli ed io sicuro del fatto che da bambino ho sempre disegnato, posso dire che l’interpretazione dei disegni infantili è una libertà che gli psicologi si prendono pontificando come la maga Circe. La massa enorme dell’umanità non sa esprimersi nè con il disegno ne con le parole. Le parole sono la formula più semplice da imparare ma pochi al mondo sanno usare il linguaggio scritto, figuriamoci il disegno! Nessuno sa disegnare perché solo pochissimi al mondo sanno esprimersi con quest’arte. Il disegno dei bambini e delle persone adulte non dotate dalla natura sono solo sgorbi insignificanti. Il guaio maggiore è che il tema è suggerito. Quindi l’interpretazione dei disegni deve essere abolita. La cosa che gli psicologi non sanno fare assolutamente e che invece dovrebbero saper fare è il dialogo con i bambini, saper interpretare il loro modo di comportarsi, la loro emarginazione o la loro arroganza e violenza. Aveva intuito bene il Lombroso, poi bandito. Quello che va studiato è il comportamento e le stimmate: ciò che la genetica ha impresso come “stigmata” nei bambini che poi saranno adulti. Questo è il mio pensiero che troverà l’opposizione della categoria, forte di numero e decisa a conservare i vantaggi che la società ha loro concesso.
sabato 23 giugno 2007
I DISEGNI DELL'INFANZIA E GLI PSICOLOGI a mio parere...
Oggi c’è il trionfo della psicologia che in realtà non è praticata con l’umiltà necessaria agli scienziati. Non può quindi dirsi scienza in quanto i professionisti di questa “scienza” sono in realtà delle persone che in virtù di una laurea, acquisita in maniera non sempre chiara, praticano una professione a mio avviso solo per facile guadagno e stima sociale. Secondo me, felice di sbagliare, queste persone hanno imparato delle definizioni tecniche ma poi vanno per la via più tranquilla delle proprie convinzioni. Difficilmente sono “geni” e misurano tutto sulla base della loro limitatezza intellettuale. Ad esempio: non sanno riconoscere il “genio” degli altri e pensano che si impari ad essere “geni” solo perché qualcuno ha insegnato strane tecniche per acquisire tale superiorità. Così gli psicologi affermano impunemente che nessuno nasce “genio” ma diviene tale solo grazie all’ambiente familiare ricco di attenzioni e capace di “istruire”. Niente di più falso. Io sono l’esempio vivente di una realtà: vi mostrerò, appena possibile, quali capacità innate avevo come bambino prodigio, attento alla vita che mi circondava e come sapevo rappresentarla. L’ambiente reale nel quale sono vissuto era assolutamente negativo e tutto ciò che ero e che sono è dovuto alla mia genetica, che non significa razza, ma una particolare, involontaria miscellanea di genetica diversa dovuta al caso. Ammesso che gli psicologi abbiano meriti e debbano avere la nostra fiducia, c’è un punto che secondo me presenta vulnerabilità straordinaria: Il disegno dei bambini. Tanto per incominciare questi signori dicono che solo loro possiedono la chiave di interpretazione di questi sgorbi. Poi affermano dell’alto della loro “laurea” che solo loro possono insegnare, come se gli psicologi possedessero la verità scientifica. A mio avviso negli ultimi anni questa loro arroganza è giunta ai massimi livelli ed io sicuro del fatto che da bambino ho sempre disegnato, posso dire che l’interpretazione dei disegni infantili è una libertà che gli psicologi si prendono pontificando come la maga Circe. La massa enorme dell’umanità non sa esprimersi nè con il disegno ne con le parole. Le parole sono la formula più semplice da imparare ma pochi al mondo sanno usare il linguaggio scritto, figuriamoci il disegno! Nessuno sa disegnare perché solo pochissimi al mondo sanno esprimersi con quest’arte. Il disegno dei bambini e delle persone adulte non dotate dalla natura sono solo sgorbi insignificanti. Il guaio maggiore è che il tema è suggerito. Quindi l’interpretazione dei disegni deve essere abolita. La cosa che gli psicologi non sanno fare assolutamente e che invece dovrebbero saper fare è il dialogo con i bambini, saper interpretare il loro modo di comportarsi, la loro emarginazione o la loro arroganza e violenza. Aveva intuito bene il Lombroso, poi bandito. Quello che va studiato è il comportamento e le stimmate: ciò che la genetica ha impresso come “stigmata” nei bambini che poi saranno adulti. Questo è il mio pensiero che troverà l’opposizione della categoria, forte di numero e decisa a conservare i vantaggi che la società ha loro concesso.
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