DESTINO
Ieri sera il prof.Umberto Veronesi medico di chiara fama, parlando della morte diceva che è cosa giusta per dare un ricambio ai giovani, alle nuove generazioni. Non trovo giusto però (parlando del ricambio) che muoiani prima persone molto giovani, produttive e valide e rimangano invece persone anziane, molto anziane, malate e sofferenti ed inutili: un vero peso per la società e per i familiari che devo prestare assistenza. Hanno ragione le nazioni del nord Europa che non prestano più cure agli anziani? La morale cattolica è ferma a 2000 anni fa. Non è colpa di Papa Ratzinger, perché lui è stato eletto da tutta una società bigotta e fanatica. Quindi non è buona cosa prendersela solo con il Vaticano. Tutti i cristiani hanno male interpretato ed applicato le leggi di Gesù Cristo. Non sono apostoli ma subdoli demoni. Riporto uno scritto sul “destino” tratto dal dizionario filosofico di Voltaire edizione Mondolibri 2004 – a cura di Mario Bonfantini.“DESTINO. Di tutti i libri giunti fino a noi, il più antico è Omero; qui si trovano i costumi dell’antichità profana, eroi grossolani, Dei grossolani, fatti a immagine dell’uomo; ma vi sono anche i germi della filosofia, soprattutto l’idea del destino, che è il signore degli Dei, come gli Dei sono signori del mondo. Invano Giove vorrebbe salvare Ettore; consulta il destino, pesa su una bilancia i destini di Ettore e di Achille, trova che il troiano deve assolutamente essere ucciso dal greco, e non può opporsi; e da quel momento Apollo, il genio protettore di Ettore, è obbligato ad abbandonarlo. Non che Omero non dissemini spesso nel suo poema idee del tutto contrarie, secondo il privilegio dell’antichità; ma insomma, è il primo presso cui si trova la nozione del destino. Esso era dunque molto in voga ai suoi tempi. I farisei, presso il piccolo popolo ebreo, adottarono il destino solo molti secoli dopo, perchè questi stessi farisei, che furono i primi dotti fra i Giudei, erano assai recenti. Essi mischiarono in Alessandria una parte dei dogmi degli storici con le antiche idee ebraiche. San Gerolamo pretende anzi che la loro setta non sia molto anteriore alla nostra era volgare. I filosofi non ebbero mai bisogno né di Omero né dei farisei per persuadersi che tutto avviene secondo leggi immutabili, che tutto è ordinato, che tutto è effetto necessario. O il mondo sussiste per sua propria natura, per le sue leggi fisiche, o è stato formato da un Essere supremo secondo le sue leggi supreme: nell’un o nell’altro caso queste leggi sono immutabili; nell’un caso o nell’altro tutto è necessario: i corpi gravi tendono verso il centro della terra, senza poter tendere a riposarsi in aria; i peri non possono mai portare ananassi; l’istinto di uno spaniel non può essere l’istinto di uno struzzo. Tutto è ordinato, ingranato e limitato. L’uomo non può avere più di un certo numero di denti, di capelli e di idee: viene un momento in cui perde necessariamente i suoi denti, i suoi capelli, le sue idee. E’ contradditorio che ciò che fu ieri non sia stato, che ciò che è oggi non sia, ed è anche contradditorio che ciò che deve essere non possa dover essere. Se tu potessi mutare il destino di una mosca, non ci sarebbe nessuna ragione che potrebbe impedirti di fare il destino di tutte le altre mosche, di tutti gli animali, di tutti gli uomini, di tutta la natura: tu ti troveresti alla fine più potente di Dio. Certi imbecilli dicono: il mio medico ha salvato mia zia da una malattia mortale, l’ha fatta vivere dieci anni di più di quel che avrebbe dovuto. Altri, che fanno i saputi, dicono: l’uomo prudente fa lui stesso il suo destino. Ma spesso l’uomo prudente soccombe al suo destino, lungi dal farselo; è il destino dei prudenti. Certi profondi politici assicurano che, se si fossero assassinati Cromwell, Ludlow, Ireton e una dozzina di altri parlamentari otto giorni prima che fosse tagliata la testa a Carlo I°, questo re avrebbe potuto vivere ancora e morire nel suo letto; hanno ragione; possono anche aggiungere che se tutta l’Inghilterra fosse stata inghiottita nel mare, quel monarca non sarebbe perito su un patibolo nei pressi di White-hall, o Sala bianca. Ma le cose erano ordinate in modo che Carlo doveva avere il collo tagliato. Il Cardinale d’Ossat era senza dubbio più prudente di un pazzo delle Petites-Maisons; ma non è anche evidente che gli organi del saggio D’Ossat erano fatti diversamente da quelli di un tal scervellato, così come gli organi di una volpe sono differenti da quelli di una gru e di una allodola? Il uo medico ha salvato tua zia; ma certamente in questo non ha contraddetto l’ordine della natura; lo ha eseguito. E’ chiaro che tua zia non poteva fare a meno di nascere in una certa città, non poteva fare a meno di avere in un certo tempo una malattia; che il medico non poteva essere altrove che nella città dove era, che tua zia doveva chiamarlo, che egli doveva prescrivere quelle droghe che l’hanno guarita. Un contadino crede che sia grandinato per caso sul suo campo; ma il filosofo sa che non esiste il caso, e che era impossibile, nella costituzione di questo mondo, che non grandinasse quel giorno in quel posto. C’è gente, che spaventata da questa verità, ne accorda metà, come quei debitori che offrono la metà ai loro creditori, e che chiedono respiro per il resto. Ci sono – dicono – avvenimenti necessari, e altri che non lo sono. Sarebbe piacere che una parte di questo mondo fosse ordinata, a l’altra no; che una parte di ciò che accade dovesse veramente accadere, e un’altra che c’ò che accade non dovesse accadere. Se la si esamina da vicino, si vede che la dottrina contraria a quella del destino è assurda; ma c’è molta gente destinata a ragionare male, altri a non ragionare affatto, altri a perseguitare quelli che ragionano. C’è gente che vi dice: - Non credete al fatalismo; perché allora, tutto sembrandovi inevitabile, non vi dedicherete a nessun lavoro; marcirete nell’indifferenza; non amerete né le ricchezze, né gli onori, né lodi; non vorrete acquistare nulla, vi crederete senza merito come senza potere; nessun talento sarà più coltivato, tutto perirà per apatia. Non temete, signori, avremo sempre passioni e pregiudizi, poiché è nostro destino essere soggetti ai pregiudizi e alle passioni; potremo ben sapere che non dipende da noi avere del merito e grandi talenti, più che non dipenda dalla nostra volontà avere capelli ben piantati e belle mani; potremo essere convinti che non bisogna gloriarsi di nulla, e tuttavia saremo sempre vanagloriosi. – piccola intromissione: “al contrario dei preti che ancora nel 2000 affermano che il male è dovuto alla cattiva volontà dell’individuo. Ancora Papa Ratzinger non ha capito l’importanza della genetica e dell’ambiente oltre ad altre situazioni. E poi dicono che è uno scienziato!” -Io ho necessariamente la passione di scrivere questo; tu hai la passione di condannarmi; siamo tutti e due ugualmente sciocchi, egualmente balocchi del destino. La tua natura è di fare il male, la mia di amare la verità e di pubblicarla tuo malgrado. Il gufo, che si nutre di topo nelle sue rovine, ha detto all’usignolo: - Smetti di cantare fra le tue belle fronde, vieni nel mio buco, affinché ti divori - ; e l’usignolo ha risposto: - Io sono nato per cantare qui, e per farmi beffe di te. Voi mi domandate che ne sarà della libertà. Non vi capisco; non so che cosa sia questa libertà di cui parlate; è tanto tempo che voi disputate sulla sua natura che certamente non la conoscete. Se volete, o piuttosto se potete esaminare pacificamente con me cos’è, andate a vedere alla lettera L.
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