sabato 6 ottobre 2007

DIPINGERE E' FACILE!

CARI AMICI IMPARATE CON ME A DIPINGERE!

Oggi viene quasi escluso dalle attività scolastiche ed artistiche il disegno come se fosse un disonore o non servisse per nulla. Errore: la prima manifestazione di una attività primitiva dell’uomo è stato il disegno. Per comunicare ad altri uomini primitivi una riserva di caccia abbondante o per comunicare a noi milioni di anni dopo che l’uomo non è nato ieri come la religione dai più accettata impone senza ragionare. Il disegno precede la scrittura e questa ha permesso l’evolversi delle civiltà. Quindi il disegno è il fondamento di tutta la civiltà e chi lo nega è un barbaro! Con umiltà vorrei suggerire qualche tentativo. Non usate pastelli a cera o all’olio come impongono nelle scuole materne o alle elementari. Usate una penna da inchiostro e se possibile usate inchiostro di china nero. Non cercate carte speciali o costose. Un foglio bianco di carta da lettera è più che buono. Cercate ora nella vostra mente un ricordo che vi piaccia e tentate di riprodurlo con il disegno. Ciò vi metterà a confronto sia con la vostra memoria sia con la vostra capacità di osservazione. Non preoccupatevi se i primi tentativi falliscono. Dove avete sbagliato, lì c’è da approfondire le vostre qualità! Non ricordate i particolari di un animale o di un oggetto, ebbene questo è l’invito ad osservare con più attenzione: è un grande esercizio per le doti naturali del vostro cervello che disegno dopo disegno amplierà tutte le connessioni tra occhio, nervi e materia grigia. Credo che una buona cura contro l’autismo, sia proprio il disegno che costringe l’ammalato ad accorgersi della realtà che esiste al di fuori di lui. L’esercizio del disegno è molto utile per migliorare la nostra capacità analitica e le capacità di autocontrollo. Saper tracciare con linea pura una figura, un animale, un oggetto vuol dire molte cose. Prima di tutto che usciamo dall’isolamento autistico della vita che sa comunicare al cervello l’immagine. La memoria sviluppa il controllo dei comandi complessi che partono dal cervello e raggiungono il plesso brachiale, il braccio e infine la mano. Con buona volontà si può trarre godimento spirituale e miglioramento certo di tutta la nostra personalità. Leonardo da Vinci si è servito del disegno per le sue ricerche scientifiche e per le annotazioni di tutte le sue scoperte e progettazioni. Non esiste ingegnere o creatore che non sappia disegnare, magari modernamente ma sempre in maniera a lui chiara. Il disegno è memoria, confronto, miglioramento. Una verità certa è che chi sa disegnare in genere sa fare anche molte altre cose perché il disegno educa e sviluppa il cervello al di la della professione che in seguito farà. Il disegno permette all’artista di conoscere d’istinto la prospettiva e le sue dimensioni: altezza, larghezza e profondità. Potrei affermare che chi sa disegnare è anche un buon pittore, ingegnere, architetto e medico. Sbagliano le insegnanti che lasciano pasticciare con i colori a tempera o pastelli morbidi a colori. I bambini non evolvono e rimangono solo dei pasticcioni. Ai miei tempi, ormai lontani, la maestra chiedeva agli alunni di svolgere con la scrittura alcuni “pensierini” e poi di decorarli con qualche disegno attinente. E’ sicuramente più impegnativo ma certamente utile allo sviluppo della persona. Non preoccupatevi di sbagliare quello che conta è l’esercizio di osservazione e l’allenamento occhio – cervello - mano e tentare di rappresentare. La scienza ha appurato che questi esercizi sono paragonabili agli allenamenti degli atleti. Certo sia in un caso che nell’altro non basta il solo allenamento ma serve il “dono” che distingue. Non si deve quindi partecipare per vincere o essere il migliore. Si cerca di migliorare e i risultati vengono lentamente e sulla distanza. Servono comunque! Per ben disegnare bisogna ben osservare e quindi la pratica dell’osservazione è molto importante. Oserei dire che il disegno è la medicina contro l’isolamento che molte persone hanno per malattia come l’autismo. Quindi molti fogli di carta bianca e possibilmente penna e inchiostro. Sono convinto che se si incomincia si troverà piacere e si aggiungerà interesse a interesse riempiendo i vuoti della vita. Disegno per piacere a se stessi e per migliorare: il mondo e la vita sono belli e vale la pena di imparare a conoscerli lasciando traccia della nostra osservazione con disegni semplici, al tratto che magari in futuro daranno grandi soddisfazioni. Sconsiglio ai piccoli l’uso dei colori: solo penna e inchiostro.
USO DEI COLORI. Avvicinarsi al colore è difficile e utile solo quando il bambino è sufficientemente recettivo. L’uso di pasticciare anche con le mani il colore è il ritorno alle barbarie voluto dagli intellettuali rivoluzionari che rientrano nel concetto di lotta di classe. Il colore è importante per dare vita alla rappresentazione che si intende eseguire. Prima di passare alla pratica, l’insegnante deve spiegare con parole semplici il nome dei colori più importanti e dire che con l’uso del bianco si ottengono tinte chiare. Più bianco si usa e più chiare sono le tinte. Per scurire le tinte bisogna usare marrone o blu o nero mischiato alla tinta di base. Bisogna indicare i colori che si trovano in natura. Almeno i più semplici. I colori del cielo, della terra, degli alberi, dei prati. Spiegare che i colori riflessi nell’acqua sono più scuri e che il colore della pelle degli uomini, donne e bambini è fatto da diversi colori che vanno dalla terra di Siena naturale mischiata al rosa, schiarita dal bianco ed scurita dal marrone o terra di Siena scura. Solo questa educazione alla visione che in corsi superiori può essere assai sviluppata. Altro errore gravissimo è il non insegnare la bella calligrafia. Scrivere bene è un atto che migliora l’autocontrollo e sviluppa più attenzione migliorando il cervello. Non sto parlando ad artisti già impegnati nel migliorare la loro arte. Sto parlando di certi insegnanti che pensano di educare i bambini è invece li diseducano: colpa sempre dei governi che sono di una ignoranza spaventosa e delegano tutta la responsabilità a Ministeri composti da operatori inadeguati. Pensare che dei bambini non particolarmente dotati siano in grado di fare quadri astratti è pura follia. Il quadro astratto è una conquista tecnica del cervello maturo capace di organizzare lo spazio in sezioni di colore armoniose ed originali. I pasticci alla Morlotti o di altri famosi artisti sono solo per protesta politica come i buchi e i tagli nella tela. Conviene tentare l’astratto solo in seguito, dopo che il bambino sappia mescolare il colore e soprattutto abbia la capacità di suddividere lo spazio. Questa impresa è molto difficile e non serve a nulla copiare opere di pittori affermati né portare i bambini a visitare mostre d’avanguardia. Questa operazione è utile solo a chi organizza le manifestazioni .
COLORI
I colori a tempera sono i più antichi specie se usati con il tuorlo d’uovo. Se ben riparati non subiscono alterazioni però temono l’umidità e un poco d’acqua può rovinarli. Per la loro facilità d’uso vengono consigliati ai principianti. Si può sempre chiedere qualche vernice da spruzzare per difenderli. Si diluiscono con l’acqua. I colori d’acquerello si usano con l’acqua come diluente e traente. Il principio è di immaginare i chiari ed i bianchi ottenuti lasciando trasparire la carta bianca su cui dipingere. Anche loro vanno protetti e la loro bellezza sta nella sovrapposizione di colore trasparente. Bagnare prima la carte e lasciarla umida. I colori ad olio nascono nell’Europa centro settentrionale e sono i colori più divertenti, materici e ricchi di molte tinte. Unico inconveniente è che si alterano nel tempo ossidandosi. Anche per loro conviene difenderli con vernici apposite. Tra tutti i colori esistenti sono quelli più lenti ad asciugare. Diluire con acquaragia o trementina. Altro inconveniente è la puzza dei diluenti. Ultimamente sono stati eliminati molti difetti. I colori alchidici sono ottimi ed asciugano molto in fretta, assai meglio di quelli ad olio. Gli effetti ottenuti sono simili all’olio. I colori acrilici sono colori praticamente eterni, specialmente le ultime generazioni. Si diluiscono con l’acqua e danno risultati brillanti e senza alterazioni sostanziali. Personalmente li uso da circa trent’anni e mi sembrano ottimi colori. Li consiglio a tutti anche perché i loro pigmenti sono molto sostanziosi e possono essere diluiti con l’acqua fino ad assumere l’aspetto quasi di acquerello. Con gli acrilici si possono ottenere anche aspetti materici. Dopo trent’anni i quadri, se non maltrattati, sembrano nuovi! Sono colori entrati in uso nel 1964 e pare oggi siano i più usati in assoluto.
PENNELLI: ottimi quelli della serie “Da Vinci”, ne esistono di molti formati e di pelo diverso. Vale la pena di provare tutti quelli che il mercato offre perché c’è il pennello giusto per l’uso che si intende fare.
TELE. Consiglio tele di puro lino perché durano in eterno o quasi. Consiglio anche buoni telai, robusti, tuttavia mi trovo bene anche con assicelle di legno compensato di buon spessore, almeno 8 mm.. Il legno conviene prepararlo ed esistono molte tecniche che vanno dalla biacca o altro colore alla carta bianca ben applicata.
COME DIPINGERE!
Consiglio prima di tutto di conoscere bene il soggetto che si vuole immortalare. Meglio studiarlo accuratamente come facevano gli antichi. Poi inquadrare bene con giusti rapporti quello che si deve dipingere. Iniziare con tinte larghe senza troppe attenzioni. Passare in seguito a meglio definire le ombre e la luce. Da ultimo i ritocchi.
TEORIA DELLE PROPORZIONI.
Naturalmente in un quadro ci si preoccupa di sistemare almeno tre piani. Il primo piano serve ad allontanare gli altri due per cui in primo piano si collocano oggetti sui quali richiamare l’attenzione. Ai fini della profondità, anche i colori normalmente sono più accesi in primo piano e sempre meno accesi negli altri due.
TEORIE DELLA PROSPETTIVA.
Normalmente non ci accorgiamo della naturale prospettiva nella realtà perché tutto è regolare. Su un paesaggio si nota subito che gli oggetti in primo piano sono più grandi e ben delineati. Gli ultimi sempre più piccoli e meno evidenti. Alcuni pittori non hanno alcun problema nel riprodurre la giusta prospettiva. Altri, i più forse, devono ricorrere alla teoria della prospettiva. Cercando di dare una semplice sua corretta spiegazione mi rifaccio alla descrizione di Fritz Ludtke “gli oggetti, con l’aumentare della distanza, appaiono accorciati e le linee prospettiche si riuniscono in profondità nel cosiddetto punto di fuga sulla linea dell’orizzonte. L’altezza da cui il disegnatore vede il soggetto viene fissata da una linea che congiunge il punto di osservazione con il punto di fuga all’orizzonte. Più punti di osservazione hanno linee che si congiungono al punto di fuga. Per la rappresentazione di una casa sono necessari due punti prospettici entrambi sulla linea dell’orizzonte. Comunque un buon osservatore non ha bisogno di tutta la scienza prospettica. Basta l’istinto a tracciare la giusta prospettiva!"
PITTURA TONALE.
Si inizia con una tonalità (intensità del colore) leggera. Negli ulteriori passaggi rinforzate le tinte sempre in modo leggero fino a dare ritocchi di perfezioni. In pratica si parte con tinte molto chiare per terminare con una maggiorazione oltre che dalla tinta anche del colore.
PITTURA DI CONTRASTO.
Si parte addirittura con tinte e pennellate decise e si aggiusta il tutto in seguito. Così faceva Van Gogh, Guttuso e tanti altri.
PITTURA DIRETTA.
Qualche autore afferma che questa forma di pittura è la più difficile perché non vi è aggiustamento cromatico graduale. Infatti questa pittura dovrebbe essere eseguita con estrema rapidità, tanto per la costruzione quanto per l’effetto cromatico. A me pare del tutto naturale ma c’è sempre un ripensamento ed un ulteriore aggiustamento. Io consiglio di lasciare il dipinto appena terminato ai piedi del televisore. Nel corso dei giorni il nostro cervello matura un perfezionamento da apportare e così i ritocchi continuano anche dopo molto tempo. Io sono convinto che bisogna lasciare lavorare il nostro cervello prima di considerare terminata l’opera.
OPERE DI GRAFICA.Siccome penso di rivolgermi ad amatori dell’arte che forse vogliono imparare a dipingere, ritengo di aspettare prima di parlare di tecniche grafiche. Perché una autentica calcografia o litografia originale non può essere spiegata con quattro parole e normalmente ha un costo di realizzazione molto elevato.

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