giovedì 29 novembre 2012

LA CENA DEL BUON FRATONE



Era buona norma in gloria al Signore che le famiglie di via Carlo Porta offrissero ogni tanto un pranzo o una cena ad un frate. C’era un fratone giovane, ma non è mai invecchiato, alto circa un metro e novanta con una presenza massiccia ed una pancia ragguardevole, un tondo faccione sbarbato, la chierica in testa ed un paio d’occhi chiari, tondi e sempre in movimento. I suoi denti, sempre scintillanti, mostrati in un eterno sorriso.

Mio padre e mia madre decisero di invitarlo una sera a cena. Egli accettò subito e si presentò immancabile con il dono di varie immaginette sacre e tante benedizioni. Mia madre ha sempre avuto la mania di apparire più di quello che poteva. Quindi preparò un pranzo pantagruelico, che offriva tutto quello che era possibile reperire anche attraverso la borsa nera. S’era subito dopo la guerra. Il fratone fece onore così bene che chiese il raddoppio di tutto e mangiava e mangiava e noi allibiti ci guardavamo e cercavamo di sapere dove mettesse tutta quella roba. Andai silenzioso a toccargli lo stomaco con mano di velluto e sembrava proprio che tutto finisse lì dentro. Mia madre andò anche dalla vicina a farsi prestare una mezza dozzina di uova di riserva e poi formaggio e vino e via a mangiare di tutto ancora. Si ricorse alle noci secche ed il fratone se le ficcava in bocca fra i denti, con un crack e via il guscio, mangiava frutta, angurie, meloni, torte, paste e beveva vino.

Insomma anche mio padre incominciò ad impallidire ed alla fine si ricorse al caffè fatto con la miscela Leone e, poi, alla grappa fatta in casa. Intanto il fratone si lamentava per i grandi sacrifici che i frati dovevano fare.“Siete ospiti frequentemente?” domandò timidamente mia madre.“O sì!” rispose il fratone “Quasi ogni giorno, ospite di queste brave famiglie delle case popolari ed anche fuori!” Mia madre ancora: “Ecco perché è così bello, fresco e rubicondo!”. Il fratone rispose allora: “Buona donna, la mia grande sofferenza è il voto di castità, perché io non ce la faccio più e mi farei venti donne al giorno!”. Continuò allibita mia madre: “Ma non può farsi togliere il voto? Ho sentito che in certe circostanze lo permettono!”. Rispose il fratone: “È vero; ci ho provato, sono stato anche in un convento speciale dove si curano le malattie come le mie, ma senza risultato. Sono proprio disperato. Ogni giorno chiedo a Dio la forza di resistere ma non ce la faccio proprio”. A questo punto mamma e papà fecero segno a noi bambini di uscire dalla stanza per non sentire la fine del discorso. Penso comunque che il fratone si facesse e avrebbe continuano a farsi tutte le femmine giovani o vecchie che fossero e poiché lo vedo ancora in giro in auto o bicicletta, più giovane e forte di me, ritengo che sia una forza d’attrazione di tutte le donne di una certa età della santa e bigotta Legnano. Sicuramente è un frate famoso.

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