lunedì 26 aprile 2010

DA ARTE E CERVELLO – SAGGI ZANICHELLI – AUTORI LAMBERTO MAFFEI E ADRIANA FIORENTINI

RIFLESSIONI: le proprietà cerebrali degli artisti o degli scienziati sono dovute ad una modulazione in più rispetto alla natura degli altri. Modulazioni probabilmente a carattere genetico, affinate anche da esperienze nel corso della vita. Ancora oggi mancano le competenze adeguate per riconoscere il genio. La realtà cambia il nostro cervello che a sua volta cambia la realtà. L’esperienza genetica dell’estetica coinvolge molte strutture cerebrali che si traducono in emozioni. Tutti gli studiosi sono oggi concordi nel ritenere che ogni tipo di comportamento motorio, emozionale o mentale è collegato a strutture cerebrali. E’ opinione degli scienziati che la parola psicologia debba essere sostituita dalla parola “neuro”. Estetica e struttura cerebrale sono certamente dovute a principi percettivi che siano alla base del bello e della sua universalità. Un cervello sano è compiuto da un senso di bello universale. Un cervello ammalato o distorto ha stimoli e sensi distorti. Comunemente si parla di corteccia cerebrale ma viene interessato tutto il complesso dei sensi e del cervello. La tendenza alla regolarità ed alla simmetria è già presente nei bambini molto piccoli. La nostra percezione ama l’ordine e cerca di dare ordine. L’emisfero destro si pensa possa facilitare la rappresentazione grafica, cioè il disegno. Talvolta la predominanza delle funzioni figurative del lobo destro può manifestarsi in modo sorprendente. La bambina Nadia, di origine ucraina, era incapace di comunicare e dava segni di autismo. A tre anni e mezzo sviluppò una improvvisa e straordinaria capacità di disegnare. L’ispirazione le veniva da figure che poteva aver visto anche una volta solo. Tracciava con la mano sinistra senza esitazione animali anche in prospettiva. Migliorando lo sviluppo del lobo sinistro perse gran parte della sua abilità disegnativa. Bambini precoci nello sviluppo armonico del cervello e delle facoltà neurovisive possono essere bravi disegnatori già a tre anni e più. Bambini normali disegnano in modo primitivo e certi psicologi pensano che addirittura vedano come forme rozze anche la realtà. Malattie sistematiche influenzano negativamente sia la visione che la rappresentazione. Viene indicato come esempio Paul Klee affetto da sclerodermia. Alterazioni profonde del cervello come nella pazzia portano ad alterazioni impressionanti nella rappresentazione. Ordine, pulizia e bellezza universale sono dunque il sigillo della salute del complesso cerebroneuronale. Nella pittura e nel disegno la memoria ha una grande importanza. Droghe ed alcool danneggiano la visione e la sua rappresentazione. Normalmente si considera grandi quegli artisti che dipingevano sotto l’effetto di droghe o sostanze velenose. La pittura d’azione è il rifiuto polemico o l’incapacità di rendere la realtà, contro la quale si polemizza come cattiva e cioè la società dei consumi. Una prevalenza di pensiero unito alla tecnica può portare ad un Salvador Dalì. Disegnatori prodigio sono comunemente considerati Pablo Picasso e Toulouse Lautrec. Tuttavia per il primo vale solo la sua affermazione non comprovata dalla presenza di disegni reali. Picasso affermava di disegnare da bambino come Raffaello. Tuttavia l’unico disegno che abbiamo a disposizione è uno studio di nudo di gesso firmato a nove anni di età. Picasso afferma di avere distrutto più di duemila disegni dell’infanzia. Qualcuno afferma che la mancanza di prove significano una dichiarazione fasulla. I disegni che ci sono pervenuti non hanno nulla di straordinario. Toulouse Lautrec vanta duemilacinquecento disegni ma non proprio da bambino, bensì da giovanetto e sotto l’insegnamento di maestri. Invece per Andrea Vaccaro esistono circa duemila disegni dei quali circa trecento sono attualmente in esposizione presso la BNL gruppo BNP PARIBAS di Legnano. Inoltre ancora vivono persone testimoni della sua straordinaria attività infantile fin dalla prima classe elementare. Disegni del tutto spontanei e mai sostenuti dai genitori che non ne capivano né il pregio né l’inclinazione di una forte vocazione per l’arte. Da anni suoi disegni sono pubblicati sia in monografie che in opuscoli. La diversa cultura della famiglia d’origine ha demonizzato questo talento come fatto dispersivo, negativo, inutile e pericoloso. Basti pensare che la famiglia lo ha ripudiato come figlio ed ha realmente distrutto o col fuoco o gettando nell’immondizia una enorme quantità di disegni. Quelli arrivati ai nostri giorni sono stati disegnati sul retro di pagine di vecchi libri regalati al bambino Pier Andrea.

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