sabato 17 aprile 2010

IL PECCATO – IL PENSIERO, LA VOLONTA’ IL LIBERO ARBITRIO.


Si è dimostrato scientificamente che il pensiero, la volontà sono controllabili e la conclusione è che “non esiste il libero arbitrio”. Scienziati americani hanno studiato il cervello di un ratto in laboratorio. Hanno inserito elettrodi in quelle zone, che stimolate elettricamente, danno piacere e condizionano il movimento. Tenuto sempre in gabbia il soggetto cavia, lo hanno posto improvvisamente in un pseudo labirinto fisico. Hanno provvisto il labirinto anche di una scala che il ratto non aveva mai conosciuto. Con impulsi comandati dagli operatori scientifici, il ratto ha persorso il labirinto mai visto prima ed ha disceso anche la scala che non conosceva e che metteva in azione l’istinto della paura sia del vuoto che delle cose sconosciute in ambiente del tutto diverso da quello abituale. Il successo dell’esperimento ha lo scopo di ricercare una modalità per comandare autonomamente il cervello di persone disabili e quindi migliorare il loro stato di immobilità: una passo verso il recupero di alcune funzioni importanti compromesse dalla malattia. Si è dimostrato che la strada della ricerca era giusta ma nello stesso tempo si è dimostrato che impulsi e sentimenti o sensazioni sono manovrabili agendo su centri motori. Il libero arbitrio che giustifica il peccato nelle religioni viene ad essere compromesso dalla presenza di stimoli organizzati in aree del cervello. L’azione che ne deriva significa che la materia, il cervello ed i nervi ubbidiscono a situazioni congenite. Cioè l’uomo e l’animale non possono decidere se non attraverso il complesso apparato neurocerebrale, compromesso e non autonomo. Quindi una ereditarietà genetica che comporti un particolare pensiero e stimolo corrispondono assieme all’ambiente al vero motore del pensiero e dell’azione. L’uomo è quello che è derivato dai suoi avi e qualità positive o negative sono determinate da una macchina umana che agisce come stimolo al pensiero, ai sentimenti ed all’azione. Ambiente e genetica sono dunque responsabili eventualmente di quello che in religione si chiama “peccato”. La prova scientifica sul ratto dimostra che il pensiero deriva da un meccanismo ereditato e stimolato da un ambiente esterno positivo o negativo. Le conclusioni sono importanti. Certe delinquenze sono a carattere lombrosiano proprio come ereditarie sono le qualità positive. Non esiste un libero arbitrio e quindi non esiste il “peccato”! L’ambiente, le situazioni stimolano la genetica a produrre apparati neurofisiologici che inducono l’individuo al peccato. Più individui simili costituiscono il pericolo sociale e se lo scopo dell’educazione è la buona convivenza sociale bisogna abbandonare il concetto psicologico che bastano buone parole e le giuste frasi a cambiare il delinquente. Secondo il Lombroso si nasce delinquenti e le stimmate sono riconoscibili da atteggiamenti di mimica, di pensiero e di comportamento. L’uomo si evolve molto lentamente e per alcune popolazioni il recupero è difficile se non impossibile. La verità è che la politica tende ad accontentare individui e popolazioni selvagge e portae a tutto ciò che è negativo e pericoloso come le mafie. La lotta è dura e lo studio della genetica fatta in modo onesto ed esemplare dovrebbe indicare l’uomo giusto ed il mezzo giusto per il tentativo di recupero di masse intere di popolo. Valori etici e morali dovrebbero essere inculcati con l’educazione fin dalla prima infanzia altrimenti si profila come unico mezzo la funzione più drastica: rendere impossibile la procreazione. Dal ladro potrebbe nascere anche un santo ma la regola d’oro è che da un fannullone e lavativo deriva una genia pari alla genitrice. Per certe situazioni politiche sarebbe opportuno uno studio scientifico, indipendente dalla religione.

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