mercoledì 26 gennaio 2011

PERICOLO INFILTRATI

PERICOLO INFILTRATI

La potenza economica e la mente perversa di un ambizioso megalomane ai limiti della paranoia può essere la disgrazia dell’Italia. Chi avesse sentito una certa telefonata, irrompente nella trasmissione televisiva “l’infedele” di Gad Lerner, avrebbe avuto la possibilità di conoscere l’immenso odio e la irrefrenabile rabbia del capo del partito dell’amore. Questa telefonata non deve passare sotto silenzio. Da essa si può ragionevolmente arguire che l’autore sia motivato da un irrefrenabile desiderio di vendetta. E’ un uomo disposto a tutto e perché no? All’omicidio di massa. Si è circondato di personaggi tanto squallidi quanto pericolosi. Da sempre il suo piano è la trasformazione di una democrazia in una dittatura. Si è scelto come capo dell’esercito un fascista sanguinario. Attenti ai provocatori, agli infiltrati. Tutto fa pensare che la mafia lo abbia aiutato ad arrivare alla ricchezza e che ora lo domini e gli suggerisca cosa fare. Già al nord, silenziosamente le mafie si sono installate con successo. Come diceva un papa: “il diavolo si nasconde e chi lo nega lo aiuta nei suoi intenti”. Tutti i politici e tutti i sostenitori del premier sono pronti a far non so che cosa per difenderlo e imporlo. Leggere tra le righe: rovesciare la democrazia e imporre la dittatura militare con a capo “LUI”. Lui, afferma che l’opposizione fa un golpe con l’aiuto della magistratura. Lui vuole “difendere la sua democrazia con tutti i mezzi! Difendere la democrazia in bocca sua è una bestemmia. Attenzione: sta preparando lui un golpe ed intende uccidere i principali oppositori, prima di tutto i magistrati e poi tutti i suoi oppositori. Ora, opposizione datti una regolata!
Contro le testimonianze fasulle. Sicuramente sono pagati ed impediti di affermare la verità, i quaranta testimoni del principe Essebi. La Procura della Repubblica potrebbe ordinare il loro arresto. E’ tanto evidente la falsità dei testimoni che un poco di galera ed una piccola minaccia li farebbe cantare come Pavarotti e Caruso.

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