lunedì 24 gennaio 2011

PSICOLOGI



Conversando con qualche psicologo sui miei disegni dell’infanzia, dopo avere raccontato la mia vita ed in particolare la mia fanciullezza, siamo arrivati alla genetica. Con mia grande sorpresa, questi professionisti non conoscevano cosa fosse. Il loro concetto era che tutto viene insegnato e quindi necessariamente io dovevo avere ricevuto insegnamenti da parte dei genitori o dei nonni. A nulla sono servite le mie assicurazioni relative alla naturale spontaneità del mio disegno. Le loro convinzioni erano incrollabili: da soli non si impara niente. Evidentemente le lauree in psicologia non contemplano la genetica. Ho trovato solo medici neuropsichiatri infantili che conoscevano la genetica come dono naturale. Un personaggio con grande barba nera era apparso alla televisione a parlare dei doni naturali con riferimento addirittura a Mozart. Non era vero che fosse un genio nato. Tutto il merito andava all’educazione ed al padre. Questo personaggio televisivo negava in modo categorico che i bambini potessero saper disegnare spontaneamente. In quel periodo accadde che un mio parente, figlio di un cugino di Verbania, si sia rivolto al direttore del museo del Paesaggio per restaurare un mio disegno infantile che rappresentava il ritratto di suo nonno. Questo disegno era da sempre appeso in casa di un altro parente che lo teneva in pessimo stato, con il vetro della cornice spezzato in modo tale da annerire la parte superiore del disegno. Invano, nel corso degli anni avevo tentato di farmi rendere il disegno in cambio di un dipinto recente. Il destino aveva costituito l’occasione per cui il direttore del museo considerò molto valida quella opera giovanile. Ecco come talvolta il destino aiuti. Infatti si creò l’occasione per una mostra dei miei disegni nel salone delle mostre eccezionali del museo. Per l’occasione ho realizzato la prima monografia sui miei disegni. A quel libro ne sono seguiti altri piccoli e grossi. Tuttavia solo qualche scienziato come Margherita Hack ammise l’importanza della genetica, condizionando comunque la genetica all’insegnamento. Anche questo non è vero perché io non ho mai avuto alcun maestro, sia per il disegno che per la pittura. La realtà sta proprio nella genetica perché penso di essere un probabile lontano discendente del famoso pittore del 1600 Andrea Vaccaro. Se i nomi ed i cognomi si tramandano, la coincidenza con l’antico maestro è fondamentale. Altra caratteristica che ci unisce è la varietà estrema dei soggetti, velocità di esecuzione e multiforme stili. Un nomadismo antico, capace di “sentire” in maniera diversa.

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